IL DIRITTO di NASCERE o di UCCIDERE?
La clamorosa decisione della Corte Suprema degli USA, dopo mezzo secolo, cancella la sentenza che il 1973 aveva introdotto “il Diritto Costituzionale all’Aborto” e riconsegna ai singoli Stati dell’Unione la responsabilità politica e giuridica di governare la difficile, delicata e complessa realtà della vita nascente.
E’ il momento, anche per tutti noi, di riaffidare finalmente alla vera cultura contemporanea – filosofica, giuridica, antropologica, politica e religiosa – e all’autonomia delle Comunità la questione essenziale della Civiltà umana: la Vita, le radici, il significato e il destino del vivere, le forme della sua conservazione, della sua difesa e della sua promozione ed anche la tragedia epocale dell’anti-Vita.
Covata dalla irreligione della libertà dell’ateismo scientista e materialista, nel XX secolo si è scatenata “l’ideologia della morte”, con le imprese globali delle guerre mondiali fin dentro le “viscere” della maternità umana. In questa infatti è tessuta la realtà nuova delle luce dell’essere, il prodigio primario nella creazione della storia ad opera dell’atto duale di Amore del concepimento. Ein questo atto creativo c’è tutta la pienezza feconda e potente della vita della creatura generata e della sua immortalità; c’è il Dono perfetto della Bellezza, della Felicità, della Vita.
Possono ancora valere i superbi ragionamenti e gli inganni avanzati per sostenere l’annientamento dell’embrione e per rifiutare di custodire, come in un sacrario, la vita prenatale,esponendola invece all’empio e tragico oltraggio e al dolorosissimo strazio? Introdotta con Lenin, nel cuore della Modernità rivoluzionaria, la legalizzazione dell’aborto, anche il mondo liberal-democratico dell’Occidente, a cominciare dagli USA, seguì, negli anni settanta, il tremendo modello totalitario, mobilitando e devastando con dissennati trionfalismi spettacolaridi liberazione femminile e sessuale mentalità, sensibilità e costumipenetrati per secoli di Cristianesimo. In Italia, nel 1978, mentre si compiva la tragedia di Moro si approvava la 194 nel segno della morte..
Così si realizzava la Via Crucis mondiale degli Innocenti con il rigetto materno della filialità, con il rinnegamento medico-scientifico dell’identità umana di ciascuno di essi e con l’autorizzazione statale a procedere, negli Istituti di “Salute pubblica”, alla esecuzione del micidiale verdetto di morte di milioni di nascituri. E’ questa la tragedia immensa che ha travolto l’impianto morale, etico e istituzionale dei processi generativi e generazionali e introdotto la violenza nel luogo intimo e sacro della concezione biologica e della libertà primordiale. Da allora la pseudo-filosofia teologizzante dei “Diritti dell’uomo” è servita da esaltante copertura ideologica e retorica all’orrendo misfatto.
Quanta pena, e vergogna, nel registrare le reazioni dell’élite dominante dell’Occidente! Il Presidente USA J. Biden: “ … è un tragico errore”; l’ex Presidente Obama: “… sono state attaccate le libertà fondamentali di milioni di americani” e la moglie: “Una decisione orribile, dagli effetti devastanti”; Hillary Clinton: “Un’infamia”; Nancy Pelosi, speaker della Camera dei rappresentanti: “Decisione crudele, scandalosa. Un insulto”; il Presidente del Canada: “ E’ orribile”; il Presidente francese Macron: “ L’aborto è un diritto fondamentale per tutte le donne. Deve essere difeso”; dall’Inghilterra Boris Johnson: “La decisione è un grande passo indietro”. Reazioni dure dalle grandi Aziende: Disney, Apple, JP Morgan, Tesla, Netflix, Bank of America, Microsoft, …
In Italia: una desolazione! Sia dalla politica che dai giornali.
Ora, siamo chiamati tutti a rispondere con coraggio, con coerenza a difesa della Vita: innanzitutto le Parrocchie e le Associazioni religiose, spesso silenziose, indifferenti, estranee al confronto escatologico tra la cultura della Vita e l’ideologia della morte, tra il coraggio della testimonianza coerente e fedele e la doppiezza del compromesso e della propaganda, fra il discernimento umile, rigoroso e sapiente e l’ipocrisia che manipola , distorce e rinnega.
Torniamo ad ascoltare “il grido silenzioso” del piccolo essere –immagine di Dio, ripreso in ecografia, mentre cerca invano di sfuggire al ferro inesorabile del chirurgo.
E ricordiamo: “… già alla quinta o sesta settimana l’essere umano non nato comincia a muoversi nel grembo; alla nona settimana sono presenti tutte le funzioni fisiologiche fondamentali; alla decima settimana gli organi vitali incominciano a funzionare e le unghie delle mani e delle dita dei piedi incominciano a prendere forma; all’undicesima settimana il diaframma si sta sviluppando e ora l’essere umano non nato si muove liberamente nel grembo; e alla dodicesima settimana l’essere umano non nato ha preso forma umana in tutti i suoi aspetti più rilevanti”.
Torniamo, dunque, al Vangelo! Torniamo alla fonte della Civiltà planetaria, alla Creazione, per richiamarci alla potenza umano-divina di Verità, di Libertà, di Amore!
Potremo liberarci dall’empietà, dalla superbia, dalla lussuria, dalla avidità di beni e di denaro e tornare a credere, a sperare e ad amare la Vita. Sì, la Vita!
Il documentato grido d’allarme di Davide Nava contro l’aborto è sempre più straziante via via che aumenta il numero delle settimane dal concepimento, diventando supremo atto d’accusa per l’aborto “alla dodicesima settimana”, quando “l’essere umano non nato ha preso forma umana in tutti i suoi aspetti più rilevanti”. Se non erro nel conteggio, la dodicesima settimana corrisponde alla fine del terzo mese di gravidanza, limite invalicabile per esercitare il diritto all’aborto in Italia. Non così in tutto il mondo civile e progressivo. In alcuni Stati Americani, quel diritto – inorridisco a dirlo – si può esercitare anche al nono mese di gravidanza, quando l’essere umano non nato è identico all’essere umano appena nato. Poteva essere considerato anche questo un diritto costituzionale? Prima della Suprema Corte, ogni umano buonsenso dice: no.