Installare un parco eolico a Piana Romana? Sarebbe la morte del turismo religioso
Trasformare i terreni circostanti di Piana Romana, ospitando quelle pale eoliche che hanno già deturpato, con la loro invasiva presenza, il versante meridionale del Matese, significherebbe la morte del grande movimento legato al turismo religioso e ai pellegrinaggi, purtroppo rallentato a causa della pandemia. Ed io so bene quanta pressione bisogna fare con i tour operator perché ritagliato un tempo importante da riservare a Pietrelcina, nell’organizzazione dei pellegrinaggi.
Donato Calabrese
Piana Romana è una delle località più ricche di attrattiva per i pellegrinaggi ed il turismo religioso. Qui c’è un’Oasi di spiritualità e di pace, santificata dalla presenza di Padre Pio, che si respira dappertutto, nella contrada, ma specialmente nella piccola cappella ubicata quasi al centro di quello che era il terreno della famiglia Forgione, e che custodisce il cosiddetto olmo delle stigmate.
Nella biografia ufficiale curata da padre Fernando da Riese Pio X, è scritto che “La capanna sotto l’Olmo, come le case di Pietrelcina, è anche testimone taciturna delle vessazioni diaboliche che senza tregua hanno fatto soffrire molto il frate di Pietrelcina: “Nessuno sa quello che avveniva là di notte”, ha confidato una volta, Padre Pio .
Qui, il giovane Padre Pio amava stare seduto sotto un albero verdeggiante e ricco di ombra: il celebre olmo. Qui leggeva le opere di spiritualità cristiana, particolarmente la vita e le estasi di santa Gemma Galgani, le opere di Teresa d’Avila e di san Giovanni della Croce. Qui pregava, quieto e solitario, respirando a, a pieni polmoni, la pace, il silenzio, i pochi, gradevoli, rumori agresti generati dalla tranquilla vita contadina, ed interrotti solo dal cinguettio degli uccelli e dalla brezza che apportava un notevole beneficio ai suoi polmoni malati.
Soprattutto qui Padre Pio faceva i suoi esercizi spirituali, tenendo come riferimento un testo di padre Gaetano da Bergamo: Il Cappuccino ritirato.
È per questo legame con il suo Olmo che i familiari ed i cugini costruirono una cappella di paglia addossata all’albero, onde permettere un maggiore isolamento per il tempo che il giovane religioso cappuccino trascorreva a Piana Romana. E fu proprio nella semplice capannuccia di paglia, addossata all’olmo, che Gesù e la Madre Sua, Maria santissima, si degnarono di apparire a Padre Pio, donandogli le stigmate. Era il 7 settembre del 1910.
Sei anni dopo, il 17 febbraio 1916, Padre Pio lasciò Pietrelcina per tornare definitivamente alla vita conventuale.
Quarantadue anni dopo, precisamente nel 1958, su sollecitazione dello stesso Padre Pio, Mercurio Scocca, suo fedele amico d’infanzia, si fece promotore della costruzione di una cappellina dedicata a san Francesco d’Assisi, il primo stigmatizzato della storia cristiana. Abbattendo la vecchia e fatiscente capanna di paglia, e preservando l’olmo di Padre Pio, con non pochi sacrifici, Mercurio cominciò a raccogliere soldi per la costruzione della cappella, trovando aiuto anche negli altri abitanti della contrada.
La cappella è situata al centro di un incantevole boschetto di giovani olivi, e custodisce il tronco ormai secco e plastificato del vecchio olmo.
A Piana Romana, Padre Pio è nato Santo; è cresciuto Santo; è vissuto Santo. E qui, a Piana Romana, ha effuso quella santità che tuttora riscalda i cuori di milioni di credenti che si riconoscono nel suo inimitabile magistero di dolore e di amore.
Se cercate qualcosa di bello e affascinante a Piana Romana, resterete delusi. Piana Romana intriga i cuori perché è per i figli di Dio dotati di palato fine: coloro che non cercano ciò che è effimero, solenne, appariscente.
Venite a Piana Romana, ma fatevi accompagnare da persone che conoscono bene il percorso esistenziale, oblativo, spirituale e mistico, di Padre Pio. Allora, Piana Romana aprirà ai vostri occhi interiori lo scrigno dei suoi tesori: i tesori di grazie di Padre Pio. Perché qui il Cielo ha baciato la Terra. Grazie a Lui: Padre Pio da Pietrelcina.
Trasformare i terreni circostanti di Piana Romana, ospitando quelle pale eoliche che hanno già deturpato, con la loro invasiva presenza, il versante meridionale del Matese, significherebbe la morte del grande movimento legato al turismo religioso e ai pellegrinaggi, purtroppo rallentato a causa della pandemia. Ed io so bene quanta pressione bisogna fare con i tour operator perché ritagliato un tempo importante da riservare a Pietrelcina, nell’organizzazione dei pellegrinaggi.
C’è un episodio emblematico che dimostra come siamo ancora lontani anni luce dalla valorizzazione turistico-religiosa di Pietrelcina e di Piana Romana. Tre anni fa, prima della pandemia, venni invitato da un tour operator di Roma, a fare da guida a una famiglia spagnola, che mi aspettava a San Giovanni Rotondo. Erano tre persone e avrei dovuto accompagnarli anche a Monte Sant’Angelo. Giunto nell’hotel del Gargano, la figlia di questi due coniugi mi disse che era interessata anche a visitare Pietrelcina, ma il tour operator glie l’aveva sconsigliato, perché, a suo parere, non era importante.
A questo punto io risposi: “Come biografo e storico di Padre Pio, e come guida patentata della Regione Campania, posso affermare che non si può cogliere il significato della vita e della Missione di Padre Pio senza una visita a Pietrelcina. Pietrelcina ha un ruolo essenziale e vitale per una buona conoscenza di Padre Pio, della sua vita, e del suo percorso spirituale e mistico”.
Dopo questa mia reiterata insistenza, la famiglia, che era originaria del Venezuela, d’accordo col tour operator, mi chiese di accompagnarli anche a Pietrelcina. Lo feci con molto piacere, così potevo chiudere la giornata a Pietrelcina.
Ma giunto nella città natale di Padre Pio, trovai un’amara sorpresa: le case, la chiesa di Sant’Anna, e l’oasi di PIana Romana, erano chiuse. Raccontai giusto qualcosa, parlando a Piana Romana.
Profondamente delusa, la famiglia tornò a San Giovanni Rotondo insieme con l’autista che li accompagnava.
Cosa dire di più? Io ero più deluso di loro, anche perché avevo insistito che conoscessero la città natale di Padre Pio.
Sono vent’anni e più che frequento Piana Romana, abbeverandomi a larghi sorsi all’aria salubre e santa di quest’autentica Oasi dell’Infinito, valorizzata dalla presenza di Padre Pio e ancora di più dell’apparizione concomitante – evento rarissimo nelle vite dei santi – di Gesù e di Maria Santissimaa Padre Pio, con il successivo Doni mistico delle stigmate.
Ora, addirittura si parla di installare un parco eolico? Sembra strano che noi Guide ed operatori che siamo direttamente interessati nella valorizzazione di Pietrelcina e del Sannio, non ne sappiamo niente, né veniamo interpellati. Piana Romana è una delle principali – se non la più importante – meta di turismo religioso della nostra Provincia, e invece di installare un essenziale e decente servizio di bagni pubblici (Quante lamentele di turisti e pellegrini giungono alle mie orecchie!), si intende snaturare l’attrattiva religioso-spirituale di questa contrada assurta a fama mondiale.
È il paradosso di tutti i paradossi! E ciò succede soltanto qui, nel meridione e in Campania. Altrove c’è ben’altra cultura nella difesa dei luoghi che sono ambite mete di turismo religioso e di pellegrinaggi.
Mi auguro che le autorità comunali e provinciali alzino il livello di guardia su questo che si paventa come un autentico sopruso, e che, peraltro, offende fortemente, la coscienza cristiana e religiosa del nostro popolo. Per cui, parafrasando l’invito dei bravi al timoroso parroco dei Promessi Sposi, concludo dicendo: “Questo matrimonio tra Pietrelcina e il parco eolico non si deve fare”.
Donato Calabrese, Storico di Padre Pio, nonché Guida turistico-religiosa di Pietrelcina e Padre Pio