Benevento ed i Fatebenefratelli, pagine gloriose di intramontabile carità
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di Mons. Pasquale Maria Mainolfi
Fra Lorenzo Antonio Gamos, attuale Priore dell’Ospedale Sacro Cuore di Gesù dei Fatebenefratelli, era già noto per il suo dinamismo apostolico quando, prima di giungere a Benevento, era responsabile dell’ospedale San Pietro sulla via Cassia in Roma. In questi giorni ha realizzato un intenso programma di manifestazioni culturali e spirituali in preparazione alla solennità di San Giovanni di Dio, Fondatore dell’Ordine Ospedaliero dei Fatebenefratelli, Patrono degli ospedali e dei malati, compatrono della città di Benevento.
Il 26 febbraio il convegno su “I Fatebenefratelli a Benevento: 410 anni del carisma di San Giovanni di Dio nel mondo della sanità”, con gli interventi del Provinciale Fra Luigi Gagliardotto, del Priore Fra Lorenzo Antonio Gamos e del Direttore amministrativo dott. Giovanni Carozza; con le relazioni della prof. Marcella Campanelli della Federico II di Napoli, di Mons. Mario Iadanza Direttore Ufficio beni culturali arcidiocesi di Benevento e del dott. Giovanni Roberti già Direttore sanitario centrale della Provincia Romana dei Fatebenefratelli; a coordinare i lavori il giornalista Alfredo Salzano. Dal 27 febbraio al 7 marzo novena in preparazione alla solennità di San Giovanni di Dio, con il coinvolgimento delle mamme in attesa, bambini e neonati, anziani e ammalati, volontari e varie associazioni, responsabili della pastorale della salute e collaboratori sanitari. Sabato 8 marzo solennità del Santo Fondatore e Concelebrazione Eucaristica presieduta dall’Arcivescovo Felice Accrocca, offerta dei ceri votivi da parte del Sindaco della città On. Clemente Mastella e animazione liturgica del Coro Polifonico “Madonna della Libera” di Melizzano diretto dal m°Marco Rosiello.
Dal 14 al 17 marzo pellegrinaggio a Granada in Spagna sulle orme di San Giovanni di Dio ed il 5 aprile Giubileo degli ammalati e del mondo della sanità in piazza San Pietro a Roma con il Santo Padre.
Tutti appuntamenti che ruotano intorno alla figura del Patrono degli ammalati, vero discepolo di Cristo, generoso con chi non poteva sfamarsi o dissetarsi, premuroso con i poveri e gli infermi, con i pellegrini ed i carcerati, guida e sostegno per tutti i sofferenti.
Giovanni di Dio è giustamente considerato precursore dell’assistenza metodica anche ai malati di mente. Fu Papa Leone XIII nel 1886 e poi, Pio XI, a proclamarlo Patrono degli ospedali, del personale ospedaliero e dei malati. Fu proprio Giovanni di Dio, nel 1540, a fondare a Granada, in Spagna, l’ospedale da cui in seguito si sviluppò l’Ordine dei Fatebenefratelli. I suoi membri si diffusero prestissimo in tutto il mondo. I Fatebenefratelli sono perlopiù laici i quali, oltre ai tre voti consueti, ne professano un quarto, quello dell’assistenza. Giovanni di Dio nasce a Montemor-o-Novo, in Portogallo, l’8 marzo 1495. Dopo una vita irrequieta, piena di avventure e di pericoli, si trova ad ascoltare nel 1539 le appassionate prediche del missionario e asceta spagnolo Giovanni d’Avila. Le sue parole sull’amore del prossimo, sull’umiltà e sulla modestia cambiano letteralmente la vita di Giovanni. Da allora in poi si dedica solo agli ammalati e ben presto fonda a Granada l’ospedale per il quale è passato alla storia. Giovanni muore a Granada il giorno del suo 55° compleanno, l’8 marzo 1550. Viene canonizzato da Papa Alessandro VIII. Le sue reliquie sono venerate nella chiesa di Granada a lui intitolata. È uno dei protagonisti della storia della Chiesa che più frequentemente si incontra nell’iconografia: lo si vede con panieri, sacchi o pentole in cui raccoglie elemosine e viveri per i suoi malati, tiene spesso tra le mani un crocefisso o un rosario, stringe tra le braccia il Bambino Gesù con una melagrana, simbolo della città di Granada, talvolta reca sul capo una corona di spine.
Sull’altare della chiesa dell’ospedale di Benevento troneggia una tela dipinta nel 1896 da Marcello Sozzi, raffigura la visione che Giovanni di Dio ebbe in Spagna nel Santuario della Madonna di Guadalupe, quando vi andò nell’autunno 1538 per trovare ispirazione su come dare vita ad un ospedale più umano. La Vergine gli apparve e gli svelò il segreto: riconoscere in ogni suo assistito la presenza di Cristo. Poi la Santa Vergine gli pose tra le braccia Gesù Bambino e gli diede i panni per fasciarlo, perché imparasse ad accudire, come fossero Gesù, tutti i malati ed i bisognosi. Quadri simili si trovano in molti ospedali. Sozzi vi ha aggiunto un dettaglio significativo: nel punto più alto del quadro c’è una colomba che scende su Giovanni. È lo Spirito Santo che, come fece a Pentecoste con i discepoli in preghiera con Maria, Madre di Gesù, viene ad illuminare la mente di Giovanni e ad infiammargli il cuore perché non dimentichi che tutti gli uomini sono membra del Corpo Mistico, la Chiesa, di cui Cristo è il Capo. Per questa solidarietà con tutte le membra, nel giorno del giudizio universale, Gesù dirà: “Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’ avete fatto a me” (Mt 25,40).
In Benevento, i Fatebenefratelli da lui fondati, hanno scritto pagine gloriose di accoglienza, servizio e intramontabile carità ed ancora oggi costituiscono un baluardo di sicura speranza per la nostra gente e soprattutto per i più poveri.