Torrecuso: La cantina ’Il Poggio’ dopo la partecipazione al Prowein di Düsseldorf già guarda al Vinitaly di Verona
Dopo la tre giorni a Düsseldorf per il Prowein, ora pronti per il Vinitaly. Così Carmine Fusco della cantina ‘Il Poggio’ di Torrecuso all’indomani dal ritorno dalla Germania dove ha partecipato ad una delle fiere più prestigiose nel settore dei vini e liquori a livello mondiale e attiva dal 1994. Il Prowein di Duesseldorf è andato bene: “C’è grande attenzione per aziende ormai storiche come la nostra”, ha detto Fusco. “La nostra forza è l’autenticità, il recupero dei vitigni autoctoni, gli unici in grado di esprimere la peculiarità di un territorio. La ProWein è rinomata per essere una piattaforma di incontro per i professionisti del settore, offrendo un’opportunità unica per connettersi con esperti della viticoltura, della produzione, del commercio e della gastronomia provenienti da tutto il mondo – ha continuato Carmine Fusco -.Con la ProWein alle spalle, guardiamo ora con fiducia, insieme a tanti miei colleghi del Territorio, al prossimo grande appuntamento nel calendario vinicolo internazionale: il Vinitaly di Verona, in programma dal 14 al 17 aprile. Siamo pronti a continuare a promuovere le nostre eccellenze enologiche e a rappresentare il Sannio con orgoglio e passione”. “La ProWein 2024 ne ha lasciati di spunti su quali soffermarsi – ha affermato ancora Fusco -, Si è parlato soprattutto di futuro. C’è molta preoccupazione anche sul calo dei consumi in alcuni segmenti vitivinicoli e all’impatto negativo del cambiamento climatico sui vigneti. Bisogna cercare e trovare soluzioni che adattino la produzione a queste sfide, promuovendo una stretta collaborazione tra Regione, Governo e Commissione Europea. Invece di cercare sempre un capro espiatorio, c’è bisogno di soluzioni sostenibili e lo dico proprio in questo periodo ormai elettorale per le Europee di giugno: lavoriamo insieme nella ricerca di soluzioni efficaci per garantire il futuro sostenibile della viticoltura sannita ed europea. Noi ci siamo”!
Ricordiamo che dal 2001 la famiglia Fusco commercializza le bottiglie di Aglianico, nelle sue denominazioni Aglianico del Taburno DOCG e Sannio DOP, la Falanghina, il Fiano e la Coda di volpe.
Dal Sannio al resto del mondo, con esportazioni oggi negli Stati Uniti, in Canada, Giappone, Paesi Bassi, Finlandia, Danimarca, Grecia, Austria e tanti altri Paesi.
Un’antica famiglia di agricoltori che, sin dal 1790, si prende cura delle colline dell’antico Samnium, tramandando questa tradizione di padre in figlio. Qui Giuseppe, papà di Carmine e Marco, cominciò con impegno ad avviare le prime vendemmie di Aglianico a cui aggiunsero, a metà degli anni ’80, anche la coltivazione delle uve Falanghina. Nel 1997 il grande passo: Carmine e Marco, decisero di non limitarsi a coltivare il vigneto ma di produrre vino.
Tra i vinificatori locali, la famiglia Fusco può storicamente vantare alcune anticipazioni: le prime vasche di cemento per la fermentazione, il primo motocoltivatore e soprattutto la cultura di far evolvere il vino nel legno. Ancora adesso in azienda fanno bella mostra di sé le due magnifiche botti di quercia locale da 50 ettolitri, che nonno Carmine commissionò a un bottaio locale.