Mastella&Gabbana: Benevento capitale della moda
La moda italiana quest’anno ha un nuovo centro.
Con la crisi di Milano, le incertezze di Firenze e i problemi che Roma sperimenta, il mondodella bellezza e del fashion si sposta a Benevento.
Capoluogo nel quale la creatività è di casa, l’estro la fa da padrone, la fantasia scrive laStoria, la cittadina sannita gode di una posizione privilegiata dalla quale dettare i canonistilistici per la line-up del prossimo autunno-inverno.
A intravedere lo spazio per inserire la città amministrata nella corsa al titolo di nuovacapitale della moda italiana, il suo primo cittadino che, da navigato cultore dell’effimero, haintuito la possibilità di legare il rilancio della città a quello di un capo di abbigliamentoclassico, immancabile nel guardaroba di ogni uomo che voglia fare proprio l’iconico stile”made in Ceppaloni” che tanto affascina gli esponenti delle classi politiche italiane di ognitempo.
Un capo storico, un soprabito largo e lungo, con cappuccio o senza, foderato o meno dipelliccia, un indumento che si presta facilmente a diverse ed originali interpretazioni: lagabbana.
Originariamente legato al mondo operaio e contadino, la gabbana ha trovato negli ambientimilitari la via per fare breccia nel guardaroba di ogni uomo che non ha paura di cambiare,di ogni uomo che non ha, letteralmente, paura di voltare la gabbana.
Rivoltare il soprabito – cioè, appunto, voltare la gabbana, diventare un voltagabbana – èstato per secoli il modo migliore di disertare o fuggire il nemico mimetizzandosi con lapopolazione locale.
Prima di diventare, in tempi più moderni, sinonimo di “rimanere a galla”, “salire sul carro delvincitore”, “conservare la poltrona”.
Bivaccare, in una parola, nel privilegiato mondo della politica. O, addirittura, ricominciare ascalarvi le posizioni.
Sindaco, assessore regionale e poi chissà ancora cosa.
Un abito, uno stile, insomma.
Una cifra stilistica che Benevento – o almeno quella parte della città alla quale è toccatol’onore (l’onere, quello, è difficile dire dove sta) di avere un posto a sedere al palazzo dicittà – ha da tempo fatto propria.
Al punto che, nemmeno le piroette più ardite, le capriole più azzardate, le voltate digabbana più acrobatiche arrivano ormai a produrre più di un sussulto o di un accennatosobbalzo.
Al contrario, dal primo all’ultimo “succhiaruota” di qualunque collocazione politica ritrovanella gabbana – e nell’elegante gesto con il quale il ceppalonese la volta e la rivoltaall’occorrenza – l’essenza stessa del proprio modo di intendere la vita politica e le suepropaggini.
In un piccolo centro cittadino che non ha mai avuto una vera destra o una vera sinistra masempre e solo una vera consorteria fatta di poco chiari intrecci – che nemmeno a fronte diintercettazioni telefoniche generano rossori, pudori o addirittura dimissioni – poter rubare isegreti ad un così longevo voltagabbana, anche al prezzo di qualche sprezzante epiteto, èquestione di vanto.
Con le carte sparigliate dalla recente pandemia, la città trarrà certamente beneficio daquesta nuova avventura nel campo della moda.
La gabbana, da Benevento, riconquisterà l’intera penisola – passando per la RegioneCampania.
Per quelli irrimediabilmente fuori moda, l’emigrazione rimane pur sempre un’alternativa.
Massimo Iazzetti