Bando alle ipocrisie, installati per fare cassa gli autovelox sulla Telesina, sulla Fondovalle Tammaro, sulla Fondovalle Isclero e sull’Appia

Nei giorni scorsi, Il Mattino ha affrontato coraggiosamente una questione assurta  alla cronaca della stampa nazionale: l’installazione degli autovelox sulla S-S. 372, Telesina, ma solo nella tratta che attraversa la provincia di Benevento.  In meno di 30 chilometri, dalla contrada Torrepalazzo, dove si snoda la S.S. 87 per Campobasso,  fino a qualche chilometro dopo lo svincolo di San Salvatore Telesino, vi sono 5 autovelox (Polstrada, Torrecuso, Paupisi, Solopaca, Puglianello). Verso Benevento ve ne sono, invece, 4 (Puglianello, Solopaca,  Polstrada, Torrecuso). Da qualche tempo, verso Benevento, è stato disattivato quello di Paupisi, a causa forse della presenza di lunghi rami di alberi, ricchi di foglie, che ne impedivano la visibilità, anche a breve distanza. Gli autovelox di Puglianello, Solopaca e Torrecuso, con una sola installazione, rilevano la velocità in entrambi i sensi di marcia.

  Armando Rocco, sindaco di Calvi e consulente giuridico del Ministero delle Infrastrutture, ha dichiarato al Mattino che lo scorso 21 novembre avrebbe posto a Salvini il problema degli autovelox, in vista delle annunciate modifiche normative su tali apparecchiature. Secondo Rocco bisognerebbe procedere al controllo di tutte le autorizzazioni rilasciate dalle prefetture, per verificare  se le strade interessate presentino ancora l’elevato livello di incidentalità  e la documentata impossibilità  a procedere alla contestazione immediata.  Il consulente ministeriale ha dichiarato che avrebbe proposto a Salvini l’installazione di rilevatori della velocità  soltanto a intervelli di  15 o 20 chilometri, con un limite unico di velocità di 90 chilometri orari.

 A questo proposito,  la dott.ssa Maria De Feo, responsabile dell’area Sistema sanzionatorio e amministrativo della Prefettura di Benevento, nonché vice Prefetto, dice che, in entrambi i sensi di marcia, della 372,  gravanti nella provincia di Benevento, è sempre attivo un solo autovelox, per evitare che un automobilista subisca 2 o più sanzioni  nel percorrere la medesima tratta in uno stesso giorno. Ma dice anche, la dott.ssa De Feo, che viaggiando a una velocità massima di 80 chilometri orari, sulla Telesina, non si riceve alcuna multa, mentre, secondo la dirigente della Polstrada sannita,  Tiziana Orlacchio, c’è una diminuzione della incidentalità nell’arco del quinquennio.

 Alla dott.ssa Orlacchio vorremmo far rilevare che dal 2 novembre 2021 al  24 marzo 2022 sulla Telesina sono morte 5 persone. Il 2 novembre, all’altezza di contrada Olivola, in agro beneventano, è morto un cittadino di San Giorgio del Sannio, falciato da una Opel in corsa, mentre prestava soccorso a un furgone Peugeot in panne.La circostanza aveva orientato il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, e il comandante della Polizia Municipale alla necessità di installare in quel luogo un autovelox; Il 5 febbraio 2022 è deceduto un 57enne di Mirabella Eclano, a bordo di una Lancia Libra in direzione Benevento, autovettura, questa, venuta in collisione con una Land Rover, che viaggiava in direzione Caianello, con a bordo padre e figlio, entrambi romani. Sul colpo morì uno dei due romani, due giorni dopo morì il conducente della Land Rover; il 24 marzo 2022, nei pressi dello svincolo di Paupisi, presieduto, in entrambi i sensi di marcia, dagli autovelox installati dal predetto Comune, è morto un 31enne del Molise che viaggiava a bordo di una Polo Wolkswagen; 3 giorni dopo è morto il 56enne di Benevento, che viaggiava a bordo di una Panda coinvolta nell’incidente. Cinque morti in 5 mesi, quattro dei quali in meno di 2 mesi. Infine, il 28 novembre, sempre sulla Telesina, nei pressi pure dello svincolo di Paupisi, si è verificato uno scontro frontale, causato anche dalla pioggia che aveva reso viscido il manto stradale, tra una jeep Compass e una Kia Sportage. I conducenti delle due autovetture sono finiti al  “San Pio” in codice rosso. In questo incidente, è stato necessario l’intervento dei VV.FF. per estrarre dall’abitacolo il conducente della Kia, che ha riportato la frattura di una gamba. Se questa è la ridotta incidentalità sulla Telesina, vorremmo che ci venisse spiegata l’entità della maggiore incidentalità.

  Alla dott.ssa De Feo, poi, vorremmo far rilevare che  il limite di  velocità sulla Telesina non è uniforme sugli 80 kmh, anche in corrispondenza degli autovelox. Infatti, qualche mese dopo l’installazione dell’autovelox da parte del Comune di Solopaca, l’Anas, nella segnaletica verticale, ha predisposto, in entrambi i sensi di marcia e in prossimità del predetto autovelox, il limite massimo di velocità a 60 kmh. In direzione Caianello, il limite di 60 kmh potrebbe essere giustificato da una situazione planoaltimetrica della strada, dove i due sensi di marcia sono separati dalla doppia striscia continua. Ma situazioni analoghe sulla 372, pur avendo la doppia striscia continua per separare le due carreggiate, non presentano lo stesso limite. Addirittura, in alcuni casi, mentre su una carreggiata il limite massimo è di 80 kmh,sulla carreggiata corrispondente è di 60 kmh. Chi scrive percorre sempre quella strada senza superare la velocità di 70kmh, per consentirsi anche di distrarsi, nel senso di chiacchierare con il passeggero accanto. Qualche volta, però, viaggiando in direzione Caianello, dinanzi  all’autovelox di Solopaca ha corso il rischio di essere tamponato, nella misura in cui ha dovuto ridurre improvvisamente la velocità a 50kmh. Quando si arriva davanti all’autovelox di Solopaca, venendo da Benevento, bisogna tenere il piede destro sul pedale del freno, anche perché la strada è in discesa. Va riconosciuto, però, al sindaco di Solopaca, il mastelliano Pompilio Forgione, di essere stato l’unico, tra tutti i sindaci della valle Telesina che hanno installato un autovelox sulla S.S. 372, di aver segnalato, con un lampeggiante, la presenza dell’autovelox voluto da lui. E’ già, questo, un passo avanti, rispetto ai sindaci della Basilicata e della Calabria, i quali, sulla “Basentana” e sulla “Jonica”, per segnalare la presenza diautovelox installati da loro, hanno fatto posizionare, in prossimità dei rilevatori di velocità, tre lampeggianti. Ma se quei sindaci della valle Telesina si fossero comportati come quegli altri sindaci, certamente più evoluti, anche se, si fa per dire, più vicini all’Africa che al continente europeo, non avrebbero realizzato gli incassi denunciati dal Mattino e che noi, in seguito, riporteremo.

 Però, in direzione Benevento, sempre in prossimità dell’autovelox di Solopaca, da un po’ di tempo è stato rimosso il limite massimo  di 60 kmh e apposto quello di 80 kmh. A questo punto, dando per scontato che l’autovelox non è tarato sul limite di 80+5 kmh verso Benevento e di 60 + 5 verso Caianello, non è dato sapere quale velocità non bisogna superare per non essere sanzionati.

 Ma Il Mattino è stato coraggioso allorché ha reso noti gli incassi realizzati dai comuni che hanno installato uno o più autovelox, incassi che sono, infatti, di 4.034,497 di euro nell’anno 2022. Il Comune di Paupisi, che ha installato due impianti sulla Telesina (uno per ogni senso di marcia), ha fatto la parte del leone, incassando un milione e mezzo di euro, il triplo di quanto avevaincassato nel 2021. Ma il Comune di Paupisi, balzato alle cronache nazionali, scrive Il Mattino in ragione dell’incasso dovuto alla presenza dei suoi due autovelox, non sanziona, nel centro abitato, nessuno dei suoi cittadini. Il predetto Comune dice che, con i proventi degli autovelox, ha eseguito “lavori di sfalcioerba” per 29mila euro, ha destinato 120mila euro per il piano urbanistico,  107mila euro per “Utenze e canoni”, 56mila euro per “occupazione spazi privati in occasione dell’alluvione del 2015”. Destinazioni, queste, osserva Il Mattino, “che appaiono non esattamente in linea con l’art. 142 del Codice della Strada”.

Il giornale partenopeo, anche perché non doveva muovere un attacco a Mastella, fa un elenco dettagliato di tutti gli incassi realizzati nel 2022 dai comuni che hanno installato un autovelox.Sulla fondo valle Isclero, vediamo il Comune di Melizzano che ha incassato 569.938 euro e quello di Amorosi che ha incassato 117.863 euro; Sull’Appia, qualche chilometro dopo di TufaraValle, in direzione Benevento, vediamo l’autovelox del Comune diCeppaloni che ha incassato 226.993 euro; sulla fondo valle Tammaro, S.S. 87, vediamo il Comune di Fragneto Monforte che ha incassato 232.803 euro, quello di Pontelandolfo che ha incassato appena 42.836 euro e quello di Morcone che, sebbene “temuto per il dispositivo di rilevazione della velocità”, scrive Il Mattino, ha incassato stranamente 1.358 euro.

Sulla 372, Telesina, dopo Paupisi, di cui abbiamo parlato, vediamo il Comune di Torrecuso che ha incassato 205.206 euro, quello del Comune di Solopaca, del quale non si conoscono gli incassi perché è stato installato di recente, quello di Castelvenereche ha incassato 321.500 euro e quello di Puglianello che ha incassato 816.000 euro. Non si conoscono gli incassi delle due postazioni della Polstrada, i cui rilevatori di velocità probabilmente sono inattivi, in quanto, essendo obsoleti, richiedono il montaggio, al loro interno, dell’apparecchio che rileva la velocità e della macchinetta fotografica per rilevare il numero di targa delle autovetture destinatarie della sanzione.  

  Rispetto a queste denuncie, attraverso le quali i comuni predetti venivano implicitamente accusati di fare cassa attraverso gli autovelox, alcuni sindaci destinatari di tale accusa, sono insorti. Il sindaco di Paupisi ha replicato dicendo che del milione e mezzo incassato, 800mila se ne vanno per spese di gestione, altri 100mila vengono utilizzati per il costo del personale, mentre i rimanenti 600mila, scrive sempre il Mattino, vengono utilizzati per  “finanziare spese municipali che non sembrano strettamente aderenti alle finalità di legge”. Anche Il sindaco di Paupisi, Antonio Coletta, nel controbattere Il Mattino, ha detto che “gli autovelox sulla Telesina  hanno avuto un ruolo importante nel ridurre l’incidentalità”. 

 Sulla stessa lunghezza d’onda si è sintonizzato il sindaco di Puglianello,il neo deputato Francesco Maria Rubano. Il comune di Puglianello ha messo, nel bilancio 2022, ben 1,2 milioni (infatti, agli 800mila euro derivanti dalle infrazioni rilevate dagli autovelox, se ne debbono aggiungere altri 400mila, incassati per altre tipologie di sanzioni).  Ma siccome “nel consuntivo del  Ministero degli Interni vengono rendicontate cifre notevolmente inferiori al volume delle multe elevate”, scrive Il Mattino, Rubano si giustifica sostenendo che “lo sfasamento dei dati deriva da una interpretazione formale sulla quale è in corso un contraddittorio con il Ministero”. 

Anche Rossano Insogna, sindaco di Melizzano agita il problema sicurezza per giustificare la presenza dell’autovelox sulla fondo valle Isclero. A questo punto, se la presenza degli autovelox sul percorso della Telesina ricadente nel territorio della provincia di Benevento serve ad evitare incidenti, soprattutto mortali (il che non è vero se in 5 mesi su tale percorso delle Telesina  si è avuto il decesso di 5 persone), sul percorso della Telesina ricadente nel territorio della provincia di Caserta ci dovrebbero essere molti incidenti, soprattutto mortali. Ma le notizie di cronaca, meno male, non ci presentano uno scenario di questi tipo.

  Tutti hanno dimenticato, però, che i predetti comuni della provincia di Benevento si sono attivati nell’installare autovelox nel 2015, quando l’Anas ha ridotto a 60kmh la velocità massima su tutta l’importante arteria, da Torrepalazzo a Caianello, a causa delle precarie condizioni in cui si era ridotto il manto stradale della Telesina.

  E l’ansia di fare cassa è stata spasmodica.  L’autovettura di chi  scrive, il 10 agosto 2015,  è stata rilevata dal primo autovelox del Comune di Paupisi, quello installato in direzione Caianello, perché viaggiava ad una velocità superiore a 60 kmh. Sta di fatto che quell’autovelox venne attivato dal Comune di Paupisi proprio il 10 agosto del 2015, lo stesso giorno in cui era stato probabilmente installato, senza aspettare  la comunicazione sulla efficienza della taratura del rilevatore di velocità, giunta il 12 agosto da parte della ditta che aveva installato l’autovelox.

  Anche il Comune di Castelvenere è stato ansioso di attivare il proprio autovelox, prima di essere autorizzato dalla Prefettura di Benevento. Sempre a chi scrive, è capitato di percorrere la Telesina in direzione Benevento il 17 ottobre 2016 alla velocità di 70 kmh, laddove il limite massimo, come dicevamo, su tutta l’arteria, era di 60 kmh. Alle 00,45 di quel giorno, la velocità della sua autovettura viene rilevata dall’autovelox di Castelvenere.  Chi scrive paga la sanzione, in misura ridotta, di 56,17 euro, però chiede alla Prefettura di Benevento se fosse stata autorizzata l’attivazione dell’autovelox di Castelvenere, di recente installazione.

 La menzionata dott.ssa Maria De Feo, dirigente dell’apposito servizio prefettizio, scrive: “…il comune di Castelvenere non è stato autorizzato ad elevare infrazioni al codice della strada per eccesso di velocità sulla S.S, 372 ‘Telesina’ nel periodo 1/1/2016-30/10/2016”. Chi scrive chiede subito il rimborso di quanto ingiustamente pagato. Ma la comandante dei vigili urbani di Castelvenere risponde: “…L’intervenuta acquiescenza  da parte del contravventore preclude allo stesso l’esercizio di eventuali pretese civilistiche, ivi compresa la condicio indebiti”. Ma chi scrive, prima di chiedere informazioni alla Prefettura, ha pagato nel corso dei primi 5 giorni per beneficiare della misura ridotta della sanzione, ben sapendo di avere a che fare con un ente locale, non con chi pensa la notte il modo come fare soldi il giorno successivo.

  Il caso del Comune di Paupisi e quello del Comune di Castelvenere, in cui è incorso chi scrive, sono emblematici per dimostrare che alcuni comuni della valle Telesina hanno fatto installare autovelox per fare cassa, anche se il sindaco di Paupisi, in risposta alle denunce del Mattino, dice che la destinazione dei soldi incassati con gli autovelox sono “in linea con la legge” e che “l’apparecchio è regolarmente autorizzato da anni”. A questo punto si può ritenere che, essendo assai ridotte le erogazioni centrali ai comuni rispetto alle tasse pagate dai rispettivi cittadini, forse si chiude qualche occhio, in considerazione delle precarie condizioni finanziarie degli enti locali.

   Anche Umberto Del Basso De Caro, quando era sottosegretario alle Infrastrutture, in un incontro tenuto nella sala Vergineo del Museo del Sannio, disse che con i proventi degli autovelox i comuni fanno cassa, poiché i proventi medesimi non vengono utilizzati per lo scopo per cui sono stati installati gli autovelox.

   Il Comune di Benevento, poi, abbandonata forse l’idea di installare un autovelox sulla 372, in contrada Olivola (perciò nel darne notizia abbiamo usato il verbo imperfetto), ha pensato di installare autovelox in viale Principe di Napoli, in via Napoli e in via Aldo Moro. A parte via Aldo Moro, una strada molto larga ma poco trafficata, che invita però a correre entro limiti ragionevoli, sulla quale sono stati già apposti i limiti di 30 kmh, quale velocità massima, ed è stato installato qualche autovelox, in viale Principe di Napoli sono stati soltanto apposti i limiti di velocità sempre di 30 kmh. Su via Napoli, invece, non sono stati apposti né i limiti di velocità, né installati autovelox. Va ricordato che su viale Principe di Napoli e su via Napoli, a volte, le autovetture camminano a passo d’uomo, a causa della numerosa presenza di strade laterali, dalle quali si esce e si entra con molta frequenza. Poi ci sono le fermate degli autobus urbani che arrestano la marcia delle auto che seguono.

  Da qualche parte, però, ci è parso di leggere che, con tale limite di velocità, la contestazione dell’infrazione deve essere immediata, cosa impossibile, sia su via Napoli  che su viale Principe di Napoli, molto transitate. I vigili però sostengono che le tre arterie non sono esenti da incidenti stradali.

  Infatti, hanno voluto sondare l’imprudenza degli autoveicoli in via Aldo Moro, con un autovelox mobile, posizionato su di una sola carreggiata. Ebbene, anche se l’osservazione dell’autovelox, come si rileva dalla foto pubblicata dal Mattino, era impedita dallapresenza dell’autovettura dei Vigili Urbani, su 78 autoveicoli controllati, sono stati elevati soltanto 4 verbali: uno di 42 euro, perché il veicolo sanzionato non aveva superato i 10 chilometri oltre il limite massimo (30 kmh), gli altri tre, che avevano superato i 10 chilometri oltre il limite massimo, hanno avuto una sanzione di 173 euro. L’incasso totale è, quindi, stato di 561 euro. Questo dimostra che gli automobilisti sono piuttosto prudenti. Ma staremo a vedere cosa succederà sui limiti imposti su due  delle predette tre arterie stradali.

I debiti, accertati dall’Osl, sono meno della metà di quelli per cui l’amministrazione in carica aveva varato il dissesto finanziario 

  Ma, mentre amministrazione comunale e Vigili Urbani pensano il modo come fare cassa con l’installazione di autovelox in città, il lavoro dell’Organo Straordinario di Liquazione del dissesto giunge in dirittura di arrivo. Dopo sette anni, i cittadini di Benevento possono sapere perché hanno pagato, a causa del dissesto dichiarato dal consiglio comunale di Benevento l’11gennaio 2017, tariffe maggiorate per i servizi di cui hanno fruito. Ebbene, i debiti del Comune di Benevento accertati dall’Osl, sono di 55 milioni di euro rispetto a 100 e passa milioni dichiarati da Mastella, nell’accusare i suoi predecessori, “quelli di prima”, che ora sono in gran parte con lui.

 Ma questi debiti, prodotti in gran parte negli anni ‘80 dalle amministrazioni guidate da Antonio Pietrantonio, militante, insieme a Mastella, della Sinistra di Base di Ciriaco De Mita, autore del primo dissesto finanziario del Comune di Benevento,sono stati ereditati dalle due amministrazioni di centro sinistra, guidate da Fausto Pepe, il quale si è dimenato nel pagare altre decine di milioni di debiti giunti all’incasso.

  In proposito, Luigi Diego Perifano ha diffuso un comunicato. 

 “La delibera dell’Osl”, scrive il portavoce di Alternativa per Benevento in Consiglio comunale, “è un passo avanti, non solo per soddisfare le legittime aspettative dei creditori in attesa da anni, ma anche per ristabilire un minimo di verità. Sul dissesto si è molto speculato politicamente. E’ stato l’argomento più utilizzato per colpevolizzare “quelli di prima”. Ora si apprende che la massa passiva è meno della metà di quella propagandata per anni allo scopo di giustificare la dichiarazione di dissesto: il sindaco  Mastella , in una delle sue iperboliche esternazioni, arrivò a prefigurare debiti addirittura per 150 milioni. L’accertamento delle passività racconta oggi tutta un’altra storia. Resta la scelta di aver fatto ricorso al dissesto, che dura da ben sette anni, e che richiederà altro tempo prima che siano definite le singoleposizioni creditorie.  Sette anni densi di punti interrogativi sulla effettiva necessità del dissesto, e su certe inspiegabili lentezze della macchina comunale che spinsero persino l’Osl a denunciare al Ministero dell’Interno il comportamento scarsamente collaborativo dell’amministrazione. Sette anni durante i quali sono stati penalizzati fornitori, imprese, prestatori di servizi, professionisti. Un ceto medio impoverito da una procedura che sin qui è costata già 750mila euro solo per le attività e il funzionamento dell’Osl”. 

  I consiglieri di ApB, leggiamo sul Mattino, ribadiscono l’istanza di portare in aula il tema: “E’ all’intera città che il presidente dell’Osl deve relazionare sull’uscita dal default”. Ma l’assessorealle politiche economiche, Maria Carmela Serluca, ha già detto, pare, che il presidente dell’Osl non può relazionare in Consiglio comunale.

 Questi, dunque, sarebbero i guai finanziari ereditati da Mastella, stante una denuncia di Giovanni Zanone, consigliere comunale e responsabile politico della segreteria del sindaco Mastella. Dopo la denuncia de Il Fatto Quotidiano di una concorsopoli alla Provincia di Benevento, Carmine Agostinelli, prima, segretario provinciale di Noi di Centro (l’ultimo partito di Mastella), e Zanone, poi, hanno mosso attacchi al Pd.  Il primo ha detto che il Pd diffonde la “cultura del sospetto e dell’odio politico”, nel tentativo di “gettare ombre su alcune procedure concorsuali alla provincia di Benevento”. Il secondo ha denunciato la chiusura dei teatri. Ma Zanone non sa evidentemente che il Teatro Massimo èprivato e il Teatro Comunale, ristrutturato della amministrazioni di centro destra, venne chiuso nel 2013, in base ad una normativa varata dal governo Monti, perché l’impianto elettrico era statoritenuto dai VV.FF. non rispondente a misure di sicurezza. Nello stesso anno, poiché il Teatro è di rilievo regionale (lo abbiamo scritto già altre volte), l’amministrazione Pepe-bis chiese alla Regione, retta da una amministrazione di centro destra guidata da Stefano Caldoro, l’erogazione di 400mila per mettere a norma l’impianto elettrico. Di quella maggioranza faceva parte la consorte del sindaco Mastella, la quale, ammesso che fosse a conoscenza della erogazione richiesta dall’amministrazione Pepe, non fece nulla perché Caldoro inviasse i 400mila euro al Comune di Benevento. Il Teatro è poi stato rimesso a norma, dopo che Umberto Del Basso De Caro, quando era sottosegretario alle Infrastrutture,  aveva fatto stanziare dal MIT in favore del MIBACT (Ministero del Turismo, e delle Belle Arti) un milione di euro per il restauro del Teatro Comunale e del Teatro S.Nicola. L’agibilità del Teatro Comunale si è avuta, quindi, il 16 settembre del 2022. Ma Zanone ha pure parlato del “mamozio”, eretto di fronte al Duomo, e del Malies. Allora, ripetiamo ancora una volta che il “Mamozio”, nato da una idea  dell’allora sindaco aennino, Pasquale Viespoli nel 1999, è stato poi costruito dal successore di Viespoli, l’altro aennino Sandro D’Alessandro. La realizzazione del Malies, affidata da D’Alessandro, in project financing, a una ditta del Casertano,  ha avuto un prosieguo infelice. La ditta del Casertano, avuto bisogno di liquidità, ha dovuto chiedere un prestito, di un paio di milioni di euro, al Monte del Paschi di Siena, beneficiando dell’avallo del sindaco Pepe, successore di D’Alessandro, come previsto, pare, dal contratto di project financing. Ma la ditta del Casertano paga solo le prime rate. Poi, ultimati i lavori del Malies, la ditta del Casertano scopre che i negozi, avviata la loro attività commerciale, sono stati costretti alla chiusura, probabilmente per insufficienza di avventori. A questo punto, la ditta abbandona il Malies, perché “scopre” che la struttura non era stata collaudata da un ingegnere di cui non facciamo il nome. La ditta del Casertano, in conseguenza del mancato collaudo, ragione per cui la stessa ditta del Casertano avrebbe abbandonato il Malies, ha chiesto un risarcimento milionario al Comune di Benevento.  

 Ma Zanone, evidentemente, non sa che della giunta guidata da D’Alessandro facevano parte Mario Pasquariello, attuale assessore ai lavori pubblici, e Luigi De Minico, presidente del Consiglio comunale durante la prima amministrazione Mastella.

 Abbiamo fatto queste puntualizzazioni, perché Francesco Zoino, segretario cittadino del Pd, non ne ha parlato, nel rispondere a Zanone. 

Giuseppe Di Gioia

Un pensiero su “Bando alle ipocrisie, installati per fare cassa gli autovelox sulla Telesina, sulla Fondovalle Tammaro, sulla Fondovalle Isclero e sull’Appia

  • 10 Febbraio 2024 in 08:29
    Permalink

    Regolamentare gli autovelox sulla telesina perché rùbano soldi agli automobilisti (fanno cassa) ! VERGOGNA

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.