Il contagio da Covid-19 si diffonde, spesso, nelle strutture sanitarie e non con l’attività motoria
L’ordinanza emanata dal Ministero della Salute il 20 marzo 2020, elencate tutte le premesse, al punto b) dell’articolo 1 recita: “non è consentito svolgere attività ludica o ricreativa all’aperto; resta consentito svolgere individualmente attività motoria in prossimità della propria abitazione, purché comunque nel rispetto della distanza di almeno un metro da ogni altra persona”. Gli effetti di questa ordinanza, “efficaci fino al 25 marzo” (data di scadenza del decreto “#iorestoacasa” del 10 marzo, poi prorogato), hanno continuato ad avere validità, almeno per quanto riguarda l’attività motoria, nei successivi decreti. Anche gli atti prodotti della Regione Campania, mentre vietano le attività sportive all’aperto, non fanno alcun riferimento all’attività motoria.
Forte, quindi dell’ordinanza ministeriale, munito di autocertificazione ed equipaggiato di mascherina, ho ritenuto di continuare a porre in essere la passeggiata serale, peraltro consigliata anche dal medico per ragioni terapeutiche.
E’ capitato, però, che la sera del 27 marzo, mentre facevo il secondo giro dell’isolato comprendente il palazzo dove abito, venissi fermato in via XXIV Maggio da una volante della Polizia di Stato. Alla domanda dei poliziotti ho precisato che facevo attività motoria nei pressi della mia abitazione, come previsto dalla predetta ordinanza. Non paghi della mia risposta, i predetti agenti mi hanno intimato, in modo tutt’altro che garbato, di rientrare a casa. La sera successiva, nel corso dei 5 giri percorsi attorno al suddetto isolato, corrispondenti ad un percorso di un paio di chilometri, ho avuto la fortuna di non essere fermato da nessuno.
Ma la sera del 29 marzo, dopo aver percorso 30 metri dalla mia abitazione, all’incrocio tra Via Vianelli e via Perasso, venni bloccato da un’altra volante della P.S.. La persona che era alla guida dell’autovettura, una donna, mi chiese, con tono garbato e gentile, dove stessi andando. “Sto facendo attività motoria”, le risposi. Dall’altro sportello dell’autovettura uscì un uomo, forse per chiedere migliori spiegazioni. Ma quando gli dissi che una ordinanza del Ministero della Salute prevede che è possibile fare attività motoria in prossimità della propria abitazione, costui con un tono più sgarbato di quello usato da coloro che mi avevano fermato due sere prima, senza tener conto dell’età e della dignità della persona cui si rivolgeva, mi ammonì: “Ma quale attività motoria?! Torni a casa. L’attività motoria si fa di giorno, non a mezzanotte”.
Nei giorni precedenti, appena emanata la suddetta ordinanza, e in vigenza del decreto “#iorestoacasa”, avevo fatto la passeggiata lungo corso Garibaldi, senza essere fermato da Carabinieri e Vigili Urbani che attraversavano quell’arteria, con le rispettive autovetture.
Per il modo come ero stato intimato da quel poliziotto di tornare a casa, sarebbe stato inutile precisare che l’ordinanza ministeriale non prevede un orario in cui è possibile fare l’attività motoria, a parte il fatto che, per motivi cautelativi, è meglio fare la passeggiata di sera invece che di giorno. Ma soprattutto sarebbe stato inutile insistere, verso quel poliziotto, nel rivendicare una possibilità che la norma concede ai cittadini, poiché, come accade non di rado, quando il confronto diventa sostenuto tra agenti delle forze dell’ordine e cittadino, succede che quest’ultimo venga denunciato per oltraggio a pubblico ufficiale.
Non sono i cittadini che passeggiano a mezzanotte a seminare contagio da coronavirus. I contagi avvengono nel non usare la prescritta distanza tra le persone, come avviene anche nella vita familiare, nel non usare la mascherina, nel non lavarsi ripetutamente le mani e nel non sterilizzarle, quando si è fuori casa, con amuchina gel che chi scrive porta sempre in tasca, anche quando fa attività motoria.
La situazione a Villa Margherita
I contagi avvengono anche negli ospedali e nelle strutture sanitarie in genere. Infatti, è capitato che un cittadino di San Magno sul Calore, subito un intervento di natura ortopedica presso villa Ester di Avellino, sia stato ricoverato il 10 marzo scorso presso Villa Margherita di Piano Cappelle per essere sottoposto alla conseguente terapia di riabilitazione. Il 23 marzo, quel cittadino-paziente viene ricoverato al “S.Pio” di via Pacevecchia per insufficienza respiratoria. In un audio, diffuso via whatsapp, si parla di un sospetto caso di Covid-19 presso Villa Margherita, prima che venga fatto il tampone, in ordine a tale ricovero presso l’ospedale cittadino, ma si parlerebbe anche di chiusura di Villa Margherita in relazione a tale caso, circostanza che viene smentita da Pompeo Taddeo, della Funzione Pubblica-Cgil.
Anche il sindaco Mastella, confortato dalle rassicurazioni del sindacalista, coglie l’occasione per puntare l’indice contro “le solite strumentalizzazioni”, “le solite dicerie e il solito sciacallaggio”. “Si rendono conto queste persone che siamo in un momento drammatico!?”, si domanda il sindaco. Ma poi dichiara: “Occorre dire la verità o aspettare che venga fuori la verità. Per ora siamo maglia bianca rispetto a tutto il Paese. Anche se ci fosse, per caso, purtroppo, una ulteriore positività, saremmo comunque maglia bianca”. Mastella comunica poi di aver dato incarico al suo avvocato di presentare denuncia “alla polizia postale e alla Procura della Repubblica contro ignoti e contro i soliti noti che propagano notizie false, generando procurato allarme”.
La dichiarazione è del 24 marzo. Ma Altrabenevento, di cui il direttore di “Benevento” pubblica molti dei suoi comunicati, ignorati invece dalla stampa mastelliana, il 21 marzo dà notizia che Mastella aveva annunciato “la solita querela ad Altrabenevento” (i soliti noti, probabilmente) ritenuta responsabile di aver chiesto di “prestare attenzione al focolaio Covid-19 di Ariano Irpino e di sapere cosa succede all’ospedale San Pio (due medici, due infermieri e un operatore del 118 contagiati da coronavirus)”. Il 19 marzo è, però, deceduto l’operatore del 118, Salvatore Calabrese, 56 anni, di Solopaca, del quale parla Altrabenevento, l’associazione contro il malaffare che, nel comunicare quotidianamente, anche in polemica con Mastella, il punto della situazione sui contagi da Covid-19, il 23 marzo scrive: “I dati forniti dai direttori generali dell’Asl e dell’Azienda Ospedaliera hanno confermato le notizie di Altrabenevento: sette operatori sanitari dipendenti del San Pio sono positivi al coronavirus (il 50% del totale dei contagiati allora in provincia di Benevento – ndr). E allora perché siamo stati querelati?”.
Il direttore sanitario di Villa Margherita, Claudio Di Gioia, appena avuta notizia di quell’audio, nel confermare la dichiarazione rassicurante di Pompeo Taddeo, dal canto suo comunica: “Abbiamo dato mandato al nostro legale di fiducia per tutelare la nostra immagine dopo la diffusione di un audio che riportava notizie infondate”.
La situazione, però, è precipitata a Villa Margherita, al punto che si è pensato di trasferire i pazienti non contagiati alla clinica Gepos di Telese, per trattenere, ed evidentemente curare, nella struttura diretta da Claudio Di Gioia, i pazienti contagiati da Covid-19, che sarebbero molti. Una situazione, quasi simile si sarebbe verificata ad Ariano Irpino, dove un medico avrebbe ricoverato la moglie in ospedale per sospetto contagio da Covid-19, dopo di che lui avrebbe continuato a prestare la sua opera presso l’ospedale. Ora Ariano è focolaio da Covid-19, come lo è un paesino della Basilicata, dove un medico, ignaro di essere stato contagiato assieme alla sua famiglia da un’amica asintomatica della moglie che aveva fatto loro visita, continua a svolgere la sua opera presso l’ospedale zonale, mentre la moglie viene ricoverata, alcuni giorni dopo quella visita, all’ospedale di Potenza, per problemi respiratori. Sta di fatto che a Villa Margherita sono molti i contagiati, tra personale medico e paramedico, se si tiene conto che la struttura ha 120 dipendenti e 135 posti-letto, occupati da malati di cui chi scrive non conosce il numero. A questo punto, non è più il caso di parlare di maglia bianca. Villa Margherita è ora cinturata dalle forze dell’ordine: non si entra e non si esce. Ma, intanto, bisogna risalire alla movimentazione di pazienti e di visitatori in quella struttura da quando vi è entrato il cittadino di San Magno sul Calore. Ma ciò equivale a svolgere un lavoro impossibile, considerato che pazienti e visitatori avranno frequentato amici. Si tratterebbe, quindi, di mettere in atto un lavoro uguale a quello di una donna che, rivoltasi a don Filippo Neri per sapere come porre rimedio a voci tendenziose da lei diffuse, colui che poi è diventato santo le dice: “Uccidi un pollo, spargi le penne lungo la strada e poi vieni da me”. Recatasi dal sacerdote, dopo aver posto in essere quanto le era stato detto, questi le dà la penitenza: “Ora vai a raccogliere le penne”.Ma, a proposito di quanto accaduto a Villa Margherita, viene da domandarsi: finché tale paziente non accusasse difficoltà respiratoria, possibile che, nei suoi 13 giorni di degenza, non siano stati rilevati i sintomi tipici del Covid-19, come l’innalzamento della temperatura corporea, poiché in tutte le strutture sanitarie, anche in quelle preposte alla terapia di riabilitazione, viene misurata tale temperatura la mattina e la sera?
…e alla Maugeri
E’ di routine quotidiana, mi ha detto una mia parente, misurare la temperatura due volte al giorno e anche la pressione arteriosa alla Maugeri di Telese Terme, l’altro centro di riabilitazione, presidiato dalla mattina del 31 marzo dalle forze dell’ordine, dopo che, la sera del 30 marzo, ha dato esito positivo il tampone effettuato post mortem dal San Pio su di una paziente della Maugeri, ricoverata presso il nosocomio beneventano tre giorni dopo essere giunta presso la struttura di Telese Terme, per essere sottoposta a terapia di riabilitazione. La donna, una pensionata di 79 anni, era stata, infatti, ricoverata il 24 marzo presso la Maugeri, dopo aver subito un intervento chirurgico in una clinica di Mercogliano (Av). “Risultata affetta”, scrive il centro di riabilitazione telesino, “da pneumotorace, aria del cavo pleurico, che rende difficoltosa la respirazione, la paziente, pur in assenza di sintomi specifici da Covid-19 era stata sottoposta a una lastra di controllo che evidenziava chiari segni di interstiziopatia con impegno alveolare e, per questo, veniva trasferita al San Pio il giorno 27 marzo, come caso sospetto”. “La signora”, spiega sempre la Maugeri che del caso aveva informato anche l’Asl di Benevento, “era però deceduta improvvisamente, appena arrivata al nosocomio beneventano e il tampone effettuato ha dato, ieri (30 marzo – ndr), esito positivo”. Nella Maugeri sono state, quindi, poste in essere tutte le misure di prevenzione per i 26 pazienti, ricoverati nel reparto di Cardiologia, e per una ventina di dipendenti, tra medici e infermieri, impegnati nel reparto medesimo.
“La direzione sanitaria della Maugeri”, afferma la nota, “ha già provveduto a censire i contatti stretti avuti dalla paziente in ospedale. Il personale che la seguiva operava già in regime precauzionale, indossando i dispositivi di protezione individuale – dpi e rispettando i protocolli, per cui si procederà – secondo la normativa nazionale e regionale – all’osservanza stretta, che consiste nel rilevamento della temperatura corporea due volte al giorno e nel controllo di eventuali sintomi”.Alla data del 31 marzo, i contagiati da Covid-19 sono 78 nel Sannio, di cui 22 a Benevento (5 ricoverati al San Pio e 17 in altre strutture). Questo il notiziario di Altrabenevento, di cui ha assunto la guida Sandra Sandrucci, dopo che Gabriele Corona si è dimesso da Presidente, una scelta compiuta in quanto nel quarto procedimento disciplinare, attivato contro di lui, quale dipendente del Comune, da quando Mastella è sindaco di Benevento, è detto che, anche se i comunicati non sono firmati da lui, egli ne è responsabile essendo presidente dell’associazione. Evidentemente, i contagiati di Villa Margherita non dovrebbero essere tutti sanniti, altrimenti i conti non tornerebbero. Ma il Tg3 della Campania, alle 19,30 del 31 marzo, se ho ascoltato bene, perché impegnato ancora a scrivere questa nota, ha detto che su 80 tamponi effettuali a Villa Margherita, 57 sarebbero risultati positivi.Ora, la nostra provincia, perduta la maglia bianca, è stata dichiarata zona grigia.
Giuseppe Di Gioia