Franco Branciaroli e Umberto Orsini, due consumati attori, hanno rappresentato, al Teatro Comunale, ”I Ragazzi Irresistibili”

 Due grandissimi attori, Franco Branciaroli ed Umberto Orsini, sono stati quelli che hanno dato vita alla commedia “I ragazzi irresistibili”, scritta dal celebre drammaturgo Neil Simon nel 1972 e diventata presto un film di notevole successo. “The Sunshine Boys,”, titolo originario dell’opera, scritta nel 1972, ottenne un grande successo a Broadway. 

 La storia, diretta da Herber Ross, è stata successivamente adattata per il cinema, con una versione cinematografica nel 1975. Il film ottenne 4 candidature all’Oscar ed ha vinto un Oscar e 3 Golden Globes, ne è stata presentata anche la versione televisiva statunitense del 1995, interpretata sul piccolo schermo da due grandi attori: Woody Allen e Peter Falk.

 La storia è molto semplice: due anziani attori di varietà, Al Lewis (Franco Branciaroli) e Willy Clark, (Umberto Orsini),  avevano formato un famoso duo comico, dopo molti anni di collaborazione, si erano separati a causa di incomprensioni e litigi, forse per la reciproca sopportazione, che entrambi avevano avuto ognuno nei confronti dell’altro. Undici anni dopo la loro rottura, con lo zampino del nipote di Willy, sono invitati a riunirsi, per un’unica serata, in occasione di una trasmissione televisiva dedicata alla storia del glorioso varietà americano. Entrambi sono restii alla partecipazione di questo nuovo spettacolo ed infatti prima o poi, il contrasto riaffiora…

  I due grandi attori sono stati diretti da Massimo Popolizio, che ritrova nei due protagonisti,compagni di lavoro, con cui ha condiviso tante esperienze, tra le più intense e significative del teatro di questi ultimi anni. 

 Guardiamo un attimo alla vita lavorativa di questi due grandi interpreti:

 Franco Branciaroli nel 2000 ha ricevuto il premio Ubu come migliore attore protagonista per lo spettacolo “La vita è sogno”, diretto da Luca Ronconi, ma ha preferito sempre, al grande schermo, il teatro.

 Per questo ha scritto tre commedie di successo: “Amore”, nel 1999 un dramma che parla di un uomo coraggioso, che per amore ha sfidato la legge e, molto interessanti sono state le grandi questioni che l’autore ha sollevato.

 Nel 2005, con “Lo zio”, si cimenta anche come regista, oltre che autore dello spettacolo, in una commedia nata da un reale fatto di cronaca, legato alle sorti di un ex gerarca nazista, Karl Stoikmann, un ex ufficiale del Reich. Quest’ultimo vive nel terrore, perché nel dopoguerra viene ricercato dagli agenti del Mossad, i servizi segreti israeliani, che gli danno la caccia, in quanto ritenuto uno dei maggiori responsabili della pianificazione dello sterminio degli ebrei. Si rifugia in Argentina, dove si finge morto ed assume l’identità di un proprio “fratello”. Cerca dunque di ricostruirsi una vita a Buenos Aires assieme alla moglie Helga, l’unica che conosce la verità, mentre deve rinunciare alla paternità, perché il figlio Hans lo ritiene “lo zio” ….

 Nella commedia “Dipartita finale” scritta nel 2016, Branciaroli ci racconta la storia di tre clochard: Pol, Pot e il Supino, che sono costretti da Totò, a riflettere sul fine ultimo della vita: la morte. Il finale ovviamente è a sorpresa.
Commentando il suo lavoro, Branciaroli ha detto: “È una parodia, un western, un gioco da ubriachi sulla condizione umana dei nostri tempi, con tre barboni che giacciono in una baracca sulle rive di un fiume, forse del Tevere, e con la morte, nei panni di Totò menagramo, che li va a trovare impugnando la falce”. 

 Ma, sembra voler dire, agli spettatori:” Non si può fare a meno dello sbrilluccicare meraviglioso della vita, con i suoi saltimbanchi, le sue canzoni”. Branciaroli afferma inoltre, con sarcasmo:” Ma,parlare tutti i giorni della morte, tutela, prepara, rende l’argomento quasi piacevole”. 

 Umberto Orsini ha iniziato la sua carriera di grande attore con i maestri Luca Ronconi, Romolo Valli e Paolo Stoppa. Ha continuato poi nel cinema con “La caduta degli dei” e “Ludwig” di Visconti.

  Ha studiato all‘Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’ Amico, dove ha raccolto i primi successi in teatro con la Compagnia dei Giovani.

 La grande popolarità nazionale, comunque, Orsini la deve alla televisione, nel 1960 con il ruolo del giovane Partistagno in La Pisana di Giacomo Vaccari. Nel 1964 è stato Jean-Lambert Tallien ne “I grandi camaleonti“, di Edmo Fenoglio, ma il successo maggiore è arrivato nel 1969 con “I fratelli Karamazov“ di Sandro Bolchi, sceneggiato che raccoglie consensi di critica e di pubblico, nel quale interpreta il personaggio di Ivan Karamazov.

 Per la sua attività, ha conseguito, fino ad ora, sei premi, a cominciare dal Premio Hystrio 1995 – Premio Europa e per  finire con il Premio Ubu 2022, alla carriera.

 Dal 1971 al 1973 partecipò, con Luigi Zerbinati, agli sketch di “Carosello”, un momento pubblicitario di vero e proprio intrattenimento, offerto dalla televisione. Pensiamo ai sipari che si aprivano di volta in volta, sugli sketch che reclamizzavano i più svariati prodotti: quello di Orsini era il detersivo per piatti “Last” al limone.

  Il suo volto è diventato molto noto anche con la sua partecipazione agli sceneggiati televisivi: “Il processo a Maria Tarnowska“, nel 1977. Due anni dopo ha interpretato Robert Usher nella miniserie TV “Racconti fantastici”, nel 1984 è il protagonista di “Notti e nebbie” di Marco Tullio Giordana. Negli anni 1990-2000 interpreta vari ruoli negli sceneggiati Rai di argomento biblico-religioso: Salomone, Ester, Lourdes, San Paolo.

 Orsini è stato, inoltre, un precursore, assieme a Delia Scala, dei tanti programmi culinari che oggi imperversano in televisione, con “Colazione allo studio 7” del 1971.

  Parlando di sé, l’attore ha detto: “Finché non sono costretto dal punto di vista fisico, vivo alla giornata. Poi si vedrà. Io ho la natura del gatto selvatico: vorrei uscire di scena senza essere visto, non arrivare a essere una larva. Io credo nel fine vita, sì. Ho visto la sofferenza di Visconti, ho visto mio padre vecchio, paralizzato. No, io no”.

  Lo spettacolo de “I ragazzi irresistibili” è durato circa 120 minuti, con l’intervallo, tra il primo ed il secondo tempo. E, tra i due tempi, vi è una notevole differenza, nella narrazione: il primo appare più lento, teso ad approfondire la struttura della personalità dei due attori, mentre il secondo li vede anche in azione con  lo spettacolo nello spettacolo, “Il dottore la sta aspettando”, in cui i  due attori hanno recitato  i  ruoli di un medico e di un paziente, al dire il vero, poco paziente….

 In questa parte dello spettacolo, si sono aggiunti: Chiara Stoppa, che ha interpretato l’infermiera, bella per antonomasia, Eros Pascale, ( Eddy).

   Emanuela Saccardi, a sua volta, ha interpretato anch’ella il ruolo di una simpatica infermiera, Emily, che  interviene, però,  nella parte finale dello spettacolo.

   La critica si è espressa così su Umberto Orsini e Franco Branciaroli:” Hanno regalato al pubblico una performance indimenticabile confermandosi maestri del palcoscenico italiano, rendendo la commedia di Neil Simon un vero e proprio inno alla vita e all’arte, che invita a ridere, riflettere e a emozionarsi.”

 Gli attori hanno indossato i costumi di Gianluca Sbicca, recitato sulle scene di Maurizio Balò, con le luci di Carlo Pediani, mentre il suono è stato curato da Alessandro Saviozzi.

  Ringraziamo i produttori di questo spettacolo :  Teatro de Gli Incamminati, la  Compagnia Orsini, il Teatro Biondo di Palermo sostenuti dal  CTB (Centro Teatrale Bresciano), dall‘AMAT (Associazione Marchigiana Attività Teatrali” e dal Comune di Fabriano.

 Siamo in attesa del prossimo spettacolo, che ci sarà Mercoledì 13 marzo con Lunetta Savino, che interpreterà “La madre” di Florian Zeller.

 Per l’acquisto dei biglietti è possibile rivolgersi alla All Net Service di Via Lungocalore Manfredi di Svevia, 25, Benevento, o presso tutti i punti vendita iTicket e su i-ticket.it 

Maria Varricchio

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