Riuccio Maiorano – Una grande testimonianza di vita


“Coloro che ci hanno lasciato non sono degli assenti, sono solo degli invisibili: tengono i loro occhi pieni di gloria puntati nei nostri pieni di lacrime” – Sant’Agostino

E’ stata una vera, e coinvolgente, sorpresa “Il Noi nell’Io”, un dono magnifico questo saggio biografico che Matteo Caracciolo ha voluto donare a tutti noi, con una ricerca intelligente e appassionata, evocando la presenza significativa e la potenza morale, culturale e spirituale del nostro Riuccio Maiorano.

Riuccio – Rosario – ha raccolto e interpretato il meglio della nostra Comunità circellese, rendendosi protagonista della nostra convivenza e animandola in profondità col fervore e l’energia della sua giovinezza di “persona mite, misurata nel gesti e nelle parole”.

Attraversata da una forte passione civile, morale, politica e religiosa, la narrazione della “storia di Riuccio” comunica una tensione vitale, profondissima, e rivela realisticamente l’orizzonte dell’Amore e del Dolore che muovono la coscienza e il destino degli abitanti viventi nel tempo e nello spazio.

Questo multiforme, complesso divenire delle umane esistenze si compone e si scompone inseguendo direzioni contrastanti, e incomponibili visioni della vita e del mondo, “con Dio o senza Dio”: Vocazioni, Decisioni e Missioni sospinte o dal desiderio di Vita divina e di Infinito o dalla negazione e dal rifiuto dell’Amore, della Misericordia e del Perdono, in una permanente alternativa tra intime mozioni di dono e di servizio e oscure tensioni di possesso e di dominio.

Nel dualismo storico-teologale, l’uomo definisce e matura la propria identità peraccogliere e vivere l’impulso trascendente della Fede, della Speranza e della Carità,oppure per consegnarsi, contro la Fede, all’orgoglio e alla presunzione dell’io, contro la Speranza, arrendendosi alla “fine perversa di tutte le cose” e alla eternità della morte, contro l’Amore, cedendo alla seduzione del dominio e al potere esclusivo della ragione, della carne e del denaro.

Il nostro Riuccio, nel travaglio della sua ricerca della Verità, del cammino della Libertà e della testimonianza di Amore, ha sperimentato l’appartenenza ecclesiale e la partecipazione civile e ha colto e sofferto nel suo cuore anche la dialettica drammatica tra Verità e menzogna, tra Bene e male, tra Vita e morte: prima nella Famiglia Salesiana di San Giovanni Bosco a Caserta e, dopo, a Genova, negli studi universitari di filosofia e nella tensione della grande contestazione dei Movimenti studenteschi e dei lavoratori.

Tra le opposte strategie del mondo capitalistico e del mondo comunista e nel groviglio delle contrastanti ideologie, Riuccio si è mosso nella convinta e pacificatrice fedeltà al Vangelo, senza cedere all’attrazione della violenta Teologia della Liberazione né alla seduzione perversa delle utopie culturali e ateistiche dei “maestri del nulla”.

Nella ricerca delle fonti e delle radici, Matteo Caracciolo ha attinto sapientemente a un romanzo di Riuccio, pubblicato nel 1996 “Quinta Stazione”, splendida rappresentazione autobiografica dei dinamismi e  degli eventi culturali, sociali e religiosi, interiorizzati e raccolti dentro l’identità concreta e simbolica di Simone di Cirene, costretto dal centurione Longino a caricarsi della Croce di Gesù sulla via del Calvario. 

In questo racconto, viene posta in evidenza la “Passione vivente” della Pasqua del 1983, di cui era interprete principale Riuccio, che dava la “misura intima” della sua profonda spiritualità religiosa, provando “l’emozione più intensa della sua vita”, comunicata drammaticamente e intensamente a tutti i presenti.

Da allora il riferimento a Riuccio è stato sempre associato in me alla figura dolente del Cristo in cammino verso il Calvario, quando egli stesso “scoppiò in un pianto così dirotto da riuscire a stento a reprimere gemiti e singhiozzi”. E lo strazio fu così sconvolgente e traumatico da mettere a dura prova, nei giorni successivi, il suo stato di salute.

In questa “immedesimazione sacrale” in Cristo, fino all’ultimo respiro, c’è, insieme al segreto di una vita donata a tutti, alla sua famiglia, ed anche ai giovani allievi del Formez e alla Famiglia Salesiana, il mistero della morte accolta come sacrificio supremo.

Alla Famiglia Salesiana , nello spirito missionario di Don Bosco, ha affidato una grandiosa testimonianza spirituale di appartenenza associativa, civile, etica e religiosa nello splendido “Progetto di Vita Apostolica” per i Salesiani Cooperatori.

Con la sua esemplare e mirabile testimonianza di vita, il nostro amato e indimenticabile Riuccio, ha mostrato a tutti noi che è possibile accettare e vincere, anche nella notte e nel terrore del mondo, la sfida che nella “Quinta Stazione”, su la Via dell’Amore e del Dolore, aveva proposto sia ai Cristiani che agli Atei:

“Non sei grande se sei ricco,

Non sei grande se sei colto,

Non sei grande se sei famoso,

Sei grande se sai amare.”

E’ questo un forte “Richiamo alla Vita Santa ed Eterna”, perché saremo giudicati tutti, credenti e non credenti, sull’AMORE: essere per gli altri, nel Dono di se stessi,perché solo l’Amore dà all’esistenza terrena la pienezza della responsabilità, della grandezza e della dignità.

Tra le tante e belle testimonianze raccolte  infine da Matteo Caracciolo, commuove quella di Tonino Scaccia che si conclude così: 

“Io non credo nei Santi. Ma, se esistono, Rosario dovrebbe essere tra loro … Se Santo significa occuparsi dell’altro e di dargli una speranza, Rosario lo è”.

Nell’”Estremo Disordine Mondiale”, mentre infuria la distruzione, la strage, la morte e sembra tramontare “la sublime Teologia dell’Amore” e trionfare “la folle ideologia dell’Egoismo”, il dono de “Il Noi nell’Io” di Matteo Caracciolo ci offre, con la grande Testimonianza della “Vita buona e bella “ di Riuccio,  la Luce della Verità, della Libertà, dell’Amore!

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Un pensiero su “Riuccio Maiorano – Una grande testimonianza di vita

  • 3 Gennaio 2025 in 14:29
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    Testo di grande valenza morale e sociale dedicato ad una persona esemplare per i suoi valori umani, religiosi e morali. L’ho conosciuto poco Riuccio ma quel poco è bastato a capire che persona eccezionale fosse. Dal suo modo mite e misurato di relazionarsi traspariva una grande forza interiore che infondeva calma e tranquillità. Lo ricorderemo per com’era ma soprattutto per ciò che ha fatto nel sociale.

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