Comitato“Salviamo le scuole Torre-Sala e il quartiere Mellusi dallo scempio”: ”E dove sarebbe la Giustizia?”
Nelle ultime dichiarazioni, il Sindaco, in mancanza di argomenti o forse dimenticando quelli già utilizzati, cita sé stesso e ripete come un mantra quanto dichiarato il 19 giugno 2024, registrato in chiusura dell’articolo di Paolo Bocchino su Il Mattino, a p. 20: Torre-Sala residenti contro l’abbattimento. Mastella:«Una follia», nello stesso ordine, citando prima il lavoro che egli starebbe facendo per la sicurezza delle scuole (in realtà chiusure o abbattimenti di una scuola dell’infanzia, tre scuole elementari, due scuole medie, nessuna delle quali sostituita da nuovi edifici), poi il coup de théâtre, con il richiamo ai bambini di San Giuliano di Puglia, morti per il crollo della scuola durante il terremoto del 2002.
Il Comitato cittadino (non di quartiere, né pseudo-comitato)“Salviamo le scuole Torre – Sala e il quartiere Mellusi dallo scempio” anche allora fece notare che l’uso strumentale dei poveri innocenti era quanto mai inappropriato, perché il crollo della scuola molisana fu dovuto ai lavori voluti proprio dal sindaco e dal Comune, come accertato dalla magistratura; infatti, sempre nell’ottica dell’ingordigia, fu aumentato il cemento in quella scuola con una sopraelevazione, creando lo squilibrio fatale e lo stesso sindaco Borrelli fu condannato a pena detentiva di due anni e 11 mesi poi confermata dalla Cassazione senza l’interdizione dai pubblici uffici.
Cosa è meglio per la cittadinanza: il progetto messo in opera dal Sindaco, con le sue criticità, falsità, raggiri, errori, denunciati da Altrabenevento e dal nostro comitato, pur di ottenere il bel gruzzolo messo a disposizione dal PNRR o la ristrutturazione conservativa auspicata dal Comitato, rispettosa di un edificio che è anche una testimonianza architettonica e che tenga conto della sicurezza?
Cosa è meglio: l’incertezza di una ricostruzione che rischia di non vedere mai luce (visto che già è fuori della tempistica e debilitata dai conteziosi che minaccia di aprire col Ministero dell’Istruzione, col Comune di Grazzanise, con i residenti che affacciano sul cantiere) o l’impegno di restituire nel minor tempo possibile un servizio fondamentale per la formazione culturale: LA SCUOLA?
Diciamo le cose come stanno: il progetto è stato finanziato per errore, non per intelligenza. Passerà alla storia per un errore del Ministero nell’attribuzione dei voti a un progetto sostanzialmentebocciato, soprattutto per l’aumento della volumetria, in spregio al senso stesso del PNRR, che premia il minor impatto edilizio e le aree verdi. La giustizia vorrebbe altri comportamenti da parte di un ente pubblico che operi democraticamente.
È grave il non aver compreso che l’edificio della scuola Torre ha una valenza culturale.
È grave non aver reso trasparente un intervento in variante urbanistica, che stravolge gli assetti di un intero popoloso quartiere, senza interpellare i cittadini.
È grave non aver compreso che la cittadinanza è parte del processo di trasformazione urbana, come previsto dalla legge.
È grave aver bollato come “capricci” le giuste osservazioni dei docenti, costretti a quotidiane odissee per essere sugli sparpagliati posti di lavoro.
È grave compromettere l’economia dell’intero comparto commerciale della zona di via Sala, senza porsi il problema di come sopravviveranno gli esercenti per i prossimi anni.
È grave sperperare milioni di euro per un inutile auditorium, invocando un’esigenza di sicurezza che avrebbero anche i bambini di Grazzanise, ingiustamente esclusi dalla graduatoria dei finanziamenti a favore di Benevento.
È grave definire pseudo-comitato una libera e spontanea associazione di cittadini che si sono riuniti mossi dal senso di responsabilità civile e che democraticamente hanno chiesto ascolto, senza ottenerlo.
È grave pensare che il fine giustifichi qualsiasi mezzo, azzerando ogni parere discorde: questa si chiama tirannia.
L’essenza dei sistemi democratici è nelle procedure, non nei risultati. Altrimenti, sarebbe come dire che nello sport l’importante è vincere, non partecipare.