Mentre Noi Campani e Forza Italia sono alla ricerca di adesioni, chi pensa di conquistare uno scranno nel consiglio regionale è alla ricerca di candidature, anche se deve cambiare schieramento
Una sorta di competizione, senza che magari i soggetti politici interessati la volessero, si è instaurata tra Forza Italia e Noi Campani sulle adesioni che ognuno riesce ad annettersi, nonché sulla costituzione di circoli e di rispettivi dirigenti in comuni della provincia. Nel darne comunicazione agli organi di informazione non si trascura niente, neanche la nomina, per il peso che possa avere, del coordinatore giovanile di Forza Italia del piccolo Comune di Puglianello.
Il 5 agosto, la capogruppo di”Mastella Sindaco” a Palazzo Mosti , Molly Chiusolo, e il sindaco di Limatola, Domenico Parisi, rispettivamente segretario e presidente provinciali di Noi Campani hanno comunicato che Luca Tinessa e Silvana Quarantiello, quest’ultima già candidata alle comunali del 2016 riportando 172 preferenze, sono stati nominati vice segretari della formazione mastelliana per la città di Benevento.
Evidentemente, a Noi Campani non bastava aver in città un presidente, nella persona di Alfredo Martignetti, e un segretario, nelle persona di Gianfranco Ucci, entrambi nuove conquiste mastelliane. Il primo, Alfredo Martignetti, sarà uno degli ex militanti del Pd, rimasti folgorati sulla via di Ceppaloni; il secondo, Gianfranco Ucci, vice sindaco nell’amministrazione di centro destra guidata dall’ex aennino Sandro D’Alessandro (2001-2006), rimasto nel Ccd che Mastella aveva costituito con Casini, non seguì l’attuale sindaco di Benevento nell’Udr, la formazione politica costituita da Francesco Cossiga per appoggiare, nell’autunno del 1998, il primo Governo D’Alema. Ucci seguì poi Pier Ferdinando Casini, che, sciolto il Ccd, costituì l’Udc, nel quale Ucci è rimasto fino a poco prima di presentare, nel 2016, una propria lista (La Città di Tutti) con lui candidato sindaco, conseguendo sia lui (5,22%) che la lista (4,14%) un modesto risultato.
Ora, il 24 febbraio scorso, 3 giorni dopo il ritiro delle dimissioni da parte del sindaco, la moglie di Ucci, la prof.ssa Carmen Coppola, è stata nominata assessore al Personale, nell’ambito di un rimpasto che ha visto la nomina di Raffaele Romano, un ex generale della Guardia di Finanza, all’Urbanistica, al posto di Antonio Reale, spostato all’Ambiente, per poi essere estromesso dalla Giunta il primo agosto scorso; ed ha visto anche la nomina, allo Sviluppo Economico, dell’avv. Maria Carmela Mignone, moglie di Piero Porcaro, uno dei 33 indagati nell’indagine sull’inquinamento dei fiumi, in quanto, quale titolare del laboratorio Tecno Bios srl, analizzava le acque dei 12 depuratori, che, sequestrati dalla Procura della Repubblica di Benevento perché inquinanti, erano invece ritenuti efficienti dalla Gesesa, la SpA che gestisce il servizio idrico nella città di Benevento e in diversi comuni della provincia, di cui è Presidente Luigi Abbate, candidato in Noi Campani.
Questi 3 assessori, hanno preso il posto ma non le deleghe, della dimissionaria Anna Orlando, del dimissionario Luigi De Nigris, l’assessore che si era dimesso soltanto per emulare il gesto del sindaco, e dell’avv. Felicita Delcogliano, cui il sindaco, ringraziandola per fattivo contributo dato al Settore Mobilità, aveva chiesto di offrire in altro modo (quale?) la sua collaborazione all’amministrazione.
Qualcuno dei nostri lettori potrà dire: “ma noi siamo stati già informati di questi fatti. Inutile ricordarli”. Certamente, il rilievo è pertinente. Ma siccome non tutti i cittadini hanno buona memoria (“solo la mafia”, diceva Falcone, “ha la memoria di elefante”), è bene che questi fatti non finiscano nell’oblio, data la loro rilevanza, senza poi spiegare il perché delle altre nomine, non tutte legate, a nostro modesto avviso, al proposito di allargamento dell’area elettorale di Mastella, poiché i lettori sapranno andare oltre la parola.
Si è però raggiunto il grottesco, nella misura in cui Ucci e Martignetti abbiano preteso di censurare, nel comunicato del 6 agosto il “comportamento di alcuni consiglieri comunali di Patto Civico che hanno fatto registrare la propria assenza in sede di consiglio comunale tenutosi lunedì (3 agosto – ndr) e venerdì scorso (31 luglio – ndr)”. Gli stessi dirigenti di Noi Campani, nel fare la morale ai predetti assenti, sottolineano: “Evidenziamo il comportamento diametralmente opposto tra i consiglieri comunali di Forza Italia di Napoli che, motivati dalla correttezza istituzionale nei confronti del Comune, hanno garantito a De Magistris il numero legale facendo sì che il consiglio approvasse il bilancio, ed il comportamento tenuto da alcuni consiglieri di Patto Civico, organici del partito di Forza Italia cittadino e provinciale di Benevento, il cui atteggiamento invece è stato contraddistinto dall’assenza alla fase iniziale del consiglio comunale. La nostra esortazione nei confronti di tali consiglieri è quella di avere una condotta finalizzata al rispetto ed alla tutela degli interessi dei cittadini”.
Vorremmo dire: “Da quale pulpito viene la predica?!”. Ma ci limitiamo ad osservare che garantire il numero legale nelle sedute consiliari equivale a mantenere in piedi l’amministrazione Mastella, un interesse malcelato, questo, presente anche in alcuni consiglieri di opposizione, che puntano l’indice anche verso altri consiglieri di opposizione contrari ad abbandonare l’aula, mentre essi stessi non accetterebbero di buon grado il fatto di essere mandati a casa con quasi un anno di anticipo rispetto alla fine della consiliatura. L’interesse dei cittadini, richiamato da quei due signori, è invece quello di liberare la città da mastellismo.
Un altro comunicato dell’8 agosto informa che la segretaria e il presidente provinciali di Noi Campani hanno nominato, loro e non gli iscritti, il segretario e il presidente del circolo di Ceppaloni, rispettivamente nelle persone di Geppino Russo e Angelamaria Barone, come se, nella patria di Mastella, l’espressione politica dell’ex Guardasigilli (Udeur, ieri, Noi Campani, oggi), non avesse già una struttura organizzativa.
Plaude, nel comunicato, al consenso che starebbe riscuotendo la proposta politica di Mastella, anche Mauro De Ieso, il sindaco di Pago Veiano minacciato di querela dal coordinatore di Forza Italia, Fulvio Martusciello, per aver, con ironia, preteso di fare la morale ad Anna Rita Russo, candidata di Forza Italia alle regionali. De Ieso aveva ricordato che Anna Rita Russo non essere stata politicamente fedele a Mastella che l’aveva fatta eleggere in Consiglio comunale. Infatti, osserviamo noi, probabilmente aveva seguito Mastella in Forza Italia, dopo il passaggio, il 3 febbraio 2018, del sindaco di Benevento nel partito di Berlusconi, in seguito alla nomina a senatrice della signora Sandra Lonardo Mastella, che ora ha lasciato Forza Italia. Che poi Anna Rita Russo abbia aderito al gruppo consiliare di “Cittadini Protagonisti”, la cui costituzione nello scorso mese di gennaio avrebbe consigliato a Mastella di porre in essere la farsa delle dimissioni da sindaco, è un altro paio di maniche.
Anche De Ieso, in seguito allo scioglimento di Alleanza Popolare, conseguente al ritiro a vita privata di Angelino Alfano, sempre schierata nel centro sinistra, aveva seguito Mastella, insieme a Domenico Parisi, al presidente del Consorzio Asi, Luigi Barone, al sindaco di Puglianello, Francesco Rubano, e alla vice sindaca di S.Leucio del Sannio, Giovanna Tozzi, sostenendo, insieme agli altri ex alfaniani, nel mese di ottobre 2018, la elezione del presidente della Provincia, il mastelliano Antonio Di Maria, e, nel gennaio 2019, le liste di Mastella nella elezione del consiglio provinciale.
Che ora gli ex alfaniani si ritrovino in uno schieramento di centro sinistra, fatta eccezione per Rubano e Tozzi che sono rimasti berlusconiani, la spiegazione è da ricercarsi nelle cicliche metamorfosi politiche di Mastella, cui costoro sono rimasti fedeli.
Dal momento che Giovanna Tozzi, assieme al sindaco di Airola, Michele Napolitano, ha determinato, in seno all’ATO Rifiuti, una maggioranza mastelliana nell’agosto del 2018, quando il sindaco di Benevento era già in Forza Italia, equivale a scoprire l’acqua calda il venire a conoscenza che la vice sindaca di S.Leucio del Sannio ha aderito a Forza Italia, dal momento che la sua vicinanza al partito di Berlusconi, dopo i predetti accadimenti, sarebbe stata ritenuta virtuale. Forse la ufficializzazione è scaturita dopo che il sindaco dello stesso Comune di S.Leucio del Sannio, Nascenzio Iannace, è stato nominato, dal coordinatore regionale, Domenico De Siano, segretario provinciale di Forza Italia.
Il sindaco Mastella, pensando che il comune di Benevento sia di sua proprietà, rimuove Nascenzio Iannace da consigliere del Consorzio Asi
Questa nomina, però, gli è costata la perdita della carica di consigliere del Consorzio Asi, in quanto, essendo in quell’organismo uno dei rappresentanti del Comune di Benevento, il sindaco Mastella lo ha revocato, con questa motivazione: “Ritengo che quando si assumono incarichi politici e si afferma che bisogna lavorare per costruire un’alternativa al sindaco che ti ha nominato, correttezza e coerenza avrebbero imposto le dimissioni”. Insomma, Iannace, rimasto in Forza Italia, il partito dal quale Mastella è uscito alcuni mesi fa, non avendo ottenuto la convocazione delle primarie per la designazione del candidato presidente del centro destra, avrebbe dovuto seguire il sindaco di Benevento nella nuova avventura politica. Premesso che a chi scrive fa piacere che Mastella porti voti a De Luca, voti che Mastella si farà compensare anche oltre la loro consistenza, i cittadini di Benevento, che Iannace rappresentava nel Consorzio Asi, quando hanno votato Mastella nel ballottaggio del 19 giugno 2016, avevano previsto la rivoluzione copernicana che il loro sindaco avrebbe compiuto quattro anni dopo? Crediamo di no. Sapevano soltanto che Forza Italia, ancora l’attuale partito di Iannace, era alleato di Mastella. Allora, sindaco, la coerenza invocata da lei su quale persona ritiene che calzi meglio? Su di Lei o su Iannace?. Potrebbe calzare su di lei, se ritiene che il Comune di Benevento sia suo e non dei cittadini.Proseguendo nella valorizzazione di chi aderisce a Forza Italia e di chi già vi fa parte, Domenico De Siano ha nominato vice coordinatore regionale del partito il sindaco di Puglianello, per dare evidentemente peso e rappresentanza politica al suo partito nella popolosa Valle Telesina. Infatti, Rubano ha già raccolto 101 adesioni da parte “di attuali ed ex amministratori, di giovani e anche di personalità, con ricco bagaglio di esperienza, impegnati nel mondo delle professioni, dell’associazionismo, del sociale e del commercio”.
Ma, dall’altra parte, continuano le adesioni a Noi Campani. Infatti, “il movimento di Mastella sbarca anche a Cautano”, dove l’adesione di Alessandro Orlacchio e di Franco Antonio Rapuano ha consentito la costituzione della sezione di Noi Campani in quel paesino, che si vale della guida di Orlacchio, come segretario, e di Rapuano, come presidente. Anche a Faicchio, dove in passato l’ex Udeur di Mastella ha espresso il sindaco e un consigliere provinciale nel vecchio ordinamento, l’adesione di Armando Guarino, presidente del Consiglio comunale, e di Michele Caudio, consigliere comunale alle politiche giovanili, ha consentito la costituzione della sezione di Noi Campani, con a capo Guarino, come segretario, e Caudio, come presidente.
Anche a Foglianise si è costituita la sezione di Noi Campani, in seguito alle adesioni di Angelo Lombardi e di Mennato Martone, nominati rispettivamente segretario e presidente.
Mastella, che non ha problemi di ressa nella sua formazione politica, esulta per essere stato uno dei primi nel presentare i suoi 50 candidati alle elezioni regionale
Non può però non essere oggetto di menzione una dichiarazione di Mastella a proposito dell’allestimento delle sue liste: “Siamo stati tra i primi questa mattina a consegnare al comitato De Luca la lista dei nostri cinquanta candidati alla carica di consigliere regionale per le cinque circoscrizioni provinciali”. La notizia, tutt’altro che sensazionale, è riconducibile al fatto che non vi sarà stata ressa nella richiesta di candidature nelle liste di Noi Campani. Semmai, Mastella, nelle altre quattro province, avrà dovuto rispolverare sue vecchie conoscenze, per avere il loro contributo elettorale nelle sue liste, contributo che Mastella dovrà compensare, come è accaduto per Bruno De Stefano, che, candidato, pare, al consiglio provinciale in un collegio della fascia costiera senza essere eletto, è stato poi nominato direttore generale dell’Asl di Benevento. Addirittura, per parlare di formazioni politiche che non hanno problemi nella formazione delle rispettive liste, Fratelli D’Italia aveva indicato i candidati nella provincia di Benevento, prima ancora che si conoscesse la data delle elezioni.
Il documento approvato all’unanimità dalla direzione regionale del Pd, secondo cui gli iscritti al Partito non possono essere candidati in liste civiche, è diventato carta straccia per chi ha disposto deroghe, peraltro non comunicate alla federazione di Benevento
Il problema, invece rimane al Pd, nella cui lista non hanno potuto trovare spazio molti aspiranti candidati, poiché, in ragione del numero di abitanti delle nostra provincia, dovendosi eleggere soltanto due consiglieri regionali, le liste, con alternanza di genere, non possono contenere più di due candidati. Autorevoli esponenti di partito, quindi, hanno dovuto ricorrere a candidature in liste civiche collegate al candidato presidente, Vincenzo De Luca.Si tratta di Floriano Panza, che, al termine del suo secondo mandato di sindaco di Guardia Sanframondi, ha trovato posto nella lista “Fare democratico”, non potendo avere una terza candidatura alla guida del suo paese, chiamato ad eleggere sindaco e consiglio comunale pure il 20 settembre.
Si tratta di Lucia Meccariello, vice sindaco di Moiano e componente l’assemblea regionale del Pd. La sua candidatura in una lista collegata a De Luca, che ora è “Campania libera”– afferma Meccariello – “ha avuto origine quando i sondaggi pro-De Luca non erano quelli attuali”, anche se non sapeva che sarebbe stata candidata insieme a Fernando Errico, sindaco di S.Nicola Manfredi, già consigliere regionale dell’Udeur e già coordinatore provinciale di Forza Italia, nelle cui liste è stato candidato alle politiche del 2018.Si tratta anche di Raffaele Del Vecchio, eletto per la prima volta consigliere comunale di Benevento nel 2001, divenendo vice sindaco nel 2006, quando la coalizione di centro sinistra, che includeva anche l’Udeur di Mastella, soppiantò quella di centro destra (2001-2006), guidata dall’ex aennino D’Alessandro. La carica di vice sindaco gli venne riconfermata nel 2011, quando il centro sinistra ebbe il secondo mandato dai cittadini di Benevento. Nel 2016, però, presentato dal Pd come candidato sindaco, risultò soccombente,nel ballottaggio del 19 giugno 2016, nei confronti di Mastella. Ma la sconfitta era annunciata, poiché nel primo turno raccolse il 33% dei voti, molto meno del 47% conquistato dall’insieme delle liste a lui collegate. Del Vecchio è anche componente l’assemblea nazionale del Pd, oltre ad essere figlio d’arte, poiché il padre, l’avv. Gaetano, ha rappresentato l’ex Psi nel consiglio comunale per 18 anni, di cui 6 come amministratore.Si tratta, inoltre, di Monica Castaldo, dirigente del circolo Pd di Montesarchio, che nella lista “De Luca presidente” farà coppia con Raffaele Del Vecchio. E sarebbero stati 5 gli esponenti del Pd candidati in liste civiche, se Giulia Abbate, attuale assessore del Comune di Airola e già consigliera regionale, subentrata a Umberto Del Basso De Caro, divenuto deputato nel 2013, non avesse, come pare, rinunciato alla candidatura in “Fare democratico”, in compagnia con Panza, dal momento che a Moiano, il comune confinante con Airola, è candidata, come dicevamo, Lucia Meccariello.Ora, se si tiene conto, che la direzione regionale del Pd, il 17 febbraio 2020 ha varato, all’unanimità, un documento secondo cui gli iscritti al Partito non avrebbero potuto essere candidati in liste civiche, si deve ritenere che quel documento sia diventato carta straccia, anche se, fino al momento in cui scriviamo – afferma Carmine Valentino, il segretario provinciale del Pd, in una dichiarazione resa al mattino – “alla federazione di Benevento nessuna richiesta di deroga (rispetto a quel documento – ndr) è arrivata”. Sembrerebbe che sulla candidatura di Del Vecchio ci sarebbe l’avallo degli ambienti del Largo del Nazareno.Non è escluso che la “fuga” di elettori del Pd in sostegno di questi quattro candidati possa mettere a rischio la riconferma di Erasmo Mortaruolo, il consigliere regionale uscente, la cui ricandidatura, nella lista ufficiale del Pd, non poteva essere messa in discussione per fare spazio a Raffaele Del Vecchio, considerato che il candidato di sesso maschile deve essere uno soltanto.Evidentemente, finanche la direzione nazionale del Pd non si pone il problema di assicurare almeno un eletto in ogni provincia. Nella Prima Repubblica, il Pci si poneva, invece, il problema di assicurare ad ogni federazione la rappresentanza a tutti i livelli. Poiché a Benevento il Pci non aveva i voti per garantire la elezione di un consigliere regionale (la elezione di Costantino Boffa, infatti, fu del tutto casuale), Costanzo Savoia venne candidato in ben due elezioni regionali nella circoscrizione di Napoli, ottenendo preferenze da chi, senza conoscerlo, era stato invece orientato dal partito a votare in un certo modo.Tuttavia, data la dispersione di voti, se può essere incerta (incrociamo le dita) la riconferma di Mortaruolo, assai meno certa appare la elezione di Del Vecchio, anche se, data la rarefazione delle liste nello schieramento di De Luca, un po’ tutti ci fanno il pensierino. Infatti, nelle elezioni del 2015, il Nuovo Centro Destra, schierato con la coalizione di Caldoro, per scelta di Nunzia De Girolamo che ne aveva la guida, mentre a Roma il partitino di Alfano era alleato di Renzi nel governo di centro sinistra, aveva ottenuto, con i 9.015 voti raccolti dalla lista, il secondo consigliere assegnato alla provincia di Benevento; ma il seggio, invece di essere attribuito al candidato Fernando Errico, se lo prese Caldoro, come prevede la legge per il candidato presidente perdente.
L’altalena delle candidature
Ora potrebbe essere sufficiente, per le liste civiche un numero minore di voti, anche perché le liste collegate a De Luca, quelle che beneficerebbero anche del premio di maggioranza nella misura in cui è data per certa la vittoria del centro sinistra, sono attualmente 17, un numero che il comitato De Luca vuole ridurre a 15 o, nella migliore delle ipotesi a 12, una quantità comunque insolita, che farebbe disperdere i voti nella distribuzione determinata dagli elettori.A Benevento, l’ex assessore comunale, Amina Ingaldi, defenestrata da Mastella dalla Giunta, non avendo trovato posto nella lista “Caldoro presidente”, anche perché ne era incerta la composizione, avrebbe pensato, a cuor leggero, di passare nello schieramento opposto, trovando spazio in una lista collegata a De Luca. Ma, un’altra donna, abbiamo letto sul Mattino, data per certa quale candidata in una lista collegata a Caldoro, ha poi dichiarato di aver trovato ospitalità in una lista collegata a De Luca. Infine, però, si sarebbe candidata definitivamente in una lista collegata a Caldoro.Questo significa che diversi eletti, senza sentirsi vincolati allo schieramento in nome del quale sono stati chiamati nel Consesso regionale, possono con molte leggerezza passare in un altro schieramento soprattutto se è quello di maggioranza, esattamente come è avvenuto nel Consiglio comunale di Benevento, dove 4 consiglieri su 10 dello schieramento di centro sinistra passarono poco tempo dopo le elezioni nella maggioranza mastelliana. La quinta defezione, che si è manifestata alcuni mesi fa, è rimasta invece schierata all’opposizione.Nella vituperata Prima Repubblica, quando i partiti avevano una base ideologica, questo accadeva assai raramente.
Giuseppe Di Gioia