Il sequestro del depuratore di Capodimonte ritarda l’assegnazione dei 52 alloggi di edilizia residenziale e pubblica
Per quanto riguarda l’assegnazione dei 52 alloggi di edilizia residenziale pubblica in Contrada Capodimonte, sono intervenuti,con una nota, di cui pubblichiamo il testo integrale, i consiglieri comunali di Alternativa per Benevento: Luigi Diego Perifano,Raffaele De Longis, Giovanni De Lorenzo, Floriana Fioretti, Angelo Miceli, Luigia Piccaluga, Vincenzo Sguera, e Marialetizia Varricchio
“L’annosa questione della assegnazione dei 52 alloggi di edilizia residenziale pubblica in C.da Capodimonte rischia di complicarsi, vanificando le aspettative di decine di famiglie che da tempo lottano per il diritto alla casa.
Sono note le questioni tecniche e burocratiche che hanno sin qui causato un rallentamento nella esecuzione delle opere e conseguentemente nella assegnazione degli alloggi, ma francamente non ci interessa innescare polemiche che non servono a risolvere il problema.
Quello che noi chiediamo è che, nelle more del superamento dei vari ostacoli che ancora si frappongono alla consegna delle abitazioni, non ultimo l’allaccio al depuratore comunale tuttora sottoposto a sequestro (questione la cui risoluzione non è prevedibile in tempi brevissimi), si proceda ad adottare i formali provvedimenti di assegnazione degli alloggi in favore degli aventi diritto.
In tal modo si riuscirebbe ad evitare che l’indizione di un nuovo bando per la formazione di nuova graduatoria regionale, con scadenza termini al trenta Settembre, possa negativamente interferire con le procedure in corso.
Ci auguriamo che la necessaria sensibilità per la difficile condizione di vita e gli enormi disagi in cui versano tante famiglie porti, in tempi rapidi, a risposte certe e definitive”.
Sulla questione era intervenuta il 4 settembre l’assessoreall’edilizia abitativa, Molly Chiusolo, con una nota, di cui abbiamo pubblicato il testo integrale, nella quale la componente l’esecutivo del Comune di Benevento sosteneva la non imputabilità dei ritardi all’amministrazione Mastella, indipendentemente dal fatto che “l’ultimazione dei lavori è prevista per la fine di settembre”, evidentemente di quest’anno.
Ma i ritardi, imputabili al sequestro del depuratore di Capodimonte, sono, sì, ascrivibili alla Gesesa, che, unitamente adaltri 11 depuratori sequestrati dalla Procura della Repubblica, non ha effettuato la dovuta manutenzione, consentendo l’inquinamento dei fiumi, ma la SpA che gestisce il servizio idrico, di cui è socio di maggioranza l’Acea di Roma, è una partecipata del Comune, sicché anche all’amministrazione di Palazzo Mosti vanno attribuite le responsabilità, per non aver esercitato il dovuto controllo su Gesesa. Anzi, un laboratorio di analisi, gestito dal marito di una consigliera comunale mastelliana, che nel primo mandato di Mastella è stata anche assessore avrebbe effettuato analisi compiacenti sulle acque “depurate”.
Mente i consiglieri di Alternativa per Benevento non hanno voluto innescare polemiche sulla vicenda, limitandosi a dire che i tempi per pervenire al dissequestro dei depuratori non sono brevissimi, l’avv. Molly Chiusolo sostiene che, su sollecitazione del Comune, “la Gesesa ha sollecitato l’Amministratore giudiziario a procedere quanto prima al dissequestro del depuratore di Capodimonte, senza del quale è impossibile l’allaccio in fogna”. (gdg)