Il ricordo di Giovanni Fuccio, nella messa dedicata ai giornalisti e nella commemorazione del Conservatorio
Continua il tradizionale appuntamento della S. Messa, celebrata il giorno 26 gennaio, per ricordare S. Francesco di Sales, protettore dei giornalisti e dei mezzi di comunicazione, che quest’anno è stata celebrata nella Chiesa di S. Sofia, promossa alla World Heritage List Unesco il 25 giugno 2011.
Promozione che ci ha riempiti di orgoglio, per questo grande popolo, quello dei Longobardi, che ci ha lasciato così tanti monumenti nella nostra città, pensiamo anche alle mura longobarde, alla Torre della Catena.
L’Arcivescovo, Felice Accrocca, ha invitato nell’omelia i giornalisti a vivere di verità, tralasciando la superficialità, che a volte prede il sopravvento, “per arrivare prima sulla notizia”, come si dice in gergo.
Amore dunque da profondere nel nostro lavoro, che ha seri canoni di deontologia e professionalità, così come ci ha ricordato anche il messaggio del Papa per la Giornata delle Comunicazioni sociali, a cui l’Arcivescovo ha fatto riferimento.
La celebrazione, presieduta dal nostro Arcivescovo, ha visto una grandissima partecipazione, anche se abbiamo sentito la mancanza di due nostri grandi colleghi che ci hanno lasciato: quest’anno Luigi Pescitelli e lo scorso anno, il primo giugno, Giovanni Fuccio.
Giovanni Fuccio, la prima volta che l’incontrai, mi fu presentato da Giuseppe Di Gioia, nostro comune amico e collega, il quale mi aveva raccontato tutto il loro passato di giovani giornalisti, entrambi impegnati nel sociale. Mi accolse con il suo straordinario sorriso, la sua affabilità, la disponibilità, tutte qualità che mettevano a proprio agio chiunque si interfacciasse con lui. Infatti, come se ci conoscessimo da tempo. L’incontro fu molto cordiale. La sua alta dote era quella di riuscire a vedere in ciascuno dei suoi interlocutori tutto quello che di meglio avevano da dare.
Del Prof Giovanni Fuccio, il Conservatorio di Benevento “N. Sala”, che il 20 novembre ha compiuto i suoi primi 40 anni, presso il Teatro S. Vittorino, il 03 dicembre 2021, aveva fatto una commemorazione, ricordando tutta la vita di questo affermato giornalista ed editore, in una manifestazione, inserita nella Rassegna “Festival d’Autunno” 2021.
Il “Nicola Sala” ha voluto così ricordare l’impegno che profuse il Professore nel raccogliere le firme per istituire a Benevento questa grande scuola, che nacque come germinazione del “Cimarosa” di Avellino, fino a diventare poi autonoma.
Nel presentare la serata, Patrizia Di Martina lo aveva giustamente definito: ”Una figura di primo piano, giornalista, editore, è stato anche consigliere dell’Ordine nazionale dei Giornalisti”. Dopo i saluti del Presidente del Conservatorio, Antonio Verga, e del Direttore, Giosuè Grassia, il primo grande e vecchio amico di Fuccio, il secondo, il Direttore Grassia, si era definito ”una spugna”, perché “essendo da poco a Benevento non l’ho conosciuto, per cui sono curioso di ascoltare tutte queste persone, che indubbiamente lasciano una traccia”.
Il cammino di Fuccio é stato ricordato dal Dott. Mario Pedicini e da Alfredo Pietronigro, due colleghi che hanno vissuto con lui tanti momenti di intensa attività.
In primis, il Dott. Pedicini, per lungo tempo Provveditore agli Studi di Benevento, ci ha parlato della nascita di questa amicizia, iniziata nei banchi della prima media: ”Io fui bocciato un anno e lui continuò. A solo 22 anni fu eletto consigliere comunale, era un agitatore di problemi, si impegnò nella raccolta di firme per l’istituzione dell’Università di Benevento. La valorizzazione del territorio fu sempre la sua sfida costante, fin dagli inizi della sua attività”.
La provincia di Benevento dal 1951 al 1971 aveva perso 35.000 abitanti. I contadini più coraggiosi vendevano i pochi terreni e compravano in Toscana, dove si era verificato un abbandono dell’agricoltura da parte dei contadini del luogo, che preferivano spostarsi nelle fabbriche.
“Egli, Giovanni, lanciò l’idea di fondare un altro giornale, in una città dove c’era già Messaggio d’Oggi”, ha ricordato Mario Pedicini, “dove stavano nascendo le radio e le televisioni libere, come Canale 28, Radio Zero. Giovanni affermava che anche l’informazione poteva essere suscitatrice d’interessi. Sosteneva, infatti, che sia la lotta per l’istituzione del Conservatorio che dell’Università rappresentavano dei momenti di conoscenza e di aggregazione. Anche lo stesso istituto Alberghiero nacque a Benevento, su sua iniziativa. Vari momenti furono creati per dare visibilità a Benevento, pur di incentivare la presenza di turisti, quale ad esempio la commemorazione del tenore Silvano Pagliuca, a cui da poco è stato dedicato un ponte pedonale costruito sul Sabato”.
Anche Alfredo Pietronigro ha voluto ricordare la vita di Fuccio, presentandone. con delle slides, i momenti più importanti. Il suo discorso è iniziato con il riferimento a Mons. Giovanni Giordano, che, a cento anni dalla nascita, rischia di essere dimenticato, mentre invece, e questo è stato il suo monito, “bisogna conservare e tramandare la memoria di questi uomini, che tanto hanno fatto per la nostra città”.
“Fuccio”, ha ricordato Pietronigro, “era definito dai giornalisti “il nostro Presidente” per antonomasia, che ci ha guidato con attenzione e professionalità. Giovanni Fuccio era un uomo di destra. A 22 anni era consigliere comunale, si è poi candidato alla Camera dei deputati. Nel 1978 nasce Realtà Sannita, che si affianca a Messaggio D’Oggi, a Il Quaderno, a Benevento La libera Voce del Sannio”, ma anche a Specchio del Sannio, la cui citazione è sfuggita a Pietronigro, pur essendo stato il settimanale nel quale lui si è formato come giornalista.
“Nel 1979”, ha proseguito Pietronigro, “divenne Presidente dell’Assostampa e poi, dal 1989, quale editore, è riuscito a produrre ben oltre 160 pubblicazioni, riguardanti il nostro territorio. Nel 2004, ebbe un vero e proprio atto di ribellione, montando la protesta per tutta la città, contro l’allora Presidente del Benevento Calcio, Spatola, il quale aveva rifiutato l’ingresso nel campo ad alcune testate giornalistiche”.
“Si impegnò a creare il giornale delle scuole, a cui parteciparono 700- 800 ragazzi da tutta l’Italia, e la presenza di Bruno Vespa diede molto prestigio all’iniziativa. Fuccio si impegnò sempre per dare grande impulso all’economia cittadina, in tutti i modi possibili”.
“Chiudo con la sua ultima foto, quella che sicuramente gli è stata scattata il giorno in cui mi disse: ”Lo dico solo a te, non ne parlo con altri, mi devo ricoverare, ho fatto tutte le analisi, è tutto a posto….”
“Oggi l’ho ricordato con molto piacere”, ha concluso Pietronigro, “perché merita di essere ricordato. Mi auguro che dedicheranno una strada, una piazza a quello che è stato un grande Giornalista, un grande Editore”. Ed io aggiungerei, prima di tutto, un grande Uomo.
Il Conservatorio ha chiuso questa manifestazione con un bellissimo concerto in cui sono stati eseguiti dall’Ensemble di Chitarra, diretta dal M° Mario Fragnito, tre tipi di musica: quella di Vito Nicola Paradiso, di cui hanno eseguito “Barcarola Napoletana”, “Amarcord”; quella di autori napoletani, quali Antonio de Curtis, l’indimenticabile Totò, con “Malafemmina”; di Renato Carosone con “ Tu vuò fa l’americano”.
Una terza parte ha riguardato la musica spagnola con Isaac Albeniz, di cui sono stai eseguiti: “Asturias” e “Granada”, mentre, di Manuel Penella Moreno, abbiamo ascoltato “El gato montés”.
Gli esecutori sono stati Rossella De Joani, Giole Cerulo, Raffaele Russo, Daniele Cambio, Gabriele Rega, Orazio Testa, Nicole Compare, Sergio Improta, Filomena Formato, Antonio Bozza,
A ciascuno di essi, la figlia del Prof. Fuccio, Maria Gabriella, che ha assunto la guida del giornale da lui fondato, Realtà Sannita, e la relativa casa editrice, aveva regalato una pubblicazione. Nel suo intervento, aveva espresso il suo ringraziamento personale, e quello a nome della famiglia e di Realtà Sannita, un ringraziamento formulato con orgoglio “per il fatto che abbiate dedicato una serata intera alla memoria di mio padre e per la sensibilità che avete avuto”. Ha poi proseguito: “Cercheremo di portare avanti con onore la sua attività, tesa a valorizzare e a informare il territorio. A questi giovani studenti, un omaggio per l’affetto sincero dimostrato e per la partecipazione”.
Spetta, dunque, a ciascuno di noi il compito di non disperdere, di Giovanni Fuccio, l’attività e i risultati raggiunti. Dobbiamo impegnarci nel continuare a lavorare con lo spirito che lui ha tanto profuso nella stampa, quale servizio all’uomo ed alla comunità.
Maria Varricchio