Guardia Sanframondi – L’associazione “Rinascita Guardiese” ripropone documenti del passato …per non dimenticare
Accadde oggi: 8 giugno 2000
L’associazione Rinascita Guardiese continua la pubblicazionedi documenti inerenti la nostra storia per coltivare la memoria e… progettare il futuro partendo dal passato
La pianificazione territoriale: quasi tutto il territorio di Guardia è considerato a grave rischio idro-geologico.
Sala convegni- Castello di Guardia
L’Autorità di Bacino dei fiumi Liri-Garigliano e Volturno approva un piano di Stralcio Frane e Alluvioni che vincolaquasi l’intero territorio guardiese e il Sindaco Ceniccolaorganizza un incontro pubblico per formulare proposte migliorative avvalendosi del supporto tecnico del Prof. Ing.Leonardo Cascini, ordinario di geotecnica dell’Università di Salerno.
Fonoregistrazione del discorso pronunciato dal sindaco Ceniccola in data 8 giugno 2000
Amici e concittadini,
consentitemi di rivolgere, innanzitutto, un saluto ed un ringraziamento agli ospiti che ci onorano della loro presenza e a voi tutti che non avete fatto cadere nel vuoto il nostro invito per discutere un tema che, a prima vista, può sembrare lontano dalla nostra vita e che, invece, investe molto da vicino i nostri interessi perché il Piano straordinario emanato dall’Autorità di bacino Liri-Garigliano e Volturno, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale in data 24 novembre 1999, limita una serie di attività sui territori interessati ed impone alle Autorità locali una serie di regole volte a misurare la nostra sensibilità ambientale e, nel contempo, ci obbliga a porre la nostra attenzione su di una problematica che ogni anno costa al bilancio dello Stato cifre rilevanti nell’ordine di centinaia di miliardi di lire che vengono spesi per porre rimedio alle più gravi situazioni di dissesto del territorio o per realizzare opere idrauliche di innalzamento o ripristino di argini ed alvei straripati per fenomeni alluvionali. E’ chiaro che tale situazione si trascina da tempo immemorabile e non è un fenomeno contingente. Basti ricordare che fin dall’anno 1964 il Ministero dei Lavori Pubblici segnalava in Italia ben 2685movimenti franosi (nella sola regione Campania ben 332) che interessano migliaia di comuni a livello nazionale e ben 175 nella nostra regione. In tutti questi anni, però, si è andato avanti rincorrendo gli eventi, cercando di volta in volta di “mettere una pezza” al problema che si veniva a creare e moltospesso sotto la spinta emotiva di eventi particolarmente drammatici come quello del maggio 1998 a Sarno. Da tutto ciò nasce la necessità di superare la logica emergenziale che da noi diventa un imperativo categorico perché, è inutile nasconderlo, tutto l’ambiente antropizzato della regione Campania è esposto ai più elevati rischi geologici permanenti quali per es. il rischio sismico, vulcanico, bradisismico, idrogeologico e geomorfologico. Rischi geologici che, purtroppo, interessano aree anche densamente urbanizzate e infrastrutture di importanza strategica che obbligano tutti e,in primo luogo, la Provincia e la Regione a darsi una “mossa” per arrivare quanto prima alla emanazione di una legge per la Prevenzione dei rischi idro-geologici ed ambientali che, a mio avviso, dovrebbe integrare la legge regionale n°9/83 relativa alla prevenzione del rischio sismico e con l’istituzione di un Servizio Geologico Provinciale. Naturalmente, tutto ciò va fatto con l’attivazione qualificata delle Autorità di Bacino che in Campania vede in fase già operativa solo quella del Liri-Garigliano che oggi è qui rappresentata dal suo Segretario Generale che ringrazio dal profondo del cuore per la disponibilità dimostrata nei confronti della nostra comunità.
E voglio dire subito che questo Piano Stralcio pubblicato in data 24 novembre dello scorso anno rischia di penalizzare la nostra comunità per un’approssimazione della rilevazione aerea e per una mancata concertazione con gli enti presenti sul territorio anche se non posso non ricordare che la dott.ssa Corbelli dell’Autorità di Bacino ha ripetuto, in più occasioni, che fin dall’anno 1998 gli enti locali si sono dimostrati poco interessati e, pur sollecitati, non hanno mai mostrato particolare interesse per questa problematica.
Da parte dell’amministrazione che ho l’onore di guidare, fin dall’inizio dell’anno, abbiamo cercato di dare un nostro specifico contributo con richieste ripetute di chiarimenti e l’incontro odierno vuol essere l’occasione per coinvolgere anche i tecnici locali (e la cittadinanza) su tale questione che non può essere definita nel chiuso di qualche studio ma, al contrario, necessita di un confronto serrato con le parti in causa considerati i grandi interessi che sono in gioco.
Da parte mia, sono sicuro che ognuno di noi saprà trarre utili spunti di riflessione da questo incontro in vista della definizione del Piano stralcio di Bacino che dovrà essere approvato entro il prossimo 30 giugno 2000.
In conclusione, permettetemi di ricordare che le caratteristiche geo-morfologiche del nostro territorio, che nell’analisi storica di Salomon, hanno rappresentato una barriera per gli scambi culturali e sociali, chiudendo il Sannionell’isolamento, oggi nella moderna società della comunicazione sono la vera ricchezza per farlo uscire dall’arretratezza. I nostri monti in una moderna concezione dei parchi, come luoghi di valorizzazione delle risorse ambientali e paesaggistiche, non saranno più da ostacolo allo sviluppo e alla comunicazione ma possono diventare il vero volano di un nuovo sviluppo: quello basato su una comunicazione equilibrata tra l’uomo e l’uomo e tra esso e l’ambiente che lo circonda. Occorre, però, evitare di approvare Piani territoriali che paralizzino l’esistente, occorre risanare e far rivivere i nostri centri storici, occorre organizzare l’architettura del paesaggio chiamando al confronto anche i nostri cosiddetti “architetti del territorio” rappresentati da quei vignaioli che sono i veri protagonisti di questo nostro territorio. Tanto nuovo lavoro si può creare. Per non parlare del turismo eno-gastronomico che di riflesso ne potrebbe nascere. Guardiamolo dall’alto il nostro Sannio non solo per cristallizzarlo bensì per coglierne tutte le potenzialità e le ricchezze che per essere valorizzate necessitano di una classe dirigente illuminata che sappia guardare più lontano della prossima campagna elettorale e sappia far valere a Napoli e a Roma le cento buone ragioni di questa nostra terra che ha tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio, un ruolo in un mercato dove la domanda qualitativa è crescente ed è sempre più esigente. Grazie a tutti e buon lavoro.
P.S. A distanza di 23 anni, parlando di alluvioni e bombe d’acqua che in queste ultime settimane hanno allagato la Romagna e la valle telesina, una domanda nasce spontanea:
– che fine ha fatto l’alveo del torrente che fino allo scorso anno scorreva in adiacenza dell’ ex macello in via Napoli e che, nei prossimi mesi, dovrebbe diventare un micronido?