Fiorenza Ceniccola: Una transizione ecologica graduale e sostenibile senza provocare danni economici e sociali collaterali
Domani 12 giugno si riuniscono i rappresentanti degli Stati membro dell’Unione europea per discutere il terzo testo di compromesso su Euro 7 che prevede di ritardare di 3 anni l’entrata in vigore delle nuove norme antinquinamento da CO2 rispetto alla data proposta dalla Commissione del luglio 2025 con un ulteriore dilatazione per i veicoli di maggiore dimensione come i grandi furgoni o i camion per i quali si parla di cinque anni in più. Insomma, per questi veicoli si arriverebbe al 2030. E la bozza di discussione non agisce solo sui tempi, ma anche sul merito della questione che rischia di avere gravi ripercussioni economiche e sociali collaterali dopo la decisione approvata dal Parlamento europeo (la cosiddetta Fit for 55) che stabilisce la fine della produzione di auto a benzina e diesel a partire dal 2035.
A tal proposito, con la speranza di non disturbare gli ambientalisti “senza se e senza ma”, mi auguro che i nostri rappresentanti del Consiglio Ue sappiano fare tesoro dei dati e delle stime Eurostat diffuse nei giorni scorsi sulle emissioni di anidride carbonica dei paesi dell’Unione europea nel 2022 e di cui quasi nessuno finora ha parlato perché smentiscono gli eco-allarmisti: “… in Europa calano i gas serra”. Per farla breve, secondo Eurostat: “le emissioni di anidride carbonica sono già scese del 2,8%. E’ la Cina a inquinare il pianeta”.
L’Eurostat fotografa infatti un calo delle emissioni di anidride carbonica per usi energetici nell’Unione Europea del 2,8% rispetto al 2021, una diminuzione analoga a quella avvenuta in Italia. Eppure, a fronte dei dati positivi che arrivano dal vecchio continente, lo scorso anno le emissioni globali sono cresciute dello 0,9%. Ciò significa che, a fronte del comportamento già virtuoso dei paesi europei, ci sono nazioni che aumentano (e no di poco) le proprie emissioni. Se l’incremento negli Stati Uniti è pari allo 0,8, a fare la parte del leone è la Cina che ha aumentato le emissioni del 4,2% e che aumenteranno ancor di più nei prossimi anni a seguito delle decisioni assunte: “Pechino ha concesso permessi, pari per 106 gigawatt, pari a due centrali nuove a settimana”.
Dinanzi a questi dati una domanda nasce spontanea:- A che serve continuare a “stressare” i cittadini europei?
E nel porre idealmente questa domanda al Consiglio Ue, nel contempo, mi auguro che qualche Sindaco del nostro Belpaese si ricordi della legge n.113 del 29 gennaio 1992 (rinnovata poi con la legge n.10 del 14 gennaio 2013), che prevede l’obbligo in capo ai Comuni di porre a dimora un albero entro 12 mesi dalla registrazione anagrafica di ogni neonato residente per recuperare una tradizione antichissima, diffusa in molti Paesi del mondo ed avviare una transizione ecologica graduale, sostenibile e non ideologizzata.
Questa legge, ahimè, risulta essere rimasta sino ad oggi, in larghissima parte, irrealizzata. Il tutto è demandato alla buona volontà degli amministratori locali. Si contano sulla punta delle dita di una mano esempi virtuosi e fra quelli va ricordato quello di Guardia Sanframondi dove già negli anni 2000 e 2001 gli amministratori comunali organizzarono la “Festa dei Nati” per promuovere la piantumazione di ben 113 alberi di leccio a cui fu dato il nome dei nuovi nati, ma anche per invogliare a riflettere sulle più ampie questioni ambientali, che oggi più che mai richiedono l’impegno di tutti.
E’ superfluo ricordare che gli alberi aiutano a combattere il riscaldamento climatico “catturando” l’anidrite carbonica nell’aria, incamerando inquinanti come ozono, ossidi di nitrogeno e biossidi di zolfo senza provocare danni economici e sociali collaterali come le case green e/o le auto elettriche che l’Unione Europea vuole imporci senza tener alcuna considerazione dei costi spropositati che i cittadini dovranno sopportare.
L’auspicio è che il ministro per l’Ambiente, on. Gilberto Pichetto Fratin, provveda quanto prima a far modificare la succitata legge introducendo sanzioni serie per gli amministratori comunali lassisti e inadempienti che si riempiono la bocca di “transizione ecologica” e dimenticano di applicare una precisa Legge dello Stato che se fosse applicata da tutti i Sindaci d’Italia ogni anno ne sarebbero piantati circa 400 mila sul nostro territorio con grande soddisfazione delle migliaia di giovani e meno giovani che in più occasioni sono scesi in piazza per chiedere di vivere in città a propria dimensione e per ridurre l’inquinamento atmosferico che sicuramente non fa bene ai nostri polmoni e ci rende più vulnerabili a qualsiasi agente patogeno. Senza pensare a quello che si potrebbe ottenere se tale normativa fosse applicata a livello europeo trasformando in una direttiva comunitaria la mia proposta “Un albero per ogni nato in Europa” fatta approvare in occasione dell’ultimo Consiglio Europeo dei giovani del PPE che si è svolto, lo scorso mese, ad Helsinki.
Per farla breve, in alternativa all’ambientalismo ideologico vi è la necessità di avviare al più presto una piantumazione capillare del pianeta (per dirla con il grande botanico, Stefano Mancuso) per catturare la CO2 senza provocare danni economici come invece una riduzione “spinta” delle emissioni di CO2 inevitabilmente provocherà.
Benevento 11 giugno 2023
Fiorenza Ceniccola
Consigliere Comunale – Guardia Sanframondi
Coordinatrice Forza Italia Giovani – Benevento
Ambasciatrice della Commissione Europea per il Patto Climatico