Un Anno speciale con il più Santo dei Santi!
Nel travaglio doloroso e drammatico della vita della Chiesa, dentro lo sbandamento tumultuoso dell’Umanità infelice, la Lettera “Patris corde” dell’8 dicembre 2020, Festa dell’Immacolata Concezione, con segni, richiami e riflessioni ha illuminato e riacceso la grande Tradizione di venerazione per il Santo che, con “Cuore di Padre”, insieme alla sua Sposa Maria Vergine e Madre, ha amato infinitamente Gesù.
“L’Anno speciale per San Giuseppe” è un dono grandioso e provvidenziale che dovremmo accogliere e vivere con maggiore fervore e più intensa partecipazione, mentre si avvicina il 19 marzo e continua il percorso di purificazione quaresimale verso la Pasqua. A 150 anni dalla proclamazione di San Giuseppe Patrono della Chiesa Universale, nel 1870 ad opera di Pio IX, Papa Francesco ha voluto suscitare, nel popolo cristiano e in tutte le creature di buona volontà, un amore più profondo per il nostro Santo “per essere spinti a implorare la sua intercessione e per imitare la sua virtù e il suo slancio”.
Ora, per resistere all’invadenza crescente delle insinuazioni e seduzioni del male, è necessario confidare ancor di più in San Giuseppe, conoscerlo meglio, entrare con delicata tenerezza nel Mistero altissimo ed intimo della sua relazione sponsale con Maria e paterna con Gesù. Si legge, tuttavia, che abbiamo ricevuto scarse notizie dagli Evangelisti; c’è, però, un’opera mirabile e affascinante che racconta molto di più della vita di Maria e di Giuseppe, anche del periodo che va dalla nascita della Madonna alla morte santa del nostro Patriarca. Infatti la presenza di Giuseppe e del suo protagonismo di “Custode del Redentore” è segnata e narrata in circa centocinquanta pagine del primo dei dieci volumi dell’opera stupenda e poderosa “L’Evangelo come mi è stato rivelato” di Maria Valtorta.
Lessi questi magnifici testi, generati da “visioni concrete di storia evangelica vissuta” e da “narrazioni sorprendenti”, a metà degli anni ottanta: mi erano stati indicati da un Sacerdote redentorista in missione nel mio paese insieme a una splendida “squadra” di confratelli.
Feci ricorso, allora, al caro Padre Giovanni Checchi, perché, ignorante di Sacra Scrittura, privo di cultura biblica, di storia e di teologia, non ero in grado di “dialogare” con i “Testimoni di Geova” che mi avvicinavano con assiduità.
Quegli incontri hanno lasciato una traccia profonda nel cuore, con gratitudine per i miei bravi interlocutori. Padre Giovanni mi disse: “Vuoi conoscere veramente Gesù? Te la senti di leggere un’opera eccezionale, nascente al di là dei limiti dello spazio e del tempo, affidata alla comunicazione di una donna che imparerai a conoscere, ad amare e a venerare?”
Da allora, queste sono per me l’Opera più frequentata e la Mistica più amata.
Nel concludere il racconto sul coinvolgimento di Giuseppe nella vicenda dei primi trent’anni della vita di Gesù, la Madonna detta a Maria Valtorta: “Giuseppe dall’unione con Gesù ebbe, umanamente parlando, affanni, fatiche, persecuzioni, fame. Altro non ebbe. Ma, poiché tendeva a Gesù solo, tutto questo si cambiò in spirituale pace, in sovrannaturale letizia. Io vorrei portarvi al punto in cui era lo sposo mio quando diceva: “Anche se non dovessimo avere più niente, avremo sempre tutto, perché abbiamo Gesù”.
Questo Anno Speciale, attraversato da dolorose vicende di purificazione e di tribolazione, da molteplici insidie e da dure prove, è animato misteriosamente dal Custode del Redentore, Sposo della Vergine Immacolata, che chiama noi, pur vili, fiacchi e orgogliosi, a divenire “figli di Maria” per frequentare con i nostri cari la “casa di Nazaret”.
Il Giusto, Protettore e Difensore della Vita, della Libertà e dell’Amore, Immagine-Somiglianza dell’Eterno Padre, affida a tutti noi, oggi, il suo tesoro grandioso e sublime – MARIA e GESÙ – lo consegna, con i segni della gioia, della pace e dell’amore – le Beatitudini − alla nostra responsabilità, alla difesa e al coraggio della nostra testimonianza viva e forte di Amore.
Per questo, San Giuseppe offre anche a noi la sua meravigliosa “paternità” nella quale accolse, oltre duemila anni fa, il Figlio Santissimo di Dio e di Maria.
Davide Nava