Interviene il comitato Abc: decidano i beneventani sull’acqua pubblica
Il comitato Acqua Bene Comune sollecita, attraverso il comunicato che riportiamo di seguito, il Sindaco di Benevento ad indire il referendum per l’Acqua Pubblica, magari accorpandolo con un’altra consultazione elettorle.
“Il Comitato Sannita Abc rende noto che il Difensore Civico Regionale, investito dal Consiglio Comunale (commissione Affari Istituzionali), si è dichiarato incompetente a decidere sul referendum per la gestione pubblica dell’Acqua. Lo stesso difensore Civico, inoltre, ha sollecitato il Comune ad approvare il regolamento, ed ha ribadito che se l’inerzia dell’amministrazione persiste, può esercitare il controllo sostitutivo in presenza di mancata adozione di provvedimenti obbligatori per legge, come previsto dall’art. 136 Decreto Legislativo 267/2000.È chiaro, infatti, che il quesito referendario redatto dal professore Alberto Lucarelli (ordinario di diritto Costituzionale alla Federico II di Napoli) non ha bisogno di alcuna approvazione. Il medesimo quesito è stato approvato da oltre 50 consigli comunali nella Provincia di Brescia, dove 216.000 abitanti si sono già espressi contro ogni forma di privatizzazione dell’acqua. La domanda referendaria rivolta ai cittadini di Benevento ribadisce la volontà popolare di 26 milioni di persone che nel 2011 si sono espresse a chiare lettere per l’Acqua Pubblica.
L’approvazione del regolamento attuativo per i referendum comunali è un dovere del Comune di Benevento, per consentire ai cittadini di esercitare il proprio diritto di voto non solo sull’acqua, ma anche su tutte le materie di pubblico interesse. I 6 mesi di tempo previsti dallo statuto Comunale del 1995 sono ampiamente trascorsi. Il Comune la smetta di fare melina e si assuma le sue responsabilità, i cittadini sono stanchi di aspettare e vogliono esprimersi sulla gestione pubblica dell’Acqua. Il Comune di Benevento sta scherzando con gli interessi e la salute dei Beneventani. Diritti fondamentali riconducibili alla nozione di sovranità popolare non possono essere compressi dall’ inerzia amministrativa. Lo stesso articolo 52 dello Statuto Comunale prevede che “Il Comune interviene nella gestione dei servizi tutte le volte che l’iniziativa privata non soddisfi le esigenze dei cittadini o sia eccessivamente onerosa.” Ed è lo stesso Statuto Comunale che prevede espressamente la costituzione di Aziende speciali totalmente pubbliche.
La gestione del servizio idrico integrato da parte di Gesesa spa è eccessivamente onerosa poichè l’acqua di Benevento è la più cara in Campania. Non siamo noi a dirlo, ma è l’Osservatorio dei prezzi e tariffe di Cittadinanza Attiva, che ha realizzato un’indagine sui costi sostenuti da una famiglia per il servizio idrico integrato nel 2018 (pubblicato dai giornali locali il 23.03.2019). Lo studio prevede che una famiglia media di Benevento fino a tre componenti con un consumo medio di 192 mc paga 355 euro all’anno, che è il costo più alto tra tutte le città della Campania. Il capoluogo di provincia più virtuoso con le tariffe più basse, invece, è la città di Napoli (273 euro) dove la gestione dell’acqua è saldamente in mano pubblica, pur non disponendo il capoluogo partenopeo di risorse idriche.
Fanno riflettere le affermazioni fatte pubblicamente del presidente di Gesesa dr Gino Abate nel corso della presentazione della nuova tariffa (prontamente non condivise dall’A.D. Cucciniello) il quale ha candidamente ammesso che Arera avrebbe ampi margini per ridurre i costi dell’acqua a Benevento, sino al 25/30 % a vantaggio dei consumatori. Il che vuol dire vuol dire che Gesesa spa cammina con un surplus finanziario di qualche milione di euro in percentuale rispetto al suo fatturato annuo. Cosa aspetta il sindaco di Benevento a presentare il ricorso contro l’aumento delle tariffe che aveva pubblicamente promesso, ma che sino ad ora nessuno ha visto? L’unica certezza e l’aumento delle bollette.
La prova, invece, che le esigenze dei cittadini non sono soddisfatte è data dai prelievi fatti nei pozzi di Campo Mazzoni e Pezzapiana dove a più riprese è stata rilevata la presenza d sostanze inquinanti e cancerogene come il tetracloroetilene ed il triclorometano. Acqua “salata” e di pessima qualità.
Il Comitato Sannita Abc, pertanto, a nome dei 3285 cittadini che hanno chiesto il Referendum ribadisce a gran voce: “Basta con le perdite di tempo”. La commissione approvi rapidamente il regolamento attuativo, così come promesso pubblicamente dal Sindaco Mastella e dal presidente della Commissione Affari Istituzionali Zanone. Il Sindaco poi proceda come previsto dallo statuto (art. 80) a fissare la data del Referendum accorpandola con un’altra consultazione elettorale per consentire un risparmio alle casse comunali.
Noi non ci arrendiamo perché siamo certi della nostra “buona battaglia” e continueremo a gridare così come abbiamo fatto in Consiglio Comunale il 22/03 davanti alla vergognosa approvazione di due delibere che presentavano evidenti violazioni di diritto Comunitario e di diritto interno. Comitato Sannita Acqua Bene Comune
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