La Preghiera e la Bestemmia negli ultimi tempi della storia
Nei primi decenni di questo millennio ed ora, tra le paure e la furia della pandemia, viviamo, con una presa di coscienza differenziata e mutevole, lo scontro finale, radicale e drammatico tra Chiesa Cattolica e mondo post-moderno. E sembra che le “sfide della modernità” siano riuscite a disgregare e a sconvolgere interamente l’impianto sociale, culturale e spirituale che si reggeva ancora, a metà del ventesimo secolo, su la fondazione cristiana della Civiltà dell’Occidente e su la capacità propulsiva e missionaria di presenza e di servizio nell’orizzonte planetario.
Il potenziale rivoluzionario dell’individualismo libertario e del conseguente relativismo etico ha, prima, corroso e, poi, aperto fratture profonde nelle strutture sociali e istituzionali, a cominciare dalla Famiglia. In questa, sono entrate in crisi e sfigurate le presenze relazionali della “comunità d’amore”: maternità, paternità, filialità. Indebolita la disciplina etica, è saltata, con la spinta del laicismo divorzista e abortista, la essenziale regolazione giuridica del Matrimonio che, infine, è stato sopraffatto dalla variabilità e dall’autonomia della convivenza.
In questa fenomenologia di scomposizione civile ed etica, subisce una trasformazione inevitabile anche la mentalità religiosa: viene alterato il senso dell’ubbidienza e della fedeltà al Magistero e decade la dimensione ecclesiale e visibile dell’essere cristiano. Anche la riconoscibilità del Sacerdote si riduce e la sua identità sacrale penetra a fatica nella sensibilità delle nuove generazioni. Sembra impossibile “vedere, giudicare, agire” in questa realtà complessa, in questo tempo di accelerazione e di unificazione globale, senza piegarsi all’ideologia del materialismo e dello scientismo, all’invadenza spettacolare della comunicazione individualizzata e mediatica, senza uniformarsi alla potenza massonica del pensiero dominante e alla sua micidiale carica totalitaria.
Il nascere, il crescere, l’invecchiare, il morire, sposarsi, procreare, educare, … non sono più collocati dentro una gerarchia di valori, di responsabilità, di aspirazioni; non sono costituiti dentro un progetto universale e divino di potenza, di sapienza, di amore. Sono ridotti a segni insignificanti, consegnati al primato degli istinti e alle pulsioni dell’io, al dominio e alle competizioni mondane dell’orgoglio, della carne e del denaro. Il patto umano-divino dell’ intima comunità di vita e d’amore coniugale, indissolubile e aperta alla vita, viene provocato e trascinato dentro i fermenti radicali dei movimenti femministi e della cosiddetta “rivoluzione sessuale”.
Negli scenari, anche pornografici, del consumismo, della pubblicità, del costume, dello spettacolo e della comunicazione televisiva, della contraccezione e della commercializzazione del sesso, salta la regolazione del rapporto maschio-femmina, si consumano i valori delicatissimi dell’innocenza e vengono irreversibilmente ferite le responsabilità sorgive del pudore e del rispetto. La democrazia del diritto al divorzio e all’aborto e al coniugio omosessuale con il crollo della “Legge naturale”, ridefinisce l’intersoggettività intrafamiliare e, con la rottura della comunione maschio-femmina e con l’uccisione del germoglio umano nel seno materno, erige il monumento giuridico, costituzionale e storico alla “Civiltà della Morte”.
E’ evidente che questa enorme spinta di sovversione degli equilibri morali, civili e religiosi e degli ordinamenti etico-politici e istituzionali, si sviluppa, si compone e cresce dentro le dinamiche del razionalismo moderno in conflitto con la fede. Queste hanno condotto l’umanità all’ “Ateismo di massa” e alla pluralità delle sue manifestazioni anche nei mondi ambivalenti della doppiezza religiosa e dell’ipocrisia farisaica. Le tante strategie di occultamento messe in campo attenuano, riducono, coprono la virulenza della plurisecolare insidia ideologica dell’anti-Chiesa che si è introdotta sia nei luoghi del potere, sia nelle retrovie e nelle avanguardie della teologia protestante e cattolica.
Eugenio Pacelli già da Cardinale avvertiva: “Verrà un giorno in cui il mondo civilizzato negherà il proprio Dio”; e infatti finirà per credere che l’uomo è diventato Dio. Lucia di Fatima invitava i credenti: “O con il Signore e con il demonio!” premurandoli ad affidarsi alla Madonna alla quale appartiene tutta la Vita di Dio, la Santità, l’Amore, la Bellezza, la Potenza, la Sapienza, la Bontà di Dio. Siamo ora all’estrema sfida. Al “Fiat Voluntas Tua!”, il mondo “dell’orgoglio, della carne e del denaro” oppone la malvagia e definitiva Negazione anticristica. Ad ogni persona, ad ogni città, ad ogni popolo, ad ogni nazione giunge ora la chiamata a scendere in campo per testimoniare o avversare la Verità, la Libertà, l’Amore! Non ci sarà, dentro questa storia degli “Ultimi Tempi”, la fuga nella neutralità o nell’indifferenza, neppure la possibilità del compromesso e dell’ipocrisia: saranno svelati tutti i segreti dei cuori, illuminati i desideri di vita o di morte, svelati i destini eterni di salvezza o di rovina. E’ questo il tempo per la preghiera o per la bestemmia, di benedizione o maledizione, con Dio o contro Dio. Dio ha vinto il mondo: trionfa già l’Amore del Padre, la Misericordia della Madre, il Perdono del Figlio!
Davide Nava