Nei giorni della Pandemia la Panetteria della Terra e del Cielo

La Civiltà, che nasce, all’inizio del primo millennio cristiano, con il messaggio di Verità di Libertà e di Amore del Vangelo di Gesù Cristo, viene incardinata su la potenza nutritiva di un alimento “primario”: il PANE.
Pane materiale e Pane transustanziato: due forme dell’energia vitale, una che dalla creazione dell’umanità sostiene il percorso esistenziale della corporeità creaturale, l’altra che, dalla Incarnazione, Crocifissione e Resurrezione del Figlio di Dio e di Maria, sostiene con potenza divina la fragilità della realtà umana in cammino nel tempo e nello spazio della Terra verso la destinazione eterna.
In questo nostro presente, mentre si vanno concentrando grandiosi patrimoni di conoscenze, formidabili risorse di poteri scientifici, tecnologici, elettronici con l’accelerazione dei processi di comunicazione planetaria, con la rappresentazione mediatica della convulsa e disordinata competizione culturale, economica, civile, politica, e con le risonanze che raggiungono l’intimità dell’io, le profondità dell’autocoscienza personale, registriamo la sconfitta e l’impotenza della poderosa architettura del Regno dell’uomo innalzata dalle rivoluzioni della Modernità.
Ora, una microscopica presenza biologica – di un milionesimo di millimetro − sfuggita forse al segreto dei laboratori della perversa guerra batteriologica, improvvisamente è venuta a sfidare il grandioso assetto sociale, economico e finanziario del mondo globalizzato, a mettere in crisi e a scuotere il sistema dei servizi socio-sanitari, le dinamiche della vita civile nelle sue  manifestazioni spettacolari, sportive, musicali, ludiche, a bloccare le vie della commercializzazione e del turismo, a sconvolgere i sistemi produttivi e a sospingere gli equilibri finanziari fino al limite del crollo e della catastrofe.
Il mondo è in ginocchio!
Il governo del nostro Paese ha infine adottato, per contenere e annientare l’assalto virale, la strategia severa dell’isolamento, costringendo nella “cellula familiare” la realtà civile e sociale. Ha autorizzato solo percorsi essenziali alla sopravvivenza: attività produttive, sanitarie, alimentari. Non ha chiuso forni e panetterie. Bene! 
Ha imposto, però, di chiudere le Chiese che sono in effetti i forni e le panetterie del Cielo aperte sulla Terra. Poteva farlo? NO. Sarebbe un atto evidente di empietà clamoroso e inaudito. Un “gesto di malizia politica” giustificato dall’emergenza e dalla volontà di salvaguardare la salute e l’esistenza dei frequentatori del Mistero eucaristico affamati del Corpo e del Sangue di Cristo Redentore Salvatore e Guaritore supremo dell’uomo.
Nella storia del Cristianesimo ci sono Santi che hanno digiunato per lunghe quaresime – da San Francesco a Padre Pio – replicate più volte nel corso dell’anno, ci sono figure di donne che hanno rinunciato al cibo per anni.
Luisa Piccarreta (1865-1943) per cinquant’anni aveva bisogno di sola Eucaristia.
Perché privare chi crede, chi spera, chi ama l’Eucaristia di ricevere, anche ogni giorno, il Dono sublime e perfetto?
Il Cristiano che crede che spera che ama ha il diritto al Sacramento. 
Un Vescovo, un Parroco, un Sacerdote può sottrarsi al dovere primario del Pastore, alter Christus, Divin Panettiere?
Perché la Conferenza Episcopale Polacca ha adottato criteri diversi, alternativi a quelli assunti da noi, e non chiudendo Chiese e Santuari?
Riapriamo le nostre Chiese, i nostri Santuari all’insopprimibile culto divino!
Non possiamo arrenderci ai voleri di Cesare, mandando a casa e in vacanza i Sacerdoti di Dio Santissimo e abbattere il Volere dell’Altissimo.
Davide Nava

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