I due scavi in piazza Santa Maria; le contraddizioni del funzionario archeologo della Soprintendenza
Sempre più gravi le contraddizioni della Soprintendenza sui sondaggi in piazza Santa Maria. Nello scavo piccolo allargato hanno trovato una struttura pubblica romana con pavimento in marmo; per lo scavo grande il funzionario archeologo vuole autorizzare l’INFO POINT sui reperti senza completare le indagini sui blocchi di tufo sanniti.
In piazza Cardinale Pacca (piazza Santa Maria) sono in corso due scavi archeologici per due progetti PICS del Comune di Benevento: la ripavimentazione delle strade del rione Triggioprevista dal progetto “La città dei romani” e la realizzazione del Front-Office turistico.
Il primo, ad angolo con via Santo Spirito-vico San Gennaro,eseguito da una società che ha i requisiti specifici SOA-OS25 per le indagini archeologiche, è stato di recente ampliato in larghezza e in profondità ed è emersa una interessante struttura pubblica con mura curve (forse un abside) e pavimento in marmo sulle preesistenti terme romane.
Invece sono state interrotte le indagini del secondo scavo, quello più grande, sull’area comunale lungo Corso Dante, dov’erano il decumano con il tracciato dell’Appia in città, le Terme, il Foro con le strutture commerciali, le chiese di Santo Spirito, Santa Maria di Costantinopoli, Santo Stefano e forse il Tempio di Iside.
Finora sono emersi un pavimento in mosaico, un cunicolo lastricato, grandi ambienti termali, blocchi di tufo di una struttura probabilmente sannita ed alcune tombe, ma non è previsto l’ampliamento neppure di pochi metri vicino al mosaico sull’area dove probabilmente era il luogo di culto egizio.
La Soprintendenza che nel 2021 aveva imposto le indagini preventive necessarie, considerata l’importanza dell’area archeologica già nota, prima del progetto esecutivo, alla fine dello scorso anno ha consentito lo scavo da parte della ditta che si è aggiudicata l’appalto per il Front-Office e che non ha i requisiti SOA per sondaggi archeologici.
Adesso il Comune insiste per realizzare sui reperti da interrare almeno l’Info Point, una struttura di 36 metri quadrati che non serve a nulla, perche ritiene che sono in questo modo non perde il milione di finanziamento concesso dalla Regione Campania.
La Soprintendenza vorrebbe concedere l’autorizzazione che il funzionario archeologo, Simone Foresta, l’ha preannunciata al dirigente comunale, Antonio Iadicicco, limitandosi a chiedere solo un sondaggio in profondità nell’area dei grandi blocchi di tufo.
Come fa il dottore Foresta a ritenere che lo scavo in profondità non farà emergere importanti strutture tali da impedirne la copertura con il ridicolo ed inutile prefabbricato Info Point, che rischia di diventare il monumento della arrogazione dell’amministrazione Mastella e della grave contraddittorietà degli uffici periferici del Ministero della Cultura?
In realtà la Soprintendenza si è impantanata perché subisce la pressione del Comune che prevede di finanziare l’ulteriore scavo in profondità con una modifica del quadro economico del progetto Front-Office possibile solo se si autorizza la variante per realizzare il prefabbricato Info Point NFO POINT in piazza Cardinale Pacca.
Ma l’Ufficio periferico del Ministero della Cultura deve occuparsi della tutela dei Beni Culturali che sono pubblici, non si può avvinghiare nelle astruse imprese del Comune che ha appaltato un lavoro senza la preventiva autorizzazione e che comunque potrebbe salvare il finanziamento regionale utilizzandolo diversamente in altro luogo.
Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”