Il mistero nascosto ai sapienti ma rivelato ai semplici – Fra Pasquale Raffa postino della Madonna e amico del Crocefisso
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di Monsignor Pasquale Maria Mainolfi
Fra Pasquale Raffa, nasce a Zungoli (AV) il 29 marzo 1926, da Vincenzo e Concetta Adorizia. Vincenzo e Concetta si sposano l’11 gennaio 1920 e dal loro matrimonio nascono sei figli: Lorenzo, Sebastiano, Pasquale, Antonio, Crescenzo e infine una donna che rimane in vita solo venti giorni. Una famiglia molto religiosa di contadini, proprietaria di tre pagliai di pietre e paglia, uno per loro, uno per le derrate alimentari, ed uno per gli animali. Tutto questo in campagna, perché durante l’inverno la famiglia Raffa abita in paese, a tre chilometri dalla campagna.
Pasquale rimane in famiglia fino all’età di 24 anni, senza poter studiare, perché povero e nella necessità di lavorare come garzone sotto diversi padroni, guadagnandosi il pane col sudore della fronte e portando le pecore al pascolo. Verso i 15 anni di età coltiva nel suo animo il desiderio dello studio per compiere il bene in un genere di vita più alto, ma le vicende da lui stesso raccontate si svolgono in modo totalmente diverso. Infatti povertà, semplicità e lavoro segnano la sua vita di uomo profondamente “buono”, chiamato da Dio a fare il bene in ogni occasione e situazione. I racconti annotati con fedeltà, precisione e passione da Fra Pasquale hanno lo stesso incantevole profumo dei “Fioretti di San Francesco”. In questi racconti emergono: saggezza popolare, preghiera incessante, il buon esempio di una persona veramente buona e generosa, sempre attenta a difendere innanzitutto i diritti di Dio e poi quelli del prossimo.
Ama ripetere, in un concentrato di accattivante sapienza: “Prima il Padrone e poi il garzone”. Le sue memorie sono affidate ai fogli di carta, ingialliti dal tempo, utilizzando un’arcaica Olivetti a doppio carrello. Con l’armistizio del 1946 viene esonerato dal servizio militare. Nel 1947 lavora presso il compaesano, presidente dell’Azione Cattolica di Zungoli e, con lui, a 21 anni di età, fa le sue prime ed uniche 40 lezioni di studio e impara a leggere e scrivere. In 20 anni di lavoro, serve ben 15 padroni diversi. Nel 1950 arriva al convento mercedario di Carpignano, frazione di Grottaminarda, dove incontra per la prima volta l’Ordine fondato da San Pietro Nolasco e la Vergine venerata sotto il titolo di Santa Maria di Carpignano. Da Carpignano viene poi mandato a Nemi (Roma) per l’anno di postulantato e di noviziato. A Nemi, il 24 ottobre 1952, all’età di 26 anni, emette la prima professione dei voti religiosi e diviene fratello cooperatore dell’Ordine della Mercede, nella Provincia Romana. Nel 1954 ritorna a Carpignano, dove emette la professione solenne il 25 ottobre 1955 e dove risiede ininterrottamente per 68 anni fino al giorno del suo ritorno alla Casa del Padre, il 16 novembre 2022. Custode zelante del Santuario, viene da tutti conosciuto e stimato per la sua umiltà, laboriosità e fervente vita di preghiera.
Tutti lo chiamano “il Postino della Madonna” perché ovunque e, soprattutto nelle campagne, diffonde l’immagine della Madonna di Carpignano e consegna puntualmente il calendario del Santuario, di anno in anno.
E’ la Provvidenza a segnare una svolta definitiva nella vita di Pasquale Raffa. Il frate questuante dei Mercedari di Carpignano, Fra Tarcisio, incontra Peppino, maniscalco, compagno di lavoro di Pasquale e gli fa la proposta di entrare in convento per farsi frate, ma a questi risulta impossibile perché è sposato. Conoscendone la sensibilità e la predisposizione religiosa, Peppino passa l’invito all’amico Pasquale Raffa che, ben volentieri accoglie la proposta e comunica ai genitori la decisione di partire. Una volta in convento, allenato alla dura fatica del vivere, risulta il più abile di tutti nei lavori manuali e soprattutto è contento, perché, dopo aver servito tanti padroni, ora finalmente si trova nella casa del “vero Padrone”, il Signore buono e misericordioso. Non si risparmia: spacca la legna per la cucina, pulisce la chiesa e il coro, carica il letame della stalla insieme a Fra Tarcisio, coltiva l’orto, governa galline e tacchini, aiuta in cucina e in refettorio, visita le masserie di campagna raccogliendo elemosine e derrate alimentari per la comunità religiosa e corre alla portineria per accogliere con amabile carità i pellegrini. Sempre umile), pronto, disponibile. Non mancano incomprensioni, umiliazioni e prove di ogni genere. La sua forza: la Santa Messa quotidiana, la Parola di Dio meditata e annunciata con linguaggio semplice e saturo di sapienza, il Santo Rosario, la fedeltà ai primi venerdì del mese in onore del Sacro Cuore di Gesù ed un amore speciale per il Crocefisso, giunto al Santuario di Carpignano il 22 marzo del 1921, e per l’antica e prodigiosa icona di Santa Maria di Carpignano.
Attraversando le campagne, Fra Pasquale, “analfabeta sapiente”, si fa maestro convinto di verità eterne e dispensatore della “lieta notizia” del Vangelo, incoraggiando tutti a lodare, benedire, ringraziare Dio, perché tutto quel che abbiamo è dono del Suo infinito e provvidente amore. Al termine della giornata, stanco ma sereno e fiducioso, realizza corone da donare ai devoti della Madonna, esortandoli alla “preghiera incessante”. Quanti incontri, quante persone buone e talvolta strane, poco gentili o avare, lungo il suo faticoso cammino a piedi, sul cavallo, sul carretto o sul tre ruote. Per tutti, Fra Pasquale Raffa, è “il Postino della Madonna” e “l’Amico del Crocefisso”. In circa 70 anni di presenza nel convento di Carpignano, visita oltre 40 comuni con le rispettive contrade: pellegrino di speranza tra gente umile, bisognosa di luce e di consolazione. Per tutti quelli che incontra diventa “parafulmine” di protezione con la preghiera di intercessione. Per gli afflitti nel corpo e nello spirito “ministro di consolazione e di pace”. Fra Pasquale è sinceramente convinto che solo l’osservanza dei Comandamenti, la preghiera, la fedeltà alla Santa Messa e il Rosario, assicurano la pace in famiglia. Ne è così convinto che lo ripete a tutti, senza orpelli, senza aggiunte, semplicemente ed in modo convincente. Di sovente afferma: “Quando non c’è l’amore di Dio, c’è l’azione del diavolo che rovina le famiglie”. A tutti dona parole di speranza e di fiducia. Agli ammalati parole di conforto. Raccomanda ai benefattori di spegnere la televisione quando si fa sera e di recitare il Rosario per la pace della famiglia. La sua missione evangelizzatrice non conosce confini. La sua carità umile e nascosta è colma di tanti significativi gesti di misericordia. Sotto la pioggia o con la neve mai si ferma. Ed in ogni paese visita il cimitero, pregando per i defunti, i benefattori e in modo particolare per i consacrati. Un pensiero fisso guida nella perseveranza la sua vita quasi centenaria: “Saremo accolti in Paradiso dal nostro unico Padrone se saremo stati i suoi bravi garzoni”.
Fra Pasquale Raffa è uomo di pace. Ha un rapporto ottimo con i suoi familiari e parenti. Coltiva una grande venerazione per i suoi genitori. Il suo linguaggio è limpido, semplice, pulito, mite, non disprezza nessuno. Lavora intensamente prima in famiglia e poi sotto diversi padroni. Giunto tra i Padri Mercedari ne apprezza e condivide la spiritualità e lavora con entusiasmo e generosità rendendosi disponibile per i servizi più umili e impegnativi.
Fra Pasquale è testimone di una Fede eroica. Egli vive solo per Dio e per la salvezza dei fratelli. Pur essendo un semplice fratello laico possiede lo spirito di consiglio e aiuta la gente a fare la volontà di Dio. In ogni occasione si fida della potenza e della provvidenza di Dio. Trova ristoro solo in Dio, dopo ogni fatica. Una fede genuina e semplice lo guida, sin dalla giovane età, sui sentieri della perfezione.
Fra Pasquale vive eroicamente la virtù teologale della Carità. Gira come questuante per raccogliere il necessario per il convento ma provvede a tutti quelli che vede nel bisogno. Carità materiale, ma soprattutto spirituale perché desidera la salvezza delle anime, avvicinando col suo buon esempio tanta gente all’esperienza dei Sacramenti di guarigione.
Fra Pasquale vive eroicamente la difficile virtù della Speranza, in un tempo segnato dalla guerra, dalla povertà, dal terremoto, dalla miseria morale e sociale. Desidera andare in Paradiso e perciò si esercita in una vita povera ed umile.
Prudente ma sincero. Mai pavido dinanzi agli arroganti. Mai pettegolo. Uomo giusto che cerca la gloria di Dio e il bene delle anime con una condotta integerrima sin dalla giovane età. Uomo forte nelle tentazioni. Lotta con vigore contro il diavolo con l’arma della penitenza e del digiuno. Sempre temperante, sceglie la sobrietà come compagna di vita. Si contenta di poche cose essenziali. Custodisce con grande impegno il dono della castità. Il suo cuore è pieno dell’amore di Dio e non cerca altri amori.
Professa e mantiene il voto di obbedienza anche in situazioni difficili. Vive in grado eroico tutte le virtù e la sua vita la spende eroicamente ogni giorno. Non perde mai tempo: preghiera e lavoro. Sempre!
Si raccontano tanti segni soprannaturali nella sua vita. Ama straordinariamente: il Tabernacolo eucaristico, il Crocefisso, la Madonna, la Corona del Santo Rosario e le anime da condurre all’incontro con Dio.
Dopo la morte la sua fama di santità cresce di anno in anno tra la gente dei paesi e luoghi dove ha operato come religioso.
E’ vivo nei confratelli Mercedari e nei fedeli il desiderio di custodire le sue spoglie mortali nel Santuario della Madonna di Carpignano in attesa della finale resurrezione.