Padre Pio e la Madonna di Pompei


di Mons. Pasquale Maria Mainolfi 

Padre Pio, al secolo Francesco Forgione ( Pietrelcina 25 maggio 1887 – San Giovanni Rotondo 23 settembre 1968, a 81 anni) è uno di quei santi che per tutta la vita, pur rimanendo quasi sempre nello stesso luogo, ha attirato a sé il mondo come il suo serafico Padre San Francesco, con il suo volto fenomenico che manifestava il buon paesano di origini contadine, viso simpatico, composto, sereno, ravvivato da due occhi dolci e profondi che tutti conquistavano e spesso sconcertavano. Lo sconcerto poi era moltiplicato delle sue mani stimatizzate che egli copriva gelosamente. Padre Pio appare ancora oggi un fenomeno e un mistero grande. Questo frate sannita ha attirato a sé, per orientarli a Dio, uomini e donne di ogni ceto, dall’umile casalinga ai personaggi del pensiero, dell’azione, del cinema, teatro e televisione: “Padre Pio è un mistero di amore e di dolore, riflesso palpitante del mistero di Cristo che riassume nella sua persona divina-umana tutto il dolore tutto l’amore dell’umanità, ma purificati e trasformati in forze di redenzione e salvezza eterna” (Card. Pietro Parente, già Rettore del Seminario Regionale Pio XI di Benevento negli anni Venti del secolo scorso, raffinato teologo che ebbe modo d’incontrare personalmente il santo cappuccino).Scrive un mio grande amico, Don Nello Castello, della diocesi di Padova, figlio spirituale di Padre Pio, tornato alla casa del padre lo scorso 14 agosto a cento anni di età: <<Padre Pio, condotto “dal profondo della fede”, è venuto a trovarsi ai vertici della relazione filiale nei confronti della Madonna, poiché, nel lungo arco della sua vita, si è trovato a partecipare, in modo sperimentale, della vita trinitaria e cristiforme e, al tempo stesso, della vita “mariaforme “, e perciò ha raggiunto la profondità massima della comprensione della dignità dell’uomo e dell’intelligenza delle singolari ricchezze riversate da Dio nella donna, la quale si trova in una relazione speciale con la Madonna. Trasformato totalmente, misticamente in Maria, Padre Pio ” è entrato nel raggio d’azione di quella materna carità con la quale la madre del Redentore si prende cura dei fratelli del figlio suo e “al tempo stesso, “alla luce di Maria ha letto sul volto della donna i riflessi di una bellezza – come scrive Giovanni Paolo II nell’enciclica 
“Redemptoris Mater – che è specchio dei più alti sentimenti di cui è capace il cuore umano: la totalità oblativa dell’amore, la forza che fa resistere ai più grandi dolori, la fedeltà illimitata e l’operosità infaticabile” >> (RM, n. 46). Il centro della vita e delle giornate di Padre Pio, era la celebrazione della Santa Messa, il “culto” per eccellenza gradito a Dio. Ma un altro “culto” gradito a Dio ed anche al cuore di Padre Pio, la sua tenera, fervida devozione alla Madre di Dio. Sovente ripeteva: <<Amate e fate amare la Madonna. Recitate sempre il Rosario>>. Scrive il mio amato compaesano, padre Tarcisio Zullo da Cervinara, che fece da guardia al Santo sempre assediato dai fedeli : <<Il Rosario costituisce l’arpa della pietà mariana del padre. Usava chiamare il Rosario la sua arma. La Corona era stata messa tra le mani dell’Apostolo di Pietrelcina dalla Madonna in persona quale mezzo per debellare vigorosamente Satana e vincere così tutte le battaglie che l’antico nemico gli avrebbe sferrato contro. Come afferma Charles Péguy i “Pater e le Ave” dell’umile Frate erano vascelli naviganti vittoriosamente verso il cielo. A chi domandava negli ultimi giorni : “Padre che ci lasciate in eredità ? L’umile servo di Maria rispose: “Vi lascio il Rosario e con la corona tra le mani è morto, dicendo: Gesù! Maria!>> ( Padre Tarcisio da Cervinara, “Padre Pio e la Madonna” Edizioni Padre Pio da Pietrelcina, 1993). Una devozione speciale nutritiva per la Vergine del Santo Rosario di Pompei. Almeno tre volte visita il Santuario di Pompei : a 14 anni, nel maggio 1901, con alcuni compagni di scuola accompagnati dal Maestro Caccavo; nel novembre 1911, accompagnato da Padre Evangelista, superiore del convento di Venafro; nel gennaio 1917, di ritorno a San Giovanni Rotondo da una licenza militare. Ed il 20 settembre 1968, a 50 anni dal dono delle stimmate, un suo devoto napoletano gli offre un cesto di rose rosse per celebrare la ricorrenza. Il Santo commosso ne prende una e gliela consegna, chiedendogli di portarla come offerta alla Madonna di Pompei. Il devoto felicissimo lo accontenta e si preoccupa che la rosa venga posta proprio davanti al quadro della Madonna. Tre giorni dopo Padre Pio muore e una suora togliendo i fiori dinanzi all’ effige della Madonna si accorge che mentre tutti i fiori sono appassiti, la rosa di Padre Pio è invece ancora fresca, anzi, è tornata a chiudersi in un bocciolo profumato. Informato dell’evento il vescovo prelato di Pompei la fa collocare in un prezioso reliquiario nel quale è ancora oggi custodita nel Museo della città mariana. Il profumo di rose fu sempre scelto da Padre Pio per manifestare la propria presenza a chi invoca il suo aiuto.

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