In occasione della Pasqua, Citta’ Spettacolo ha presentato “Crucifige”
La stagione, gennaio-giugno 2019, di Città Spettacolo, con la direzione artistica di Renato Giordano. E, a sottolineare le festività pasquali, non poteva mancare il ricordo della passione di Cristo, un mix di antico, medioevale e moderno. Un esperimento pienamente riuscito, che ha visto insieme teatro e danza, con attori e ballerini, veramente bravi. Lo spettacolo ha avuto inizio nell’atrio del Teatro De Simone, dove il pubblico si è ritrovato immerso in un ambiente, con fumo, illuminato da luci rosse, preparate da Event Light. Sul pavimento si è distesa una figura strisciante, che si contorceva e si muoveva tra la gente, mentre sul ballatoio del piano superiore, i monaci penitenti recitano litanie, muovendosi in circolo. Lo spettatore entrando, incuriosito, si è posto la domanda: ”Ma che cos’è? cosa succede?”. Dopo qualche minuto, ci siamo accomodati all’interno, nella sala, e sul palcoscenico, appena illuminatosi, è apparso dunque un angelo, che annuncia il martirio di Gesù, dicendo: ”Ponete attenzione, sulla croce appiso per voi.”
Ed ecco Pilato (Melillo Gianluca), che ordina ai suoi soldati (i ballerini, Ricano Pierpaolo e Bruscino Giovanni) di trovare Gesù e di condurlo a lui, dicendo: ”Cercatelo, a catena sia posto e a morte sia menato!”.
Il momento della danza, curato dalla bravissima Saveria Cotroneo, è sottolineato dalla ballerina, dalla bianchissima veste, che si muove sulla musica scelta, come tutte le altre, dal sensibilissimo Eugenio Delli Veneri.
Gesù si presenta sul palco, in bianca veste, il corpo immacolato dicendo che: ”Per tutti io sono appeso” e ricorda il suo corpo e sangue, offerto nell’ultima cena, mentre rivolto a Giuda (Pier Paolo Palma), sottolinea che non è spinto dall’amore, “ma è Il prezzo che sta in core, l’amore tuo è annichilato”. Ed, infatti, Giuda si aggira tra la folla, fin quando non vende Gesù per trenta denari.
Nel tramezzo di danza, i ballerini hanno indossato anch’essi bianche vesti, che come tutti i costumi sono stati curati da Giorgia De Conno.
Lo sconforto di Cristo si manifesta nell’orto degli ulivi, dove si reca a pregare con i suoi discepoli, che in realtà si addormentano, lasciandolo solo. E dunque rivolto a Giuda dice: ”Così tu mi hai onorato….”, il tutto accompagnato dal sottofondo musicale di fosche noti.
Si apre, dunque, il dialogo tra Maria (Giorgia De Conno) e Giovanni (Sabatino Barbato) che leggono i versi della “Donne de Paradiso” di Jacopone da Todi. In questa laude, ritroviamo tutto l’orrore della morte inflitta a Gesù, morte che la madre non trova giustificata da nessuna azione nefanda, compiuta dal figlio.
Dal racconto vediamo Pilato che si lava le mani del sangue di un’innocente, che egli non voleva giustiziare, ma che è costretto a fare, per l’insistenza del popolo ebreo. Bellissima e commovente il passaggio di Gesù che cammina caricato dalla croce, mentre sentiamo il rumore della pioggia scrosciante, cadere giù, quasi a voler indicare il lavaggio dei peccati del mondo che in quel momento si stava compiendo.
Continua il dialogo tra Maria e Giovanni, con i particolari del procedimento della crocifissione, mentre sullo sfondo vediamo una grande croce, simbolo del supplizio romano. Maria si chiede: ”Come tu punirai chi non ha peccato?”, mentre, nel successivo dialogo con il figlio, chiede per se stessa di morire insieme a lui, perché pensa l’ingiustizia subita, ad onta dei tanti sacrifici, che Lei come ogni madre, aveva fatto per crescere suo Figlio. Quest’ultimo la consola, ormai con voce rantolante, affidandola al suo giovane discepolo Giovanni ed eleggendolo quale suo nuovo figlio.
Sentiamo, dunque, cantare la celeberrima canzone dedicata a Maria, “Mira il tuo popolo”, canzone non scelta a caso, perché, mentre lei si rivolge alla croce, una voce narrante illustra gli ingredienti e i momenti della preparazione della pastiera napoletana. In quello stesso momento, sul video soccorrono le immagini di bambini affamanti del terzo mondo. A tale proposito, ringraziamo Sabatino Barbato, il video designer del lavoro teatrale, per la raccolta delle immagini proiettate.
A questo punto ci chiediamo: ”Il sacrificio di Gesù ed il dolore immane della Madre a cosa sono serviti? Li abbiamo capiti? Ne abbiamo fatto tesoro? E’ stato tutto inutile?…”
E’ con questi interrogativi che si conclude lo spettacolo, mentre il pubblico può uscire dal teatro attraversandol’atrio ancora ricco di fumo rosso, a voler ricordare il martirio, appena compiuto.
Grazie, a Renato Giordano che ha rielaborato questa intensissima Laude e ci ha fatto rivivere quei momenti terribili; alla bravura degli attori, che sono ormai di comprovata esperienza e professionalità; a Linda Ocone, che ha collaborato alla regia, con Giovanna Russo, che si è occupata dell’organizzazione generale dello spettacolo.
Maria Varricchio
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