Solo gli accoliti di Mastella hanno esaltato la trasferta romana del loro capo
Dopo la elezione del Presidente della Repubblica, è terminata la vacanza romana di Mastella, una vacanza che il Nostro si è consentita per la gioia dei provinciali elettori di Benevento che lo hanno votato, i quali potranno ben dire di avere un sindaco capace di porsi all’attenzione di stampa e canali televisivi nazionali.
A conferma di ciò, un consigliere della sua maggioranza ha dichiarato al Mattino: “Credo che avere un sindaco capace di attirare su Benevento l’attenzione delle più importanti testate informative nazionali sia motivo di orgoglio e non di discredito. Se giornalisti di fama e prestigio ne hanno chiesto l’opinione su fatti chiave della vita nazionale, evidentemente non saranno tutti improvvisamente impazziti”.
Egli stesso, il sindaco, ha definito “opache e invidiose provocazioni” quelle poste in essere dalle opposizioni, ma anche da “Altra Benevento”, che lo hanno accusato di essere andato “in giro a vendere uova e aria fritta”, mentre si corre il “rischio di perdere l’ultima occasione di sviluppo per la città”, offerta dal PNRR, la cui delega “è in carico proprio al sindaco”.
Ma nella replica, riportata dal Mattino, il sindaco ha fatto anche la celebrazione di se stesso, nel dire: “ho chiesto agli inviati italiani e stranieri, che sono a Roma per le elezioni al Quirinale, di intervistare Perifano e Di Stasio”. Con questa amenità, Mastella ha voluto far capire che i due esponenti dell’opposizione, ovviamente sconosciuti da detti inviati, non sono del suo livello. Resta da stabilire, però, se il campeggiare del sindaco, in questa circostanza e in altri momenti, da un canale televisivo all’altro, e gli incontri con i giornalisti, siano stati sollecitati da lui o richiesti dalle emittenti e dai giornali.
Mastella, si sa, insegue la esposizione mediatica della propria persona. Anche dopo il ritiro della fiducia del partitino di Renzi al governo Conte 2, Mastella si consentì una trasferta romana per prodigarsi nella ricerca di parlamentari responsabili che avrebbero dovuto consentire la continuità del governo giallo-rosso, per garantire, quando non si sapeva ancora che sarebbe arrivato Draghi, il prosieguo della Legislatura e conseguentemente, si deve ritenere, la presenza della moglie al Senato. Poiché allora, più che nella recente trasferta romana del sindaco di Benevento, Mastella saltava da una emittente televisiva all’altra, chi scrive ricevette una telefonata da un suo amico pugliese, il quale, prima ancora che la missione dell’attuale segretario nazionale di Noi di Centro si rivelasse un totale fallimento, disse: “voi beneventani avete un sindaco molto importante”.
A Benevento, però, c’è chi pensa che Mastella, rispetto al modo come si sia attivato allora in favore di Conte, abbia avuto, come contropartita, da parte dell’ancora capo del M5S, la non presentazione della lista del Movimento alle elezioni amministrative del 3 e 4 ottobre, il che ha determinato la riconferma di Mastella a sindaco. Ma dal momento che Mastella ha superato, nel ballottaggio, il 50% soltanto con 787 voti, tutte le liste a lui collegate sono state determinanti ad eccezione di Forza Italia, camuffata con la lista Forza Benevento, che ha ottenuto soltanto 513 voti, il 50% dei quali proveniente dai cittadini che hanno dato la preferenza ad Antonio Reale.
Il dopo elezioni, caratterizzato dalle migrazioni nell’entourage del sindaco di alcuni esponenti di Forza Italia, non più rappresentata in Consiglio comunale, ha determinato la rottura tra Mastella e coloro che hanno preso la guida a Benevento del partito di Berlusconi.
Infatti, il commissario locale e vice segretario regionale di Forza Italia, Francesco Rubano, figura tra i detrattori di Mastella, quelli che secondo gli accoliti del sindaco dovrebbero prendere il maalox per attenuare l’invidia nel vedere Mastella intervistato dalle emittenti televisive nazionali. Mastella, a dire dei suoi servili accoliti, sarebbe stato decisivo(!), quale segretario di Noi di Centro e tra i registi della federazione di centro, nel favorire la riconferma di Mattarella (evidentemente, non ricordano che il loro capo ha perorato la elezione di Berlusconi prima che il cavaliere ritirasse la sua candidatura, caso unico nella storia della Repubblica), ma si sarebbe anche prodigato nel contattare quegli ambienti deputati alla erogazione dei fondi del PNRR perché Benevento stesse in cima ai pensieri di tali ambienti.
A parte il fatto che i fondi del PNRR arriveranno se l’amministrazione Mastella, che non rende partecipe delle sue scelte il Consiglio comunale, riuscirà a confezionare dei piani credibili e non per effetto delle interlocuzioni avute dal sindaco in sede romana, anche Francesco Rubano, confluito nell’entourage mastelliano appena dopo lo scioglimento del NCD assieme a tutti il gruppo locale rimasto “orfano” di Angelino Alfano, sostiene che sia “naufragato l’obiettivo di Mastella di inserirsi nelle trattative“ tese “a salvare la poltrona parlamentare familiare”.
Ma, così come Gianfranco Rotondi riuscì, quando si votava con il Porcellum, ad avere una candidatura con elezione certa in una lista del Nord della coalizione guidata da Berlusconi per aver fatto aderire a tale coalizione la nuova DC da lui rifondata, anche Mastella potrà ricorrere a tale espediente collegando il suo nuovo partitino alla coalizione che riterrà più opportuna, se si voterà ancora con Rosatellum, dal momento che solo in Campania, alle regionali del 2020, Noi Campani, la formazione relegata in soffitta da Mastella dopo appena un anno e mezzo dalla sua fondazione, ha ottenuto centomila voti, ma con 50 candidati. Se poi, alle prossime politiche si voterà con un sistema tutto proporzionale, Mastella troverà sempre il modo come “vendere” i suoi voti per avere la conferma della poltrona familiare.
Ma Mastella, prima ancora che intervenissero i suoi servili accoliti per esaltare la funzione avuta dal loro capo per fare arrivare a Benevento una pioggia di fondi del PNRR, aveva avuto modo di replicare rispetto a un comunicato in cui i gruppi consiliari del Pd, Città Aperta, Civico 22, Civici e riformisti e centro democratico affermavano: “A noi che Clemente Mastella abbia deciso di dedicarsi a tempo pieno al ruolo di inviato al Quirinale per televisioni e radio non interessa. Ma se a ‘pagare’ per le sue comparsate è il Comune di Benevento il discorso cambia”. Mastella, infatti aveva replicato: “Quando mi trovo fuori, non solo i miei pranzi, ma anche quelli della scorta sono pagati dal sottoscritto. Persino il telefono lo pago di tasca”. Gli oppositori, affermava sempre Mastella, “non riescono nemmeno a comprendere che stare a Roma vuol dire anche incontrare persone con le quali intessere rapporti proficui per la città”. Infatti, nei giorni della trasferta romana,Mastella avrebbe “parlato molto di PNRR”.
Ad essere, però, duro nei confronti di Mastella è stato Gabriele Corona, a nome di “Altra Benevento”. In una pec del 29 gennaio, indirizzata a Mastella, Corona dice: “Per tutta questa settimana lei si è recato a Roma per seguire da vicino la elezione del Presidente della Repubblica, pur non essendo un elettore. Ha frequentato i palazzi del Parlamento, per accompagnare sua moglie, perfettamente abile e non bisognosa di assistenza o tutela. In realtà lei si è dedicato soprattutto ai rapporti con la stampa per commentare il voto ma non si è mai presentato come leader di “Noi di Centro” perché aveva capito che in tal caso avrebbe avuto pochissimo spazio come accaduto ai rappresentanti di piccoli partiti (Infatti, il presidente della Liguria, Giovanni Toti, quale fondatore di “Cambiamo”, la formazione quotata sull’1% dai sondaggi, a differenza di “Noi di Centro” non presente ancora nei sondaggi, ha avuto meno visibilità di Mastella – ndr). Per la sua dipendenza incurabile da esposizione mediatica lei si è sempre presentato, purtroppo per noi, come Clemente Mastella ex parlamentare ed oggi sindaco di Benevento che per conquistare visibilità ha sparato previsioni che non si sono realizzate e raccontato aneddoti ridicoli della “prima Repubblica”. Si è lasciato andare a banalità, idiozie e volgarità. Di conseguenza i giornalisti e i commentatori politici l’hanno trattato come un piccolo comico, un guitto di provincia”.
La pec poi prosegue con altre considerazioni. Ma in una lettera aperta al sindaco, del 30 gennaio, a proposito delle “opache e invidiose provocazioni”, di cui Mastella ha accusato le opposizioni, Corona scrive: “Di opaco c’è solo il suo tentativo di non rispondere alle richieste di spiegazioni sull’uso dell’auto di servizio pagata dal Comune di Benevento per le sue sceneggiate romane. Si profila a suo carico il reato di peculato, almeno lei annunci la solita querela per diffamazione”.
E la minaccia di querela non si è fatta attendere, stante il titolo dato da Corona al suo comunicato del primo febbraio: “Mastella annuncia la solita querela ma non riuscirà a tapparmi la bocca: deve spiegare perché ha usato l’auto del Comune di Benevento per fare l’opinionista politico a Roma”.
Poi, nel testo del comunicato, Corona dice inoltre: “Mastella ha procurato danni d’immagine alla città, ma adesso deve pagare, quantomeno, le spese per l’uso dell’auto del Comune di Benevento e la trasferta degli autisti. La sua querela è utile perché consentirà alla magistratura di accertare chi e come ha ordinato l’uso dell’auto pubblica per attività non istituzionali, quante ore al giorno hanno dovuto lavorare gli autisti che lo hanno accompagnato a tarda sera negli studi televisivi, quanto è costata complessivamente quella trasferta alle casse comunali”.
Staremo a vedere l’evolversi di questa vicenda giudiziaria, se la querela di Mastella non è soltanto un annuncio. Ma l’idea, affermatasi non soltanto tra i sodali di Mastella, secondo la quale, il sindaco di Benevento sarebbe molto influente nelle stanze dei bottoni, sarebbe, però, soltanto una leggenda metropolitana.
Nella campagna elettorale del 2016, chi scrive rimase colpito dal modo come una sarta di un comune dell’hinterland di Benevento ipotizzò la vittoria di Mastella, soltanto perché quello che poi divenne sindaco di Benevento avrebbe saputo dove mettere le mani nei luoghi del potere politico, per sollevare il capoluogo sannita, ma anche la provincia, dall’isolamento economico e sociale.
Alla prova dei fatti, a parte la dichiarazione autoreferenziale di Mastella nella ultima campagna elettorale seconda la quale egli da paesone avrebbe sollevato Benevento a dignità di città, negli ultimi 6 anni non si è visto a Benevento un effetto Mastella. La città si è fatta conoscere nel resto del Paese soltanto per il fatto che la squadra di calcio milita dal 2016 nella serie cadetta, con la presenza nella massima serie nei campionati del 2017-2018 e del 2020-2021. Ma, in questo caso, i meriti non sono suoi.
In avvio del secondo mandato, non è stato capace di mettere la mani nel MIBACT. Infatti, una città che vanta un notevole patrimonio archeologico, artistico e culturale, promossa anche alla World Heritage List Unesco, non ha avuto un centesimo dal predetto Ministero, se si fa eccezione ai 13.720 euro destinati al restauro conservativo del materiale detenuto dall’Archivio di Stato e ai 6.000 euro destinati a sistemare l’archivio fotografico di Intorcia.
Di ciò, si è doluto il dott. Mario Pagano, sovrintendente all’Archeologia e alle Belle Arti per Benevento e Caserta, il quale si è fatto promotore di una protesta presso il Ministro Franceschini, finalizzata a far riequilibrare la suddivisione delle spettanze, poiché è necessario stanziare a Benevento almeno 130.000 euro, da stornare dalla provincia di Caserta, destinataria di ben 230.000 euro.
Eppure bisognava intervenire sull’area verde della sede beneventana del MIBACT, sull’Anfiteatro Romano di via Munanzio Planco, sull’area dei Santi Quaranta, mentre, in provincia, erano in attesa di finanziamento le terme della antica Telesia, il Ponte Romano delle Chianche in Buonalbergo, la chiesa dell’Annunziata di Airola e un edificio di culto di Limatola.
Giuseppe Di Gioia