Ridateci l’EUCARISTIA!
Gesù, nella tempesta scatenata sul Mare di Tiberiade, non è solo: è insieme alla Sua Chiesa nascente, a tutta intera la Sua Chiesa, ci sono gli Apostoli, i Dodici, sulla Barca sconvolti dalla paura di una fine imminente.
Il Papa, ora, è solo, è solo nella sua tragica solitudine, senza Chiesa, nello scenario triste della desolazione; solo, nel Venerdì ultimo di marzo, quasi ad anticipare il Venerdì Santo, circondato dal vuoto infinito della Piazza vaticana battuta dalla pioggia, egli sale verso la Basilica del primo Papa, la “Pietra” della Chiesa una santa cattolica apostolica romana.
Non c’è, ad accoglierlo, il Collegio dei Principi della Chiesa, non ci sono i Vescovi della CEI, sono assenti i Sacerdoti della Diocesi romana, e non c’è il Popolo di Dio.
Dio è morto! Cristo Gesù, confitti mani e piedi alla Croce, il Volto reclinato, ancora incoronato di spine, il Corpo straziato, insanguinato, tumefatto per migliaia di colpi inferti senza pietà, il Cuore trapassato dalla lancia di Longino, è solo sul Golgota.
Ai piedi della grande Croce, su cui è inchiodato Dio, c’è la Madre, l’Addolorata, ormai consacrata Madre di tutti i viventi della Terra, insieme a Giovanni, l’Apostolo dell’Amore, e alla Maddalena, peccatrice perdonata ed amata. Sono fuggiti tutti: la folla vociferante dei suoi nemici bestemmiatori, i carnefici, i deicidi terrorizzati dal tremore furioso della terra, violentata dall’orribile delitto, i Sacerdoti e gli Anziani del Sinedrio che hanno condannato a morte il Figlio di Dio in nome di Dio. Tutti sono fuggiti, minacciati dalla paura e dal rimorso.
E il Velo del Tempio, nel “Santo dei Santi”, è stato lacerato.
Non sentiamo, ora, che la Santità, l’Amore, la Bellezza, la Potenza, la Sapienza e la Bontà Divina non appartengono più alla Terra fratturata e morta?
Sì, confessiamolo, abbiamo tutti paura! Rimasti senza ardimento, il cuore fiaccato, la voce incerta, tremante, non riusciamo nemmeno a gridare: “Signore, salvaci! Siamo perduti!”
Nel collasso del cuore, è venuto meno il respiro teologale: ormai sordi, muti, ciechi, non sappiamo più credere, non possiamo più sperare, non vogliamo più amare!
E’ tramontato sul volto tenebroso del mondo “l’amore sicuro nella sua fedeltà, l’amore fedele nella sua intensità, l’amore totale, generoso, attivo dei Santi”.
Ma come è potuto accadere che la pretesa orgogliosa degli uomini abbia sottratto alla Sovranità divina il governo delle cose e del mondo?
Ora sono chiuse, o sono vuote, le nostre Chiese: il nostro Santissimo è solo, … solo, … solo! Dimenticato. Abbandonato.
Non abbiamo ancora circondato, contriti e umiliati, i nostri Parroci, i nostri Sacerdoti, i nostri Vescovi con una premura, una richiesta, un invito di pietà:
“Ridateci il Sacrificio supremo, la Celebrazione del Vostro Sacerdozio, il Dono assoluto, eterno, infinito, onnipotente, unico dell’Amore divino-umano del Figlio di Dio e della Vergine.
Non toglieteci la Pasqua della Resurrezione: il Cristo Incarnato, Ucciso e Risorto vi chiede di essere celebrato, annunziato, donato ogni giorno, ogni momento alla Sua Chiesa, al Popolo di Dio in cammino nel deserto del mondo aggredito e sconvolto dalla menzogna, dal male, dalla morte. Abbiamo dissacrato, da decenni, con mille blasfemie e sacrilegi il Corpo e Sangue di Cristo e chiediamo Perdono.
Senza di Voi, Sacerdoti dell’Altissimo, Cristo morto resta in Croce. Resuscitatelo, presto, sugli Altari consacrati della Terra!
Noi Lo imploriamo: “Vieni, Signore Gesù insieme a Maria, Tua e nostra Madre, con la potenza dell’Amore, della Misericordia, del Perdono”.
Davide Nava
Le parole del Senatore Nava, semplici ed alte, vanno sempre diritte al cuore del lettore, perché partono sempre dal cuore, da un cuore sincero e appassionato di credente. Non v’è alcun dubbio che in questo triste momento vanno al cuore di tutto il popolo di Dio e più ancora dei suoi Pastori, certamente i più interessati a riaprire al culto le loro chiese. Il problema è che il cuore non basta, quando la testa, smarrita, gira a vuoto nel buio.