Eccezionale evento al Teatro Romano: la Carmen di Bizet e il Rigoletto di Giuseppe Verdi, opere liriche impreziosite dal balletto di Saveria Cotroneo
Il Teatro Romano si è riconfermato come la migliore location per l’esecuzione di opere liriche. Parliamo di un teatro che da sempre ha ospitato durante la stagione estiva, opere liriche di grande spessore.
Quest’anno, due avvenimenti: il primo la Carmen di Bizet, che si conferma l’opera più frequentemente rappresentata, e poi il Rigoletto di Giuseppe Verdi.
Entrambi gli eventi sono stati curati dal M° Leonardo Quadrini, il primo anche come maestro direttore e concertatore. Ha suonato l’Orchestra Internazionale della Campania, accompagnando il coro Giuseppe Verdi di Benevento, mentre quello delle voci bianche era dell’ Accademy Fantasy di Mina Minichello, il pianista di sala e Maestro accompagnatore, Franco Capozzi, con la regia di Giovanna Nocetti e l’assistente Alessandro Paola Schiavi.
Una curiosità: Silvano Paolillo canterà anche nel Rigoletto, interpretando Matteo Borsa, mentre nella Carmen è stato El Remendado.
Carmen, interpretata da Angela Bonfitto, si è relazionata con Don José (Micheal Spadaccini) e con Escamillo, Enkbold Anhbayar. Nel ruolo di Morales si è cimentato Andrea Scorsolino; in Zuniga, Carmine Monaco.
Nel ruolo di Micaela, abbiamo ascoltato Luciana Distante; in quello di Mercedes, Sara Triburzi; Frasquita interpretata da Margherita Pugliese ed El Dancairo, da Costantino D’ Aniello.
Non dobbiamo fare altro che complimentarci con il M° Quadrini, per queste due meravigliose serate che trascorriamo in compagnia della lirica. Ringraziamo, mai abbastanza, il Ministero della Cultura, la Provincia ed il Comune di Benevento, l’Area Archeologica del Teatro Romano di BN, la Regione Campania, l’ Accademia delle Opere, l’Associazione Musica Insieme.
Un caloroso ringraziamento va al Direttore di Produzione, Bruno Carlette, al direttore di palcoscenico, Francesco Tuzio, con la collaborazione artistica di Fabrizio Nestonni. Le scenografie essenziali e l’attrezzeria sono state curate da Giuseppe Grasso, mentre responsabile del trucco e delle parrucche della società Parrucche Audella Teatro srl di Torino, è stata Sandra Bartoloni.I costumi sono di Adriana Monaco,di Ariano Irpino, e di Arianna Sartoriale, di Corridonia, provincia di Macerata. Le calzature utilizzate sono state di Calzature Epoca Milano, mentre tutti gli spostamenti sono stati realizzati da Traporti leccese Autotrasporti Rezzato di Brescia.
La storia è molto conosciuta: inizia con l’amore tra Carmen e Don José, amore travagliato, a cui la Carmen decide di rinunciare, poiché invaghitasi del torero Escamillo. Nella scena finale,mentre il Coro continua ad inneggiare ad Escamillo, il torero vittorioso, tra i due ormai ex amanti, Carmen e Don José siamo arrivati al cosiddetto: ”Tu per tu”. Un supplichevole Don José, un uomo finito e sfinito, la implora, mentre lei sdegnosamente lo rifiuta tanto da lanciargli addosso anche l’anello che gli aveva regalato. Sullo sfondo il coro inneggia al torero che ha vinto nell’arena , mentre Don José, cantando, grida tutta la sua disperazione, per l’omicidio dell’amata, appena compiuto.
E’ stato applaudito a lungo il melodramma, dal pubblico che anche quest’anno, come era accaduto in passato, ha potuto vedere un cucciolo di volpe, che ha attraversato il proscenio del teatro visibilmente impaurita, forse dal pubblico e dalla musica. La Carmen ha attirato questa insolita spettatrice, che è fuggita repentinamente così come era arrivata, visibilmente spaventata.
Ci è stato regalato un momento di alta professionalità artistica, sia musicale che coreutica, bissato il 01 agosto con il “ Rigoletto”. Il melodramma in tre atti di Giuseppe Verdi è stato rappresentato per la prima volta l’11 marzo 1851 al Teatro “La Fenice” di Venezia.
La scena iniziale, al Teatro Romano, si è aperta sulla sala del Palazzo Ducale di Mantova dove è in corso una festa. Tra i cavalieri, le dame, i paggi, spiccano le sette ballerine del Corpo di ballo “Centro Studi danza Saveria Cotroneo,” ed il M° Angelo Gabrielli inizia, con l’Orchestra, l’esecuzione del melodramma.
Arriva Rigoletto (Davide Cecconi), il buffone di corte che “scodinzola come un cagnolino”, intorno al suo padrone, ed osa prendersi un po’ gioco dei nobili, che attorniano il Duca, Raffaele Abete. All’arrivo del Conte di Monterone (Andrea Tabili), Rigoletto esorta quest’ultimo a non pensare all’abuso che il Duca aveva fatto alla propria figlia, ma il conte gli lancia la maledizione di vivere anch’egli la sua stessa esperienza, di offesa e di dolore…
In realtà, Rigoletto tiene strettamente sotto chiave la sua bellissima figlia, Gilda (Daniela Cappiello), che fa sorvegliare attentamente da Giovanna, interpretata da Deborah Colangelo. Una volta tornato a casa, si raccomanda a quest’ultima di sorvegliarla attentamente, cosa che ovviamente la governante non farà, per attrazione verso il denaro, non appena le verrà offerto dal Duca di Mantova, introdottosi in casa, sotto mentite spoglie.
Infatti, il Duca incuriosito, ha seguito Rigoletto e porge subito una borsa piena di denaro a Giovanna, scoprendo così che la giovane è la stessa che aveva visto di frequente al Tempio, l’unico luogo in cui la ragazza andava, poiché tenuta strettamente sotto chiave.
I due giovani si ritrovano, si giurano eterno amore, e quando Gilda gli chiede quale sia il suo nome, il Duca si spaccia per un giovane e povero studente, di nome Gualtiero Maldé.
Tutti i cortigiani, per vendicarsi delle offese a loro rivolte dal buffone di corte, organizzano il rapimento di Gilda, sicuri che fosse l’amante di Rigoletto. Per ironia della sorte, ignaro, vi partecipa lo stesso Rigoletto, al quale bendano gli occhi, per non fargli riconoscere il luogo in cui si recano.
Una volta scoperto di essere stato imbrogliato dai cortigiani, che in realtà hanno rapito sua figlia, giura di vendicarsi, apostrofandoli con la famosa frase: ”Cortigiani, razza dannata”, mentre il Duca esulta perché, in realtà, Gilda le è stata portata in casa…
Il buffone canta allora davanti a tutti nella sala del palazzo una delle più belle arie mai scritte: ”Al vegliardo la figlia voi date..Signori perdono, pietà, ridate a me la figlia. Tutto il mondo è lei per me. Pietà! PietàSignori Pietà Signori..Pietà… ”C’è tutto il dolore di un padre, già povero, a cui è stata tolto il suo unico bene, la figlia, che ormai, in quei tempi, dopo il disonore subito, non potrà più nemmeno sposarsi …..
Quando Rigoletto rivede finalmente la figlia, quest’ultima gli spiega così il primo incontro con il Duca:“Tutte le feste al Tempio, mentre pregavo Iddio, bello e fatale un giovane chiese l’amore mio….” . A quel punto Il padre, con l’intento di far disinnamorare la figlia, le mostra come si comporta il Duca nella locanda con la figlia di Sparafucile, cioè da conquistatore impenitente. Egli corteggiandola, canta la celebre aria, “Bella figlia dell’amore, le mie pene, le mie pene consolar, schiavo son dei vezzi tuoi”, ma ella non vuol credere neanche all’evidenza. Si è testardamente innamorata.
A questo punto, il buffone di corte si rivolge quindi a Sparafucile (Ellero D’Artegna), un vero e proprio sicario di mestiere, chiedendogli di uccidere il Duca. Gli consegna la metà del prezzo pattuito prima dell’esecuzione, con la promessa, di dargli la rimanente metà, a lavoro ultimato.
Nel momento in cui la sorella del sicario, Maddalena (Cristina Melis),viene a sapere del progetto di uccidere il Duca, di cui anche lei si è invaghita, si lamenta con il fratello della scarsa somma offerta per l’omicidio e, così, sperando anche di salvare il Duca, propone di uccidere la prima persona che entrerà nella locanda.
A sua volta, Gilda ha sentito tutto il progetto del piano criminoso ed entra per prima nella locanda, finendo così colpita al posto del Duca.
Quando Rigoletto ritorna nella locanda per prendere il corpo del Duca e gettarlo nel fiume, ode da lontano il canto del nobile, con il quale si rivolge alle donne: ”La donna è mobil qual più mal vento, muta d’accento e di pensier.. e di pensier..”. Incuriosito e preoccupato, apre il sacco e vi scorge Gilda, ormai moribonda, alla quale dice: ”Parlami, parlami, figlia diletta!”, ed ella chiede perdono al padre, per essersi immolata al posto del Duca e di perdonare anche il suo amato.
I vari momenti più salienti del melodramma sono stati sottolineati sul palcoscenico da due pannelli posti ai lati, sui quali si sono avvicendate le immagini che raccontavano le varie scene, come, ad esempio: all’inizio erano accese fiamme e poi al momento cruciale dell’omicidio sono stati presentati imbrattati da tracce di sangue…
Abbiamo voluto chiedere alla M° Saveria Cotroneo le motivazioni che l’hanno spinta a partecipare a questo progetto e le sensazioni che ne ha provato.
La M° Cotroneo ci ha così spiegato: ”Sono stata molto felice di partecipare alla rinascita della stagione lirica a Benevento nella splendida cornice del Teatro Romano. I balletti, sia della Carmen che del Rigoletto sono stati molto apprezzati dal pubblico, ma quello che mi ha enormemente reso felice sono stati gli apprezzamenti dei maestri d’orchestra, dei coristi, dei direttori di scena, dei registi, delle voci soliste, del direttore Creta e principalmente del direttore Leonardo Quadrini, che mi ha scelto per affiancarlo in questa sua “provocazione”. Vorrei condividere il successo delle due serate dedicate alla lirica con i miei ballerini solisti: Giovanni Bruscino, nel ruolo di Don José, e Giulia Roberto, in quello della Carmen, ed ancora con Benedetta Citrigno, Mariaclaudia Fatica, Fernanda Insogna, Camilla Jeanne, Benedetta Pascale, Eugenia Rossi, Silvia Sborselli, Viviana Viscione. Non ultime, le piccole ballerine che hanno interpretato i monelli nella Carmen. Ora siamo con la compagnia a Massa Marittima per Carmen stasera e Rigoletto domani”.
Auguriamo tanto successo ancora a questo progetto, che vede coinvolti tanti artisti e belle realtà della nostra regione. Il Presidente della Provincia di Benevento si sta già adoperando, insieme al M° Quadrini ed al Direttore Creta, per ottenere altri fondi, in modo tale da poter dare un prosieguo alla stagione lirica, ora iniziata.
Buone vacanze a tutti.
Maria Varricchio