Ricordando Papa Francesco

Dopo il grande travaglio della vita, difficilissima e molto sofferta, sicuramente più di ogni altra persona sulla terra, se non altro per  le immense responsabilità dell’alta funzione di rappresentare un miliardo di cristiani e di avere gli occhi puntati su di sè da tutte le nazioni del mondo, il rendiconto è consegnato alla storia e il giudizio è affidato alla Misericordia di Dio.  La storia potrà valutare, senza interferenze interessate le cose buone da imitare e quelle che sono state le scelte non condivise di questo Papa che ha saputo polizzare  immense folle intorno a sè.  La dialettica icastica e sobria di Papa Francesco ha alimentato il culto per un tipico dantismo religioso attraverso cui può essere assimilato al sommo  poeta (Dante) per le espressive rappresentazioni della realtà 88sfruttando le immagini. Tra le immagini più rappresentative è indimenticabile la semplicità del suo rapportarsi con la gente, by-passando clamorosamente la solita etichettatura del vestiario.  Credo  che il cerimoniale del solito vestiario (talare in lanetta con fascia in seta moirèe di colore avorio, sopramaniche e zucchetto, il tutto  bianco) costituisse un impaccio alla suo essere semplice e pratico.   A tale riguardo, non potremmo mai  dimenticare la borsa nera, della 2^ guerra mondiale, che lo accompagnava nei suoi viaggi aerei, nè le sue vecchie scarpe nere e nemmeno le ultime sfilate in camicione, pochi giorni della dipartita.  Ma, a proteggere i paramenti sacri, il Papa teneva molto a cuore la cura del rivestimento di carne, nel senso più nobile del termine, quello che possedeva congenitamente: la non comune umanità!      Questa gli è stata riconosciuta da tutti, con osannanti manifestazioni.  Ma è vera gloria?   La vera gloria non ha l’equivalenza della conquista degli onori mondani, ma è la condizione di sublime maestà divina che alcune persone (consacrate o non) raggiungono già  “ante mortem”.  Tutte le manifestazioni umane che non si interfacciano con questo stato di purezza  spirituale  devono ritenersi viziate da eccesso di potere e, quindi, avulse dalle cose che piacciono a Dio!   Ricorderemo Papa Francesco a 360° e non solo per quello che c’è più gradito! I personaggi illustri  più amati dalla storia sono soprattutto quelli che  respingono nettamente l’ipocrisia e dicono sempre  “pane al pane e vino al vino”.  QUESTA E’ UNA ACCORATA RACCOMANDAZIONE DEL VANGELO! Non faremo mai a meno di ricordare le raccomandazioni di Gesù veicolate dai Suoi Evangelisti e nemmeno le calorose sollecitazioni di Papa Francesco con i  suoi instancabili  “non dimenticate di pregare per me” con cui chiudeva ogni suo incontro con la gente.   E, auguro che non lo dimenticheranno gli ultimi che Papa Francesco ha trattato come fossero i primi.  Ai carcerati, poi, non potendo aprire la porta del carcere, ha aperto loro quella giubilare.  Evidentemente ha tenuto conto della grande indulgenza di Gesù che sottrae l’adultera dalla lapidazione, alla quale aggiunge, però, “vai e non peccare più”.

Francesco Gaetano

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