I Misteri della Speranza


di Mons. Pasquale Maria Mainolfi

Lo scorso 24 dicembre, con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro, ha avuto inizio il Giubileo 2025, anno di grazia e di misericordia sotto il tema programmatico “Peregrinantes in Spem” , cioè Pellegrini della Speranza. Con la mia ultima pubblicazione “I Misteri della Speranza” , ho inteso offrire un vademecum per dare sostanza al cammino giubilare che tutti ci vede coinvolti. Ho scavato allora nella grande miniera della storia della salvezza cinque eventi biblicamente fondati, accompagnati da una riflessione ampia e profonda sul tema giubilare della speranza. Cinque opere d’arte accompagnano i brani biblici e in questo modo la bellezza dell’arte sacra illumina ulteriormente lo splendore della Parola. La tradizione artistica diventa così aiuto prezioso all’annuncio del mistero da contemplare, per una rinnovata sensibilità mistagogica lungo i sentieri della “speranza che non delude”. E così si snodano i 5 misteri : il potente calcagno della Vergine Maria nell’Eden; lo splendore di grazia e verità sul volto del Verbo che si fa carne a Nazaret; il mistero della Croce che rifulge in Gesù Cristo sul Calvario; la Chiesa missionaria con Maria e lo Spirito Santo dal Cenacolo al mondo; il segno grandioso della donna vestita di sole che lotta contro il drago in cielo. Infine le litanie lauretane e l’atto di consacrazione a Maria Madre della Speranza. 
La storia umana è carica di pianto e sofferenza ma Dio ha voluto che fosse accompagnata da un annuncio di felicità. Noi credenti, in mezzo a tutti i popoli della terra, siamo il popolo portatore e testimone di una promessa di luce e di gioia : “Gioisci , figlia di Sion, esulta, Israele, e rallegrati con tutto il cuore, figlia di Gerusalemme!” (Sofonia 3,14). Isaia 12,2 esclama : “Canta ed esulta, tu che abiti in Sion, perché grande in mezzo a te è il Santo d’ Israele”. La prima parola che l’arcangelo Gabriele dice a Maria, è : “Rallegrati, piena di grazia!” (Luca 1,26-38). San Paolo rivolge ai cristiani questo invito : “Siate sempre lieti nel Signore, ve lo ripeto: siate lieti. La vostra amabilità sia nota a tutti. Il Signore è vicino!” (Filippesi 4, 4-9). Giacomo Leopardi , nella poesia “Il sabato del villaggio” , ha espresso questo concetto: nella vita presente, l’unica gioia possibile ed autentica è la gioia dell’attesa, la gioia del sabato. Esso è “giorno pien di speme e di gioia”. Giorno pieno di gioia proprio perché pieno di speranza. L’attesa della festa è migliore della festa stessa. Il possesso del bene genera delusione e noia, perché ogni bene materiale si rivela inferiore all’aspettativa del desiderio del cuore umano. Solo l’attesa è generatrice di gioia viva e vera. Proprio così è la gioia cristiana in questo mondo: gioia del sabato che prelude la Domenica senza tramonto della vita eterna. I cristiani devono essere “lieti nella speranza” (Romani 12,12), il che non significa solo che devono sperare di essere lieti dopo la morte, ma che devono essere lieti di sperare, già ora, per il semplice fatto di sperare. Noi credenti speriamo sempre anche in mezzo alle tribolazioni perché abbiamo la certezza di essere amati da Dio ed abbiamo la possibilità di amare il prossimo. Sant’Agostino scrive : “Pondus meum amor meus, eo feror quocumque feror”, “La mia forza di gravitazione è l’amore, esso mi porta dovunque mi porto ”. Perciò, egli continua : “Fecisti nos ad te et inquietum est cor nostrum, donec requiescat in te”, “Tu ci hai fatti per te, Signore e il nostro cuore è inquieto finché non riposa in te” (Confessioni I,1; XIII,9). Dunque, l’amore in tutte le sue espressioni più genuine, è il vero generatore della gioia. Solo chi è amato, solo chi ama, sa in verità cosa è la gioia! La Bibbia dice che la gioia è frutto dello Spirito Santo (Galati 5,22 ) e che il Regno di Dio è “gioia nello Spirito Santo” (Romani 14,17). Lo Spirito Santo è l’amore personificato e dove arriva fa nascere l’amore. Beethoven nell’ “inno alla gioia” parla di un’ala che “affratella tutto ciò che sfiora”. Ma un potere simile lo possiede unicamente l’ala della colomba che è lo Spirito Santo! Per molti la gioia è una parola sconosciuta. Penso ai tanti che soffrono di depressione, esaurimento e disturbi simili, tanto frequenti nella nostra società. A questi desidero ripetere le parole del profeta: “Non temere, non lasciarti cadere le braccia!” (Sofonia 3,14). Non ci arrendiamo mai alla tristezza ed allo sconforto. Reagiamo! Il rimedio migliore, l’’antidepressivo più efficace e meno pericoloso per la salute, è proprio la speranza! Guardiamo in avanti, crediamo fermamente che il tunnel buio che stiamo attraversando non sarà senza fine. Alla guerra seguirà la pace. Dopo il buio della notte sorgerà il sole.

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