Il balletto di Mosca, preceduto da una dissertazione del prof. Verdicchio, ha creato entusiasmo tra il pubblico. Inopportuna la contestazione degli ucraini di Benevento all’esterno del Teatro Comunale

La Stagione Artistica 2025, proposta dall’Accademia di S. Sofia, insieme all’ Università degli Studi del Sannio Benevento e dal Conservatorio Statale di Musica “N. Sala”, ha avuto, come primo evento del nuovo anno, la presenza del Prof. Vincenzo Verdicchio che ha tenuto un seminario su “L’intelligenza artificiale tra etica e diritto”.
La sua dissertazione è stata semplice, lineare, esaustiva, completa, perché è andato subito diritto al cuore del problema.
Ha voluto focalizzare l’attenzione sul rapporto tra uomo e tecnologia, rassicurandoci che, allo stato, è nel pieno governo dell’uomo. Infatti, ha affermato che la tecnologia deve potenziare e non soggiogare la dignità dell’uomo. Essa può essere usata nei lavori usuranti, nel campo medico. In contemporanea, non devono essere trascurati i rischi, a cui andiamo incontro nel suo utilizzo, pensiamo ai “pedinamenti digitali“, utili per il capitalismo di sorveglianza.
Ancora possono indurre agli acquisti, a seguito dell’induzione di bisogni non necessari, superflui o addirittura dannosi per la salute psichico-fisica. La tecnologia può diffondere pregiudizi, razziali o di ogni altro genere, possono essere utilizzati per rassicurare sull’affidabilità di un finanziamento, per un credito sociale.
Se siamo in grado di prendere così, con il suo aiuto, in mano la realtà, potremo vederne importanti ricadute nella nostra società.
Il prof. Verdicchio ha evidenziato che la legislazione italiana, al momento è molto garantista. Vi sono dunque rischi accettabili e non, ed è a questo proposito che egli si è interrogato su come deve comportarsi il giurista teorico e pratico.
L’argomento, poi, che a mio modesto avviso non deve essere sottovalutato, è quello dell’occupazione.
Infatti, l’uso della tecnologia artificiale, creerà inevitabilmente la perdita di posti di lavoro, ed è soprattutto su questo aspetto che la politica deve soffermarsi. Non ci sarà più, come avvenne all’inizio della rivoluzione industriale, il fenomeno della” machine breaking”, in cui si concretizzò la ribellione degli operai del tempo, contro l’introduzione delle macchine nei cicli produttivi di lavorazione. Essi avevano intuito che quell’innovazione avrebbe diminuito i posti di lavoro.
Dobbiamo dunque riflettere su quest’ultimo aspetto, che si ripresenterà. Oggi non possiamo prevedere quali saranno i cambiamenti portati dalla AI, ma dobbiamo prepararci a dare delle risposte concrete. Dobbiamo essere pronti a prendere coscienza delle difficoltà che dovremo affrontare. L’uomo dunque si potrà dedicare ad altri lavori, soprattutto informatici e potrà essere migliorata la qualità della vita.
Per questo dobbiamo essere pronti a cavalcare i cambiamenti, senza farci trascinare dagli stessi.

A questo importante momento di riflessione ha fatto seguito, quello musicale con la rappresentazione del magnifico “Il lago dei cigni”, un balletto in due atti, eseguito con la direzione artistica di Evgeniya Bespalova. Sulle musiche del grandioso compositore Tcaikovsky, sono state eseguite le coreografie di Marius Petipa, mentre il libretto è stato di Vladimir Begitchev e VasilyGeltez.
Un vero e proprio successo del gruppo di danza, quello presentato dal Balletto di Mosca.
I costumi sono stati semplicemente meravigliosi, eleganti, curatissimi nei particolari, decisi e vivaci. Bellissimo il balletto con i tamburelli, di una bellezza anche interiore, una musica ballata da questi bravissimi ragazzi. Il pubblico ha iniziato in un primo momento timidamente ad applaudire, pensando forse che non fosse opportuno.

Con l’andare avanti, invece, si è surriscaldato, tanto da chiedere addirittura un bis, alla fine, perché la musica aveva abilmente sottolineato i momenti di gioia e di rabbia… Abbiamo visto ballare Odette, la protagonista, sullo sfondo di struggenti note..
Nel pubblico mi fa fatto piacere vedere un giovane famiglia con una bimba di appena due anni che ha seguito, battuto le mani a tempo ed applaudito. In qualche tratto, ha addirittura ballato. La madre mi ha confidato che si erano recati a teatro proprio perché alla piccola piace in maniera eccezionale, considerata la tenera età, il ballo. Ha concluso dicendo: “Balla di tutto”.
Vedere questa bambina, felice di essere a teatro, faceva una tenerezza infinita, in un luogo in cui imperavano i suoni e la danza, mi ha incoraggiato a pensare che l’umanità, se si impegna ce la può fare, ad evitare le guerre….
Che bel mondo se le armi tacessero e parlassero solo la musica e la danza!

Per questo, la protesta inscenata dalla rappresentanza ucraina a Benevento, era forse inopportuna. Infatti, hanno apostrofato, all’uscita del teatro sia noi del pubblico che i giovanissimi artisti della compagnia di balletto.
Tutto ciò non aiuta alla risoluzione di questo grandissimo problema, che è quello del conflitto ormai secolare, tra la Russia e l’Ucraina. Bisogna percorrere insieme una strada di riappacificazione e, perché no, se ne saremmo capaci, anche di reciproco perdono….
Maria Varricchio