Al Presidente del Consiglio dei Ministri
e al Ministro dell’Interno
Nella lettera del Ministro dell’Interno del 27 marzo alla Conferenza episcopale italiana “in ordine alle misure di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da Covid-19. Esigenze determinate dall’esercizio del diritto alla libertà di culto”, vengono indicati, confusamente, principi, regole, comportamenti e decisioni che finiscono con il negare l’esercizio primario e libero della partecipazione al culto religioso dei cattolici nel nostro Paese.
Non appartiene alle Autorità di governo il compito di gestire l’apertura o la chiusura delle Chiese, di regolare i flussi di partecipazione né tanto meno stabilire chi e con quale ruolo, con quale funzione debba presenziare e accompagnare la liturgia né per quale strada raggiungere la Chiesa e per quale “esigenza di lavoro”.
E’ veramente grave che il potere di amministrazione della cosa pubblica si intrometta così pesantemente nello spazio della sacralità, offendendo l’intimità della coscienza popolare e religiosa.
La Chiesa, nelle sue articolazioni territoriali, episcopali e parrocchiali, saprà governare, anche in questa drammatica condizione socio-sanitaria, la partecipazione alla vita ecclesiale e la presenza alla liturgia della Parola e dell’Eucaristia.
Distinti saluti
Davide Nava
Dissento dalla lettera! Siamo cittadini e con una fede religiosa che non solo non annulla ma potenzia la nostra umanità. Quindi fede e ragione per salvaguardare la nostra salute con la prospettiva di una eternità beata. Padre Nicola Fiscante, sacerdote redentorista
Noi abbiamo un presidente del consiglio che si e espresso apertamente che lui non è CATTOLICO
SOTTO ALTRE FORME MA LO HA DETTO
Condivido il pensiero di padre Nicola. Dopotutto anche il papa si è espresso a favore. La celebrazione delle messe e i riti religiosi sono da sempre accompagnate da una grande partecipazione e quindi potenzialmente questo si potrebbe accompagnare ad una elevata possibilità di contagio. Preghiamo che questa prova ci insegni quale sia il vero valore della vita e quanto sia importante sentirsi parte di una società civile. I nostri valori cristiani ci accomunano ma ci insegnano anche che attraverso la sofferenza si arriva alla salvezza, ora è tempo di affidarsi alla scenza e allo stato saranno sicuramente guidati dallo spirito santo.