Mastella, non ottenuto l’appoggio del Pd sulla sua ricandidatura, ha ripreso ad azionare la macchina del fango verso i democrat
Perduta la possibilità, ma la speranza è ultima a morire, di avere il Pd in sostegno alla sua ricandidatura a sindaco nelle elezioni della prossima primavera, Clemente Mastella ha attivato i suoi accoliti non più a decantare i risultati della sua amministrazione, che a loro dire sarebbero stati riconosciuti sul Corriere del Mezzogiorno dal deputato dem Piero De Luca, favorevole al connubio, ma a sferrare attacchi, al limite della decenza, verso uomini del Pd. In funzione delle elezioni comunali previste in quattro capoluoghi campani, Benevento compresa, Mastella ha premuto insistentemente presso il riconfermato Presidente della Regione, Vincenzo De Luca, padre di Piero, per estendere, nei predetti comuni, il modello regionale, forte dei 102mila voti portati alla coalizione dalla sua formazione politica, voti raccolti dai 50 candidati e non da Mastella. La sua influenza è infatti riconducibile alle 22mila preferenze raccolte da Molly Chiusolo nelle elezioni europee del 2019, non in Campania ma nelle 5 regioni della circoscrizione meridionale.
Le accuse del consigliere provinciale Pd Giuseppe Ruggiero
Gli accoliti di Mastella hanno iniziato nei confronti di Giuseppe Ruggiero, consigliere provinciale nonché sindaco di Foiano Valfortore, il quale in una nota aveva scritto: “Da due anni ormai la Provincia di Benevento e l’Ato rifiuti sono retti dalla stessa maggioranza, che nonostante un precedente concordato ha nuovamente mandato in default la Samte, soprattutto per i crediti non incassati come quelli maturati con il Comune di Benevento. Il Presidente (della Provincia – ndr) Di Maria dice che sta lavorando per evitare possibili disastri ambientali, ma quello che si è visto fino ad ora sono solo tavoli istituzionali inutili, programmazione inesistente sia sull’impiantistica che sull’organizzazione dell’intero ciclo, in definitiva il risultato di due anni di indecisioni tutte basate sull’asse Di Maria/Mastella, situazione che ci pone un grosso interrogativo: siamo di fronte a una vera incapacità o c’è qualcuno che ha trovato in questo sistema indiscutibili guadagni? Perché mentre si riuniscono saggi, esperti, tavoli tecnici, i rifiuti dei sanniti continuano ad andare in giro per tutta la Campania, mentre di pari passo il Sannio diventa il sito ottimale dove localizzare gli impianti che risolverebbero i problemi altrui. In un mondo normale il Presidente della Provincia dovrebbe dimettersi, il sindaco di Benevento elegantemente esiliato”.
“Intanto, sono passati due anni e lo Stir (stabilimento di tritovagliatura e imballaggio rifiuti) di Casalduni è sempre fermo, fra progetti di riconversione della Regione Campania e le fantasie del Presidente dell’Ato, sindaco di Casalduni, che invece oltre ad immaginare altro, come dice lui, chiede ai colleghi amministratori di ospitare sui loro territori qualcosa che lui non vuole a casa sua. Ormai l’ultima riunione sui rifiuti è datata 8 gennaio 2020, quasi un anno fa, ed in cui erano presenti la Regione Campania, l’ATO, la Samte e la provincia di Benevento, ahimé, era assente. Nonostante il Decreto Dirigenziale n° 22 del 15 luglio 2019 in cui si assegnavano 1.097.000 euro per interventi di manutenzione di opere edili da effettuare presso lo Stir di Casalduni, nulla è dato di conoscere sull’attività progettuale che la Provincia avrebbe dovuto mettere in essere, oltre a quella di utilizzare un ulteriore milione di euro per la messa in ripristino dell’edificio di raffinazione interessato dal secondo incendio avvenuto nel mese di ottobre (2019 – ndr)”.
“Sembra che la storia dei rifiuti da rimuovere dallo Stir stia diventando un alibi per coprire l’incapacità di elaborare chiare soluzioni progettuali che al momento mancano, nonostante i finanziamenti garantiti dalla Regione Campania, con il risultato che lo Stir di Casalduni, nonostante un complessivo di quasi 15 milioni di euro di investimenti (se si tengono in considerazione anche i fondi provenienti dall’assicurazione) è ancora lì abbandonato e colmo di rifiuti. Ma siamo fiduciosi perché il Presidente della Provincia e il suo management stanno lavorando, per cosa non si sa, ma prima o poi dovranno dircelo”.
Gli insulti dei mastelliani
Infatti, lo hanno detto con insulti, ma senza rispondere nel merito, in una nota diffusa il 20 novembre dal Coordinamento Provinciale di Noi Campani. Nella nota, questi coordinatori accusano il Pd di ciò di cui dovrebbero essere invece accusati loro, nella misura in cui personalizzano, nel nome di De Caro, un partito che celebra congressi per eleggere segretari e organismi dirigenti, mentre sono personali i partitini costituiti da Mastella.
E’ Mastella, difatti, che si proclama segretario politico di Noi Campani per chiedere al segretario nazionale del nuovo Psi, Enzo Maraio, la costituzione a Benevento di una lista in suo appoggio. Ed è lo stesso Mastella che, appena costituito Noi Campani in funzione delle elezioni regionali, ha nominato segretari e presidenti, cittadini e provinciali, della sua formazione politica, senza che sia stato celebrato un congresso. Di recente, ha chiamato Paola Panella a coprire la carica di presidente cittadina di Noi Campani, carica lasciata un mese fa da Alfredo Martignetti, per andare a coprire, in giunta, il posto reso vuoto da Oberdan Picucci, per protesta contro la mancata nomina alla Presidenza della Gesesa, una protesta che è poi rientrata poiché Picucci ha avuto in compenso un piatto di lenticchie, costituito dalla presidenza del Consorzio Sannio.it, una struttura che associa 52 comuni e tutte le comunità montane.
Gli accoliti di Mastella, in quella nota parlano di un Ruggiero come di “ventriloquo del Pd decariano”. Non si capisce poi cosa e chi avrebbe dovuto coprire Ruggiero per il fatto che né lui né i suoi compagni di partito “hanno mai sollevato prima dell’incendio il caso delle migliaia di tonnellate di rifiuti stipati nei capannoni dello Stir”. Evidentemente, gli accoliti di Mastella, che danno dello “smemorato” a Ruggiero, non ricordano che la rimozione delle balle di rifiuti, stipate non soltanto nello Stir di Casalduni, era un problema che riguardava la Regione.
Ma non vogliamo dilungarci nel parlare degli insulti che questi signori rivolgono con ironia a Ruggiero, e non vogliamo neanche prendere in considerazione l’accusa vaga, a cui però di seguito Ruggiero dà una puntuale risposta, accusa secondo cui “si è consentito alla Samte di emettere fatture ai Comuni per operazioni inesistenti”, poiché il giorno dopo la diffusione della nota, il 21 novembre, il giornale di Mastella parla ampiamente della nota medesima in un articolo aperto su 6 colonne, cioè sulla intera pagina. Non ci risulta però che il giornale di Mastella abbia dato la benché minima notizia delle nota di Ruggiero, quella che, pubblicata da noi integralmente, ha suscitato la reazione scomposta degli adulatori di Mastella. Però, bisogna dare atto al giornale di Mastella di aver pubblicato, nello stesso “pezzo” del 21 novembre, stralci della nota con cui la segreteria provinciale del Pd esprime solidarietà a Ruggiero.
La solidarietà del Pd verso Ruggiero
I Dem, premesso che le offese e le ingiurie subite da Ruggiero sono la “prova della correttezza delle sue rivendicazioni” e che “passare alle offese è una vecchia e consumata abitudine di taluni quando non si è in grado di affrontare il merito degli argomenti”, affermano che “le contestazioni mosse nei suoi vari interventi dal consigliere provinciale Ruggiero sono rimaste tutt’ora prive di concreto e fattuale riscontro, come del resto è evidente anche dal tenore e dal contenuto della nota dei Noi masatelliani”. Infatti, “quello dei rifiuti resta un tema dirimente per le sorti del Sannio. Lo è per le enormi quantità di denaro che muove. Lo è perché, da un ciclo di rifiuti sostenibile ed effettivamente dimensionato sulle esigenze della nostra provincia e non su poco chiari interessi di talune lobbies, i comuni e i cittadini sanniti hanno molto da guadagnarci in termini di opportunità di lavoro, di salubrità dell’aria e di abbattimento dei costi. Su tutto questo la governance mastelliana è apparsa quantomeno distratta”.
Infine, i Dem rivolgono a Giuseppe Ruggiero “l’invito a non demordere e a non farsi intimidire da ‘modi operandi’ poco consoni a una dialettica politica minimamente civile”. E’ noto, ad avviso dei Dem, “che il nervosismo e la rabbia accechino le menti”. Pertanto, la segreteria provinciale del Pd, porge “ai rappresentanti di Noi mastelliani, estensori della ignobile nota, il sincero invito a stare sereni”. Infatti, gli accoliti di Mastella, nella loro nota, sconfinata nella inciviltà delle accuse, invitano Ruggiero a dare una spiegazione “sui mancati pagamenti alla Samte”, così come essi devono spiegare i mancati pagamenti da parte del Comune di Benevento. Altrimenti, “potrebbero interessarsi altri organi competenti”.
Ma a loro non conviene intraprendere la minacciata via giudiziaria, in quanto potrebbero andare incontro alla stessa sorte toccata al dott. Michele Rossi, l’ultimo direttore generale dell’Asl di Benevento, nominato da Stefano Caldoro su segnalazione di Nunzia De Girolamo. Infatti, Michele Rossi, attivata una procedure per disfarsi di Felice Pisapia, il direttore amministrativo della stessa Asl, è finito anche lui impigliato nelle maglie della giustizia con proposta di condanna da parte del Pm, poiché il nominato Pisapia, presente, da invitato e non da intruso, negli incontri avuti dai dirigenti dell’Asl con la De Girolamo nella villa del padre della deputata berlusconiana nel mese di luglio del 2012, provvide, per cautelarsi, a registrare segretamente i predetti incontri.
La replica di Ruggiero
Ovviamente, non si è fatta attendere la replica di Giuseppe Ruggiero, diffusa lo stesso 20 novembre, e non pubblicata dal giornale di Mastella quando ha dato ampia informazione delle offese e degli insulti rivolti al consigliere provinciale Dem dagli adulatori del segretario politico di Noi Campani. Ruggiero scrive: “Ho letto con interesse l’anonimo comunicato stampa firmato genericamente da Noi Campani, senza che alcun esponente di questo locale partito lo abbia ufficialmente sottoscritto. Questo è il modo di operare che si ha, da qualche tempo, in questa provincia, specie se si mette in discussione l’operato del capo, in questo caso il sindaco della città di Benevento Clemente Mastella”.
“Ma andiamo per ordine, perché c’è la necessità di rispondere alle tante inesattezze che gli anonimi esponenti di Noi Campani hanno dichiarato. Ricordo a questa compagine che la situazione finanziaria della Samte (Sannio Ambiente e Territorio – ndr) era stata affrontata, e chiusa, attraverso un concordato di continuità che aveva garantito le attività del ciclo dei rifiuti nonostante le continue crisi di liquidità causate dall’insolvenza di tanti comuni, fra i quali il più importante è certamente quello della città capoluogo, insolvenza che per le sue dimensioni era ed è tuttora capace di mandare in crisi l’intero ciclo, compreso quello dei comuni virtuosi. Se vogliamo parlare di fatture emesse a vuoto, certamente quelle inviate ai cittadini del Comune di Benevento andrebbero attenzionate, considerato che nonostante questi paghino per ottenere determinati servizi, per un lungo periodo il Comune di Benevento dimentica di versare parte di questi importi nelle casse di Provincia e Samte. Questo solo per evidenziare la correttezza della gestione mastelliana della macchina comunale”.“In merito sempre alle fatture emesse a vuoto, la dichiarazione di Noi Campani è faziosa perché tutti sanno che la Samte, oltre al servizio di smaltimento dei rifiuti, ha dovuto provvedere anche alla gestione post commissariale delle discariche sparse un po’ ovunque nel Sannio, per cui ancora non si riceve un euro di perequazione, questione che il Presidente della Provincia, Di Maria, e il direttore generale, Nicola Boccalone, da tempo affrontano senza ottenere riscontro e cercando invece di trovare sempre un capro espiatorio nella posizione della Regione Campania”.“In merito alla questione dei rifiuti presenti nello Stir, coinvolti successivamente nell’incendio dell’agosto 2018, evento che ha mandato completamente in dissesto l’equilibrio finanziario del ciclo dei rifiuti – aggiunge Ruggiero -, evidenzio come la Samte, nonostante i crediti vantati in primis dal Comune di Benevento, continuava a lavorare i rifiuti di questa provincia, senza alcuna limitazione in entrata. Emettere le relative fatture era ed è certamente un obbligo della società provinciale, così come continua a farlo adesso senza che i cittadini del Sannio ricevano servizi, ma era e resta un obbligo anche pagarle perché si possa avere quella liquidità per onorare i fornitori senza rischiare di fallire. I mastelliani avrebbero potuto, prima di scrivere queste anonime dichiarazioni, confrontarsi con il Direttore Generale dell’Ente Provincia, Boccalone, che certamente avrebbe spiegato loro che la struttura dello Stir, nata per trattare 90.000 tonnellate di rifiuto indifferenziato, con il proseguire degli anni, per l’aumento della percentuale di raccolta differenziata nel Sannio, era diventata una struttura dalla gestione tendente alla diseconomia se non trasformata in altro e capace di trattare forme diverse di rifiuto. Lo stesso destino a cui stanno andando incontro anche le altre società provinciali della Regione Campania che certamente non stanno meglio rispetto alla Samte in termini di liquidità”.“Mi permetto inoltre – prosegue Ruggiero – un breve passaggio politico sulla vicenda del mio partito, perché sembra che ci sia un PD buono, quello che dialoga con Mastella, e un PD decariano tanto inviso a NOI Campani, ma che rappresenta uno dei perni su cui si fonderà l’alternativa al governo della città capoluogo. Io credo che nella vita si possa dialogare con tutti, ma devo ammettere che alcuni amici di partito pensano più a tutelare posizioni tendenti a salvaguardare piccoli interessi personali, accontentandosi di un sottopotere in cui è superfluo un confronto serio con l’interlocutore mastelliano. Certamente questa parte del PD che rivendica un accordo su base regionale è un PD che fa comodo a Clemente Mastella perché subalterno al disegno che vorrebbe consegnare il Sannio all’uomo di Ceppaloni”.
“Noi Campani – conclude Ruggiero – governa sia la Provincia di Benevento che l’ATO rifiuti e gestisce la Samte, non può continuare a trovare scuse nelle vicende del passato, spesso dimenticando che anche i mastelliani hanno governato la Provincia di Benevento in quegli anni, e quei debiti, cui fanno spesso riferimento questi anonimi esponenti, provengono anche da quel passato. A loro ora tocca il compito di darci un ciclo dei rifiuti, cosa su cui stanno misteriosamente perdendo la sfida e su cui a breve pagheremo pegno”.
Ma De Ieso non è soddisfatto della replica di Ruggiero
Non pago del modo come Ruggiero ha replicato agli accoliti di Mastella, uno di essi, Mauro De Ieso, sindaco di Pago Veiano, è intervenuto con una sua nota, per dire, oltre a parlare ancora dei debiti della Samte dei quali il consigliere provinciale ha dato una puntuale spiegazione, che “i guai della Samte e del sistema rifiuti nel Sannio hanno origine nel 2010 quando proprio il Pd con l’allora sindaco Pepe decise di non far confluire l’Asia (l’azienda comunale di raccolta dei rifiuti – ndr) nella costituita società provinciale”. A parte il fatto che l’aver tenuto separata l’Asia, una agenzia che Carlo Cottarelli aveva posto tra le 1.000 da salvare rispetto alle 7.000 esistenti, non ha comportato, come invece lui afferma, lo svuotamento del ruolo della Samte. I guai della Samte, come ha spiegato Ruggiero, sono stati originati dal non versamento delle tariffe da parte dei moltissimi comuni. Il Tar ha rigettato i loro ricorsi perché ha ritenuto congrue le tariffe, applicate dalla provincia e da essi contestate. Evidentemente, il Comune di Paga Veiano sarà compreso tra gli insolventi, dal momento che De Ieso parla di “comuni chiamati a pagare servizi non resi”. Non crediamo che al Comune di Pago Veiano sia stato impedito lo sversamento di rifiuti presso lo Stir, poiché questo è il servizio offerto dalla Samte ai Comuni.Ma, in definitiva, De Ieso non ha considerato che il mantenimento in vita dell’Asia è stato un vantaggio per Mastella, per il fatto di aver ridotto l’azienda in un proprio carrozzone. Meno male che il giornale di Mastella ha risparmiato i suoi lettori dalla lettura della nota di De Ieso.
Giuseppe Di Gioia