Felicitazioni per il ritorno di Papa Francesco a Santa Marta

Il Cardinale di Napoli scrive una mielata lettera a Papa Francesco: “Ci stai insegnando che l’amore è pazienza”. Sono perfettamente d’accordo! Tuttavia, osservo che la pazienza debba trascendere ogni idea di conformismo massificato e qualsiasi alea di contaminazione di riferenzialità riconducibili al convenevole e/o all’opportunismo. Se può passare ad una pecora snidata che non ama appartenere ad un ovile stilizzato, benchè omologato dal rigore dell’Istituzione ecclesiale, da far valere mediante un contratto unilaterale, sarò felice di tratteggiare il mio libero pensiero. Premetto che non mi sono mai avvalso della facoltà di tacere ciò che penso e che ho avuto modo di cristallizzare apologeticamente sulle originarie convinzioni riflessh alla spiritualità e all’umanesimo del nostro Papa. Tuttavia, con il senno del poi, ho dovuto riguardare la bussola della mia navigazione nell’insidioso oceano spirituale, impartendo piccole variazioni alla barra di comando. Così, con immensa amarezza, sono stato indotto a fare qualche taglietto alla prima virtù – cioé alla spiritualità – che ho dovuto caricare all’ambito dell’umanesimo. Purtroppo, alcune scelte non hanno conseguito lodevoli progressi atti a sollevare lo stato di insofferenza di una Chiesa che sembra collassare sulle macerie oratorie, a scapito delle azioni di autentica carità cristiana.
Il popolo di Dio ha pregato e prega ancora intensamente per la salute del Santo Padre e questo è giusto. E’ giustissimo che il Papa inciti a pregare per Israele, per la Palestina, per l’Ucraina. Ma, è ingiusto che non si preghi anche per i giovani russi che cadono in guerra: sono centinaia di migliaia che lasciano le loro famiglie, vanno al fronte di guerra e combattono solo perché sono obbligati. Obbligati ad ammazzare innocenti bambini, vecchi e malati? Ed essere ammazzati a loro volta? Ritengo assurda e inaccettabile una preghiera localizzata o “privatizzata” a beneficio dei soli popoli che sono nelle nostre grazie ed escludendone altri. La preghiera deve spalancare la porta allo spirito affinché possa raggiungere tutte le periferie del mondo, raccogliendo le voci di aiuto di tutti, nessuno escluso. Solo così si può affermare che l’amore è paziente! Tengo a chiarire che, nonostante la mia autotutela dal contagio del virus dell’ipocrisia, non riparo mai sotto il ponte ove, in genere, ripara il gregge con il tempo calamitoso. Così, in piena libertà, ho raggiunto la mia Chiesa ed ho depositato le mie preghiere per la salute del Santo Padre. Oggi, sono gràto a Dio per aver ascoltato anche le mie preghiere. E, ovviamente , ringrazio Gesù, la SS. Vergine Maria, S. Giuseppe, Padre Pio e tutti i Santi del cielo, perché con l’intercessione di tutti è stata provocata la Divina Misericordia e il Papa torna, finalmente, a S. Marta. Lunga vita al nostro amato Papa al quale rivolgo l’appello di pregare anche per i poveri russi!
A Maggior Gloria di Dio.
Francesco Gaetano