L’Arte della Cultura

di Lucia Caruso

Questo spazio è dedicato a libri, mostre, concerti, spettacoli teatrali, insomma a quello che va sotto la definizione di cultura. Ne parleremo in modo semplice e diretto, con mente leggera e onestà intellettuale, senza la pretesa di dare verità assolute o giudizi insindacabili. Cosa s’intende per cultura?  La vera cultura non ha confini, non tollera barriere e non sventola bandiere. La parola deriva dal coltivare. Cicerone parlava di cultura animi, la cura, la coltivazione dello spirito, che è alla base della filosofia e della formazione umana. Per esplicitare le proprie capacità, l’uomo deve coltivare il proprio animo. A tale scopo una funzione importante è svolta dall’Arte, declinata nelle sue varie forme. Ma, quando una certa scultura, una poesia, una musica sono vere opere d’arte?Quando “parlano” dell’Uomo e per l’Uomo e sono utili, in senso pratico e spirituale, al maggior numero possibile di persone. Non è forse questo il valore più alto dell’Arte? Esistono regole universali a cui l’artista deve attenersi? In linea di massima, no. Ogni artista è libero di esprimersi nella maniera più confacente alla propria visione del mondo. Allora è bello ciò che è bello oppure è bello ciò che piace? Non ci sono posizioni univoche. I canoni di riferimento possono essere differenti e legati a uno specifico periodo storico o corrente artistica. Consideriamo la posizione di Johann Joachim Winckelmann(1717- 1768). Archeologo, storico dell’Arte, oltre che bibliotecario e studioso delle letterature greca e latina, ci ha lasciato una definizione applicabile a qualsiasi forma d’arte: “Nobile semplicità e quieta grandezza”. Lo studioso tedesco sosteneva che al fruitore deve arrivare il messaggio che un’opera d’arte è il risultato armonico fra “semplicità” e “grandezza”. L’artista è tale quando possiede comunica valori, ideali e sensazioni in modo equilibrato e misurato. Questa è solo una delle tante posizioni espresse. Si sono versati fiumi d’inchiostro a tal riguardo e il dibattito è sempre aperto. Uno dei primi ad affrontare l’argomento chiave, ossia che cosa sia l’arte, fu Lev Tolstoj, filosofo e scrittore russo (1828- 1910), il quale in un trattato affermò: “L’arte è la capacità di suscitare quel sentimento di gioia nel rapporto che si instaura tra l’artista e gli altri che contemplano l’opera”. Nel corso dei secoli la definizione di Tolstoj è stata variamente interpretata. In epoca moderna, con William Robin (ex direttore del MoMA,) si è arrivati a dire che “Qualsiasi cosa può essere arte, non esiste una definizione di arte”. Il rappresentante più noto di tale modo di considerare l’arte, è Marcel Duchamp. Questi, con l’opera “Fontana”, ha diffuso l’idea che qualsiasi oggetto di uso comune, un orinatoio in questo caso, possa essere un’opera d’arte. Il naso di parecchi, compreso il nostro, si è decisamente arricciato. Perché? Perché l’arte è il sublime, ciò che è fuori dall’ordinario, tutto quello che diventa balsamo per l’anima. Un quadro o una scultura, una poesia o un romanzo, una sinfonia o un brano musicale si guadagnano la definizione di opere d’arte quando colui che si pone di fronte ad esse prova emozioni e si sente più puro. Quando si immerge in una dimensione che non è più quella quotidiana. Insomma, la vera Arte genera catarsi. Tale considerazione restringe il campo e conduce a un ulteriore passo avanti. Le opere d’arte sono poche (se rapportate all’enorme contributo umano nei più svariati campi) e sono universali. Ossia suscitano sentimenti, impressioni, riflessioni universali. Valide in ogni tempo. Nel passato e nel presente. Un esempio? 

Mattina: M’illumino/d’immenso. I due versi più famosi della letteratura italiana. Il fante Giuseppe Ungaretti il 26 gennaio 1917 a Santa Maria La Longa esce dalla trincea, si immerge nella luce del mattino e si sente in armonia con il creato. Investito dall’intensità della luce dimentica la guerra per fondersi con l’infinito. Per comprendere il testo occorre partire dal titolo (Mattina) e soffermarsi sui termini “illumino” e “immenso”. Il sole appena sorto, un miracolo che si rinnova ogni giorno, infonde nel poeta una condizione di benessere. Dopo il buio della notte, l’alba porta una nuova consapevolezza.  La luce che illumina il mondo non è solo fisica, ma soprattutto spirituale. Se questa poesia riesce a dissipare il buio che talora ci devasta, vuol dire che è un’autentica opera d’arte.

L’AUTRICE 

Nata a Benevento, dopo gli studi liceali ha conseguito la laurea in Lettere Classiche all’Università degli Studi di Pisa. Si è dedicata alla docenza presso il liceo classico di Saronno (VA). Attualmente vive tra Benevento e Saronno.  Appassionata di Arte, Musica, Teatro e curatrice di spettacoli teatrali, ha tenuto numerosi corsi di Scrittura Creativa. Articolista per Sannio Matese Magazine, ha scritto svariati libri, pubblicati dal gruppo editoriale PubMe.


Un pensiero su “L’Arte della Cultura

  • 9 Febbraio 2025 in 22:29
    Permalink

    Profonde le riflessioni di Lucia Caruso sul significato della cultura in genere. Un articolo che illumina varie branche della cultura, come l’arte e la letteratura.

    Rispondi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.