“Altra Benevento” – Crisi idrica, mentre dalla Diga si perdono mille milioni di litri di acqua al giorno.

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I dirigenti delle associazioni degli agricoltori chiedono lo “stato di calamità” perché non c’è acqua per irrigare i campi ed abbeverare gli animali; i politici locali, regionali e nazionali, si impegnano a difendere la categoria; gran parte della stampa pubblica i comunicati senza approfondimenti.

Questo è il solito teatrino che replica tutti gli anni, ma questa volta c’è una novità: i coltivatori non hanno acqua ma i nostri grandi fiumi non sono in secca. 

Infatti dalla Diga di Campolattaro ogni giorno viene immesso, in media, nel Tammaro un milione di metri cubi di acqua (corrisponde ad un miliardo di litri) che a Benevento si riversa nel Calore e poi nel Volturno in valle Telesina.

ASEA, la società della Provincia che ha in gestione la Diga, insieme alla Regione e al Commissario di Governo, hanno deciso di svuotare l’invaso in tutta fretta in estate, per cominciare in inverno i lavori finanziati dal PNRR che dovrebbero fornire acqua soprattutto alle province di Caserta e Napoli, ma non hanno programmato l’utilizzo dei circa 80 milioni di metri cubi di acqua (80 miliardi di litri) che sversano nel fiume.

La Provincia avrebbe potuto definire un programma di interventi (autorizzazioni per piccoli invasi, accumuli in cisterne, reti di irrigazioni temporanee, ecc) per utilizzare questa enorme risorsa idrica,così importante in periodi di grave crisi idrica, che invece è sprecata. 

Di questo non discutono gli amministratori locali, i politici di vari colori, i sindacati, le associazioni degli agricoltori. 

Gabriele Corona, coordinatore del movimento politico “Altra Benevento è possibile”  

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