Ospedale Sant’Alfonso Maria de’ Liguori – Un’esperienza di buona sanità pubblica
Desidero condividere un’esperienza personale di Buona (l’iniziale maiuscola non è un errore di scrittura) sanità pubblica, vissuta presso un piccolo ospedale della provincia beneventana.
Un anno e mezzo fa circa mi è stato diagnosticato un carcinoma della pelle, escisso per ben due volte ma purtroppo recidivato.
Dopo il secondo esame istologico ancora positivo, ho deciso di sottopormi a visita specialistica presso l’Istituto Nazionale Tumori IRCCS Fondazione G. Pascale di Napoli, eccellente realtà sanitaria non solo campana ma dell’intero Sud Italia.
Quel giorno l’attesa è stata piuttosto lunga per l’elevato numero di persone che, come me, erano lì per essere sottoposte a visita oncodermatologica e questo mi ha fatto comprendere quanto davvero tali patologie siano in sensibile aumento, anche tra i più giovani.
A seguito della stessa, mi è stato consigliato di sottopormi ad un ulteriore intervento chirurgico di ampliamento della zona interessata dal carcinoma, al fine di scongiurare il rischio di un’altra recidiva. In ragione delle lunghe liste di attesa presso l’Istituto Pascale di Napoli, mi è stata rappresentata la possibilità di effettuare l’intervento presso l’Unità SkinCancer Center creata presso l’ospedale Sant’Alfonso de’ Liguori di Sant’Agata dei Goti (Benevento) per ampliare la rete oncologica dell’istituto partenopeo.
Confesso che, per mia ignoranza, nemmeno conoscevo l’esistenza di questo nosocomio ma l’idea di poter eliminare quell’’indesiderato ospite mi ha indotto ad accettare. Di lì a pochi giorni mi è stata comunicata la data dell’intervento chirurgico per il giorno 17 dicembre 2024.
Così, ieri mattina sono partita da Salerno – città in cui vivo – con destinazione Ospedale di Sant Agata de’ Goti che ho raggiunto in auto in poco più di un’ora, tempo nettamente inferiore a quello che di solito impiego, in una ordinaria giornata di traffico autostradale, per raggiungere la mia sede di lavoro a Napoli.
Entrata in ospedale, ho apprezzato da subito una realtà diversa da quella di altre strutture sanitarie pubbliche che ho conosciuto sino ad ora: pavimenti tirati a lucido, ordine, disponibilità e gentilezza del personale il quale mi ha prontamente indicato il piano dedicato all’Unità di Oncodermatologia.
Molti i pazienti che ho trovato già in attesa ma tutti accomodati sulle sedie e sui divanetti disposti lungo il corridoio e nella ampia saletta dedicata. Nessun vociare alto, nessun rumore che in quel momento potesse arrecare anche soltanto fastidio a chi, come me, era lì non per diletto. Le parole erano quasi sussurrate come a non voler violare il silenzio del luogo.
Ciascuno di noi, in ordine di arrivo, è stato ricevuto nell’ufficio accettazione per l’apertura delle relative cartelle cliniche e, nello stesso ordine, è stato fatto successivamente accedere al reparto per gli adempimenti propedeutici all’intervento.
All’interno del reparto, ho trovato la stessa pulizia e ordine degli altri ambienti dell’ospedale, in uno alla competenza e alla gentilezza del personale tutto, sia medico che infermieristico, dal quale noi pazienti siamo stati accolti. Ho visto, in particolare, con quanta tenerezza e amorevolezza il personale abbia ricevuto e assistito i pazienti anziani rivedendo, forse, nei loro volti e mani rugose quelle di un proprio genitore o nonno.
A ciascuno è stato spiegato con puntualità in cosa sarebbe consistito l’intervento e quanto ampia sarebbe stata la zona da escindere.
Ho atteso il mio turno in una stanza del reparto illuminata da un tiepido sole di inverno. Guardando fuori dalla finestra il mio sguardo si è posato sul verde degli alberi e sulle montagne che fanno da cornice all’ospedale. Che pace! Che silenzio! Tutto mi ha trasmesso un’indescrivibile sensazione di tranquillità e di serenità interiore che ancora porto dentro di me.
Confesso che quando sono stata condotta in sala operatoria, per un attimo il mio cuore ha iniziato a battere forte alla vista del lettino di acciaio e delle forti lampade al led, ma si è trattato davvero solo di un attimo: la consapevolezza di essere in ottime mani, circondata da medici e infermieri competenti, gentili e pure simpatici, ha fugato subito l’ansia del momento.
Il carcinoma è stato finalmente escisso.
Il mio grazie va, innanzitutto, a chi ha fortemente voluto l’istituzione dell’Unità di SkinCancer Center presso l’Ospedale di Sant Agata de’ Goti al fine di ampliare la rete oncologica dell’istituto partenopeo e a chi l’ha resa possibile, accogliendone e condividendone la richiesta, nella consapevolezza dell’importanza di una diagnosi avanzata per la prevenzione e la cura delle neoplasie cutanee.
Il mio grazie va soprattutto ai medici e agli infermieri dell’Unità, uomini e donne di grande competenza e professionalità, che con amore e passione si dedicano ogni giorno ai pazienti oncologici.
Ancora grazie.
Salerno, 18 dicembre 2024 Beatrice Dell’Isola