I due pesi e le due misure… del Comune di Benevento
In una sera di movida, esattamente sabato 7 dicembre 2019, nei dintorni di via Perasso, una centralissima arteria di Benevento, chi scrive, costretto a rientrare, verso le 19,30, per un tempo limitato, nella propria abitazione, sita in via Vianelli (la traversa che collega Via Perasso con via XXIV maggio), non trovò posto per stazionare la propria autovettura, la Punto bianca di cui alla foto. Dovette ,quindi, parcheggiarla, in emergenza, sull’unico spazio di marciapiedi libero, poiché la prosecuzione del percorso pedonale, fino all’incrocio con Via Perasso, è impedita ai bipedi, in quanto occupata dalle scale che consentono agli spettatori del teatro Massimo di guadagnare la strada, alla fine di ogni spettacolo, attraverso le uscite di sicurezza.
Dopo essere uscito dalla sua abitazione, verso le 20, chi scrive trovò, arrotolato attorno ad un tergicristallo, una strisca di carta, simile ad uno scontrino da supermercato. Si accorse, così, che era stato sanzionato per aver parcheggiato la propria Punto su quell’unico tratto di marciapiedi. La sanzione era pertinente, ma, come si può notare dalla foto, l’auto non arrecava alcun intralcio alla circolazione stradale e, per le ragioni suesposte, meno che mai alla circolazione pedonale. L’accaduto fu denunciato su questo giornale, il 9 dicembre 2019, nei termini fin qui sintetizzati.
Ma perché chi scrive è ritornato sulla infrazione che gli fu contestata il 7 dicembre 2019? Perché, nei giorni scorsi, un condominio che trovasi sulla stessa via Vianelli, ovviamente autorizzato dal Comune, si deve ritenere, ha bullonato, come si rileva dalla foto, due gabbie atte a contenere cassonetti per l’immondizia su di un marciapiedi largo 80 centimetri, costringendo, sì, in questo caso, i bipedi ad interrompere il percorso pedonale e ad invadere, in quel punto, la sede stradale.
Il discorso di chi scrive non è rivolto a quel condominio, che ha pensato di esercitare un suo diritto, ma a chi, adottando i due pesi e le due misure, ha ritenuto che la Punto bianca, parcheggiata per 30 minuti in quel posto, intralciasse un percorso pedonale, peraltro impedito dalla presenza di scale, mentre ha consentito che un percorso pedonale, esente da qualsiasi altro impedimento, venisse intralciato in permanenze dalla presenza di quelle gabbie.
La seconda ondata del Covid ha determinato finora, in città e in provincia, più contagi rispetto alla prima
Se, con lo stesso rigore, lo stesso zelo, posti in essere nel rilevare, giustamente, le violazioni al codice della strada, i vigili urbani avessero sanzionato, durante le sere della movida quando la vigilanza sulle strade centrali della città era più assidua, ragazzi e cittadini che non indossavano la mascherina, il cui uso, in assenza di distanziamento di almeno un metro nei luoghi pubblici o aperti al pubblico, era obbligatorio, anche dopo la fine del lockdown, probabilmente la seconda ondata di contagi, che ha raggiunto Comune e vigili urbani di Benevento, non avrebbe avuto una impennata così rapida determinando, in meno di un mese, il triplo dei contagi, in città, e il superamento, in provincia, di quelli determinati dalla prima fase della pandemia, durata circa 3 mesi. Ma eravamo, come abbiamo già denunciato su questo giornale, nei mesi che precedevano le elezioni regionali del 20 e 21 settembre, sicché per il sindaco Mastella era più conveniente chiedere al comandante dei vigili urbani di notificare a Salvini la sanzione per non aver indossato la mascherina nel corso dell’incontro avuto davanti al cineteatro San Marco con i suoi sostenitori, piuttosto che ordinargli di usare il pugno duro verso coloro che, durante gli assembramenti, non indossavano la mascherina. Un atteggiamento, tenero, questo, che il sindaco sta osservando anche dopo le elezioni, elezioni che gli hanno consentito di esaltare il fatto che il suo nuovo soggetto politico, Noi Campani, sia diventato il primo partito a Benevento, avendo ottenuto 3.828 voti, meno di quelli ottenuti, nel 2010, dall’Udeur, l’altro suo soggetto politico, relegato in soffitta. E siccome quei voti sono ancora meno, e di molto, di quelli avuti dalle sue due liste presentate alle comunali del 5 giugno 2016, in sostegno della sua candidatura a sindaco, e ancora molto meno di quelli ottenuti nel ballottaggio del 19 giugno, si spiega perché sia ancora tenero verso i suoi concittadini, in un momento in cui, venutogli meno il sostegno della Lega, di Fratelli d’Italia e di Forza Italia, da lui abbandonata per sostenere De Luca, non può contare neanche in un appoggio del Partito Democratico rispetto alla sua, già annunciata, ricandidatura a sindaco.Anche dopo l’emanazione, il 13 ottobre scorso, del nuovo DPCM, vediamo, prima della chiusura di bar e caffetterie, i dehors affollati di giovani, senza mascherina, seduti, gomito a gomito, una situazione, questa, che anche gli esercenti contribuiscono a determinare, disponendo i tavoli a distanza molto ravvicinata, e non invitando gli avventori ad indossare la mascherina, per non perderli come clienti.L’osservanza di queste regole, soprattutto in relazione al distanziamento dei tavoli per evitare gli affollamenti, non rispettata dopo la fine del lockdown da bar, pub, ristoranti e pizzerie, continua ancora ad essere trascurata. Allora, stante questa situazione, che senso ha dire nel DPCM che dopo le 21 non bisogna sostare davanti a pub, bar e caffetterie? Appena emanato l’ultimo DPCM, il direttore del Giornale di Berlusconi, Sallusti , dice, a “Di Martedì” de La 7, che bisogna risarcire le perdite che subiranno i gestori di tali esercizi; ma non si capisce fino a che punto si possa essere solidali nei loro confronti, dal momento che non hanno fatto e non fanno nulla per impedire, o quanto meno contenere, la diffusione del contagio.In Cina non c’è stata la seconda ondata, perché il Covid-19, ha ricordato Ilaria Capua a “Di Martedi”, non viene trasportato dal vento, bensì dalla movimentazione delle persone. Infatti, mentre gli italiani, ma anche gli europei, pensando che la pandemia fosse alle loro spalle, hanno fatto regolarmente le vacanze, recandosi anche all’estero, nei paesi in cui Covid.19 era ancora di casa, nel Paese asiatico, comunista nell’assetto istituzionale ma paleocapitalista nella struttura economica, è stata impedita la movimentazione delle persone, e chi vi si recava veniva sottoposto a quarantena precauzionale.Un comportamento, questo, che Sallusti non avrebbe tollerato, dal momento che, è da comunisti, secondo lui, ma anche secondo l’art. 14 della Costituzione, entrare nelle case dei cittadini per evitare le feste. Ma quando ha fatto questa esternazione, il 12 ottobre a “Otto e mezzo” de La 7, non era stato ancora emanato il DPCM. Però, la Corea del Sud, un altro paese autoritario, ma di segno opposto rispetto alla Cina, non ha avuto la seconda ondata del Covid-19, perché ha usato il pugno duro.Ma Sallusti, si sa, dice pure che piove quando invece c’è il sole, pur di porsi contro il governo e al fianco di chi vi si oppone. Pur essendo berlusconiano, difende Salvini più di quanto non lo difendano i giornalisti leghisti de La Verità, di Libero e dello stesso Giornale. E lo fa, a nostro avviso, per mantenere Salvini legato a Berlusconi, ben sapendo che un allontanamento di Salvini da Berlusconi, renderebbe insignificante Forza Italia. Quando il giudizio verso Salvini fu unanime, durante il lockdown, nel condannare la sua passeggiata, in via del Tritone, senza mascherina, a fianco della sua fidanzata, pure lei senza mascherina, Sallusti, per giustificarlo, disse che, nei giorni precedenti, anche il Papa era stato visto da quelle parti senza mascherina. Ma omise di dire che il Papa era distanziato di 2-3 metri dai componenti la sua guardia del corpo e che si recava e pregare dinanzi ad un Crocifisso miracoloso, per invocare, purtroppo senza successo, la fine della pandemia.Staremo a vedere cosa succederà, nei prossimi giorni, per costringere soprattutto i giovani ad indossare la mascherina, a rispettare i distanziamenti e ad evitare gli assembramenti. Sappiamo che il sindaco, a 5-6 mesi dalle prossime elezioni, non può diventare più impopolare di quanto non lo sia già, nonostante i sondaggi, da lui commissionati a Noto, lo pongano in uno stato di gradimento da parte dei cittadini, quando non si conoscono ancora i suoi competitori.Mastella, nel pomeriggio del 14 ottobre, è ritornato a “Tagadà”, la trasmissione condotta da Tiziana Panella, la giornalista di Caserta che nel 2019, nel cineteatro San Marco, ha presentato i 12 finalisti del Premio Strega. Il sindaco di Benevento in questa trasmissione ha detto, come se non bastasse il comunicato-stampa, di aver messo a disposizione dei cittadini, anche in questa seconda ondata di Covid-19, dei psicologi cui possono rivolgersi coloro che, rispetto alla pandemia, accusano “fragilità psicologiche e paure”. Va ricordato che Mastella, considerato alla stregua di un sindaco di una città metropolitana, era stato già ospite di tale trasmissione un paio di giorni prima. Probabilmente, in funzione della sua ricandidatura a sindaco, pensa di giocare la stessa carta utilizzata nella campagna elettorale del 2016, quando, per trasmettere l’importanza della sua persona rispetto ai suoi competitori, in una città dominata da provincialismo come quella di Benevento, imperversava in tutti i talk show, con presenze quasi quotidiane, in quelli de La 7.
Abbiamo già detto come finora, da quando è arrivata la seconda ondata del Covid-19, Benevento e provincia abbiano già superato il numero di contagi della prima fase, quella della primavera scorsa. Possiamo però consolarci del fatto che il numero dei decessi, sempre finora, sia molto minore rispetto a quello della prima fase. Infatti, allora si sono contati complessivamente 24 decessi, di cui 12 a Villa Margherita, il centro di riabilitazione di Piano Cappelle. Dei 24 decessi, i sanniti sono stati 17, di cui 8 a Villa Margherita. Fino al 14 ottobre, nella seconda ondata, i decessi complessivi sono stati 6, di cui una 81enne di Secondigliano, un 80enne di Casoria, una 72enne, madre del sindaco di Moiano, un 79enne di S.Martino Sannita, una 87enne di Torrecuso e, successivamente, il figlio 51enne, pure di Torrecuso.
Ora, il sindaco si preoccupa di far realizzare dalla Lumode di Gricignano d’Aversa l’immobile nell’area dell’attuale Terminal-bus, nell’ambito dei progetti di riqualificazione delle periferie urbane, secondo i criteri imposti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri: diminuzione delle residenze, con l’eliminazione di un piano, leggiamo sul Mattino del 13 ottobre, l’aumento dei locali destinati a scuole e servizi e la realizzazione di parcheggi interrati, per eliminare la sosta nella vicina piazza Risorgimento. Va precisato che l’area del Terminal e quella di piazza Risorgimento sono due, distinte e separate. anche se Il Mattino, pubblicando la foto relativa all’elaborato assonometrico dell’immobile e quella di piazza Risorgimento, attualmente destinata a parcheggio, fa riferimento ad una unica piazza, come si legge nella didascalia, se si allarga la foto che comprende le due immagini. La Lumode si riserva la gestione dell’immobile per 30 anni, poiché sul costo complessivo dell’opera ammontante a 9.404.600 euro, mette a disposizione, di suo, 2.120.600 euro, mentre il finanziamento pubblico è di 7.784.000 euro, il 40% dell’intero intervento statale. Un bel regalo, se si tiene anche conto che la Lumode, nel corso dei 30 anni, avrà il controllo, nel raggio di un chilometro dall’immobile, della sosta, nel senso che la polizia municipale deve scoraggiare l’uso degli stalli non a pagamento, per non far perdere clienti all’imprenditore di Gricignano d’Aversa. Ma sarà necessario il suo assenso anche rispetto a chi intenda realizzare un parcheggio privato, sempre nel raggio di un chilometro. C’è da sperare solo che in questi 5-6 mesi che ci separano dalle elezioni non sarà avviata la realizzazione dell’immobile, di modo che la Lumode possa essere risarcita, dalla nuova amministrazione, speriamo non guidata da Mastella, solo dell’importo di 87.800 euro, equivalente alle spese sostenute per elaborare il progetto preliminare. Il Terminal, vicino a scuole e uffici, ma lontano 300 metri dal perimetro urbano, può rimanere dov’è adesso, anche perché i rumori e l’inquinamento vengono assorbiti dagli alberi di alto fusto dai quali è separato dalle poche abitazioni circostanti (ad Avellino si trova nel centro cittadino). D’altra parte, anche l’area dove dovrebbe essere trasferito, creando disagi alle migliaia di pendolari, è fiancheggiata da abitazioni non separate da alberi.
Giuseppe Di Gioia