L’Umanità, ridotta ad una omologazione “Calderonica”, sta avanzando follemente verso la fine della storia(?)

                                                                     

La nostra modernità si è rivelata, finora, molto brava nell’aver fatto una copiosa semina del male in tutto il mondo, nell’averne curate pazientemente le piantagioni ed attentamente promossa una sistematica germinazione del male.  Ora, si è posta a presidiare che il raccolto non abbia ad essere contagiato dal germe del bene che, per quanto debole fosse, potrebbe interferire con la buona riuscita del raccolto atteso. La piantine del male hanno una elevata capacità di attecchimento e di crescita ed un immenso potere di contagiare tutto ciò con cui stanno a contatto. Il male conserva il suo veleno nella molecola del proprio Dna e, poichè, la sua dimora preferita è nelle stanze del potere, i potenti del mondo possono procedere indisturbati ad incubarlo, pianificarlo ed a confezionarlo mediante tutti gli espedienti istituzionali disponibili, onde poter  sopraffare e colpire, poi, i più deboli ed indifesi, facendo danni che superano i limiti dell’immaginazione: come meglio credono, dove  vogliono e quando vogliono. Il raccolto che il male produce ingrossa, così, il borsino degli impresari asserviti al male con le vittime e le distruzioni che riescono a fare.  Con tutte le brutture che quotidianamente sfilano nei palinsesti delle informazioni, ormai, c’è poco o niente di buono da sperare ed  i segni della fine della storia sembrano molto evidenti e, pare, che i lampeggianti del traguardo ultimo sono freneticamente in azione. Gli scienziati sono affannati da estenuanti sforzi di superlavoro: ce la faranno a fermare il cancri che stanno erodendo il nostro pianeta?   E’ utopia l’imminenza  della  fine, oppure  è follia l’allontanamento di essa?   Chi vivrà, vedrà!   L’ottimismo non costa nulla, è vero, ma è ancora più vero che i segni irreversibili della catastrofe finale sono percepibili con una sbalorditiva, un’ineludibile certezza, come, con un’ineludibile certezza, si rivela l’esistenza e la presenza di Dio in mezzo a noi ed Egli è la nostra unica speranza di salvezza, in senso assoluto. Dio – è vero – nessuno lo ha mai visto: tuttavia, è molto più semplice dimostrare che c’è, che dimostrare che non ci sia e del Suo Intervento Misericordioso dobbiamo fare buona ammenda. Il Suo Vangelo, poi, c’è di sicuro: anzi, ce ne sono quattro! E, cosa dicono i quattro Vangeli? Che la fine dei tempi ci sarà e sarà preceduta dai Segni!  Quali sono i segni? Sono tutti quelli, in verità sono tantissimi, che stigmatizzano le trasgressioni (non si contano più ) dello stile di vita del Vangelo che istigano l’umanità a competere follemente per il dominio del male sul mondo, avvalendosi della perversione della sua ragione e intelligenza mediante l’uso distorto e l’abuso scellerato delle sue conquiste tecnologiche. I popoli della Terra, haimé, sembrano mandrie di cavalli impazziti, non più cavalcati da normali fantini.  Corrono all’impazzata, a briglie sciolte, inseguendo i loro fantini, in fuga verso un infinito precipizio.  Non si sa perché i primi fuggono, nè perché i secondi inseguono.  Aveva ragione Pascal nel dire che “Gli uomini sono così necessariamente pazzi, che sarebbe essere pazzi per un altro genere di pazzia il non essere pazzi”.  Quando l’intelligenza, la ragione, la parola e, soprattutto, l’azione collassano dallo spirito e cedono al volere dell’anima perversa del mondo, influenzata dal male, non c’è più tempo per le spiegazioni razionali.  Ora, diciamolo francamente!…i cavalli non sono più quelli di razza di una volta!    Essi, poi, negli ultimi tempi, hanno assorbito l’infuso virtuale dell’intelligenza artificiale e, perciò, agiscono senza controllo, d’istinto, avendo deposto il propulsore ordinatore dello spirito che Dio ha soffiato in ogni essere umano fin dalla Creazione!  Così, oggi, siamo spettatori impotenti di stupide battaglie ideologiche che generano stupidissimi conflitti di verità che negano vistosamente l’unica Verità. E’, ancora, Pascal a pontificare che “Tutti i loro principi sono veri, degli scettici, degli stoici, degli atei, e così via. Ma le loro conclusioni sono false, perché i principi opposti sono altrettanto veri”.  E, a questo puntoi, noi dove siamo collocati? Credo di avere individuato la collocazione dell’anima mediatica nella legge del pendolo che oscilla dall’una all’altra parte, senza arrossire per la vergogna che…intanto, non conosciamo!  La storia, forse, finirà a questo punto e…i posteri, qualora ci saranno, potranno debuttare, sullo scenario del cielo nuovo e della Terra nuova, per scrivere un’altra storia: quella che sarà letta da chi verrà, se verrà!      12/01/2025  

Francesco Gaetano

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