L’attualità di “Misantropo”, l’opera di Molière al “Modernissimo” di Telese
La rivisitazione, che è stata fatta dalla regista, Nora Venturini, della grande opera di Molière , ha ottenuto un grande successo. In primis, per la bravura degli attori: Giulio Scarpato, che interpreta Alceste, mentre Valeria Solerino è Celimene, la vedova di cui si è follemente innamorato. Nel cast ci sono: Blas Roca Rey, Anna Ferraioli, Matteo Cirillo, Federica Zacchia, Mauro Lamanna, Matteo Cecchi, che hanno dato il meglio di loro stessi. Ricchissime di particolari le scene, di Luigi Ferigno, illuminate da Raffaele Perin, dove si intravedono i due camerini, uno a destra e l’altro a sinistra, dove si cambiano gli attori, che hanno indossato elegantissimi costumi di Marianna Carbone. Bravissimo il M° Marco Schiavoni, che ha arrangiato le musiche di Galuppi, Vivaldi e Mozart, con un grosso tocco di originalità.
I personaggi fondamentali della vicenda sono: Alceste, il misantropo, che in realtà ha un solo amico, Filinte, che lo esorta ad adeguarsi al vivere sociale, per non subire pesanti sconfitte. In realtà Alceste è irrimediabilmente attratto da Celimene, che ama essere circondata da uno stuolo di ammiratori ed alla quale propone un matrimonio, che tranquillizzi la sua vita. Ella rifiuta tale opportunità, perché non confacente alla sua indole, che si contrappone agli altri due personaggi femminili: Eliante ed Arsinoè, che sono invece, tutto sommato, alla ricerca di un amore stabile.
Alceste non accetta compromessi nella società: attende la sentenza di un processo in cui è stato ingiustamente coinvolto ed è sicuro, che, essendo dalla parte della ragione, non avrà nulla da temere. In realtà, il suo avversario si è prodigato presso i potenti e riuscirà a farla franca, mentre Alceste uscirà tremendamente provato dalla vicenda. A questo punto, non gli resta che tirare le somme: in amore non è stato accettato; aveva subito un giudizio, ma pur essendo assolutamente innocente, è stato condannato, dunque ha avuto la conferma di quanto fosse vero il suo giudizio negativo sugli uomini. Purtroppo, solo in questo ha vinto, e poiché non si aspetta più alcun risultato positivo, si rifugia nella sua solitudine.
L’ opera fu scritta nel 1666, ed è amaro constatare come essa sia oggi di una grande attualità. Tutti questi secoli trascorsi non hanno migliorato l’uomo, le vicende rimangono sempre le stesse, le sconfitte anche.
Il prossimo spettacolo al Modernissimo è “Mia cara città”, con Francesca Marini, che ci presenterà, con una carrellata di canzoni, che vanno dal primo novecento a giorni nostri, l’evoluzione della nostra società.
Maria Varricchio
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