Mastella torna ad essere l’ago della bilancia della politica nazionale
Potrebbe essere anche fantapolitica,ma mai come in questo momento Clemente Mastella sta giocando su tre tavoli diversi.
In quel ristrettissimo ambito dei responsabili al Senato, dove ha catapultato Sandrina Lonardo in Mastella, Clemente ha visto un piccolo spiraglio per potersela giocare su tutti i fronti dai palazzi romani a quelli di via Santa Lucia e di Palazzo Mosti.
Un gioco non troppo sotterraneo poiché comunque bisognerà rafforzare quel gruppo di responsabili e quindi alla luce dei riflettori.
Riuscisse nell’intento di portare avanti quel progetto alla fine raggiungerebbe due mete: quella di poter ancora dire la sua in campo nazionale, dopo una brusca frenata per mano di una giustizia risultata alla fine ingiusta, durata oltre tre quinquenni, ma soprattutto rendere inattaccabile Palazzo Mosti.
Sì, proprio così. Con quella “fava” (sostegno a Giuseppi) raccoglierebbe gli onori da chi non voleva uscire da quelle aule, M5S e Pd soprattutto, e per la corsa alla riconferma troverebbe due nemici in meno.
Sì, proprio così. In pratica con la sua realizzazione si ritroverebbe a fianco, nel circuito romano, dei due massimi denigratori del suo operato lungo il decumano di questa città
Giocoforza i vari Di Maio e Zingaretti dovranno fare buon gioco a cattiva sorte, facendo arretrare sul fondo comunale le forze in campo: Mollica, Farese, De Lorenzo, ma sopratutto Umberto Del Basso De Caro, ed eliminare quel “mai con Mastella” profferito più volte in queste settimane.
Tornerebbero senza patria politica le varie associazioni scese in campo con le solite velleità alla Tommaso Aniello, di qualche già autocandidato a sindaco in cerca di sponde amiche. In pratica sconfiggerebbe uno pseudo esercito che si stava apprestando agli esercizi di preriscaldamento per l’assalto alla Bastiglia di via Annunziata… asfaltati prima di nascere.
E’ una piccola riflessione questa alla luce di cio che sta accadendo nei palazzi romani in queste ore… poi chi vivra vedrà… o magari con un proverbio tutto napoletano “a lus frii sient l’addor..”
Una riflessione che dovrebbe far riflettere molti politiconzoli a non pronuciare avverbi come “mai”. La politica non è matematica, ma è semplicemente l’arte del compromesso, della mediazione, della ricerca di univocità di intenti con vedute spesso diametralmente opposte tra le parti .Una visione diversa, come ricorda la storia, porta a rivoluzioni, sobillamenti e la storia ci dice che oggi la politica è orfana del sistema partitico eretto col muro di Berlino; sotto quelle macerie sono state seppellite le utopie dei due secoli precedenti. È stata rottamata la politica tradizionale e non già i suoi interpreti.
Geppino Presta