Assemblea della Confindustria, De Luca: Il segretario della NATO e’ un semianalfabeta. La regione finanziera’ il completamento dell’asse Rione Liberta’-Viale Mellusi

 In un intervento di 52 minuti, svolto a conclusione dell’assemblea dei soci di Confindustria della provincia di Benevento, Vincenzo De Luca, governatore della Campania e leader del Partito Democratico Campano, ha dedicato i primi 22 minuti al conflitto russo-ucraino in corso dal 24 febbraio. 

  Rispetto a questo aspetto dell’intervento di De Luca, la nostra scelta di pubblicare integralmente il discorso del presidente della Regione si rivela ancora più importante, se si considera che Il Mattino, il quotidiano di carta stampata che leggiamo noi,  si è limitato a dare spazio all’accoglimento, da parte di De Luca, della richiesta di finanziamento, nella misura di 27 milioni, avanzata da Mastella, per il completamento dell’asse interquartiere rione Libertà-viale Mellusi, iniziato negli anni 80 dal sindaco Antonio Pietrantonio. 

  Ovviamente, la pagina locale del quotidiano napoletano, non ha fatto alcun cenno a quando detto da De Luca in quei 22 minuti, in sostegno delle ragioni di Putin. Probabilmente, il cronista avrà voluto essere in linea con il giornale, la cui prima pagina, in ordine al conflitto, fa venire i brividi, ogni giorno, nei titoli di apertura, a conferma della scelta  atlantista di tale quotidiano, bene allineato, se si eccettua Il Fatto Quotidiano, rispetto a tutte le altre testate di tiratura nazionale.

  Sul conflitto russo-ucraino, abbiamo, quindi, una informazione a senso unico. Anche le reti televisive, come La7, dispongono sempre degli stessi commentatori, che hanno la pretesa di influenzare l’opinione pubblica. E poi noi italiani ci riempiamo la bocca nel dire che il nostro è un paese democratico.

  Non commettiamo una esagerazione se ricordiamo che, nelle lettere dal carcere, Gramsci una volta ha detto alla cognata Tania che venire a conoscenza di ciò che realmente accadeva nel Paese, attraverso la lettura, nel carcere, della stampa del regime, era per lui come tirar sangue dalle rape.

  Tuttavia, la maggioranza del popolo italiano è contraria all’invio di armi in Ucraina. Sarà stata forse influenzata dal Papa che ha ritenuto pazzesco per il governo italiano aumentare le spese militari, un giudizio, questo, in linea con quel passaggio dell’intervista che il Pontefice ha reso al Corriere della Sera, passaggio secondo cui il conflitto sarebbe stato originato dal fatto che la Nato era andata ad abbaiare davanti alla porta della Russia.  

   Il Mattino, nel resoconto dell’assemblea della Confindustria ha però dato molto spazio alle lamentazioni di Mastella nei confronti della Regione per quanto riguarda quella che lui riterrebbe esigua l’entità dei finanziamenti di opere nelle aree interne e, in particolare, nella provincia di Benevento.

  “Non si può dare tutto a Napoli”, ha denunciato Mastella, nell’auditorium “San Vittorino”, del quale non ha rinnovato la concessione in uso al Conservatorio “Nicola Sala”, dopo che la prima concessione è giunta alla scadenza. Si ricorderà che il presidente della istituzione musicale, Antonio Verga, non è proprio un fan di Mastella, per aver, in occasione del concerto di Pasqua del 2021, organizzato dalla Regione nell’Auditorium “Sant’Agostino” con una spesa di 15.000 euro da parte del Comune, fortemente criticato l’iniziativa, programmata in presenza di un DPCM, che vietava assembramenti e, quindi, manifestazioni di questo tipo, e senza rispetto per i 5.000 morti che si erano registrati in Campania fino allora. Ma il concerto, ripreso da Rai2 per volontà della Regione, sarebbe divenuto allettante per il sindaco, sempre alla ricerca, ad avviso ormai non soltanto nostro, di esposizione mediatica.

  Chissà cosa pensa, del non rinnovo della concessione,  Giosuè Grassia, il direttore del Conservatorio che aveva inserito, contro il parere di Verga, il nome del sindaco tra gli organizzatori della festa della musica, per ringraziarlo proprio del fatto che aveva concesso al Conservatorio l’uso del “San Vittorino”, un concessione che il sindaco aveva soltanto formalizzato, poiché Fausto Pepe, predecessore di Mastella, aveva già destinato al Conservatorio quell’Auditorium, appena terminati i lavori di ristrutturazione dell’ex convento di clausura, del quale il “San Vittorino” fa parte.

  E si tratta dello stesso Giosuè Grassia (un mastelliano secondo la nostra percezione)che, leggiamo sul Mattino, avrebbe consigliato al commercialista Antonio Rossi di integrare il suo curriculum, dovendo il Conservatorio, stanti le indicazioni del Tar che ha sospeso, su ricorso di Verga, la nomina a Presidente del predetto Rossi in attesa del giudizio di merito, riformulare al Ministero dell’Università la terna dei candidati allaPresidenza. In proposito, si ricorderà, un dettaglio non irrilevante,  che Antonio Rossi è stato candidato, nelle recenti elezioni comunali, senza essere eletto, in una delle dieci liste presentate da Mastella in proprio sostegno.

 Si deve ritenere, alla luce delle lamentazioni di Mastella, non più adulatore del governatore, che il consigliere regionale mastelliano, Luigi Abbate, sostenuto dal sindaco, sia andato in avanscoperta, nel denunciare il modo come De Luca trascuri le aree interne. Nella stessa ottica si inserisce, a nostro avviso, anche la posizione assunta da Abbate nei confronti del direttore generale dell’Azienda Ospedaliera S.Pio, soprattutto per quanto riguarda l’assunzione di medici qualche mese fa.

  Ma sentiamo cosa ha detto Vincenzo De Luca.

“Io ho detto, altre volte, che questa guerra vede un colpevole, ma non innocenti. Colpevole è la Russia che ha dato vita ad una guerra preventiva seguendo il cattivo esempio di Bush, che, sulla base di una grande mistificazione, ha dato vita alla seconda invasione dell’Iraq. La Russia è colpevole, perché ha immaginato che l’Ucraina non avesse una sua identità nazionale, che invece ha dimostrato di avere; ma non ci sono innocenti. Ho domandato, in queste settimane, in questi mesi, che cosa è cambiato, sulla scena mondiale, in questi 10 mesi. Dieci mesi fa, ad agosto,dell’Ucraina non parlava nessuno, non sapevamo neanche dove fosse. Dieci mesi fa, a ferragosto, al centro dell’attenzione c’era l’Afghanistan, c’era la fuga indecorosa degli occidentali, degli americani da Kabul, c’era il tradimento di quelli che avevano creduto nell’occidente, c’erano le mamme di Kabul che buttavano i bambini oltre la recinzione dell’aeroporto di Kabul per salvare i bambini. Tra l’altro, l’unica ambasciata rimasta aperta era quella russa a cui facevamo capo  tutti quanti, anche noi italiani, per avere un canale di comunicazione con i talebani. Allora, un anno fa, non c’era l’imperialismo russo, l’espansionismo di Putin, le barbarie, la lotta per la libertà contro la dittatura, non c’era niente. Cosa è successo di nuovo in questi dieci mesi, per motivare una cosi grave drammatizzazione della situazione internazionale e l’esplosione della guerra?”

 “E’ successa una sola cosa: l’avvio, da parte dell’Ucraina, del procedimento per entrare nella Nato. E, a questa richiesta, l’occidente ha risposto in maniera totalmente irresponsabile, e cioè a braccia aperte. Anzi, se nella Nato facciamo entrare anche la Finlandia, la Svezia, che da duecento anni è neutrale, tanto di guadagnato. Questo ha rappresentato un pretesto per mettere in atto una guerra preventiva che sta avendo degli esiti drammatici per le popolazioni interessate, ma anche per il mondo intero e per le nostre economie. Io sono di quelli che non riescono più a vedere le trasmissioni televisive, per la quantità di mistificazione: ormai questa guerra è diventata uno sceneggiato a puntate, una cosa vergognosa, ed è come se questa guerra non avesse un passato e un futuro”.

“Non si sa da cosa è venuta questa guerra, per darne una giustificazione. Quando si fa una guerra preventiva non si hanno giustificazioni. Abbiamo ascoltato, in questa settimana, dichiarazioni assolutamente idiote, irresponsabili, da parte di dirigenti della Nato. Ma qualcuno di noi può immaginare che tutto il confine occidentale della Russia sia occupato da paesi della Nato? Kissinger, che non era italiano, e non era pacifista,ci ha insegnato che la pace si difende con gli equilibri dei poteri e tenendo conto delle aree di influenza che hanno tutte le grandi potenze (ma, signor presidente, ai tempi di Kissinger, gli equilibri erano determinati dal blocco sovietico e dal blocco atlantico. Kissinger ha anche organizzato il colpo di Stato in Cile, nel 1973, ed ha avuto, come premio, il Nobel per la pace. Ora la situazione è diversa: non c’è più l’Unione Sovietica che faccia da contrappeso agli Stati Uniti, per cui l’America pretende di dominare il mondo – ndr)”. 

  “Questa è la storia vera, non le imbecillità che ci raccontano in televisione. Questo c’è l’ha insegnato l’America, quando alcuni decenni fa (esattamente nell’autunno del 1962 – ndr”), di fronte all’Unione Sovietica che metteva i missili a Cuba, ha fatto il blocco navale intorno a Cuba, e ha detto: cari signori, voi state toccando le esigenze di sicurezza nazionale degli Stati Uniti d’America e dunque non ci sono margini di mediazione, per cui o togliete i missili sovietici o è guerra (il blocco navale fu disposto da Kennedy per impedire l’arrivo dei missili, ma poi Kennedy, in un accordo segreto con Krusciov, fu costretto a togliere i missili dalla Turchia – ndr)”.

 “L’America ha fatto bene, Kennedy ha fatto bene, perché era insopportabile  che a 200 miglia dagli USA ci fossero i missili sovietici. Nel caso di oggi, stiamo parlando di un intervento della Nato al confine della Russia. Ma qualcuno può immaginare che non ci sia un’area di influenza della Russia? Sto parlando non di chiacchiere, madell’equilibrio di potere reale, cioè quello che conta per la storia vera. Qualcuno puòimmaginare una cosa del genere? Allora, non abbiamo un passato e  non abbiamo un futuro, perché io sono fra quelli che non hanno ancora capito qual è l’obbiettivo di questa guerra dal punto di vista occidentale”.

“L’America ha detto che il suo obbiettivo è quello di far durare più a lungo possibile la guerra, per mettere in ginocchio  la Russia, per mettere in atto un cambio di potere in Russia. Io sono fra quelli che, se se ne va Putin, ritengono che viene qualcuno peggiore di lui, non migliore. C’è qualcuno che sia in grado di governare trenta etnie? Tante sono nella Russia. Avremmo un processo di disgregazione generale. L’America e la Gran Bretagna hanno detto quali sono i loro obbiettivi. Ma non credo che questi obiettivi possano essere quelli dell’Europa. L’obbiettivo è creare condizioni di pace stabile”.

“Facciamo questo ragionamento che cerca di portare alla luce la realtà per quella che è, non mistificazioni ideologiche. La democrazia contro la dittatura. La verità è che stiamo nel pieno di  un conflitto nel quale è in gioco l’economia mondiale. C’è una parte, in America, che pensa che nel mondo ci debba essere un solo paese che comanda, l’America. Ma il cuore del problema è questo: prendere atto che dopo la seconda guerra mondiale, dopo il crollo del muro di Berlino, dopo il crollo dell’Unione Sovietica, si è aperta, sulla faccia della terra, un’altra storia che vede l’emergere di molti polarismi. Fra le tante imbecillità c’è anche l’imbecillità secondo cui  la Russia è isolata. Invece, la maggior parte dei paesi che rappresentano la popolazione mondiale non ha appoggiato questa decisione. Ma non ce lo dicono solo Cina e India che rappresentano 3 miliardi di persone.  Allora, rispetto a questa linea di dominio del mondo, che secondo quella parte di americani deve essere legata ad un solo paese,noi dobbiamo prendere atto che c’è un multipolarismo, e che la discussione vera dobbiamo farla con la Cina, ma non in termini militari”. 

  “Mi è capitato di incontrare l’ ambasciatore cinese in Italia. Gli ho detto che noi dobbiamo difendere la pace, ma non possiamo accettare uno squilibrio competitivo fra l’occidente e la Cina. Glielo ho detto con grande rispetto: se la Cina ha la metà dei costi di  produzione delle fabbriche italiane, o un terzo, noi dobbiamo trovare unaintesa, perché, altrimenti, rimane solo la Cina, come grande fabbrica nel mondo. Ma questa è la competizione vera. Io non sono con quelli che parlano di compromesso, di pace, di cessate il fuoco. Noi dobbiamo chiedere il cessate il fuoco non per 24 ore. Bisogna fare più operazioni contemporaneamente: chiedere alla Russia di bloccare ogni iniziativa militare, ma bisogna pure chiedere anche ai paesi della Nato di non mandare più neanche un’arma all’Ucraina”.

“Dai telegiornali abbiamo saputo che sono arrivati 5 miliardi di dollari in armamenti all’Ucraina. Oggi la vera potenza militare non è la Russia, ma l’Ucraina. Quindi non si creano le condizioni per un cessate il fuoco e non si parla di proposte realistiche. Bisogna creare una fascia di neutralità di tutti i paesi dell’ex patto di Varsavia (ricordiamo, tra parentesi, che c’è un solo patto militare, ed è quello della Nato; ilpatto di Varsavia non c’è  più). Ora, già tutti i paese dell’ex blocco orientale (l’Estonia, la Lettonia, la Lituania, la Polonia, la Slovacchia, l’Ungheria, la Romania, la Bulgaria)fanno parte della Nato, quindi questi Paesi sono tutti quelli che confinano con la Russia. Insomma, tutto il confine occidentale è già nella Nato. Ma è proprio indispensabile fare entrare nella Nato l’Ucraina, che fino a trent’anni fa era parte integrante della Russia, o la Finlandia o la Svezia.  Credo che il minimo sia quello di garantire una fascia di neutralità, ma la neutralità deve essere acquisita da tutti i paesi, perché la garanzia di sicurezza va data”.

“L’Austria vive benissimo come paese neutrale, così può vivere benissimo l’Ucraina ,come la Finlandia (che al momento in cui scarichiamo la registrazione, è già entrata nella Nato – ndr) e la Svezia. Creiamo le condizioni per la sicurezza di un altro paese,che, fra l’altro, sta festeggiando in queste ore la vittoria sul nazismo. A un paese che ha avuto 27 milioni di morti per sconfiggere il nazifascismo, non si può dire:decidiamo tutto noi e tu stai zitto. Bisogna aver rispetto di quel paese, non per ragioni di galateo, ma perché, in questo modo,  la pace non l’avremmo mai. Quello è un paese disponibile a combattere fino all’ultima goccia di sangue. Allora, io penso all’Italia e agli interessi che ha l’Italia in questo momento. Però, per quello che si è  creato, non ci sono le condizioni per garantire la pace nei prossimi decenni. Allora, cari presidente Vigorito e amici della Confindustria, noi abbiamo una grande incertezza,non sappiamo cosa succederà fra una settimana, un mese, se la guerra dura a lungo, secondo le intenzioni di Biden. L’Europa deve trovare uno scatto di dignità, nel senso che si deve mettere nelle condizioni di dire agli amici americani: cari amici, l’alleanza euro-atlantica è un dato essenziale per tutti quanti noi, ma essere amici significa dirsi la verità, e quindi, mentre l’America se ne può infischiare della guerra in Ucraina perché non ha né problemi di materie prime, né problemi di sicurezza, né problemi alimentari, né problemi energetici, noi invece, se la guerra continua, rischiamo una crisi economica drammatica e la perdita di 500mila posti di lavoro. Questa cosa ai nostri alleati americani va detta in maniera chiara, perché noi abbiano il dovere di difendere in primo luogo  la nostra unità nazionale, cioè i nostri lavoratori, le nostre imprese, le nostre famiglie, e poi discutiamo di tutto il resto”.

“In queste settimane, noi stiamo lavorando con il governo italiano per ampliare le forniture di gas. Leggevo, in questa settimana, che l’Algeria, l’Angola, ci consentiranno di avere un incremento di fornitura da 3 a 5 miliardi di metri cubi di gas. Noi dalla Russia importiamo 30 miliardi di metri cubi di gas, e tutte queste cose che  stiamo cercando di realizzare, si concretizzeranno nell’arco di  due, tre anni. Nel frattempo, però, come facciamo? Allora, la situazione inizia a diventare complicata, per le forniture di grano, di argilla. Ne risentirà l’industria della ceramica, per la mancata fornitura di materie prime,  a parte la mancata fornitura di gas. Allora, dobbiamo davvero mettere in campo un’iniziativa dell’Europa, se vogliamo esistere come  Europa, e non vogliamo solo suonare i piattini come si diceva ai miei tempi, per difendere i nostri interessi nazionali come fanno tutti gli altri paesi”. 

 “Gli Stati Uniti difendono  la propria area di interesse, la propria area di influenza fino all’America Meridionale. A quelli che dicono che stiamo vivendo la battaglia della libertà contro l’oppressione, rispondiamo: ma 10 mesi fa questa battaglia non esisteva, quest’angoscia non l’avevamo. Per questo dico che non ci sono innocenti. Negli Stati Uniti d’America, ancora oggi, c’è il campo di concentramento di Guantanamo, dove abbiamo persone rinchiuse da vent’anni senza nessun capo di imputazione. Ho abbastanza anni per ricordare quando, in Argentina, prendevano i democratici, li mettevano sugli aerei e li buttavano nell’oceano a migliaia, o quando Salvador Allende moriva con un fucile in mano per difendere la sua autonomia nazionale. Allora, noi vedremo come evolve questa situazione, ma finché non si chiarisce il quadro, noi faremo fatica a programmare”.

“Intanto, gli elementi certi sono questi: abbiamo l’inflazione che sta andando tra il 6 e il 7%, quindi cominciamo ad avere una riduzione del potere d’acquisto di salari, stipendi e pensioni, un aumento del costo della vita e cominciamo ad avere segnali di crisi economica in termini di riduzione del prodotto interno lordo. Per l’Italia, nel primo trimestre, abbiamo retto solo per il trascinamento del 2021. La Germania ha già un segno negativo del suo Pil, l’America ha meno 1,4% nel primo trimestre. Per noi, è vitale la Germania, ma se va in crisi la Germania, il nostro principale paese esportatore, la cosa diventa pesante. Quindi, lo scenario che abbiamo di fronte è questo: una inflazione che rischia di arrivare a due cifre e l’inizio di una crisi economica, che diventerà drammatica, se ci sarà una crisi energetica”.

 “Adesso, ci saranno altre sanzioni. Il petrolio non è importante, ma se si bloccano  le forniture di gas, noi ci facciamo male. Allora, in tutto questo, io mi auguro che Draghi nel suo colloquio con Biden, acquisisca almeno un principio, quello secondo cui, se dobbiamo essere tutti insieme nella tutela dell’Ucraina, dobbiamo essere tutti insieme nel riparto delle penalizzazioni, perché, mentre l’Italia dipende per 30 miliardi di metri cubi di gas dalla Russia, altri paesi non hanno questo problema. Allora, dividiamoci anche le forniture di gas, almeno il ragionamento ha una sua plausibilità. Ma se qualcuno pensa di continuare in eterno con la guerra, e ci sono paesi che se ne infischiano della crisi energetica  mentre noi finiamo in ginocchio,  questa è un’ipotesi che non può essere retta”. 

 “Allora, venendo a noi, pensiamo intanto a lavorare. Lo scenario più plausibile che è di fronte a noi è una riduzione del Pil in occidente e un tasso di inflazione che comincia a mordere sulla carne viva delle famiglie e dei pensionati. Questa situazione noi non la reggiamo, aggiungiamo a questa situazione il pericolo della fame, in Africa. Fame significa nuova ondata di immigrati, ovviamente; significa la disperazione, nel senso cioè che veramente abbiamo creato una situazione tale di sconvolgimento degli equilibri che  io trovo consolante, come dice il Papa, che è l’unica grande personalità che parla un linguaggio di onestà intellettuale e di preoccupazione vera.  Abbiamo creato, con  le nostre mani, una pazzia. Perché? Per l’allargamento della Nato all’Ucraina? Ma andate al diavolo! Se qualcuno ha un’altra ragione per gli sconvolgimenti di questi equilibri, me la indichi, perché io non la trovo. Quando mi domando: cosa è cambiato rispetto a 10 mesi fa? Io trovo solo questa motivazione,non trovo altro”.

“Dobbiamo fare la guerra della democrazia contro la dittatura? Bene. Quindi, diciamo al mondo che non parliamo più con la Cina, con l’Arabia Saudita, con gli Emirati d’Arabi Uniti, non parliamo più con i due terzi del mondo,  nei quali la democrazia non c’è. Se è questo ciò che dobbiamo indicare ai nostri figli, alle generazioni che verranno, dobbiamo dire che noi stiamo indicando la prospettiva della terza guerra mondiale. Peccato per Draghi, che, negli Stati Uniti, non ci sono più persone come  Henry Kissinger, cioè grandi diplomatici che avevano innanzitutto il senso della storia, e non persone come questi primitivi tangheri, semianalfabeti, che parlano senza misurare il peso delle parole che pronunciano. E rimpiango Aldo Moro, Andreotti (!), nostri grandi uomini di libertà, che, prima di aprire bocca, conoscevano la storia dei paesi dell’Europa e non erano semianalfabeti di ritorno, come il segretario della Nato”.

“Veniamo a noi. Lo scenario ravvicinato è questo: ’inflazione al 6-7%, abbassamento del Pil. Che facciamo? Ora , noi dovremmo, in queste condizioni,  realizzare in PNRR. La cosa è complicata. Facciamo un passo indietro. Come è stato ricordato, abbiamo ottenuto 209 miliardi dall’Europa per raggiungere, con il PNRR, tre obbiettivi: superamento del divario territoriale nord–sud; superamento dei divari sociali; superamento del divario di genere, con una maggiore occupazione femminile. C’è questo grande programma, che è rivolto innanzitutto al Sud, altrimenti i 209 miliardi non li avremmo avuti. Nel corso di questi mesi, più passa il tempo, più sembra che queste risorse siano destinate all’Italia in maniera generica. Ma non è così: sono destinate a risolvere lo squilibrio nord-sud in primo luogo”.

“Anche qui, noi purtroppo non abbiamo classi dirigenti, vabbè non  mi fate parlare. La Germania, in venti anni, ha preso in mano, la Germania ex comunista, dopo il crollo del muro di Berlino; ha portato il marco direttamente nella Germania ex comunista;ha fatto un’operazione di un valore storico. Nel giro di vent’anni ha quasi recuperato il divario tra Germania orientale e federale. Quella è una classe dirigente. Il leader era Koll, che ha avuto la forza ideale e politica, il coraggio di realizzare, prima di tutto, l’unità nazionale. Ma quella è la Germania. In Italia con chi parliamo per realizzare l’unità nazionale Nord–Sud? Qui si ragiona sul modo come, domani mattina, si possano fregare 100 voti   in più, facendo un po’ di propaganda. Questa è la tragedia.  Ovviamente, Koll ha avuto l’autorizzazione per l’unificazione della Germania a due condizioni, e l’autorizzazione l’ha data anche la Russia come potenza vincitrice. La prima è che la Germania fosse ricompresa nella moneta unica europea, cioè che ci fosse un’operazione di contenimento della Germania; la seconda condizione è stata quella di garantire alla Russia che i paesi dell’ex patto di Varsavia se ne stessero per i fatti propri e che la Nato non si estendesse”.

 “In Italia, non abbiamo una classe dirigente che ha questa forza politica: Quindi, il Sud è completamente cancellato dal dibattito pubblico. Ma su tutto, noi abbiamo il 20% di occupati in meno della Germania. Se noi facessimo un’operazione verità in Italia, vedremmo cose incredibili. Ho visto il rettore dell’Università di Benevento. In Italia, lo Stato decide di aumentare i finanziamenti pubblici in proporzione all’aumento dei contributi delle regioni, ma se ci sono regioni che hanno il doppio del reddito pro-capite della Campania, è evidente che state prendendo in giro  il Sud. Questo riguarda tutti i capitoli: politiche sociali, scolastiche, infrastrutturali. Non abbiamo una classe dirigente che ha la forza di dire l’Italia è l’Italia, se recuperiamo il Sud. L’ Italia è l’Italia se c’è Milano, che è una grande realtà, ma è l’Italia se c’è Napoli con la sua cultura, con la sua storia, con il suo umanesimo, con i suoi vizi, con i suoi difetti.  Ma,senza questa realtà, l’Italia non è l’Italia, e non è l’Italia senza qualcuno, a cui sono affezionato, come Francesco De Sanctis, che a qualche chilometro da qui cercava di dare un‘ispirazione alla nuova  Italia che nasceva dal Risorgimento. Allora, noi che cosa possiamo fare? Le regioni non hanno un ruolo primario nel PNRR. Il governo ha fatto una doppia operazione: una operazione di centralizzazione e un’operazione opportunistica con i comuni e le città metropolitane”.

“Che cosa ha determinato questa scelta? Che una parte della centralizzazione funziona, cioè se tu centralizzi sulle Ferrovie dello Stato, sull’Anas, sui grandi gruppi, su grandi aziende nazionali che hanno capacità di investimento, la cosa funziona; se centralizzazione significa poi ministeri siamo al disastro. Voi pensate che un ministero a Roma possa guidare un processo di investimento? Ma per l’amor di Dio! Vi sono anche grandi professionalità, ma, in generale, quelli che dirigono un ministero sono sempre quelli che girano da ministero a ministero, che misurano le decisioni non in tempi umani, ma in ere geologiche. Devo dare il parere per fare il drenaggio della sabbia del porto di Napoli e del porto di Salerno, altrimenti le navi poi nel porto non possono entrare: 5 anni. Dobbiamo approvare un piano paesaggistico in regione Campania: 6 anni. Dobbiamo approvare, caro presidente Vigorito, i due investimenti per fare l’eolico a Benevento. Ebbene, dobbiamo discutere, perché fino a 30 megawatt è competente la regione; se però superiamo questo limite, bisogna interloquire con il Ministero”.

  “Che c’entra il Ministero, se si supera il limite di 30 megawatt? Ma pensate alle cose serie. Mi è capitato, come sindaco di Salerno, di fare un impianto fotovoltaico di 40 megawatt nel monte di Eboli, del quale il comune di Salerno era proprietario. Per realizzare questo impianto,  abbiamo dovuto convocare una conferenza di servizi con,credo, trenta soggetti interessati. E la cosa straordinaria, nei 30 soggetti che abbiamo dovuto chiamare, per fare una tettoia sul monte di Eboli, abbiamo dovuto convocare l’aeroporto militare di Pratica di Mare a Roma, il comando della Marina Militare di Taranto. Allora, il PNRR, sul versante enti locali, incontra ovviamente difficoltà, perché gli enti locali non hanno  le capacità progettuali per reggere. Adesso stanno chiamando le Regioni, e noi, da buon samaritani, daremo una mano, ma il PNRR esclude dagli investimenti le strade. Poiché le Province non hanno soldi, dovremmo prevedere noi con i fondi del bilancio in una Regione, come la Campania, che deve pagare ancora i debiti, accumulati negli anni ’90, fino al 2034. Cioè, quando voi festeggiate Capodanno, io mi alzo la mattina del 1 Gennaio, sapendo di dover prendere 600 milioni di euro per buttarli a mare. E li devo buttare a mare perché devo pagare gli interessi sui debiti che abbiamo fatto negli anni ’90, quando, anche a livello della regione Campania, era diffusa l’abitudine di dire di sì a tutti quanti, e chi verrà vivrà. Provate a governare una Regione con 600 milioni di euro l’anno in meno. E, in tutto questo, abbiamo raggiunto l’equilibrio di bilancio nel 2019 al netto della partita debitoria”.

 “Allora, noi stiamo facendo un po’ questo lavoro. Intanto, voglio dirvi che la provincia di Benevento è destinataria di un flusso enorme di finanziamenti anche per le infrastrutture. Non abbiamo avuto un flusso così rilevante di investimenti. Ricordo solo i titoli: fondovalle Avellino-Cervinara, terzo lotto, 119 milioni di euro; statale 7 a scorrimento veloce Caserta–Benevento. 148 milioni di euro (Del Basso De Caro, nell’intervista resa a noi un mese fa disse che erano stati stanziati 150 milioni e ce ne vorrebbero altri 300 per completare l’opera, pedemontana compresa – ndr); fondovalle Isclero,  9 milioni; fondovalle vitulanese, 45 milioni (per il completamento della fondo valle Isclero e della fondo valle vitulanese i fondi stanziati dal CIPE, sono disponibili, ha detto sempre Del Basseo De Caro in quella intervista, sono disponibili dal 2016 – ndr); fondo valle Tammaro, 44 milioni; Tammaro-Titerno, 6 milioni, e così via. Abbiamo investimenti nel campo ferroviario, linea Benevento-Cancello, per 153 milioni. Per quanto riguarda i collegamenti Benevento Napoli, se non facciamo gli interventi infrastrutturali per la messa in sicurezza della linea, i treni non possono camminare”. 

 “La regione ha già acquistato, per 45milioni di euro, nuovi treni che sono stati giàconsegnati. Abbiamo la diga di Campolattaro 525  milioni di euro: 200 ce li mette lo Stato, 325 la regione Campania (Nella conferenza stampa del 30 aprile, Del Basso De Caro disse che il decreto parla di uno stanziamenti di 478 milioni di euro – ndr). Vi dico questa cosa per sottolineare e rivendicare una caratteristica politica dell’attuale governo regionale, cioè l’attenzione rivolta a tutti i territori della regione. Non c’è più la Regione concentrata sulla fascia costiera Napoli-Salerno (una risposta indiretta alle lamentazioni di Mastella – ndr). C’è la regione che rispetta tutti i territori anche se, da un punto di vista demografico, sono lontani”.

“Il più grande investimento lo facciamo a Benevento, con 525 milioni, sulla diga di Campolattaro. Quell’invaso servirà due milioni e mezzo di nostri concittadini (quindi, non soltanto quella parte dei 266.000 della provincia di Benevento che sarà servita dall’invaso, sia sul piano idrico che irriguo – ndr). All’Università del Sannio, abbiamo destinato quattro milioni di euro. Cercavo di spiegare che quando ho investivo 4 milioni a Benevento, mica mi hanno fatto l’applauso da qualche altra parte della regione. Da qualche altra parte, cominciano  a mugugnare, a rosicare. Abbiamo avuto il coraggio di mantenere la linea. Poi ci sono tante cose da fare, ma sicuramente abbiamo un governo regionale che rispetta tutti i territori. Lo dico al presidente della provincia. Anche sulla viabilità avete investimenti che vengono da noi, altrimenti sareste completamente disarmati. Il sindaco Mastella, come sua buona abitudine ha lisciato il tre, ma lui è democristiano doc, mica di è quelli improvvisati”. 

“Allora, c’è un progetto rimasto appeso, quello relativo al collegamento tra il quartieredel rione Libertà e quello del viale Mellusi.  Lui l’ha detto con molto garbo come se avesse chiesto  un regalino di Natale. In realtà, si tratta di un investimento che varia fra i 26 e i 30 milioni di euro. Allora, anche per rispetto, oltre che al sindaco, al presidente Vigorito e alla gemellata  realtà longobarda di Benevento e Salerno, la Regione  acquisirà il finanziamento per completare queste due gallerie. Lo programmiamo nel fondo sviluppo e coesione. Tra l’altro, ancora non hanno fatto il riparto del fsc. Prevedono  l’80% al Sud e il 20% al Nord. In questo caso stiamo ancora aspettando. Comunque, acquisiamo il finanziamento, e credo che dovremo affrontare con il presidente Vigorito i collegamenti che riguardano l’aerea industriale e gli assi viari e industriali. E questo è un altro impegno che assumiamo”.  

“Allora, stiamo cercando di fare questo lavoro per affrontare le emergenze e percostruire il futuro. Le emergenze riguardano i grandi servizi di civiltà, di sanità, di trasporti e di ambiente. Sulla sanità, abbiamo grandi e incredibili investimenti. Abbiamo ottenuto 1miliardo e 300 milioni di euro tre anni fa, perché abbiamo superato il commissariamento. Per venti anni, la regione Campania non ha avuto un euro, perché non aveva approvato il bilancio sanitario. Vent’anni senza un euro, per l’edilizia ospedaliera. Quando ci siamo insediati, non venivano approvati i conti consuntivi delle ASL, dal 2013, e ricordo la posizione anche umiliante per me, che andavo nel 2016 a fare riunioni a Roma, al Ministero dell’Economia e a quello della Sanità. Appena entrava la delegazione della Campania, facevano un mugolio, o se ne andavano. A un certo punto, mi fu fatta una domanda a bruciapelo: presidente, mi chiarisca una cosa: ma voi in Campania come fate ad approvare i bilanci, non della sanità, ma i bilanci della Regione visto  che quello sanitario è il  60% del bilancio totale, senza approvare i conti consuntivi da 3 anni?  Io ho detto che siamo una regione creativa”. 

“Allora, risolti quei problemi, abbiamo un flusso in sanità importante. Andiamo, oggi, con il direttore Volpe, a inaugurare un ospedale di comunità, a San Bartolomeo in Galdo. Dovremmo realizzare 170 case di comunità, e non ci hanno ancora detto con i soldi di chi. Cioè avremmo i fondi per le strutture, 800 milioni di euro, ma per il personale nessuno da certezza. Allora, andiamo avanti con le cose che stiamo facendo. Abbiamo acquistato 1.000 autobus, abbiamo acquistato decine di treni che abbiamo messo in produzione. Questo è stato uno sforzo gigantesco. Fino al 2015,non avevamo acquistato neanche un autobus nuovo e un treno nuovo. Anzi, abbiamo dovuto pagare alle FS 250 milioni di debiti che avevamo. Per quanto riguarda l’ambiente, abbiamo da risolvere definitivamente una croce: ecoballe di scarico, raccolta differenziata. Spero che la finiamo con queste fisime pseudo ambientaliste. Io sono ambientalista, ma sono contro la stupidità, che non ha niente a che vedere con l’ambientalismo. Allora, con la diga di Campolattaro noi risolveremo definitivamente il problema delle forniture della regione Campania”.

 “Vogliamo fare la grande battaglia di semplificazione e sburocratizzazione, e intanto l’obbiettivo che ci siamo imposti è quello di fare della regione Campania, nel giro di un anno, la regione più digitalizzata di Italia. Con le nuove assunzioni, fatte con concorso in Campania, abbiamo costituito una task-force composta da una quarantina di informatici per digitalizzare tutto: abbiamo già iniziato con gli uffici del genio civile.Abbiamo poi intenzione di trasferire tutte le autorizzazioni ambientali su un ufficio speciale, incardinato presso la Presidenza, quindi non presso l’assessorato all’ambiente.  Ci prendiamo direttamente noi la branca, in maniera tale da controllare, in non più di due mesi, questi maledetti pareri ambientalisti, altrimenti andiamo al manicomio. Ovviamente, mi auguro di non avere contestazione da parte del governo, perché, in base a un progetti di semplificazione urbanistica che abbiamo approvato, quando c’è un cambio di destinazione di uso di un immobile, senza cambio di volumetria, non c’è bisogno del piano urbanistico. Noi andremo avanti per avere comunque la regione più digitalizzata d’Italia. Stiamo facendo uno sforzo gigantesco per eliminare quello che si deve eliminare. In questo momento, stiamo lavorando con l’associazione costruttori per approvare il nuovo prezzario delle imprese edili, perché,mentre stiamo parlando, i costi di produzione sono aumentati del 20-30-40%. Rischiamo di fare le gare, senza imprese che vi partecipino. Allora, anche qui, entro il mese di maggio, approveremo il nuovo prezzario, in modo tale che le nuove gare siano fatte sulla base di computi abituati all’attuale corso”.

 “Verificheremo se potremo utilizzare il materiale  di risulta nei greti dei fiumi. Ha ragione il presidente Vigorito: noi siamo costretti a fornirci del materiale di risulta delle discariche che abbiamo in Calabria. Stiamo valutando anche la possibilità di dare la concessione ai privati.  Con  l’utilizzo del materiale di risulta dei fiumi, stiamo cercando di fare tutto quello che è nelle nostre possibilità. Dobbiamo risolvere un altro paradosso, quello dello spopolamento. Fino a qualche anno fa, riguardava le aree interne, oggi purtroppo non è così: lo spopolamento riguarda tutto il Mezzogiorno d’Italia”.

 “Noi abbiamo perso 1 milione e mezzo di abitanti come Mezzogiorno d’Italia. Le previsioni ci dicono che, da qui a vent’anni, noi dimezzeremo la popolazione, e il paradosso è che oggi le nuove tecnologie consentono di annullare le distanze. Allora,dobbiamo completare la fibra ottica un po’ dappertutto. Però, queste innovazioni tecnologiche vanno acquisite, se vogliamo avere una competitività del territorio,perché anche qui abbiamo cose importanti: produzioni di elicotteri, industrie di avanguardia . Stiamo mettendo a punto un piano di sviluppo rurale, che tenga conto anche delle specificità delle  aree interne,. Stiamo cercando di mettere in movimento tutto, sapendo che abbiamo avuto 2 anni terribili. Quando voi vedete le immagini del Cardarelli, del pronto soccorso, sono immagini che fanno male ovviamente. Avevamo solo il Cardarelli. Tutto il resto non c’era. Ma guardate la situazione anche dall’altro versante del Cardarelli, per capire che c’è una carenza di personale medico nei pronto soccorso, perché i medici non partecipano più neanche ai concorsi. E quindi quando noi rivendichiamo il fatto che abbiamo retto l’epidemia da Covid, come regione Campania, rimanendo la regione che ha la percentuale più bassa di morti per covid,vuol dire che davvero abbiamo fatto un miracolo, con diecimila dipendenti in meno” .

 “E’ chiaro quello che abbiamo fatto in questi ultimi due anni. Almeno questa soddisfazione è salva. Caro presidente Vigorito, rinnovo il ringraziamento, nonostante tutto, di fiducia, anche perché o combattiamo o ci deprimiamo. Allora, tanto vale combattere. Dobbiamo fare questo salto di qualità, in termini di sburocratizzazione, in termini di nuove tecnologie, di adeguamento prezzi delle imprese. Se guardiamo ad alcune condizioni oggettive, io credo che possiamo avere fiducia. Abbiamo alcune grandi istituzioni culturali che vanno aiutate, dal San Carlo al teatro Verdi di Salerno che compie i suoi 150 anni. E’ chiaro che manterremo una posizione di grande tolleranza. Dobbiamo rispettare tutti i territori. Caro presidente, le auguro ancora una nuova lunga stagione”.

Giuseppe Di Gioia

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