La Festa della Luce, dell’Amore e della Vita nei tempi del nichilismo
E’ Festa! E’ il Natale del Bambino, il Dio con noi! Incarnato nel Seno sublime della Vergine divina, il Figlio di Dio viene a redimere, a salvare, a liberare, a divinizzare l’Umanità in cammino nella storia. Nasce nella “Stalla” della Terra, nascondendo la Potenza eterna della Sua Divinità trinitaria.
La Vergine ha concepito e partorito Gesù, la Luce della Creazione; l’Amore assoluto, eterno, infinito, onnipotente unico; la Vita eterna che si dona nel tempo del mondo insidiato dall’inimicizia, dalla violenza, dalla morte. Il Divino Bambino, l’Innocentissimo, promesso ed atteso, è subito minacciato dalla condanna mortale del folle potere del male – la concupiscenza della ragione, della carne e del denaro – che aggredisce la Sovranità della Bellezza e della Santità nel divenire della Storia. E, quando avrà compiuto la Missione della Rivelazione evangelica della Parola e della Testimonianza d’Amore, Cristo Gesù, tradito, abbandonato, accusato, flagellato, condannato dall’Autorità sacerdotale d’Israele e dal potere imperiale di Roma, accetterà di morire crocifisso per Amore degli uomini: “Padre, perdona loro,…”
Ora, dissipata tra secolarismi ateizzanti e modernismi irridenti la memoria di Dio, viene sfibrata anche la fiducia nella Salvezza. Sono ormai giunte a una “raffinata intensità” la superbia, la lussuria, l’avidità che amministrano e spettacolarizzano le nostre giornate svuotate di significato e di senso. E l’io, svilito e spento dall’inganno mostruoso dello “spirito del mondo”, non crede, non spera, non ama più. E’ ormai privo della sua energia e vitalità di figlio del Cielo e della Terra: il suo pensiero non discerne più la verità e la menzogna, la sua parola narcisista si sottrae all’annunzio e all’ascolto, il cuore indurito non vuole più perdonare ed amare. Così, noi, uomini e donne di questo tempo confuso e difficile, subiamo il fascino di questa Civiltà malata e decadente, dominata dal denaro, dai saperi e dai poteri mondani, dal consumismo, dall’idolatria, dalla bestemmia, dall’abiura della Legge divina, dalla voglia sacrilega di mettere le mani sull’ “Albero della vita”.
Ed allora, possiamo ancora vivere questa “Festa della Luce, della Vita e dell’Amore”? Chiediamolo, nella preghiera, al Figlio di Maria e di Dio, “con fede vera, prepotente, una fede davanti alla quale il rigore di Dio, sdegnato da tante colpe, cada con un sorriso e venga il perdono che è aiuto, e venga la sua benedizione” (Maria Valtorta). Chiediamolo pure alle stesse creature della Terra, protagoniste del Bene e del male nelle vicende del mondo.
Dagli inizi del XX secolo, sia i sistemi marxisti che quelli capitalisti hanno distolto l’intelligenza dalla realtà fondante e decisiva che è Dio, l’Amore e cancellato l’antropologia biblica e cristiana dell’uomo “immagine di Dio”. Ed ora che i due sistemi si vanno fondendo negli scenari della mondializzazione, si affretta la prospettiva del dominio totalitario planetario che ferocemente combatte il riconoscimento di Dio e del fine escatologico e trascendente della storia e della vita.
Il Natale è la Festa della Vita! Ma non lo è più per l’Europa, la cui Commissione, qualche settimana fa, aveva proclamato il divieto di scambiare pubblicamente gli “AUGURI di NATALE”.
Il Natale di Gesù − il nascere stesso delle umane creature – è ormai un rischio pauroso e tragico nelle contrade dell’Occidente già cristiano: su la formazione creaturale dell’essere incombe il micidiale “atto abortivo”, la distruzione della vita incipiente, la negazione del diritto a nascere, il rifiuto della Luce, l’abisso del nulla. Questa lugubre, insensata ideologia di annientamento e di morte – anticosmica, antiumana, antidivina – tremenda “congiura contro la vita” , ha devastato radicalmente l’ordine e l’armonia della Creazione, ha ferito l’energia, la vitalità e la potenza del Desiderio e dell’Atto di Vita. La Vita nasce da Dio e “ciascuno di noi è il frutto di un pensiero di Dio. Ciascuno di noi è voluto, ciascuno è amato, ciascuno è necessario.” (Benedetto XVI). San Giovanni Paolo II aveva già affermato: “La radice del moderno totalitarismo è da individuare nella negazione della trascendente dignità della persona umana che nessuno può violare né l’individuo né il gruppo né la classe né la nazione né lo Stato …” E’ nelle fasi acute dei processi rivoluzionari, sia conclamati sia sotterranei, che vengono introdotte le strategie perfide dell’annientamento della vita e anche quando si svigorisce la resistenza dei difensori della Pace – “Pace tra Cielo e Terra, Pace tra tutti i popoli, Pace nei nostri cuori” – e si rompono gli equilibri della convivenza civile. Nell’Europa cristiana il “crollo della vita” si determina nella violenta azione politica del Giacobinismo della Rivoluzione Francese e poi nel 1919, in Russia, con la dittatura bolscevica. Sarà nel 1973 che la Corte Suprema degli Stati Uniti d’America aprirà le porte al “genocidio prenatale” e annuncerà all’Occidente anti-comunista la legalità della soppressione del nascituro nel seno materno e condividerà con l’URSS la sciagurata decisione totalitaria. Nel 1978, la Democrazia italiana, durante i cinquantacinque giorni della prigionia brigatista di Aldo Moro, elaborò la famigerata legge 194, sigillata col marchio della costituzionalità, che autorizza lo spietato sacrificio dei “germogli umani” nel seno della madre. Ora, la Corte Suprema americana, da qualche settimana, ha iniziato l’esame della richiesta dello Stato del Mississipi che chiede di cancellare integralmente la sentenza del ’73 “ perché nella Costituzione, nella struttura, nella storia e nella tradizione degli Stati Uniti non c’è nulla che sostenga il diritto all’ “interruzione di gravidanza”.
In Italia e in Europa non c’è, purtroppo, nessuna iniziativa politica e istituzionale che possa assicurare la certezza di nascere a tutti i figli dell’uomo. La cultura è impantanata nel relativismo degli egocentrismi, scatenati con l’oscena auto-giustificazione del diritto di libertà; la politica, in piena deriva totalitaria, riconosce “il diritto alla morte” non alla vita; nei luoghi della religiosità ci siamo chiusi nella tiepidezza e nell’ipocrisia, senza il coraggio della testimonianza forte, intrepida, coerente per la Vita.
Nei giorni del Natale di Dio, tutto il mondo, ahimè, festeggia l’anti-Natale, l’uccisione della pietà!
Ma la Misericordia della Vergine Madre è più grande e più forte della nostra insipienza e della nostra empietà.
Allora, con tutto il cuore, Auguri di LUCE, di AMORE, di VITA!