La senatrice Lonardo si autosospende da Forza Italia, un copione già scritto per porre in essere la sceneggiata
L’europarlamentare Fulvio Martusciello, coordinatore di Forza Italia anche in quel di Avellino, oltre che a Benevento, alla luce della presenza del nome della senatrice di Forza Italia, Sandra Lonardo, sul manifesto che la vedeva tra coloro che avrebbero dovuto inaugurare, il 19 luglio scorso, a Castelfranci, in provincia di Avellino, la campagna elettorale di “Noi Campani”, la formazione messa in piedi da Clemente Mastella, nella nostra regione, per sostenere la rielezione di Vincenzo De Luca a Presidente della Campania, ha reagito nei termini riportati dal Mattino: “Via il nome della Lonardo da quel manifesto! Trovo surreale che per presentare una lista di De Luca, gli esponenti trasformisti di Castelfranci utilizzino il nome di una senatrice di Forza Italia. La politica segue le idee, non le persone”.
In verità, secondo una informazione riportata sempre dal Mattino, la senatrice Lonardo avrebbe dovuto partecipare ad una cena e non alla manifestazione pubblica di “Noi Campani”. Ma la precisazione non fa una grinza, dal momento che la Lonardo, rispetto al cambiamento di fronte del marito, non avrebbe potuto essere la De Girolamo della situazione, come avrebbe voluto far credere il sindaco di Benevento quando questi si è schierato con De Luca, anche perché, come ha pure sottolineato il deputato dem Del Basso De Caro in una intervista resa a Il Sannio Quotidiano, la De Girolamo era già deputata di Forza Italia quando ha conosciuto e sposato il deputato dem Francesco Boccia, l’attuale ministro delle Regioni, considerato poi che lei faceva politica a Benevento e lui in provincia di Bari.
Certo, Martusciello avrebbe peccato di ingenuità se avesse pensato che si sarebbe creato un conflitto politico nella famiglia Mastella, ma rispetto alla sua sortita, solo ultima della serie, poiché, a dire della senatrice, l’europarlamentare avrebbe mosso altri rilievi, la Lonardo si è sospesa da Forza Italia, pur rimanendo nel gruppo senatoriale del partito di Berlusconi, affermando di fare campagna elettorale in favare di “Noi Campani” e, quindi, in sostegno di De Luca, anche se Martusciello ha replicato, secondo quanto leggiamo sul Mattino: “Mai attaccato la Lonardo. Facciamo fronte comune contro De Luca e i trasformisti. Le chiedo di aver rispetto dei beneventani e di non partecipare alla campagna elettorale a favore di De Luca, dal momento che lei fu eletta in una lista bloccata di Forza Italia. Alla Lonardo, lo dico a chiare lettere, se fa campagna per De Luca, si deve dimettere da senatrice di Forza Italia”.
Nella Prima Repubblica, quando i partiti avevano una base ideologica ed erano più seri i rispettivi rappresentanti, un comportamento come quello della signora Sandra sarebbe stato sanzionato con la espulsione. Invece oggi ricorrono all’autosospensione i politici (o, meglio, i politicanti) che vengono indagati o che risultano coinvolti in vicende poco pulite, o che ritengono, come la senatrice Lonardo, di concedersi un momento di libertà, svincolato dal legame con il proprio partito.
Tuttavia, per contenere i danni, la capogruppo di Forza Italia al Senato, Anna Maria Bernini, ha accettato lo sdoppiamento della personalità della senatrice Lonardo, come riferisce la diretta interessata nell’intervista pubblicata dal Mattino del 20 luglio.
Ma, oltre al giornale di Mastella, che ritiene corretto e consequenziale il comportamento della Lonardo rispetto alle sortite di Martusciello, anche consiglieri comunali forzisti, intenzionati pure loro a concedersi un momento di libertà nello stare a fianco del sindaco in sostegno di De Luca, hanno solidarizzato con la senatrice Lonardo. Martusciello, appena rilevate le loro intenzioni, aveva richiamato all’ordine questi consiglieri, invitandoli, qualora non fossero rientrati nei ranghi, a separare le loro responsabilità da quelle di rappresentanti di Forza Italia a Palazzo Mosti. Parliamo di Antonio Capuano e di Nanni Russo, i quali, rispetto a tale invito, non hanno riconosciuto l’autorevolezza di Martusciello quale coordinatore di Forza Italia, una figura, a loro dire, non presente nello statuto del partito. Ma, soprattutto, Martusciello, la vecchia conoscenza dei beneventani, risalente ai primi anni 90 ,nella fase di costituzione di Forza Italia nel Sannio, aveva invitato Mastella ad espellere Nanni Russo dalla maggioranza consiliare, in un momento in cui il sindaco non si poteva permettere questo lusso, poiché le conversazioni telefoniche avute da Russo con il pregiudicato Corrado Sparandeo presupponevano l’esistenza, tra i due, di un rapporto confidenziale, a dire di Martusciello, che non faceva onore né al pubblico consesso, né a Forza Italia, al di là del fatto che Russo non risultava indagato, poiché non è reato chiedere, o ottenere, voti da un criminale, se non c’è lo scambio. Rimane, però, un problema, gravissimo, di natura politica e morale.
Intanto, Forza Italia ha registrato le adesioni, o ritorno all’ovile per alcuni, dei consiglieri pattisti, Vincenzo Sguera, Luigi Scarinzi e Luca Paglia, nonché delle consigliere Giuliana Saginario e Annarita Russo, quest’ultima impegnata in tandem con Domenico Mauro nella lista del partito di Berlusconi per le regionali. In una nota, il sindaco di Pago Veiano, Mauro De Ieso – proveniente, assieme a Luigi Barone, attuale presidente del Consorzio Asi, a Francesco Rubano, attuale sindaco di Puglianello, e a Giovanna Tozzi, che, eletta presidente dell’Ato Rifiuti nello schieramento di centro sinistra, è poi passata nello schieramento mastelliano, determinando il cambiamento della maggioranza -, fa rilevare, nelle veste di responsabile degli Enti Locali di “Noi Campani”, ad Annarita Russo, che, candidata in “Noi Sanniti per Mastella”, è arrivata in Consiglio Comunale dopo lo scorrimento della lista in seguito alle dimissioni di consiglieri divenuti assessori, passando poi in “Cittadini Protagonisti”.
A questo gruppo, costituito, nel gennaio 2020, da Angelo Feleppa, dopo che Mastella aveva ridimensionato i suoi poteri di consigliere delegato al Verde, un incarico affidatogli come premio per aver abbandonato il gruppo di centro sinistra “Del Vecchio sindaco”, nella cui lista era stato eletto, aveva aderito anche Adriano Reale, subentrato a Luigi De Nigris, nominato assessore all’Ambiente nel dicembre 2017. Dopo il ritiro delle dimissioni, il 21 febbraio 2020, da parte del sindaco Mastella, Adriano Reale e Annarita Russo, abbandonarono “Cittadini Protagonisti”, ritornando nei gruppi mastelliani, in un momento in cui la maggioranza del sindaco era divenuta traballante.
Se si eccettua l’esperienza, vissuta in meno di un mese, poiché nei 20 giorni di dimissione del sindaco non vi è stata attività consiliare, Annarita Russo, diversamente da quanto contesta De Ieso, sarà entrata in Forza Italia veramente nel 2018, poiché anche Mastella, ottenuta da Berlusconi la nomina della moglie a senatrice, nei primi di febbraio 2020, ha contestualmente disciolto in Forza Italia il suo Udeur, che era stato ricostituito il 16 dicembre 2017, nella stazione marittima di Napoli.
Detto questo, per dimostrare che, in fatto di trasformismo, non si salva neanche De Ieso, poiché il partito di Alfano faceva parte del centro sinistra, in Consiglio comunale sono rimasti a rappresentare Forza Italia, pro domo propria, Antonio Capuano, Nanni Russo e Romilda Lombardi, anche se questi consiglieri sono ritenuti abusivi da Martusciello. Anzi, dopo il conflitto insorto tra la signora Sandra e il coordinatore di Forza Italia, costoro avrebbero avuto una ragione in più per solidarizzare con la moglie del sindaco, condividendone la scelta.
Per vedere l’evoluzione di questa scelta, la stessa senatrice Lonardo, in quella intervista, alla domanda dell’interlocutore, “Per ora si è autosospesa, ma uscirà da Forza Italia?”, ha risposto: “Vedremo il 21 settembre dopo le elezioni. Vorrei che Berlusconi rivendicasse a testa alta la sua storia politica di moderatore e garantista. Non posso restare in un partito, dove si aspetta la Lega anche in Senato per decidere come si vota”.
Ma, evidentemente, la signora Sandra non si rende appieno conto che Berlusconi, sceso, in dieci anni, dal 36% al 6%, deve stare, ancorché determinante nella coalizione, attaccato al carro di Salvini, se vuole avere la “polpetta” di potere, una polpetta consistente, nella misura in cui suoi esponenti hanno avuto la guida di Regioni come la Calabria, la Basilicata, la Sardegna, la Liguria, la Sicilia e il Molise. In ragione di questa subalternità di Forza Italia alla Lega, i giornali berlusconiani sostengono le iniziative di Salvini, anche quando sono indifendibili.
Ora, però Berlusconi, già convinto sostenitore, in contrasto con leghisti e melonisti, della necessità di chiedere all’Europa i soldi del Mes, che non hanno condizionalità se spesi per la Sanità e sono restituibili con l’interesse dell’ 0,1% in un tempo ragionevole, ha preso più marcatamente le distanze da Salvini, dopo che il premier Giuseppe Conte ha ottenuto dall’Europa 209 miliardi: 82 come sussidio e 127 come prestito restituibile, con bassissimo tasso di interesse, in un lasso di lunghi decenni. Anche Giorgia Meloni, con i suoi se, i suoi ma e i suoi però, ha ammesso la portata di quanto è stato concesso all’Italia. Solo Salvini, riconducendo il prestito a un super Mes, è rimato a fare il bastian contrario, dopo aver detto, nella misura in cui i paesi frugali guidati dall’Olanda si mettevano di traverso: “l’Italia ce la farà da sola”.
La signora Sandra, nell’ammettere, in quell’intervista, che sosterrà De Luca e “Noi Campani”, ha riconosciuto che, rispetto alle sue proteste (!), il governatore della Campania non ha penalizzato l’ospedale “Rummo”, che, invece, secondo Stefano Caldoro, il berlusconiano candidato presidente del centro destra, sarebbe stato depauperato.
La Senatrice, per difendere la sua scelta dall’accusa di trasformismo, in quell’intervista ha dichiarato: “Non capisco tutto questo scalpore: la Lega fa accordo con i 5 Stelle, il Pd pure, Forza Italia in passato li ha fatti con il Pd, ma qui, in epoca post-ideologica, trasformista resta solo la famiglia Mastella”. Allora, i 5 Stelle hanno fatto con la Lega una alleanza di governo; il Pd, con Forza Italia, nel 2013, ha fatto pure un’alleanza di governo durata appena 7 mesi; non risulta che a livello di Regioni e capoluoghi di provincia, se non piccoli comuni, dove si presentano liste civiche, sia successo ciò che asserisce la signora Sandra. Ma lasciare un partito ed uno schieramento per andare a sostenere un altro schieramento, e tornare poi nello schieramento precedente, senza rimanervici, come ha fatto Mastella nella Seconda Repubblica, significa essere trasformisti patentati.
Oltre al giornale di Mastella, tutta la cordata del sindaco di Benevento, è convinta che quella della senatrice Lonardo, di autosospendersi dal partito, sia stata una scelta obbligata, almeno fino al 21 settembre.
Possibile che solo noi e le pietre della città di Benevento, cioè la stragrande maggioranza dei cittadini, siano convinti che la mossa per porre in essere l’attuale sceneggiata sia stata pensata nel momento in cui Mastella, non ottenute le primarie, che secondo sondaggi da lui commissionati, quindi di parte e pertanto inattendibili, lo davano in pareggio con Caldoro, ha deciso di passare nello schieramento di De Luca, tenuto conto che sarebbe stato impossibile, per due coniugi, presentarsi divisi nella propria terra di origine?
A chi scrive, fa piacere che Mastella porti voti a De Luca, indipendentemente da quella che sarà la contropartita. Infatti, Mastella si sta dando molto da fare: per fare campagna elettorale sta utilizzando anche il numero di emergenza, quello con cui molti cittadini vengono principalmente informati della allerta arancione e dei rispettivi provvedimenti.
Giuseppe Di Gioia