La prova e la lezione della Pandemia
L’invasione planetaria del coronavirus ha, in poche settimane, travolto l’immagine, la storia e la vita della realtà umana, sconvolgendo in profondità l’esperienza personale e le dinamiche collettive dell’organizzazione civile. E ci interroga tutti, chi con la sofferenza, chi con il disagio, chi con la paura e l’angoscia… Ha aperto, nella confusione e nell’oscurità culturale, morale, etico-politica e religiosa, in cui siamo immersi da anni, qualche ferita, qualche percorso di luce, qualche linea di verità, qualche richiamo della coscienza inquieta.
Molte pratiche esistenziali, introdotte con la baldoria libertina ed edonistica nel costume di vita, sono stateinterrotte, sospese e hanno lasciato a ciascuno di noi uno spazio di silenzio, di introspezione per meditare, riflettere, … per misurare lo sbandamento dell’impianto – la tradizione la direzione il destino – della Civiltà occidentale e planetaria.
Ci stiamo accorgendo che con gli schemi interpretativi e operativi, elaborati dentro i processi delle rivoluzioni umanistiche e della moderna organizzazione tecnico-scientifica della realtà sociale economica e finanziaria, il mondo non si salva, anzi degrada e precipita verso l’autodistruzione. Il pensiero e i poteri dominanti hanno progressivamente insidiato e corrotto la fisionomia antropologica, etico-politica e religiosa costituita dentro la compagine ebraica ed ellenico-romana della civilizzazione con la Cristianizzazione dell’Occidente. Questa “Civiltà dell’Amore”, fondata sul rapporto sorgivo, fondamentale Dio-uomo, generato su la relazione costitutiva e teologale della Fede, della Speranza e dell’Amore, su la narrazione e la testimonianza del Vangelo di Cristo Gesù Figlio di Dio e di Maria, Morto e Risorto, su la promessa escatologica e gloriosa della immortalità anche corporea e del ritorno di Cristo, sembra ora completamente oscurata e sconfitta.
Sembra che nello spazio-tempo dell’umana avventura, sospeso il disegno grandioso della Creazione-Redenzione-Divinizzazione, sia entrata con travolgente potenza ideologica, economica, politica e militare la dominazione totalitaria dell’ateismo di massa e, con la infiltrazione insidiosa e sfuggente dell’apostasia, il virus della corrosione e della corruzione nel servizio ecclesiastico del Cattolicesimo contemporaneo.
Questa civiltà infangata e putrefatta non regge più, è morta.
Siamo alla “Fine dei Tempi”. I Tempi della Fine, di cui la pandemia è un segno, un avvertimento, un ammonimento, evocano e replicano la Settimana Santa: Gesù è condannato a morte dal tribunale religioso – il Sinedrio dei sacerdoti e dei capi del popolo d’Israele – e dal tribunale civile del potere imperiale di Roma. Ora, la Chiesa di Gesù, la vera Chiesa, una, santa, cattolica e apostolica, abbandonata dalla infedeltà di molti sedotti dallo “spirito del mondo” e infine tradita, subisce la prova, la dolorosa prova finale.
“Il mondo ormai ha toccato il fondo dell’empietà e dell’impurità, dell’ingiustizia e dell’egoismo, dell’odio, della violenza, del peccato e del male … l’umanità divenuta pagana cede all’impeto delle false ideologie, all’insidia e al culto del piacere, del denaro, dell’orgoglio”, confida la Madonna a don Stefano Gobbi.
L’ultimo scontro tra la Verità e la menzogna, tra il Bene e il male, tra l’Amore e l’odio avverrà sull’Eucaristia. Ed è già cominciato! L’Eucaristia è la presenza reale, sublime e nascosta di Gesù e di Maria Santissima che il Sacerdozio genera sugli Altari consacrati della terra per donarla ai figli che credono, che sperano, che amano, perché vivano nella vera identità di figli fatti a “immagine e somiglianza di Dio”.
Ai Sacerdoti, “Apostoli degli ultimi tempi”, che continuano a “seguire Gesù sulla strada del disprezzo del mondo e di se stessi, dell’umiltà, della preghiera, della povertà, del silenzio, della mortificazione, della carità, di una più profonda unione con Dio”, la Madonna affida ora la salvezza dell’Umanità e il trionfo della Chiesa.
Nel mese di maggio è forte il richiamo della Vergine Madre che, alla “Fine dei Tempi”, si manifesta come divina Condottiera contro l’Anticristo, come Regina che annuncia l’arrivo del grande Giorno del Signore, come Profetessa della Speranza vittoriosa, e come Mamma misericordiosa ed eucaristica in queste “ore dolorose della purificazione e della grande tribolazione”.
Alla prova e alla lezione di questi giorni difficili, possiamo anche rispondere con insensate illusioni di orgogliosa autosufficienza, sospirando il ritorno alla “normalità”. Ma nella memoria, nell’intelligenza e nella volontà dell’io umiliato e provato, con la rifioritura del coraggio e della fiducia dobbiamo rispondere consacrando il nostro povero cuore alla Fede, alla Speranza e all’Amore di Maria Madre di Gesù e Mamma nostra.
Davide Nava