Mastella ancora non si convince che ha a che fare con una opposizione molto agguerrita

Luigi Diego Perifano

Chi ha letto Il Mattino del 15 gennaio per informarsi sulla seduta del Consiglio comunale del giorno precedente, non ha saputo che il sindaco Mastella ha fatto spegnere i microfoni per impedire  che i consiglieri di opposizione replicassero rispetto alla sua  dichiarazione quando ha posto in votazione la mozione con cui Rosetta De Stasio, la consigliera di “Prima Benevento”, aveva chiesto la revoca della nomina di Oberdan Picucci nel CdA di Gesesa SpA.  Collegato da remoto nella sua stanza, a pochi metri dall’Aula consiliare, iI sindaco, infatti, leggiamo sul Mattino, ha detto: “Qualcuno in maniera vanitosa si inventa cultore del diritto (da precisare che lui è laureato in filosofia, non in Giurisprudenza – ndr)  e sottopone al Consiglio proposte giuridicamente infondate. Avete perso le elezioni, non amministrate voi. Si passi alla votazione. Vedo molta malafede”.
La mozione viene bocciata con 18 voti contrari (quelli della maggioranza), mentre le opposizioni, impossibilitate a replicare al sindaco, 15 minuti prima delle ore 14, quando termina la seduta consiliare, abbandonano l’Aula, affidando a Luigi Diego Perifano la motivazione del loro gesto, riportata dal Mattino: “Il sindaco non può gettare il sasso nello stagno  e impedire la replica”.

In serata, poi,  i consiglieri di Alternativa per Benevento diffondono un comunicato,  nel quale denunciano che il sindaco ha fatto spegnere i microfoni, comunicato del quale noi abbiamo dato integrale pubblicazione il 15 febbraio.
Noi, che non avendo partecipato alla seduta  ci siamo risparmiata l’onta, subita da tutti i giornalisti, di essere cacciati dall’Aula, abbiamo dovuto leggere sul Mattino l’andamento dei lavori consiliari. Ma abbiamo ricevuto, come tutti i giornalisti, il comunicato di Alternativa per Benevento, molto pesante sulla considerazione che il sindaco ha delle istituzioni e delle opposizioni, un sindaco, che secondo Rosetta De Stasio, “calpesta la democrazia”.
C’è da spiegarsi come mai Il Mattino non ha pubblicato quel comunicato che, in apertura, afferma: “Chi vince le elezioni acquisisce il diritto e il dovere di amministrare la Città, ma non certo la proprietà delle istituzioni, né il potere di cacciare la stampa (non informata della natura mista della seduta: in parte in presenza e in parte da remoto – ndr) e zittire le opposizioni”.
Possiamo ritenere che quel comunicato non sia stato pubblicato dal Mattino per evitare che il sindaco ricevesse un dispiacere da un giornale che lo fiancheggia. Non vi sono altre spiegazioni da parte di un giornale che, però, ha pubblicato, a termine del resoconto della seduta consiliare,  una dichiarazione dei mastelliani: “Abbandono dell’aula inutilmente teatrale. Atteggiamenti chiassosi non ci scalfiscono. Che tristezza constatare che certa sinistra è disposta ad andare a rimorchio di una esponente della Lega”.
Ora, però, i mastelliani  debbono pervenire ad un chiarimento con Domenico Matera, coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia, e con Federico Paolucci, autorevole esponente del partito di Giorgia Meloni. 
Gli esponenti della formazione di destra, infatti, sostengono di non sentirsi rappresentati da Rosetta De Stasio, che loro avrebbero contribuito ad eleggere in misura determinante. A loro avviso, Rosetta De Stasio starebbe a ruota della sinistra nello svolgere il suo ruolo di opposizione, mentre i mastelliani, in gran parte pivellini a nostro avviso, sostengono il contrario.
Va rilevato, poi,  che gli esponenti di Fratelli d’Italia non hanno dato una indicazione su come Rosetta De Stasio, che in questa circostanza ha riscosso la solidarietà della lega, debba impostare l’opposizione.  E va rilevato anche che dei 1.792 voti ottenuti dalla De Stasio quale candidata sindaco con il supporto anche della Lega, soltanto 1.209 sono stati espressi, complessivamente, dai partiti che l’hanno sostenuta (Lega e Fratelli d’Italia). Gli altri 583 sono stati raccolti da lei, tra quelli che, nel primo turno, sono stati negati a Mastella, dal momento che l’attuale sindaco, sempre nel primo turno, ha preso il 49%, mentre l’insieme delle sue liste ha conquistato il 55%.

Rosetta De Stasio

Ha ragione, quindi, l’Avv. De Stasio nel dire che lei deve rispondere ai cittadini che l’hanno votata,  anche se, come abbiamo già rilevato in altre riflessioni, l’incontro tra le opposizioni si raggiunge sulla convergenza di comuni punti di vista. Come potevano Alternativa per Benevento e Civico 22 non condividere la revoca della nomina di Oberdan Picucci a componente il CdA della Gesesa?
A parte il sofisma di Francesco De Pierro, secondo cui quella che, per De Stasio, sarebbe incompatibilità della nomina, per il vice di Mastella sarebbe invece inconferibilità, lo stesso De Pierro (un ex dem)l quando sostiene che, secondo un pronunciamento dell’Anac del 2016, leggiamo sempre sul Mattino, “l’evidenza pubblica non si applica a Gesesa, in quanto i rappresentanti del Comune non hanno ruolo di gestione diretta”, non spiega come mai il sindaco Mastella, allorché nominò, il 21 novembre 2020, l’Avv. Domenico Russo quale presidente della Gesesa, fu costretto da Italo Di Dio a ritornare sui suoi passi, poiché la nomina, non effettuata con evidenza pubblica, non era coerente rispetto ad una normativa che il sindaco stesso, per garantire trasparenza, si era data. 
Il sindaco, quindi, indipendentemente dal pronunciamento dell’Anac,  ha dovuto applicare la normativa che si era data, sicché la nomina dell’Avv. Domenico  subì l’arresto di un mese, e solo il 5 gennaio 2021 il CdA della Gesesa potè prendere atto di tale nomina.  Ma a noi risulta che anche Marcellino Aversano, quando era presidente della Gesesa prima che nelle elezioni del 2016 si candidasse e venisse eletto al Consiglio comunale in una lista collegata al candidato sindaco del Pd, Raffaele Del Vecchio, adottò una delibera secondo cui le assunzioni nella gestione dei servizi idrici sarebbero dovute avvenire con evidenza pubblica. Questa  circostanza, quando Mastella, appena eletto sindaco, venne accusato di aver favorito qualche  assunzione in Gesesa,  sarebbe stata ricordata dallo stesso Aversano, prima che questo consigliere proclamasse la sua indipendenza dallo schieramento nel quale era stato eletto e prima che passasse  successivamente nella maggioranza mastelliana. 
Ma nello schieramento mastelliano,  un anno prima della scadenza del mandato, Aversano fece una cattiva esperienza: in una seduta consiliare da remoto, in cui venne meno la maggioranza del sindaco, proprio a causa di un temporaneo non collegamento di Aversano, un capogruppo mastelliano, nel dire ai suoi amici mastelliani “chiamate Aversano”, al posto del cognome del consigliere  pronunciò un innominabile epiteto, un insulto che consigliò Aversano a dimettersi da consigliere e a non più ricandidarsi.
E gli schieramenti di Alternativa per Benevento e di Civico 22, non avrebbero potuto, inoltre, non condividere la mozione di Rosetta De Stasio, relativa all’annullamento della delibera 41/2020, che prevede l’abbattimento di tutti i 352 pini che fiancheggiano viale degli Atlantici, via Pacevecchia e, in prosieguo, via Fratelli Rosselli. Quella delibera venne sospesa in seguito ad un intervento del sovrintendente Mario Pagano, interessato a conservare l’aspetto paesaggistico dei pini, alle denunce in Procura da parte di associazioni, costituitesi a difesa dei pini, e all’avviso di reato emesso dalla Procura a carico di due funzionari del Comune di Benevento, ritenuti responsabili da aver fatto tagliare 12 pini nel marzo del 2019 sul viale degli Atlantici.
La sola sospensione di quella delibera è servita al Comune di Benevento per ottenere la  revoca, nel mese di settembre 2021, dal Riesame, dell’ordinanza di sequestro dei 352 pini, disposta dalla Procura due mesi prima. Perché, quindi, l’annullamento di quella delibera è stato respinto dalla maggioranza mastelliana nella seduta del 14 febbraio?  Delle due, l’una:  o la maggioranza, forte in quel momento di 18 consiglieri, ha ritenuto di bocciare la mozione della De Stasio per una questione di principio, o il sindaco, che è beneventano da quando è primo cittadino, pensa di attuare, più in là nel tempo, quella delibera, dal momento che la sua adozione, ha dichiarato lui, fu ritenuta utile in seguito a forti tempeste di vento. Ebbene, sindaco, anche nell’inverno del 2021,  ci sono state delle forti tempeste di vento, e, mentre in altri luoghi della città sono caduti degli alberi, quei pini non hanno manifestato i segni di quella propensione al cedimento, individuata dall’agronomo Giuseppe Cardiello in 24 esemplari, che ora sono diventati 26. 

Claudio. Massimo Colombo

Perché, allora, non vedere, nell’abbattimento di tutti i 352 pini un interesse diverso da quello di preservare l’incolumità dei cittadini? Il CTU della Procura, il prof. Claudio Massimo Colombo dell’Università di Cambobasso, aveva individuato una propensione al cedimento soltanto  in 16 pini. Perché si ritiene di dare ascolto ad un perito privato, quello incaricato dal Comune  di esaminare tutto il predetto patrocinio arboreo, e non  al CTU?  Noi, signor assessore all’Ambiente, non abbiamo letto la perizia del CTU, ma se Colombo “indicava 23 piante  irrimediabilmente danneggiate e dunque da tagliare”,  come lei ha dichiarato sul Mattino del 19 febbraio, il presidente del collegio peritale nominato dalla Procura, non poteva certo contraddirsi. Evidentemente, riteniamo noi, il prof. Colombo si riferiva al taglio delle piante danneggiate dall’attacco della cocciniglia tartaruga, se è vero che in una sua dichiarazione, pubblicata il 18 febbraio dal Mattino,  aveva consigliato l’amministrazione di intervenire in una azione di bonifica, sempre consigliata dalle predette associazioni costituitesi a difesa dei pini, poiché tutte le piante sono infestate dal predetto parassita.
Lei, Dott. Rosa, rispetto a questo avvertimento del prof. Colombo finalizzato ad impedire la morte di tutte le piante, ha dichiarato che non vi è stato “nessuno disinteresse del Comune”, poiché “l’iter è già stato avviato”.  Ma lei non ha detto da quando il dirigente Perlingieri ha interessato il servizio fitosanitario regionale per avere indicazioni sulle procedure da seguire.  Abbiamo motivo di ritenere che tale interessamento non sia stato attivato quando quelle associazioni hanno avvertito la necessità di una bonifica dei pini, altrimenti il servizio fitosanitario regionale, dopo due anni,  avrebbe già fornito la risposta della quale Perlingieri è ancora in attesa. 
Il sindaco, rispetto a quella seduta burrascosa, il 17 febbraio sulla sua pagina facebook ha postato: “Purtroppo per qualche  giorno debbo stare in cura al Gemelli. Niente di grave. Rassicuro amici e avversari.  Stavo già male durante il consiglio comunale, per cui mi era stato consigliato dai medici di evitare contatti. Questa la ragione per cui sono stato in una stanza solo. In modo sgraziato i miei avversari hanno fatto polemica anche su questo. Anche se il consiglio garantiva presenza e intervento da remoto. A che punto a volte arriva la cattiveria senza giudizio e serenità di giudizio. Intanto lavoro anche da qua”.
Di fronte a problemi di salute, anche se di non grave entità, alziamo le mani. Ma non riteniamo che i medici abbiamo consigliato Mastella di fare spegnere i microfoni, per impedire alle opposizioni di rispondere a quelle sue arroganti dichiarazioni. 
Però, il sindaco, alle 11 di quella mattina, si è collegato col “L’aria che tira” del La7. Potrebbe anche essere questa la ragione per cui ha seguito il Consiglio da remoto.
Egli, purtroppo per lui, si trova a dovere avere a che fare con una opposizione molto agguerrita, una opposizione che lui non ha conosciuto quando era sindaco della sua Ceppaloni, il Comune che sarebbe finito in dissesto sotto la sua guida, e neanche nel suo primo mandato di sindaco di Benevento.
Deve convincersi che all’opposizione,  in questo suo secondo mandato, non vi sono più i De Pierro, i Lepore e i Del Vecchio, i quali, garantendo il numero legale nelle sedute consiliare e approvando anche provvedimenti della maggioranza, gli hanno impedito di decadere quando non aveva più una sua maggioranza.
Laddove non è arrivato lo Statuto del Pd, nel tenere fuori dal Partito, a tempo indeterminato, questi tre signori,  ci hanno pensato loro e tenersi lontani dal Partito. Del Vecchio, sul Mattino del 16 febbraio, ha dichiarato che “Essere democratici”, intende portare avanti, in “coerenza con la maggioranza che governa la Regione” un proprio progetto politico, “confermando lo schema di centro sinistra regionale con Noi di Centro e con l’area deluchiana del Pd”.
Se “Essere democratici” aderisce a Noi di Centro potrà avere anche  una dimensione nazionale come forza politica, nel favorire il grande centro, soltanto auspicato finora da Mastella. Poi, caro Del Vecchio (compagno della stessa provenienza socialista di chi scrive), se è vero che Mastella è alleato del Pd, in qualche caso in forma camuffata, negli altri quattro capoluoghi della Campania, è anche vero che nessuno degli altri quattro capoluoghi della Campania ha come sindaco un Mastella, del quale, nel 2016, sei stato competitore.

Sandra Lonardo

L’estromissione di Verga da presidente del Conservatorio
Mastella, nell’intento di militarizzare le istituzioni a Benevento, sta tentando, secondo il nostro modesto punto di vista, di mettere le mani anche sul Conservatorio “Nicola Sala”, il cui direttore sarebbe già un mastelliano. E lo sta facendo soltanto perché il presidente uscente, Antonio Verga, in più di una occasione si è scontrato con lui.
In particolare, Verga, ebbe a condannare il concerto di Pasqua del 2021, quando l’evento, trasmesso in diretta da Rai2 dall’Auditorium di Sant’Agostino, avrebbe dato al sindaco una notevole esposizione mediatica, in vista delle prossime elezioni amministrative. Verga,  rispetto a quell’evento, costato 15.000 euro al Comune di Benevento, nel denunciare l’assembramento che si sarebbe verificato nell’Auditorium, ebbe a dire che chi aveva promosso l’evento, non aveva avuto rispetto per i 5.000 decessi da Covid registrati in Campania fino allora.La ministra dell’Università, la docente universitaria Maria Cristina Messa, alla scadenza del mandato di Verga, ha nominato, quale successore, il commercialista Antonio Rossi. Noi ci limitiamo solo a dire che non dovrebbe essere un caso il fatto che sia stato nominato presidente del Conservatorio il dott. Rossi, una persona che è stata  candidata, nelle elezioni del 3 e 4 ottobre, in Riformisti e Popolari, una lista collegata a Mastella sindaco che non ha conseguito seggi. E non dovrebbe essere neanche un caso il fatto che la moglie di Mastella, la senatrice Alessandrina Lonardo, abbia presentato una corposa interrogazione “ai Ministri dell’Università e della Ricerca, per la pubblica Amministrazione e dell’Economia e delle Finanze”, per denunciare, rispetto alla minaccia di ricorso al Tar da parte di Verga, determinati comportamenti del presidente uscente non consoni rispetto alla carica rivestita, denunce, queste, rintuzzate, una per una, da Verga sul Mattino dell’8 febbraio. E non è un caso neanche che la senatrice Lonardo sia intervenuta sul Mattino del 16 febbraio, per bacchettare Pasquale Maglione, dopo che il deputato pentastellato aveva interrogato  alla professoressa Messa, richiamando l’attenzione della titolare del Dicastero dell’Università rispetto a quanto da lei stessa affermato: “Lo stesso ministro dell’Università e della Ricerca, nella nota del 26 aprile 2021, ha richiamato l’orientamento della giurisprudenza amministrativa secondo cui ai fini delle nomina il candidato deve essere in possesso dei requisiti di “alta   qualificazione professionale e manageriale”, “comprovata esperienza maturata nell’ambito di organi di gestione di istituzioni culturali”, “riconosciuta competenza nell’ambito artistico e culturale”. Nel caso di specie, come risulta dalla delibera del 17 gennaio, il Consiglio accademico del Conservatorio ha considerato, ai fini della scelta di Antonio Rossi, il possesso della laurea in economia e management  conseguita presso l’Università del Sannio e del dottorato di ricerca in Economia presso l’Università di Cassino”.Ora che il ricorso al Tar è stato presentato dall’amministrativista Luigi Diego Perifano, confidiamo nella sconfitta della famiglia Mastella.Da ricordare, infine, che Rosetta De Stasio ha presentato un’altra interrogazione per chiedere lumi sullo stato dell’arte relativo alla messa in sicurezza del ponte San Nicola, interrogazione della quale diamo, di seguito, pubblicazione integrale.Speriamo che  i funzionari del Comune nel predisporre la risposta per l’assessore al ramo, non prendano fischi per fiaschi, come è capitato quando si è trattato di dover rispondere a una interrogazione di Civico 22, riguardante la definizione della condizione abitativa delle famiglie che da 10 anni sono alloggiate nella scuola di Ponticelli. Allora si espose in una brutta figura l’assessore Carmen Coppola, che noi, erroneamente, scambiammo per l’assessore Maria Carmela Serluca, alla quale chiediamo di scusarci.
Giuseppe Di Gioia

Ecco la interrogazione di Rosetta De Stasio:

“LA POLITICA delle AZIONI CONCRETE: SI CONTINUA A PARLARE di GRANDI OPERE e FINANZIAMENTI IN ARRIVOE  IL PONTE SAN NICOLA? 

Il ponte San Nicola, realizzato nel 1955 e progettato dall’Arch. Morandi, costituisce l’unico collegamento tra il quartiere Capodimonte ed il centro città, -in esito all’alluvione dell’Ottobre 2015 il ponte riportava danni anche strutturali per cui veniva chiuso al traffico nell’Ottobre 2016 e riaperto nel Dicembre dello stesso anno.
Allorquando, nell’Agosto 2018, crollava il ponte Morandi di Genova, il ponte San Nicola, dopo una verifica tecnica superficiale, veniva chiuso nuovamente al traffico in virtù di Ordinanza del Sindaco, essendo risultate necessarie verifiche più approfondite in merito alla stabilità ed alla sicurezza dell’infrastruttura.
Tale ulteriore ordinanza di chiusura al traffico dimostrava che la riapertura del Dicembre 2016 era stata quanto meno frettolosa, visto che dopo un anno e mezzo l’infrastruttura necessitava di nuova interdizione.
Il ponte veniva riaperto in data 19 Dicembre 2018 con la limitazione consistente nel divieto di transito per i veicoli con una capacità di carico superiore a 3,5 tonnellate (ad eccezione degli autobus urbani ed extraurbani), ed in attesa di “capire quali interventi si sarebbero dovuti effettuare per rendere il ponte sicuro”.
– Veniva nuovamente chiuso nel Febbraio 2019 per “verifiche tecniche” e riaperto nel Luglio 2019, con la indicazione specifica che periodicamente sarebbero state effettuate ulteriori verifiche tecniche.
Più volte il Sindaco Mastella, stesso Sindaco dell’epoca, ha precisato, anche attraverso la stampa, che il Comune non aveva i fondi sufficienti per rendere sicura l’infrastruttura, pare ammontanti ad 2,5 milioni di euro, ma che “li avrebbe chiesti al Governo”. Dal Luglio 2019 il ponte San Nicola non è stato più oggetto di interventi, per cui si desume che le sue condizioni siano le stesse di allora e che, cioè, è tuttora necessario, per renderlo sicuro, l’investimento di una somma ingente.
Pertanto, non essendo stato effettuato alcun tipo di intervento e alcuna verifica ulteriore, pure prevista, il ponte San Nicola allo stato non è sicuro rispetto alla quantità di traffico che lo percorre quotidianamente;
Peraltro non vi è alcun controllo relativo al suddetto divieto di transito per i mezzi pesanti, nonostante la segnaletica presente in loco da oltre tre anni, nè si ha notizia della perizia tecnica di verifica per la redazione della quale il Sindaco Mastella aveva conferito incarico ad una Commissione di esperti presieduta dal Presidente dell’Ordine degli Ingegneri di Napoli.
Considerata l’importanza del ponte San Nicola, e preso atto che alcun progetto pare sia stato predisposto per la sua messa in sicurezza, ho ritenuto doveroso e necessario presentare un’interrogazione urgente all’Assessore ai Lavori Pubblici nella quale ho chiesto di sapere
1) se la commissione di esperti alla quale veniva conferito l’incarico di verificare la stabilità strutturale del ponte San Nicola, ha depositato la perizia e che cosa viene in essa attestato;
2) quali tipi di interventi vengono indicati in tale perizia, o comunque quali tipi di interventi risulta necessario effettuare al Ponte San Nicola per garantire la sua stabilità e4 la conseguente sicurezza per il traffico;
3) in che modo si è giunti alla quantificazione dell’ammontare di 2,5 miliardi di euro, come comunicato attraverso la stampa, quale somma necessaria per mettere in sicurezza l’infrastruttura;
4) in base a quali criteri e come intende reperire tale somma;
5) se dopo l’ultima riapertura del ponte, risalente al Luglio 2019, sono state effettuate verifiche tecniche specifiche sulla stabilità del ponte anche e soprattutto al fine di garantire la pubblica incolumità;
6) se non si ritiene necessario predisporre i necessari controlli perché venga rispettato il divieto di transito ai mezzi pesanti disposto fin dal Dicembre 2018 e tuttora vigente;
7) se sono stati predisposti interventi strutturali e di manutenzione da effettuare al ponte San Nicola, anche nell’ambito della programmazione triennale, e quali sono, o se ha intenzione di predisporli;
8) se non si ritiene opportuno programmare una verifica strutturale di stabilità a tutti i ponti ubicati in città, con particolare riferimento a quelli più vetusti, rendendo tale accertamento periodico e sistematico, in modo da evitare pericoli per la pubblica incolumità”.

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