Una risposta a Mara Franzese sui Riti Settennali di Guardia Sanframondi

Caro Direttore, le scrivo in merito al dibattito in merito alle affermazioni del Presidente della Commissione Cultura del Comune di Benevento, Mara Franzese, in merito all’importantissima e significativa manifestazione dei Riti Settenali di Penitenza che si stanno svolgendo in questi giorni a Guardia Sanframondi. Da cattolico, mi sono particolarmente indignato di queste frasi, che leggo testualmente: “”Anziché criticare la Cena in bianco, nel 2024 io mi preoccuperei più del fatto che ogni sette anni continui a ripetersi il Rito dei battenti, come se fossimo nel Medioevo. Iniziamo ad amare un po’ di più la vita che ci è stata data, perché a volte il petto ce lo trafiggiamo comunque senza ragione. Avere Fede è un’altra cosa. Piuttosto, credo sia dovuto ricordare a chi si professa cattolico, che tra i concetti fondamentali c’è l’amore verso il prossimo; e che, secondo il catechismo, tutti gli uomini sono uguali: Hanno la stessa  natura e la stessa origine. E allora smettiamo di professarci credenti se non ragioniamo in virtù di questo principio fondante. Perché altrimenti potremo anche indossare pubblicamente il cilicio, ma intimamente resteremo marci e quelle spine dentro non ce le toglierà nessuno”. Tre osservazioni vorrei fare: 1) La dott. Ssa Franzese si definisce cattolica, ma purtroppo non conosce la rilevanza e la sacralità del Sacramento della Penitenza. Lo spirito di penitenza appartiene, fin dalle origini alla Chiesa cattolica, come ci ricordano le figure di San Giovanni Battista e Santa Maria Maddalena. Se il corpo è in rivolta contro lo spirito (Gal 5, 16-25), non è forse ragionevole e prudente castigarlo? Nessun uomo è esente dal peccato, neppure i “cristiani adulti”. Dunque chi espia i propri peccati con la penitenza non agisce forse secondo un principio tanto logico quanto salutare? Le penitenze mortificano l’Io, piegano la natura ribelle, riparano ed espiano i peccati propri ed altrui. Sono celebri le pagine del De Laude flagellorum di San Pier Damiani, il grande riformatore dell’XI secolo, il cui monastero di Fonte Avellana era caratterizzato da un’estrema austerità nelle regole. «Vorrei subire il martirio per Cristo – egli scriveva – non ne ho l’occasione; ma sottoponendomi ai colpi, almeno manifesto la volontà della mia anima ardente» (Epistola VI, 27, 416 c.). Ogni riforma, nella storia della Chiesa, è avvenuta con l’intento di riparare con le austerità e le penitenze i mali del tempo. 2) La dott.ssa parla di amore. E quale amore ci puo’ essere se non nel tendere ad assomigliare a Colui che, per amore, si è lasciato annientare sulla Croce per la nostra salvezza e continua a soffrire e a morire sugli altari di tutto il mondo attraverso le mani consacrate dei sacerdoti? Se quindi poi consideriamo le anime amanti di Dio, che cercano la somiglianza con il Crocifisso, allora la penitenza diviene una necessità dell’amore. 3) In un mondo scristianizzato come quello in cui viviamo, pertanto, manifestazioni di grande spiritualità come i riti settennali possono riproporre all’attenzione di tutti noi questo Sacramento importantissimo che, negli ultimi 50 anni, è stato purtroppo interessato da un notevole declino, tanto che “I pastorelli di Fatima videro «al lato sinistro di Nostra Signora un poco più in alto un Angelo con una spada di fuoco nella mano sinistra; scintillando emetteva fiamme che sembrava dovessero incendiare il mondo; ma si spegnevano al contatto dello splendore che Nostra Signora emanava dalla sua mano destra verso di lui: l’Angelo indicando la terra con la mano destra, con voce forte disse: PenitenzaPenitenzaPenitenza! Quindi, sono doverose le scuse della dott.ssa Franzese alla bellissima comunità guardiense che, in questi giorni, sta onorando la Madonna Assunta con pratiche ascetiche e spirituali che rappresentano il cuore del Cattolicesimo e a tutti coloro che, come il sottoscritto, ritengono che, per salvarsi l’anima dall’inferno, è necessario passare per la porta stretta come indicato ripetutamente dal Divin Maestro: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che entrano per essa; quanto stretta invece è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e quanto pochi sono quelli che la trovano (Mt 7,13-14) e ancora:«Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. 25Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. 26Qual vantaggio infatti avrà l’uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la propria anima? O che cosa l’uomo potrà dare in cambio della propria anima? 27Poiché il Figlio dell’uomo verrà nella gloria del Padre suo, con i suoi angeli, e renderà a ciascuno secondo le sue azioni ( Mt 16, 24-27). Cordiali saluti Dr. Gianluca Martone

Un pensiero su “Una risposta a Mara Franzese sui Riti Settennali di Guardia Sanframondi

  • 26 Agosto 2024 in 16:03
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    Battenti si, battenti no, battenti ni !… Con i tempi che corrono e con il Cristianesimo in coma irreversibile, c’è ancora chi si accapiglia sulla levigatura del legno della croce da portare e/o sulle modalità di caricarla sulle proprie spalle e trascinarla con sofferenza (non per lucro personale, ma per beneficiare altri). Per portare la croce dignitosamente non conta altro che la piena ubbidienza agli impulsi ordinatori dello spirito che è in ciascuno di noi, a nulla rilevando le barriere di spazio e tempo. Il passato (Medioevo, età della pietra o modernità) ed il futuro non possono accendere alcuna ipoteca sull’eterno presente della Volontà Divina che si è compiaciuta sacrificare Suo Figlio per dare a noi l’opportunità di redimerci, copiando il Suo stile di vita. Ho letto una spennellatura sull’amore, ma c’è un amore più grande di quello di chi si è lasciato martirizzare per i l bene del prossimo? Tanti Santi – ricordo fra tutti S. Pio da Pietrelcina – non sono stati esemplari battenti? P. Pio risolveva problemi di malattie inguaribili, ma alcuna delle sue serie malattie ha risolto a beneficio di se. Anzi, le sue malattie rappresentano il conto, molto salato, da pagare a Gesù e Maria per sanare i bisognosi che a lui si affidano. I battenti di Guardia S. ? Ben vengano, ogni sette anni, per mettere in movimento lo spirito che la cultura della modernità mediatica preferisce tenere parcheggiato per mera convenienza!
    Ogni e qualsiasi manifestazione religiosa ordinata dallo spirito e condotta con tutto il cuore e tutta l’anima, tolte le spurie estetiche o folcloristiche siano omaggiate a Maggior Gloria Di Dio (A.M.D.G.).
    26 agosto 2024

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