Comitato ”Salviamo le scuole Torre e Sala”: “La scuola deve essere restaurata e resa sicura”


Può un amministratore che voglia dirsi illuminato pronunciare questa frase:” Non sottoscriverò mai nulla che autorizzi quella scuola (IC Federico Torre, scilicet) alla riapertura”?

C’è un’utenza di oltre 500 alunni costretta al nomadismo, per le scelte non certo oculate dell’Amministrazione di smistarla verso tre sedi diverse e lontanissime tra loro, con conseguenti grandi disagi per le famiglie, per i docenti, per il personale scolastico tutto, senza parlare delle ricadute economiche sul comparto commerciale della zona di via Sala. Se il Sindaco avesse riempito il paniere con i 17 milioni di euro stanziati dal PNRR, prometteva tre nuovi edifici al posto dei due preesistenti, ma, visto che il Ministero dell’Istruzione ha avviato delle verifiche che potrebbero far saltare il finanziamento, a causa dei macroscopici errori contenuti nel progetto del Comune, evidenziati dall’associazione “Altra Benevento è possibile” e dal Comitato cittadino “Salviamo le scuole Torre e Sala”, ora il Sindaco minaccia vendetta a danno dei suoi amministrati. 

La scuola esiste, deve essere solo restaurata e resa sicura. Un amministratore serio si deve adoperare per fornire servizi ai cittadini, non per toglierli e rendere loro la vita difficile, in spregio ai disagi creati dalle scelte infelici fatte dall’Amministrazione e non da chi ha tentato di avvertire del pericolo costituito dalle difformità del progetto rispetto alle finalità del PNRR, che avrebbero di certo procurato il blocco dei lavori in fasi da cui non si poteva tornare indietro. Per fortuna, siamo ancora in tempo per rimediare; il Sindaco può ancora modificare scelte che si sono dimostrate non condivise.

Perché distruggere il patrimonio edilizio che ci racconta la storia di questa città? 

Riportiamo qui il testo della scheda (n. 3755)  sulla scuola “Federico Torre” redatta per il progetto Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, voluto dal Ministero della Cultura; essa è stata curata dall’ Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” DIC-DEA ed ha come
responsabile scientifico Pasquale Belfiore, con la revisione di Martina Massaro.

La scuola Federico Torre è un “edificio scolastico collocato al centro dell’intensivo rione Mellusi, quartiere sorto con disordinati complessi residenziali nel secondo dopoguerra.

L’edificio si allinea a due strade, via Sala e via Marmorale con due corpi di fabbrica che trovano raccordo nel vano scala. All’interno una corte è completata da altri due corpi di fabbrica di servizio.
L’architettura stilisticamente si avvicina al linguaggio del razionalismo e governa i fronti strada con una sequenza di finestre separate da setti intonacati bianchi. Le facciate sono rivestite in klinker.
La linearità dei percorsi, la sequenza delle aule, l’uso del vetrocemento per segnalare i corpi scala, la differenziazione dei volumi destinati ad attività speciali, il tutto si declina nelle logiche di un tardo funzionalismo. L’edificio o l’opera di architettura riveste un ruolo significativo nell’ambito dell’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza, ne offre un’interpretazione progressiva o sperimenta innovazioni di carattere distributivo e funzionale. Si segnala per il particolare valore qualitativo all’interno del contesto urbano in cui è realizzata”.

Quante scuole in Italia possono avere questi requisiti? Analogamente la scuola elementare Nicola Sala è stata costruita seguendo le stesse linee guida. 

Per anni le due scuole hanno segnato il limite orientale della città, indicando la nuova zona di espansione urbanistica, che si è costruita intorno a questi due edifici, veri perni del quartiere, con una fermata di autobus dedicata, posizionata prima su via Sala, al margine della scuola elementare, e poi, quando finalmente via Flora è stata messa in comunicazione con via Giustiniani e via Delcogliano in linea retta, spostata su via Marmorale, sul lato della scuola Torre.

Che lo voglia o no il Comune, le due scuole sono un patrimonio storico della città e per questo vanno tutelate con tutti i mezzi che le moderne tecnologie mettono a disposizione e restituite presto alla fruizione della comunità.

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