Alla Rocca dei Rettori le opere di Maria Pia Delli Veneri e Antonio Ricciuto

Inaugurata stasera a Porta Somma al Torrione Longobardo della Rocca dei Rettori di Benevento la mostra di Arte Contemporanea di Maria Pia Delli Veneri e Antonio Ricciuto dal titolo “Percorsi”. 
40 le opere pittoriche a tecnica mista in mostra per questa che è una prima assoluta di arte contemporanea negli ambienti di una delle otto Porte della Città Ducato longobardo, posta alla sommità della collina (da qui il nome) del capoluogo, già Sezione Storica del Museo del Sannio e da qualche anno primo “step” sul percorso della mostra permanente “Uomini eccellenti”.
La bipersonale di Maria Pia Delli Veneri e Antonio Ricciuto, con il patrocinio della Provincia di Benevento, resta aperta sino al 31 agosto ed è liberamente visitabile negli orari 10.00 – 13.00 e 18.00 – 22.30.  
Per Maria Pia Delli Veneri, che manifesta la sua espressività artistica con acrilico su tela, e Antonio Ricciuto, che si esprime con grafica pittorica, si tratta di dare al pubblico, come ha scritto in una sua presentazione la Prof.ssa Lina Lupoli, “una entusiasta testimonianza del valore che attribuiscono all’arte, (…) guida perenne di anime gentili ed appassionate verso la ricerca del bello, dell’armonia, del sogno. E’ testimonianza di percorsi interiori che sostengono la vita nel suo evolversi. E’ incontro pacificatore tra la realtà ed il sogno; è speranza di edificazione di una identità artistica che travalica il tempo e lascia sul suo percorso tracce sia di sacrifici che di trionfi, in nome di una libertà che definisca per sempre la dignità dell’essere umano”.
La presentazione della Lupoli così continua: “Maria Pia Delli Veneri, diplomata presso il Liceo Artistico di Benevento, per un primo periodo abbandona la pittura, per dedicarsi alla famiglia. Spinta però dall’amore per la sua passione più grande, riprende a dipingere rivelando puro talento. La sua pittura, astratta ma materica, esprime, attraverso la ricerca di colori e forme, sentimenti e stati d’animo , riproducendo ciò che è visibile, ma anche ciò che non sempre lo è. 
Ella racconta la sua anima, trasmettendo all’osservatore emozioni profonde che lo fanno interrogare sul significato delle immagini e delle scelte coloristiche dell’artista.
Le sue opere trasmettono turbamento, festose speranze, razionalità libera, accarezzata sovente dalla luce impalpabile e sfumata del sogno. Non solo, esprimono anche la tormentata ricerca di una perfezione cromatica capace di rivelare all’uomo il percorso della sua esistenza , mostrandogli l’inizio e la fine della sua metamorfosi interiore. 
La sua arte esplode in contenuti ed immagini sempre diversi che raccontano come quest’artista  sia capace di cogliere dentro di sé e nel mondo che la circonda immagini caleidoscopiche veramente belle”.
Questo invece l’identikit artistico che Lupoli traccia di Antonio Ricciuto: “abile maestro d’arte, ha dedicato tutta la sua vita a ricerche tecniche e stilistiche che gli consentissero di esprimere al meglio la sua interiorità. In questa mostra egli si rivela straordinario esploratore dei silenzi, dei silenzi delle donne. Ha realizzato infatti una serie di opere di notevole bravura grafica, dipingendo con il vecchio pennino su carta Amalfi. Ha utilizzato una tecnica mista con chine colorate, acrilico, pastelli e paste di piombo colorate.  Queste opere ci rimandano una gallerie di volti di donne perfetti nella loro giovinezza, nella profondità dei loro sguardi, misteriosi nei loro silenzi, nelle loro attese, nei loro dubbi guardinghi, nelle loro furie dolorose, nel loro mondo segreto di memorie e rimpianti, nelle loro illusioni di pace nel dubbio delle loro attese, nell’innocenza della loro ingenuità. Chiome fluenti, fiorite, colorate, arricchite talvolta da simboli onirici, incorniciano bocche ostinatamente silenziose”.

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