Qual è la dignità di Forza Italia?
Nel dimostrare di avere dignità politica, bene avevano fatto i dirigenti di Forza Italia a sbattere la porta in faccia a Lega e a Fratelli d’Italia, dopo essersi trovati di fronte, senza avervi concorso a determinarla, alla candidatura a sindaco di Rosetta De Stasio, una ex aennina che, proposta stranamente dalla Lega, era stata accettata da Fratelli d’Italia, la formazione che, in sede nazionale, ha raccolto larga parte degli ex aennini.
Non altrettanta dignità hanno dimostrato di avere, invece, quando poi hanno raccolto l’invito di Mastella a fare causa comune con lui. Il Mastella che ha rivolto questo invito a Forza Italia è lo stesso di quello che, dopo aver fatto eleggere consigliera regionale la moglie nel suo Udeur, schierato non più nella coalizione di centro sinistra ma in quella di centro destra guidata da Stefano Caldoro risultata vincente; dopo aver tentato l’ingresso in Forza Italia, nell’autunno del 2013, in seguito alla adesione dell’allora ministra Nunzia De Girolamo al Nuovo Centro Destra di Alfano; dopo aver aderito a Forza Italia nella convention regionale del 3 febbraio 2018, nella quale aveva sciolto il suo Udeur che era stato ricostituito 49 giorni prima nella stazione marittima di Napoli, avendo ottenuto da Berlusconi la candidatura con elezione certa della moglie al Senato, nella primavera del 2020, appena ritirate le dimissioni da sindaco di Benevento, lascia Forza Italia insieme alla moglie, con il pretesto di non aver avuto l’indizione delle primarie per l’individuazione del candidato presidente alla Regione, e passa con la sua nuova formazione politica (Noi Campani) nella coalizione guidata da Vincenzo De Luca, avendone fiutato la vittoria.
Nell’invito, Mastella ha sostenuto, udite udite, che “il percorso politico e la tradizione storica di Forza Italia” non potevano essere inquinati da “alleanze spurie” che qualcuno , “per strane e personali ragioni” aveva ipotizzato. La consigliera comunale Annarita Russo, passata un anno fa a Forza Italia, accettandone la candidatura alle regionali, quando già aveva abbandonato da un po’ di tempo “Noi Sanniti per Mastella”, la lista nella quale era stata eletta nel 2016, aveva fatto da battistrada, rispetto all’invito di Mastella, nel proporre l’alleanza con il sindaco alle prossime elezioni, nel coordinamento del suo partito riunitosi il 26 luglio scorso.
Ma, cosa assai strana, che rivela anche la…formazione politica della persona, a perorare l’alleanza con Mastella, contestualmente quasi ad Annarita Russo, è stato Antonio Reale, l’assessore all’Ambiente che un anno fa Mastella aveva revocato, perché, dopo qualche tentennamento, aveva scelto di rimanere in Forza Italia e di non seguire Mastella nella sua nuova avventura politica. Insomma, Mastella, sapendo di dover perdere, per le prossime comunali, i voti di Reale, avrebbe pensato, a nostro avviso, di recuperare quelli di Gerardo Giorgione, da lui nominato, il primo agosto 2020, assessore all’Ambiente, dopo averlo costretto a dimettersi, quattro anni prima, da assessore all’Urbanistica, per aver postato, sulla sua pagina facebook, foto razziste con commenti assai poco riguardosi nei confronti dell’allora presidente del Consiglio, Matteo Renzi, e della rispettiva moglie. A nulla servirono le giustificazioni di Giorgione, ritenute evidentemente poco credibili, secondo cui responsabile di quel post era il figlio e non lui, che era stato indicato alla carica di assessore da Forza Italia, allora suo ultimo approdo, dopo essere stato nei socialisti dello SDI e, prima ancora, pare, nell’Udeur.
Probabilmente, i berlusconiani, resisi conto che correndo da soli avrebbero rimediato solo un 5-6% alle elezioni, una percentuale sufficiente per eleggere appena qualche seggio, avranno scelto la formazione che, secondo il loro punto di vista, lontano dalle previsioni, avrebbe vinto le elezioni, per beneficiare del premio di maggioranza.
Inutile dire che gli ex alleati di Forza Italia (Lega e Fratelli d’Italia) ci sono rimasti male. Probabilmente dovranno fare ammenda di aver posto in essere una furbizia ai danni del loro alleato. Rosetta De Stasio, sul Mattino del 29 luglio, dichiara di ritirare la sua candidatura, non senza ricordare che l’8 luglio l’aveva messa a disposizione di partiti e civiche lasciando libertà di decisione, il che non sembra del tutto attendibile, nella misura in cui Il Mattino di domenica 25 luglio, giorno precedente a quello della riunione del coordinamento di Forza Italia, riportava una nota del leader provinciale di Fratelli d’Italia, Domenico Matera, che invitava Forza Italia a ritornare al tavolo poiché “l’alternativa a De Stasio non è quella di buttarsi tra le braccia della sinistra deluchian-mastelliana”. Ma Matera ignora che Mastella non è stato mai di sinistra.
Al ritorno di Forza Italia nella coalizione di centro destra crede ancora la Lega, la quale, sul Mattino del 29 luglio, attraverso probabilmente il suo segretario regionale, Valentino Grant, scrive: “Benevento come tutti i comuni ha bisogno di un centro destra unito, per cambiare davvero il senso di marcia. Invito gli amici Fratelli d’Italia e di Forza Italia a incontrarci per confrontarci, per proporre una programmazione di lungo periodo della città. Sono certo che il mio invito sarà accolto”.
Ma lo stesso 29 luglio, alle 11,49, Noi Campani diffonde questa nota:
“Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, ha incontrato a Palazzo Mosti il coordinatore provinciale di Forza Italia, Nascenzio Iannace.
Nel corso dell’incontro, improntato alla massima cordialità, Iannace, a ciò delegato dal comitato cittadino forzista, ha confermato la volontà di Forza Italia di collaborare con la coalizione guidata dal sindaco Mastella in occasione delle prossime elezioni amministrative.
Una scelta di responsabilità, dettata soprattutto dalla necessità di dare un contributo fattivo in un momento particolarmente difficile sia a livello nazionale che locale e fermo restando ovviamente la diversa identità politica.
Di conseguenza, Forza Italia parteciperà attivamente alla stesura del programma amministrativo della coalizione con particolare riferimento ai temi del sociale, del rilancio delle attività produttive ed economiche e delle periferie della città. A rappresentare la formazione politica azzurra nella fase di stesura del programma saranno l’ex assessore Antonio Luciano, il dottor Nicola Corea e l’architetto Pasquale Fiore”.
Pasquale Fiore si trova ora in Forza Italia perché, nominato da Valentino Grant coordinatore cittadino della Lega, si è dimesso da tale carica quando ha visto che le decisioni negli incontri con Fratelli d’Italia e Forza Italia venivano prese sopra la sua testa dal segretario regionale del partito di Salvini.
Ma l’alleanza del coordinatore di Forza Italia, Nascenzio Iannace, di Antonio Reale, di Annarita Russo and company con Mastella non ha avuto il placet dai vertici nazionali del partito di Berlusconi, anche se coloro che erano stati presi a calci nel sedere da Mastella hanno deciso di presentarsi nelle vesti di una lista civica, recante non il simbolo di Forza Italia, bensì la bandiera tricolore, sotto la quale i colori giallorossi con la scritta “Forza Benevento”, avente la pretesa di calamitare le simpatie dei tifosi di calcio.
Il modello De Luca non esiste più. Lo dice l’odontoiatra Nicola Danilo De Luca
Con l’annessione dei forzisti locali alla coalizione di Mastella è saltata del tutto anche a Benevento il modello, tanto invocato da Mastella per avere il sostegno del Pd alla sua ricandidatura, modello che ha portato Vincenzo De Luca alla vittoria. Lo dice Nicola Danilo De Luca, componente il coordinamento politico Perifano Sindaco, quando si domanda: “Ma esiste ancora qualche ultimo soldato giapponese che combatte ancora, qui nel Sannio, per il modello De Luca?”.A legittimare tale interrogativo, afferma il noto odontoiatra nella sua nota del 27 luglio, il giorno dopo la riunione del coordinamento di Forza Italia, “sono gli accadimenti politici delle ultime 24 ore”, che parlano di “un accordo raggiunto tra Forza Italia e il sindaco Clemente Mastella in vista delle prossime elezioni comunali”. Nicola De Luca dice: “Sorvoliamo pure sul comportamento dei berlusconiani, più volte umiliati e offesi dallo stesso Mastella ma tornati a casa dopo un semplice fischio. E’ agli amici di provenienza Pd che voglio rivolgermi: è con chi si è candidato contro Vincenzo De Luca che state costruendo il modello De Luca? No, perché, simbolo o non simbolo, i volti ritratti nelle foto ci sembrano proprio quelli di chi, neanche un anno fa, faceva campagna elettorale contro il governatore. Di più: anche i referenti regionali di Forza Italia, che avrebbero benedetto l’accordo, sono gli stessi che a palazzo Santa Lucia (sede della Regione – ndr) non perdono occasione di contestare l’operato del Presidente della Regione”.
“Ma sempre nella giornata di ieri”, prosegue De Luca nella sua nota, “altri fatti si sono imposti all’attenzione dell’opinione pubblica. Uno di questi, l’iniziativa del sottosegretario Enzo Amendola con Luigi Diego Perifano ha avuto ampia eco sui giornali e le dichiarazioni dell’autorevole dirigente del Pd sono ormai note a tutti. Un altro avvenimento, invece, merita una ulteriore sottolineatura: alla conferenza stampa di presentazione del candidato sindaco Antonio Del Mese erano presenti i dirigenti locali del (nuovo – ndr) Psi, altro partito che alle regionali 2020 sosteneva il presidente De Luca. E dunque, allo stato attuale, la galassia deluchiana a Benevento si è divisa su quattro candidature a sindaco alternative: Con Del Mese c’è il Psi, con Moretti ci sono PER e i Verdi, con Perifano il Pd e il Centro Democratico, con Mastella la ‘nuova Italia Viva (quella che c’era è stata sostituita proprio perché aveva fatto altre scelte) e i tre consiglieri del gruppo Pd a Palazzo Mosti”.“Insomma”, aggiunge Nicola De Luca, “sono i fatti a dire che il ‘Modello De Luca’ qui a Benevento non esiste. E non esiste per la libera volontà dei deluchiani che hanno sostenuto il Presidente alle scorse elezioni e che continuano e continueranno a sostenerlo senza sentirsi in obbligo di diventare mastelliani. Questa è la realtà, il resto è fantasia. O è bipensiero, ovvero la pratica orwelliana che – definizione enciclopedica – sta ad indicare il meccanismo psicologico che consente di credere che tutto possa farsi e disfarsi: la volontà e la capacità di sostenere un’idea e il suo opposto, in modo da non trovarsi mai al di fuori dell’ortodossia”.
Il percorso politico del deluchiano Fernando Errico
Con Mastella può trovarsi a suo agio, il sindaco di S.Nicola Manfredi, Fernando Errico, consigliere regionale (consiliatura 2005-2010) dell’ex Udeur di Mastella, schierato con la maggioranza bassoliniana; candidato sempre alle regionali, ma nel Nuovo Centro Destra di Alfano, nel 2015, quando il secondo seggio nella circoscrizione di Benevento, conquistato da lui con poco più di settemila voti di lista, viene attribuito, secondo la legge elettorale, a Stefano Caldoro, il candidato presidente perdente, cui il Nuovo Centro Destra è collegato; passato in Forza Italia insieme, pare, alla deputata Nunzia De Girolamo, prima che il NCD si sciogliesse, diviene segretario provinciale del partito di Berlusconi; candidato in Forza Italia nell’uninominale della Camera, comprendente la provincia di Benevento, alle politiche del 2018, senza essere eletto, viene successivamente detronizzato da segretario di Forza Italia, in una operazione di azzeramento di tutto il gruppo dirigente sannita del partito di Berlusconi.Così, mentre Mastella è capo virtuale di Forza Italia, essendo stata eletta senatrice la moglie, come dicevamo, da questo partito, Errico ne è fuori, pur rimanendo amico di Mastella. Nel 2020, collegata con Vincenzo De Luca, presenta la lista Campania Libera, in cui è candidato insieme alla vice sindaca dem di Moiano, Lucia Maccariello. E grazie, probabilmente, ai 7.903 voti, pari al 6,57%, conquistati da tale lista, viene incaricato da De Luca a sovrintendere sulla realizzazione dell’Alta Capacità Ferroviaria NA–BA.
Divenuto collaboratore di Vincenzo De Luca, in forza di tale incarico, ha organizzato, presso il Borgo degli Angeli del suo Comune, il 29 luglio, la presentazione del libro “L’uragano. Una storia di politica, fake news, giustizia”, in cui Roberto De Luca, secondogenito del governatore della Regione a attualmente assessore al Bilancio del Comune di Salerno, racconta la vicenda giudiziaria che, innescata da un lavoro giornalistico di Fanpage.it sul ciclo dello smaltimento dei rifiuti in relazione al lavoro di una azienda della Regione Campania (la Sma), lo aveva visto indagato per corruzione nel 2018, un’accusa dalla quale è uscito indenne.
A quell’incontro vi era un pubblico costituito da una settantina di persone, tra le quali abbiamo visto il sindaco di Benevento, Mastella, il consigliere regionale mastelliano, Luigi Abbate, oltre a Fernando Errico, ovviamente, che a Benevento, insieme a Luigi Scarinzi, anche lui presente a quell’incontro, presenterà una lista in sostegno di Mastella. C’era anche Gennaro Santamaria, il casiniano che, chiamato a dirigere la segreteria di Gian Luca Galletti, ministro dell’Ambiente dei governi Renzi e Gentiloni, viene a trovarsi “disoccupato” con la costituzione, nel giugno 2018, del governo giallo verde. Approdato alla corte di Mastella, questi lo nomina dirigente del settore Affari Generali del Comune. Non c’erano i 3 consiglieri dem degeneri del Comune di Benevento, e di tale assenza ci siamo meravigliati nella misura in cui quello era un incontro promosso da deluchiami doc, come se i circa 17.000 cittadini sanniti che hanno votato per il Pd, non avessero conseguentemente votato anche per Vincenzo De Luca.
Mastella attacca la Magistratura nel corso della presentazione del libro di Roberto De Luca, secondogenito del governatore della Campania
In quella sede, Mastella si è esibito in un violento attacco alla Magistratura, come se nei processi che lo hanno riguardato, anche insieme alla moglie, fosse stato condannato invece che assolto. Ha manifestato meraviglia su come mai Palamara sia libero, mentre un qualsiasi altro cittadino, accusato di reati minori rispetto a quelli commessi da Palamara, sarebbe già in galera. Secondo lui, non il CSM ma un organo super partes dovrebbe giudicare i magistrati, i cui reati, cosa che Mastella non ha detto, vengono giudicati da regolari collegi di giudici. Una volta, a “Dimartedì” su La 7, Pier Camillo Davigo, in una polemica a distanza con i politici, disse: “noi ci facciamo giudicare, loro invece, quando c’è una richiesta di arresto o di una autorizzazione a procedere, si perdonano”. Mastella ha anche riferito che Marsilio Editore lo ha invitato a scrivere un libro sulla malagiustizia. Lui ha promesso che lo avrebbe scritto dopo le elezioni.Fernando Errico, essendo stato segretario provinciale di Forza Italia, e avendo transitato in più di un partito del centro destra, non dovrebbe avvertire difficoltà a fare il deluchiano nella coalizione di Mastella, della quale fa parte anche Forza Italia, in quanto lui, come dicevamo, è stato segretario provinciale del partito di Berlusconi. Semmai, non sarebbe più un deluchiano doc, anche in considerazione del fatto che è alleato di Scarinzi, il quale, eletto nella lista del Pd, nel 2016, ha sentito il richiamo della foresta poco dopo l’insediamento del Consiglio comunale (il padre Mario, infatti, aveva ricoperto diverse cariche su nomina di Mastella). Così, uscito dal gruppo Pd, dopo una breve pausa ha aderito a Forza Italia, quando questo partito era sotto il controllo di Mastella. Poi, uscito da Forza Italia, ha costituito, insieme a Vincenzo Sguera, ora alleato di Luigi Diego Perifano, e a qualche altro consigliere, ha costituito il gruppo dei pattisti.La lista Errico-Scarinzi non dovrebbe però fare molta strada, poiché il sovrintendente all’Alta Capacità Ferroviaria non è di Benevento, mentre Luigi Scarinzi, eletto nel 2016 con 649 preferenze, ben lontane dalle 995 ottenute nel 2011 in “Lealtà per Benevento” essendo stato assessore ai Servizi Sociali della prima amministrazione guidata da Fausto Pepe, ora non può contare neanche sulle preferenze ottenute nella lista del Pd, poiché quelle costituivano uno strascico di consenso rispetto all’aver mantenuto, per alcuni anni, la carica assessoriale nell’amministrazione di Pepe bis.Neanche Giacomo Pucillo, il presidente dell’Ordine degli ingegneri che ha annunciato di candidarsi nella coalizione di Mastella, dovrebbe fare molta strada in una città, che è venuta a trovarsi, secondo quanto scrive lo stesso Pucillo, “in una posizione baricentrica tra il Tirreno e l’Adriatico”, non certo per merito di Mastella, ma grazie ai finanziamenti erogati dai governi centro sinistra della precedente Legislatura, nei quali Umberto del Basso De Caro è stato sottosegretario alle Infrastrutture, per la realizzazione della “Telesina”, della “Fortorina” e dell’Alta Capacità ferroviaria NA-BA.
Le intitolazioni, le inaugurazioni e le iniziative di Mastella, finalizzate al recupero di consenso
Inutile ripetere come Mastella sia alla disperata ricerca di consenso. Ormai, trasformismo a parte, non meravigliano più le sue sortite nel lavorare in tale direzione. Il 27 luglio ha fatto deliberare dalla sua Giunta l’intitolazione al senatore Dc Alfonso Tanga dell’Auditorium della Spina Verde, affidato alla gestione dell’Orchestra Filarmonica di Benevento, e l’intitolazione al senatore missino-aennino Antonio Guarra della Mediateca, nuova sede dell’Arpac, sempre della Spina Verde.La ricerca della popolarità in funzione del consenso è stato sempre il suo pallino. Ha intitolato, infatti, un ponte ciclopedonale sul Sabato al tenore Silvano Pagliuca; successivamente, ha intitolato un altro ponte, costruito pure sul Sabato per il transito di autoveicoli, ad Antonio Tibaldi, un amministratore comunale socialista di lungo corso, nell’intento, secondo noi, di consolidare il rapporto con il figlio Raffaele. Addirittura, 9 mesi dopo la sua elezione a sindaco, ha inaugurato una sala slot, salvo poi a partecipare ad una manifestazione contro le slot machine. Fino al giorno delle elezioni, probabilmente, intitolerà a qualcuno anche i servizi igienici di Palazzo Mosti, la sede municipale.Alle quattro del mattino del 29 agosto, al termine di spettacoli notturni che la sera del 28 inizieranno al Teatro Romano con Peppe Barra e proseguiranno con la compagnia teatrale Red Roger e con le coreografie di Saveria Cotroneo, ci sarà una forma di intrattenimento attraverso la distribuzione, a tutti i partecipanti, di cornetti prodotti dal forno della famiglia Caruso, che i beneventani chiamano affettuosamente “u furn’e pesce ‘e zuccaro”.Anche, in questo caso, ci sarebbe,a nostro avviso, il tentativo del sindaco di conquistare la simpatia dei proprietari di quell’antico forno, nell’introdurre questa novità (la distribuzione dei cornetti) in “Benevento Città Spettacolo”, la kermesse settembrina che, nata nel 1980, sotto la direzione artistica di Ugo Gregoretti, come rassegna teatrale, è sfociata in una sagra paesana, un cambio di impostazione, questo, che, secondo il sindaco, piace ai cittadini. Al termine della presentazione, il 27 luglio, della XLII Città Spettacolo alla stampa nel Chiostro del Museo Sannio, patrimonio dell’Unesco, il direttore artistico, Renato Giordano, disse: ci sono domande? Il direttore de La Gazzetta di Benevento denunciò l’accavallamento degli spettacoli. Il sindaco rispose che gli spettacoli vengono programmati a seconda della disponibilità di chi deve porli in essere.Noi avremmo voluto integrare il quesito del direttore de La Gazzetta dicendo che, negli anni 80, Gregoretti programmava gli spettacoli, anche 2 o 3 in una stessa sera, in un modo che consentiva, a chi partecipava ad una “prima” della prima sera, di assistere a tutti gli spettacoli, se non si perdeva nessuna “prima”. Una circostanza questa che possono ricordare solo gli operatori dell’informazione di una certa età. Ma Giordano, vista la malaparata, invitò subito tutti i partecipanti ad assaggiare gli ottimi vini del Sannio, impedendo ai giornalisti di fare altre domande.
L’amministrazione comunale di Benevento acquista i test rapidi anticovid da Piero Porcaro, marito dell’assessore Mignone
Va segnalato poi che il Comune, nel mese di marzo scorso, quando della variante Delta ancora non si sentiva parlare, ha acquistato test rapidi anticovid presso Pietro Porcaro, il titolare della tecnobios ancora sotto inchiesta della Procura della Repubblica di Benevento, anche dopo la scrematura degli indagati, perché coinvolto nelle analisi, ritenute compiacenti, delle acque dei depuratori che, gestiti dalla Gesesa, l’ente idrico controllato dal gruppo Acea, sono finiti sotto inchiesta. Tra i soci del laboratorio Tecnobios e della società Tecno-Ambiente vi è l’assessore Maria Carmela Mignone, moglie di Piero Porcaro.Circa l’efficace dei tamponi acquistati da Porcaro nel riscontrare la variante Delta, l’assessore alla Trasparenza, Raffaele Romano, un generale in pensione della Guardia di Finanza, dice che l’acquisto, avvenuto al prezzo più conveniente attraverso l’espletamento di una gara, è regolare e che sulla efficacia dei tamponi si è pronunciato il prof. Pasquale Vito dell’Università del Sannio. Ma chi ha denunciato l’inopportunità di tale acquisto presso il laboratorio di una persona attenzionata dalla Magistratura, che avrebbe anche effettuato le controverse analisi delle acque al tetracloroetilene dei pozzi di Campo Mazzone e di Pezzapiana, e che è anche marito di una assessore, ricorda che il prof. Vito, la cui bravura e la cui preparazione non vengono messe in dubbio, è socio della società Genius Biotech insieme a Piero Porcaro.Ma questo è il modo di procedere dell’amministrazione di Mastella. Invece, una amministrazione degna di questo nome, più che costruire il consenso sulla costituzione di clientele, dovrebbe programmare il futuro della comunità amministrata.
Il candidato sindaco di Alternativa per Benevento, Luigi Diego Perifano, spiega #Benevento a colori
Luigi Diego Perifano, all’indomani dell’incontro tenutosi nei giardini della Rocca dei Rettori, con il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Enzo Amendola, incontro al quale, oltre al candidato sindaco di Alternativa per Benevento, ha partecipato anche la capogruppo ufficiale del Pd al Comune di Benevento, Floriana Fioretti, ha diffuso questo comunicato:“Abbiamo deciso che la nostra campagna elettorale sarebbe stata #Benevento a colori in base ai cinque colori del Recovery e del cambiamento che vogliamo rappresentare: Blu per la digitalizzazione della PA e l’innovazione del tessuto produttivo; arancione per il recupero del patrimonio storico e la valorizzazione dei siti culturali; verde per la svolta sostenibile del patrimonio immobiliare, la mobilità dolce, le piste ciclabili, i nuovi autobus urbani a idrogeno, lo sviluppo del verde urbano, dei parchi e delle aree relax; rosso per la costruzione di nuovi asili nido, il sostegno alle famiglie fragili, l’attivazione dei servizi a domicilio per anziani, il lavoro e la buona occupazione di giovani e donne; giallo per la rigenerazione di aree ed edifici pubblici”.
“Cinque colori per cinque priorità del Recovery Fund”, ha proseguito Luigi Diego Perifano. “I prossimi anni saranno determinanti per cogliere le occasioni che si presentano. Investimenti pubblici che possono cambiare il volto della città e dare una speranza ai beneventani, soprattutto per i più giovani”. “Ma bisogna avere idee chiare e visione, tutto quello che finora è clamorosamente mancato. E’ ora di rimboccarsi le maniche e pensare insieme alla Città. Un altro futuro è possibile per una Benevento a colori”, ha concluso Luigi Diego Perifano nella sua nota.
Giuseppe Di Gioia