Emergenza Coronavirus: una domenica a Benevento nel silenzio generale senza nulla
Questa prima domenica di quarantena nazionale legata all’epidemia in corso (vissuta anche a Benevento con la consapevolezza che un grande dramma si è abbattuto sull’intera umanità) offre spunto di riflessione al dottor Gianluca Martone, che ci ha chiesto la pubblicazione delle sue considerazioni.
Caro Direttore, vorrei fare alcune riflessioni su questa giornata, domenica 15 marzo 2020, la terza domenica di Quaresima per i cattolici di tutto il mondo, ma soprattutto la prima domenica caratterizzata ovunque dall’emergenza sanitaria legata al Coronavirus, compresa la città di Benevento.
Vedere tutte le città italiane contrassegnate da questo silenzio mortale rattrista e amareggia molto, soprattutto in una giornata che, da sempre, è stata piena di vitalità, di gioia, di genitori che passeggiavano con i loro bambini e che si recavano in chiesa per assistere insieme alla Santa Messa o di giovani che attendevano le partite di calcio del pomeriggio o commentavano le gare del giorno prima o si recavano nei centri commerciali. Tutto questo è improvvisamente scomparso e tutti noi cattolici e non dobbiamo porci un interrogativo: Cosa significa tutto ciò per le nostre vite? Quale messaggio vuole indirizzarci Nostro Signore, per chi crede, in questo momento drammatico di emergenza sanitaria mondiale?
Ci viene in soccorso il grandissimo Sant’Alfonso Maria De Liguori, il quale affermò: “La debolezza della fede di molti nasce dunque dalla loro cattiva condotta. Chi non vuole privarsi dei piaceri proibiti, disprezza l’amicizia divina e non sopporta nessuna proibizione e castiga per i peccati. Perciò sfugge il pensiero delle verità eterne, della morte, del giudizio, dell’inferno, della giustizia divina; e dal momento che queste verità lo spaventano e amareggiano i suoi piaceri, allora si arrovella il cervello per trovare delle ragioni almeno verosimili con cui possa persuadersi o lusingarsi che non esiste l’anima, né Dio, né l’inferno, per vivere e morire senza legge né ragione, come gli animali.“
E anche sempre il grande Vescovo di Sant’Agata disse: “Ma voi peccatori che pensate? forse che Dio sempre aspetta, sempre perdona e non castiga mai? No, Dio usa misericordia sino ad un certo segno, e poi mette mano alla giustizia e castiga attraverso flagelli quali pestilenze, carestìe, tempeste, terremoti,… Dio è costretto dalla sua giustizia a vendicarsi dei suoi nemici…”
Sempre Sant’Alfonso si soffermò sulla gravità del peccato: “Se Dio castigasse subito chi lo offende, certamente non verrebbe offeso come lo è ora. Ma poiché il Signore non castiga subito, i peccatori si sentono incoraggiati a peccare di più. È bene sapere però che Dio non sopporterà per sempre: come ha fissato per ogni uomo il numero dei giorni della vita, così ha fissato per ognuno il numero dei peccati che ha deciso di perdonargli: a chi cento, a chi dieci, a chi uno. Quanti vivono molti anni nel peccato! Ma quando termina il numero delle colpe fissato da Dio, sono colti dalla morte e vanno all’inferno”.
Dinanzi a queste terribili, ma veritiere parole di uno dei più grandi Vescovi della storia della Chiesa Cattolica, cosa ci resta da fare o comunque cosa si consiglia ai cattolici e non?
L’esempio tratto dal libro del Profeta Giona e della miracolosa conversione della città di Ninive ci è di grande conforto e speranza: ”Fu rivolta a Giona una seconda volta questa parola del Signore: «Alzati, va’ a Ninive, la grande città, e annuncia loro quanto ti dico». Giona si alzò e andò a Ninive secondo la parola del Signore. Ninive era una città molto grande, larga tre giornate di cammino. Giona cominciò a percorrere la città per un giorno di cammino e predicava: «Ancora quaranta giorni e Ninive sarà distrutta». I cittadini di Ninive credettero a Dio e bandirono un digiuno, vestirono il sacco, grandi e piccoli. Giunta la notizia fino al re di Ninive, egli si alzò dal trono, si tolse il manto, si coprì di sacco e si mise a sedere sulla cenere. Per ordine del re e dei suoi grandi fu poi proclamato a Ninive questo decreto: «Uomini e animali, armenti e greggi non gustino nulla, non pascolino, non bevano acqua. Uomini e animali si coprano di sacco, e Dio sia invocato con tutte le forze; ognuno si converta dalla sua condotta malvagia e dalla violenza che è nelle sue mani. Chi sa che Dio non cambi, si ravveda, deponga il suo ardente sdegno e noi non abbiamo a perire!». Dio vide le loro opere, che cioè si erano convertiti dalla loro condotta malvagia, e Dio si ravvide riguardo al male che aveva minacciato di fare loro e non lo fece”.
Quindi, questo momento drammatico ci aiuti a scoprire il Valore più importante per la nostra vita, che non è la vita in questa valle di lacrime, ma la Vita con la “V” maiuscola che ci attende e che dobbiamo meritarci, osservando i comandamenti di Dio, abbandonando il peccato e tutti i vari idoli di questa società atea, pagana, massonica, che pensa di poter fare tutto senza Dio e vivendo nella sua Grazia. Ritorniamo e convertiamoci a Lui, a Lui che è morto e risorto per noi.
Dal male di questa epidemia, possa sorgere il Bene di tante anime che si riavvicinano a Nostro Signore e alla sua Santissima Madre, che noi sanniti veneriamo come Madre di tutte le Grazie e Regina del Santo Rosario.
Attualissime sono infatti le parole pronunciate nel 1957 da Suor Lucia di Fatima a Padre Agostino Fuentes, che recito testualmente: “Padre, la Madonna è molto scontenta perché non si è fatto caso al Suo Messaggio del 1917. Né i buoni né i cattivi, vi hanno fatto caso. I buoni vanno per la loro strada senza preoccuparsi, e non seguono le Norme Celestiali; i cattivi, nella via larga della perdizione, non tenendo in alcun conto i castighi minacciati. Creda, Padre, il Signore Iddio molto presto castigherà il mondo. Il castigo sarà materiale, e s’immagini, Padre, quante anime cadranno nell’inferno, se non si prega e non si fa penitenza. Questa è la causa della tristezza della Madonna. Padre, lo dica a tutti, che la Madonna tante volte mi ha detto: “Che molte Nazioni spariranno dalla faccia della terra. Nazioni senza Dio saranno il flagello scelto da Dio stesso per castigare l’umanità, se noi, per mezzo dell’Orazione e dei SS. Sacramenti, non otterremo la grazia della loro conversione”. Lo dica, Padre, che il demonio sta attaccando la battaglia decisiva contro la Madonna, perché ciò che affligge il Cuore Immacolato di Maria e di Gesù, è la caduta delle anime Religiose e Sacerdotali. Il demonio sa che i Religiosi e i Sacerdoti, trascurando la loro eccelsa Vocazione, trascinano molte anime all’inferno. Siamo appena in tempo per trattenere il castigo del Cielo. Abbiamo a nostra disposizione due mezzi efficacissimi: l’Orazione e il Sacrificio. Il demonio fa di tutto per distrarci e toglierci il gusto della Preghiera. Ci salveremo, oppure ci danneremo. Però Padre, bisogna dire alle persone: che non devono stare a sperare in un richiamo alla Preghiera ed alla Penitenza, né dal Sommo Pontefice, né dai Vescovi, né dai Parroci, né dai Superiori Generali. È già tempo che ognuno, di sua iniziativa, compia Opere Sante, e riformi la sua vita secondo i richiami della Madonna Santissima. Il demonio vuole impadronirsi delle Anime Consacrate, lavora per corromperle, per indurre gli altri alla finale impenitenza; usa tutte le astuzie, suggerendo perfino di aggiornare la vita religiosa! Ne proviene sterilità alla vita interiore e freddezza nei secolari circa la rinuncia dei piaceri, e la totale immolazione a Dio. Lo ricordi, Padre, che due fatti concorsero a santificare Giacinta e Francesco: l’afflizione della Madonna, e la visione dell’inferno. La Madonna si trova come fra due spade; da una parte vede l’umanità ostinata e indifferente ai castighi minacciati; dall’altra, vede noi che calpestiamo i Santi Sacramenti e disprezziamo il castigo che si avvicina, restando increduli, sensuali e materialisti. La Madonna ha detto espressamente: “Ci avviciniamo agli ultimi giorni”, e me lo ha ripetuto tre volte. Affermò prima, che il demonio ha ingaggiato la lotta decisiva, cioè finale, dalla quale usciremo vittoriosi o sconfitti: o siamo con Dio, o siamo col demonio. La seconda volta mi ha ripetuto che i rimedi ultimi dati al mondo, sono: il Santo Rosario e la devozione al Cuore Immacolato di Maria. La terza volta, mi disse: “che, esauriti gli altri mezzi disprezzati dagli uomini, ci offre con tremore l’ultima ancora di salvezza: La SS. Vergine in persona, Sue numerose apparizioni, Sue Lacrime, Messaggi di veggenti sparsi in tutte le parti del mondo”; e la Madonna disse ancora “che, se non l’ascoltiamo e continuiamo l’offesa, non saremo più perdonati”. È urgente, Padre, che ci si renda conto della terribile realtà. Non si vuole riempire le anime di paura, ma è solo urgente richiamo, perché da quando la Vergine Santissima ha dato grande efficacia al Santo Rosario, non c’è problema né materiale, né spirituale, nazionale od internazionale, che non si possa risolvere col Santo Rosario e coi nostri sacrifici. Recitato con amore e devozione, consolerà Maria, tergendo tante lacrime dal Suo Cuore Immacolato”.
Con la sospensione delle messe, che si protrarrà in modo drammatico e incredibile fino alla Santa Pasqua, con i fedeli privati della Santissima Eucarestia, ci resta la Corona del Santo Rosario per combattere il Coronavirus, gioco di parole incredibile, ma molto significativo. E sappiamo già noi cattolici che, alla fine di questi tempi bui, il Cuore Immacolato di Maria trionferà.
Con stima.
Gianluca Martone