In principio è il Nord Antropico
(Tutto deve dipendere da noi e il Sud rimanga un abisso informe, diversamente abile, improduttivo, arretrato) .
Il meridione, il nostro amato meridione, ormai, è stato largamente usucapito dalla sibillina cultura nordista che, dopo aver fatto il pieno alla inesauribile fonte di intelligenza e di inventiva sudiste, ha perfezionato il rendimento del motore che produce ricchezza, con il riciclaggio della povertà altrui. Il settentrione ha sempre succhiato cose buone dalle nostre mammelle, dalla mano d’opera, a buon mercato, alle maestranze e, perché no, agli antichi brevetti tecnologici del regno delle due Sicilie. La stessa Unità d’Italia non sarebbe stata possibile senza l’ausilio fornito a Garibaldi dalle lobby malavitose siciliane, sempre in prima linea dove c’è da grattare qualcosa! L’unico merito di Garibaldi è sicuramente quello d’aver unito i malavitosi, anziché unire l’Italia, per mandarli a combattere nello stivale lungo fino a Napoli, tenuto sotto l’ostaggio delle navi anglo-francesi: unica Unità realmente operativa!
La puzza del fango e delle infamie a scapito del nostro meridione, dopo oltre 150 anni, non si è affievolita e, oggi, la cultura garibaldina indossa l’abito del perbenismo e sembra essere molto viva, mimetizzandosi e penetrando nello stivale, ove scava buchi neri e carpisce consensi.
Le organizzazioni partitiche sono sempre all’arrembaggio e studiano tutte le strategie per attirare consensi di corpi umani, a nulla rilevando che essi fossero poveri o carenti di spirito. Le ideologie, ahimé, sono estinte e bastano poche menti pensanti che progettano il futuro per tutti ma, soprattutto, per se stesse. In questa prospettiva, il meridione resta una preziosa riserva di caccia, nel bene e nel male. Nel bene ha ceduto tutto il meglio di se stesso per l’Unità (?) d’Italia. Nel male, per non essere riuscito a contenere la brama d’onnipotenza e il principio antropico nordisti che, ora, si riaffacciano alla finestra politichese con l’alibi della Riforma dell’autonomia federalista, per portare avanti la sfacciata egemonia dell’ideologia separatista, mai morta, ma semplicemente vivente allo stato comatoso. Ora, sulle ceneri dell’antico baratto romano vuole risorgere con maggiore vigore e fare un buon raccolto, contro la pessima semina fatta. La spedizione dei mille (???) da Quarto al Volturno vogliono riesumarla e farla partire dal verso opposto: dalla Venezia Giulia filo-lombarda al Redentore calabro e poi oltre lo stretto. L’inno “Fratelli d’Italia” deve essere cambiato nel nuovo: “Tutto siamo e tutto dipende da noi”
La scocca dell’ambizioso progetto è partita e sicuramente provocherà dei corto-circuiti. E’ terribile!
E’ terribile pensare agli tzunami di sangue versato da intere popolazioni aggredite nel loro territorio (come Pontelandolfo, Casalduni, ecc.), cadute sotto gli implacabili colpi mortali dei Fratelli d’Italia. Per cosa? Per “dividere” ciò che era già saldamente unito in se stesso: il meridione!
Chi, dopo, ha raccontato la storia ufficiale” non ha usato quel sangue per scriverla! Cos’altro vuole adesso questo impertinente principio antropico nordista? Essere il primo della classe? Lo è già, sotto il profilo del benessere e della opulenza, a scapito del tallone dello stivale. Vuole sedere alla destra di DIO? Il posto è già impegnato per il Suo Figlio Prediletto che se l’è guadagnato con la Croce!
Se vuole, questo ingordo settentrione, si accontenti di rimanere alla sinistra! Auguri e ci lascino in pace!!!